Maffioli:

Maffioli: una bella esperienza

Stefania Maffioli (TiPress), allenatrice del FF Lugano 1976, è realista più che delusa a fine gara. Lei che segue da anni il calcio femminile  continentale e mondiale era conscia della forza del Manchester City e di quanto fosse proibitivo l’impegno delle sue ragazze.

“Sapevamo di affrontare uno squadrone ed era difficile pensare di poter fare la partita. L’abbiamo impostata sul piano difensivo ma le giocatrici ci hanno preso un po’ troppo alla lettera, erano intimorite e hanno avuto poco coraggio di andare ad attaccare. Ci sta: è una prima esperienza, sapevamo di avere davanti un colosso e potevamo aspettarcelo. Nell’intervallo abbiamo cercato di spronarle a guadagnare una ventina di metri in campo, ma non era facile. Nel momento in cui hanno magari pensato di poterlo fare sono venute a calare le energie, le gambe non andavano più.”

-Credi che senza il calcio di rigore ad inizio ripresa potevate fare un risultato migliore?

“Sinceramente no. Potevamo magari resistere un po’ di più e stare in partita ma obiettivamente la differenza in campo c’era. Abbiamo fatto un buon primo tempo ma loro le occasioni le avevano avute. E’ anche vero che se analizzo i gol subiti, più di uno era evitabile. Il primo è arrivato su un’uscita sbagliata del difensore, il rigore poteva essere evitato. Il terzo gol è nato su un fallo a nostro favore in attacco non segnalato. Diciamo che le ultime due o tre reti poi sono stati duelli persi in area per mancanza di energie. Potevamo subire qualche gol in meno ma alla fine il Manchester City avrebbe vinto in ogni caso.”

-In una partita come questa non dobbiamo guardare il risultato, piuttosto sul vostro percorso di crescita che risposte hai avuto?

“La nostra squadra è composta da tante ragazze straniere appena arrivate a Lugano e da qualche giovane ticinese che per le prime volte si approccia a un livello così alto di calcio. Sicuramente partite simili fanno parte del bagaglio e della crescita; risposte positive ce ne sono state. Portare a casa un primo tempo come quello che abbiamo fatto, pur non gestendo il gioco, è sinonimo di presenza. Le ragazze se la sono giocata, chiaro che poi bisogna sapere che la partita dura 90 minuti. Bisogna crescere anche dal punto di vista fisico-atletico. Per le ragazzine è stata una bellissima esperienza e un modo per capire qual è la strada che bisogna intraprendere se decidono di puntare in alto. Se non corri, se non sei resistente e non hai potenza è difficile arrivare a questi livelli. Qualcuna delle nostre ragazzine tecnicamente le qualità le ha, ma deve lavorare, il percorso è lungo, i risultati arrivano con anni di lavoro.”

-Anche visto da fuori il primo tempo avete retto bene l’urto anche a livello tecnico-tattico, poi il tracollo è arrivato quando sul piano fisico sono state sovrastate.

“Non credo che sia venuto meno il fiato,  abbiamo avuto anche qualche episodio in cui l’orgoglio ci ha portato ad andare avanti. Semmai siamo mancati  a livello di forza nelle gambe, mancava l’esplosività, non ne avevamo più. Non era questione di condizione fisica, ma quando mancano le energie diventa tutto più difficile”.

-Dovete insomma ripartire dal primo tempo odierno per il campionato che non è iniziato bene: qual è il vostro obiettivo stagionale?

“L’obiettivo poteva essere quello di provare a riconfermare il piazzamento dell’anno scorso e di arrivare nelle prime tre.  Anche le altre squadre però si sono rinforzate e noi abbiamo perso degli elementi molto validi. Si pensi ai due attaccanti che lo scorso anno havevano messo a segno 34 gol e sono stati ai vertici con altre tre giocatrici della classifica dei cannonieri. Le prime partite le abbiamo affrontate in difficoltà di ruoli: sabato a Zurigo avevamo un’unica punta a disposizione. Abbiamo bisogno di giocare per trovare affiatamento e alchimia. E’ un gruppo che può far bene, peccato che la partenza ci ha visto subito affrontare Servette e Zurigo e ora il Manchester. Sarebbe stato bello sfidare queste avversarie tra un paio di mesi; magari la situazione poteva essere diversa, ma questo è quanto ci ha proposto il calendario e va bene così.”

 

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