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“E’ un momento difficile ma non cerchiamo scuse”

Mentre dallo spogliatoio dello Zurigo escono canti e urla di gioia, in quello luganese c’è mestizia per la sconfitta e apprensione per le sorti del portiere Deana, anche se dall’ospedale fanno sapere che non dovrebbe trattarsi di nulla di grave: un ampio taglio nella zona del sotto mento.

Sciolti dopo il gol

Mattia Croci-Torti si presenta ai giornalisti che gli chiedono se questa sia la peggiore sconfitta delle tre subite in otto giorni ed eventualmente cosa si possa salvare oggi.

“Non è questione di salvare o tenere qualcosa. La verità che oggi l’attitudine iniziale non era male, non mi è dispiaciuto come eravamo entrati in campo. Ma appena subito il primo gol ci siamo sciolti, loro hanno meritato di vincere, arrivavano primi nei duelli e hanno mostrato maggior qualità. Noi abbiamo fatto tanta fatica a mettere in difficoltà lo Zurigo e non siamo riusciti ad avere una reazione  dopo il loro vantaggio. Poi è arrivato il raddoppio direi sfortunato perché un rimpallo sul viso di Kamberi che non s’è neanche accorto del pallone. In quelle situazioni siamo sempre in difficoltà perchè anche i rimpalli vanno a loro. Non bisogna cercare scuse o alibi, lo Zurigo ah meritato la vittoria, è stato più lucido e onestamente fino al 90′ ci ha concesso poco in fase offensiva.”

Deficit nervoso

-Una prestazione frutto anche di una squadra che è arrivata con la bombola d’ossigeno a questa pausa: tante le assenze, tanti impegni, state pagando questa dinamica?
“Potrei dirti di sì, l’aspetto nervoso ci viene sicuramente a mancare. Ma come ho detto prima e nei giorni precedenti io non sono qui a dire che mancava questo o quest’altro per giustificare che non vinciamo le partite. I giocatori entrati oggi in campo avrebbero potuto giocarsela con lo Zurigo, peccato che dopo il loro primo gol non si sia riusciti a farcela. E’ mancata la reazione e io sono sempre il primo responsabile quando la squadra non riesce a reagire. Quando dopo il primo gol subito non riesci a mettere in difficoltà l’avversario significa che qualcosa manca, cercheremo le soluzioni per uscire da questo momento difficile che sapevamo poteva arrivare dopo tutte queste partite. Abbiamo molta più qualità di quella mostrata quando siamo andati sotto nel risultato”.

Volevo dare una scossa

-Nella pausa hai cambiato quattro uomini e non era praticamente mai successa prima. In effetti a centrocampo si è vista tanta stanchezza: loro arrivavano sempre prima sul pallone e davanti si combinava poco. Per questo hai fatto le sostituzioni?

“Ci sono partite nelle quali dovresti cambiare tanti elementi e altre dove potresti anche non sostituire nessuno. Oggi ho cercato di dare uno choc alla squadra perché eravamo troppo piatti  e dopo il secondo gol ci stavamo quasi rattristendo. E’ il momento che stiamo vivendo e a volte bisogna cercare di dare delle scosse, ho effettuato quattro cambi ma avrei potuto farne anche il doppio. Ho cercato con un nuovo modulo di gioco 3-4-3 di dare meno spazio a loro sugli esterni, visto che i gol sono arrivati dalle fasce.”

Poco riposo per i nazionali

-Dalla prima pausa internazionale a questa avete vinto la partita che assolutamente non dovevate perdere (quella di Losanna in Coppa) e pareggiato con l’YB. Per il resto solo sconfitte: è giusto usare la parola crisi almeno dal punto di vista dei risultati?
“Penso che sia una parola giusta: se abbiamo vinto una sola partita vuol dire che non stiamo vivendo un bel periodo. Le persone intelligenti sanno accettare questi periodi, cercando di capovolgere il trend e di trovare le soluzioni. Non veniamo qui a cercare mille scusanti, se non stiamo ottenendo risultati significa che le cose non stanno andando come vorremmo. Nelle due settimane che ci attendono dobbiamo recuperare sul piano mentale e a livello fisico certi giocatori che fino a oggi non ci sono stati. Sperando che in nazionale le cosa vadano bene, oggi non avevamo Hajrizi che col Kosovo disputerà tre partite e dunque non tornerà a Lugano riposato, anzi. La pausa da tempo e modo di riposare a chi rimane, ma a chi è impegnato può portare ancor maggior stanchezza e possibilità di infortunio. Speriamo di essere fortunati sotto quest’aspetto e cerchiamo di andare a vincere a tutti i costi la prossima partita a Yverdon.”

Differenza di qualità

-E’ apprezzabile la tua assunzione di responsabilità ma sul campo ci vanno i giocatori. Oggi di fronte a uno Zurigo al gran completo c’era un Lugano decimato. E’ venuta fuori la qualità dei contendenti, le prime scelte degli zurighesi sono nettamente superiori alle “riserve” bianconere. Concordi?

“Sono convinto che in casa te la puoi sempre giocare senza nessun tipo di problema. Però, onestamente, dopo la partita di Coppa con il Losanna non siamo più riusciti a fare quel turn-over che una squadra come la nostra ha bisogno quando affronti così tanti impegni ravvicinati in patria e all’estero. Quando giochi a Cornaredo contro avversari come YB e Zurigo, quando fai la doppia sfida col Bruges, hai bisogno di poter ruotare i giocatori. Noi non abbiamo potuto farlo e parecchi elementi  hanno dovuto disputare tutte le partite. Comunque sono sicuro che anche con i ragazzi scesi in campo oggi dal primo minuto avremmo potuto disputare una partita migliore. Anche con i giocatori che vengono meno impiegati in casa dobbiamo fare partite diverse; ci può stare che subisci un gol (anche se era evitabile) ma poi devi reagire. ”

Errori sul primo gol

-A proposito della prima rete subita, dirai qualcosa ad Arigoni?
“Non ho ancora visto le immagini e non voglio giudicare. Non so bene come sia andata l’azione, certo Guerrero ha avuto troppa libertà. Una volta che era in possesso del pallone avremmo dovuto essere più aggressivi nei suoi confronti, non so se Espinoza poteva recuperare, se Mai poteva coprire meglio e Arigoni uscire prima. Sono cose che analizzeremo, ma è stato un gol troppo facile che ci ha messo la strada in salita, sapendo che loro sono un avversario al quale è difficile segnare perché sono tosti in tutte le zone del campo.”

Cercare di reagire

-In graduatoria siete sotto la linea del sesto posto e la classifica comincia ad allungarsi. Sei preoccupato?
“Io sono sempre tra virgolette preoccupato quando non riusciamo a ottenere risultati ed è giusto che sia così. Non sono contento per come stanno andando le cose, so che possiamo giocare meglio e fare punti. Peccato perché abbiamo disputato partite contro GC e Servette nelle quali meritavamo di portare a casa qualcosa. Non bisogna piangerci addosso ma cercare di reagire.”

Scarico e intensità

-Adesso che giunge la pausa e arrivate dopo un periodo così intenso, gestirai gli allenamenti in modo diverso rispetto al passato?

“Durante le pausa la prima settimana i giocatori hanno sempre tanto scarico per recuperare energie. Per contro ci sono elementi che invece che di scarico hanno bisogno di essere allenati maggiormente. Bisognerà fare delle analisi individuali: giocatori come Mahou e Aliseda hanno esigono di entrare in condizione il prima possibile e di aumentare l’intensità degli allenamenti”.

Vederli arrabbiati

-Poco fa hai detto che dopo i due gol la squadra si era un po’ rattristita: senti che nello spogliatoio c’è questo pericolo?

“E’ normale che questo sentimento ci sia dopo che perdi le partite. Non posso aspettarmi che ci sia troppo positivismo, anzi mi piacerebbe vedere un gruppo più arrabbiato. Parleremo con calma la prossima settimana con i ragazzi”.

Giocatori scioccati

-Come hai vissuto l’infortunio di Deana: lo stadio si è ammutolito?

“Non ho ancora capito bene cosa sia successo. Mi hanno parlato di un grosso taglio e di tanto sangue uscito. E’ normale che i miei giocatori siano rimasti  un po’ scioccati. Avevamo appena effettuato il quinto cambio e siamo rimasti in dieci per gli ultimi 20 minuti e non è stato positivo. L’importante è che il ragazzo stia bene, si parla solo di un taglio grande e di un grosso spavento. Speriamo che Steven possa guarire il prima possibile”.

Non centra la sfortuna

-Ripensando a questo infortunio a due gol nati da deviazioni: parlare di sfortuna in questo momento lo accetti, fa parte di questo periodo delicato?

“Fortuna e sfortuna secondo me esistono ben poco. La fortuna bisogna andare a cercarsela, evidentemente nelle ultime due partite: due tiri e due deviazioni all’origine di altrettanti gol nei minuti finali. Ma come dico sempre non stiamo qui ad aggrapparci alla parola sfortuna, non mi sembra il caso dopo una sconfitta di 3-0. Assumiamoci le nostre responsabilità, io per primo e la squadra anche. Non cerchiamo nella fortuna la soluzione dei nostri problemi:”

Mai portiere

-Com’è nata la scelta di Mai portiere quando è uscito Deana?
“Ho discusso un attimo con Sabbatini e Macek chiedendo chi fosse il compagno che in allenamento va anche in porta. Mi hanno risposto: Lukas. L’importante è che se la sentiva, peccato perché ho perso l’unico difensore centrale e ho dovuto fare cambiamenti. Ma chi sostituisce il portiere deve sentirsela, poi lui è uno dei pochi grandi e grossi che abbiamo in squadra e poteva mettere un po’ di volume nello specchio della porta.”

Pressione costante

-La società ha posto l’asticella molto in alto in vista di questa prima fase della stagione. Adesso arriva  la pausa, poi vi giocate praticamente tutto nelle gare che rimangono. Visto il periodo che state vivendo avverti il peso di quello che vi aspetta di qui a Natale?
“Penso di aver risposto almeno 47 volte in questa sala alla domanda sulla pressione che la società mi ha messo con gli obiettivi alti. Vi ho già spiegato mille volte che la società ha fatto questa scelta e noi siamo qui per cercare di vincere le partite, io non penso agli obiettivi ma a prendere partita per partita e fare il meglio possibile. La pressione la sentivo prima della partita di oggi e la sentirò prima della prossima. Comunque quando si è l’allenatore del Lugano si ha il dovere di cercare di vincere tutte le gare. Non è quello che cambia il mio modo di pensare e di vivere le giornate. Faremo di tutto per prepararci al meglio per la sfida di Yverdon che sappiamo quanto sia importante. Speriamo che la pausa porti tanta nuova energia e soprattutto giocatori freschi e non nuovi infortunati. Ricordo che purtroppo l’infortunio di Aliseda è capitato proprio nella pausa per le nazionali e lì eravamo stati veramente sfortunati perché in quel periodo non ci dovrebbero essere infortuni”.

Metterci la faccia

-Riformulo la domanda in chiave diversa. Prima hai detto che dovete accettare il termine crisi: pensi che le prossime partite possano mettere in discussione la tua posizione, considerato il periodo che avete vissuto?

“Spero che la mia posizione sia messa in discussione ogni volta che il Lugano scende in campo. Fa parte del gioco, bisogna sempre prendersi le proprie responsabilità. Quando la squadra vince ma anche quando perde, io la faccia la metto sempre. Non ho nessun tipo di problema perché ho la coscienza a posto, lavoriamo 24 ore al giorno pensando a come vincere le partite. A volte ci riusciamo altre volte no. E quando usciamo sconfitti siamo sempre arrabbiati. Poi è normale che se non arrivano i risultati l’allenatore venga messo in discussione. Io so che quando fai l’allenatore devi vivere con queste sensazioni ed emozioni, l’importante è avere sempre  la coscienza a posto: lavorare e lavorare. Solo così si ottengono i risultati “

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