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Tramezzani: un altro passo avanti

Paolo Tramezzani affronta i giornalisti dopo essersi intrattenuto negli spogliatoi con la squadra. La prima domanda che gli viene rivolta riguarda quanto detto ai giocatori alla fine del primo tempo, dopo il parziale recupero vallesano.

“Ho detto di mantenere la calma e di giocare come sappiamo e come avevamo preparato: per buona parte del primo tempo l’avevamo fatto bene. Ho incitato i ragazzi a non avere paura di vincere e nemmeno di perdere.  Li ho invitati a tornare in campo cercando di riequilibrarci un poco: l’importante era tenere a bada  Salatic che quando si è alzato  di 15 metri  ci ha messo in difficoltà perché non riuscivamo più a prenderlo con le punte ed eravamo costretti a far uscire la mezzala e questo ci ha creato dei problemi nella zona centrale. Con l’ingresso nella ripresa di Antoine Rey è stato più  naturale questo tipo di lavoro e infatti siamo partiti subito forte con un’occasione e poi con il 4-2 che ci ha permesso di giocare di contrattacco. Anche oggi come a Lucerna nel secondo tempo potevamo chiuderla forse prima anche se quando giochi contro squadre che hanno questi elementi davanti, rischi sempre, non la chiudi mai. Sono contento perché abbiamo fatto un piccolo passo in avanti: fare due partite così contro Lucerna e Sion dà fiducia. Adesso dobbiamo essere bravi a gestire  il momento positivo”.

-Il 4-2 è stata una liberazione anche per te, sei entrato in campo, tu che di solito sei abbastanza composto in panchina?

“E’ vero, ho un pochino esagerato. perché speravo che potessimo trovare una rete per poi continuare a giocare in modo più tranquillo e sereno. Ero contento perché  abbiamo provato subito ad madre in gol. Ero felice anche per Armando che rientrava oggi dopo tre settimane che era fermo. Non era facile anche per lui, però lì davanti lui una mano te la da sempre.  E’ stata una liberazione”.

-Pensando alla partita di lunedì prossimo: per una squadra come la vostra è più difficile affrontare il Thun, più organizzato difensivamente,  che il Sion?

“Può essere perché quando giochi con squadre che hanno questa qualità, che solitamente  non ti concedono il possesso palla e ti attaccano maggiormente, per qualità individuali abbiamo più spazi davanti da attaccare. Con squadre più o meno alla nostra portata, dove dobbiamo fare di più la partita, vanno cambiati alcuni movimenti e quindi trovando meno spazi, siamo meno pericolosi e meno  micidiali. Lunedì sarà una bella prova perché delle nove gare in cui guido il Lugano quella di Thun è stata la partita più difficile e complicata. L’avversario ci ha dominato in tutto e per tutto, vedremo  se a distanza di un mese riusciamo a reggere l’urto anche giocando contro un  avversario  diverso rispetto a Sion e Lucerna.  Comunque il Thun è una buona squadra e mi ha impressionato per quello che ha fatto soprattutto contro di noi.”

-Sion e Lucerna sono le due squadre che vi precedono in classifica. Fai un pensierino in alto o no?

“Non so. Siamo a metà strada. L’ho detto anche ai ragazzi. Abbiamo ancora nove gare, un sentiero che non sappiamo dove ci porta. Dobbiamo costruirlo noi e se molli un attimo -non solo noi ma tutte le squadre- rischi di complicare tutto. Di non riuscire ad arrivare in fondo e di  essere soddisfatto di quello che stai facendo. Davvero mi auguro che queste prossime nove partite  diano un segnale importante.”

 

-Pra di tratta di trovare continuità, che al Lugano in questi anni è sempre mancata

“Dobbiamo fare il possibile per proseguire sul cammino che abbiamo intrapreso. La svolta secondo me è stata la partita contro lo Young Boys perché abbiamo cambiato modo di giocare  e di interpretare il calcio. Ci abbiamo lavorato un po’ di nascosto in questi due mesi e mezzo. Quella partita è stata importante perché abbiamo capito di avere potenzialità grosse e come far male agli avversari”.

 

 

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