“Contro il Losanna senza il braccino del tennista”
Sabato alle 20.30 a Cornaredo va in scena l’ultima delle 33 partite della regular season di Super League. La classifica che i delineerà domenica sera fungerà da base di partenza per i due gironi finali: uno con in palio il titolo e i posti europei e l’altro per evitare la retrocessione diretta e lo spareggio contro la seconda di Challenge League.
Quattro assenti
I punti in palio con il Losanna sono importanti per ambedue le squadre, forse in misura maggiore per i bianconeri che occupano il secondo posto e che vogliono continuare ad avere il fiato sul collo dell’YB. L’allenamento di rifinitura si è svolto venerdì mattina. L’unica novità riguarda l’attaccante Kacper Przybylko che è uscito con dolori alla schiena e che non sarà quindi disponibile per il match con i vodesi. Mancheranno anche gli squalificati Belhadj e El Wafi, oltre naturalmente ad Hajrizi la cui stagione è terminata anzitempo.
Quarta vittoria in casa cercasi
Nella conferenza stampa di presentazione al tecnico Mattia Croci-Torti è stato inizialmente chiesto se il fatto che tra una settimana è prevista la semifinale di Coppa svizzera a Sion non possa inconsciamente produrre domani sera un calo di tensione nei giocatori?
“Per chi mi conosce la risposta è semplice. Negli anni passati magari avevamo fatto qualcosina per arrivare al meglio alle sfide di Coppa, però quest’anno abbiamo due obiettivi e ci crediamo fino in fondo. In campionato siamo lì e possiamo giocarci addirittura ancora il primo posto e dunque non ci saranno cali di tensioni nella partita col Losanna. Abbiamo la fortuna di essere qui a metà aprile a poterci giocare ancora Coppa e campionato, quindi difficilmente domani la nostra concentrazione sarà già a Sion. Sappiamo che quella del Tourbillon sarà una partita difficile e piena di ostacoli, ma ce ne occuperemo a partire da lunedì. Per il momento la nostra testa è rivolta esclusivamente a quello che succederà con i vodesi, l’obiettivo è lo stesso: mettere pressione a chi sta davanti e adesso c’è una sola squadra.”
LS da prendere con le pinze
-Mi pongo all’opposto della domanda precedente. Quella contro Custodio e compagni potrebbe sembrare una partita interlocutoria in vista di qualcosa di più grande e cioè il girone per il titolo che è la grande novità di quest’anno. Però se si guardano le 33 partite della stagione regolare e cosa potrebbero significare i tre punti in palio, ci si accorge che proprio quella di domani sera potrebbe essere la sfida più importante della prima fase. Che ne pensi?
“Nel corso di una stagione ci sono partite più importanti di altre. Adesso diventano tutte dello stesso livello fintanto che ta la puoi giocare. Dunque i cali di attenzione e la mancanza di concentrazione sarebbero errori che non ci perdoneremmo. Questa è stata una settimana positiva, piena di energia, perché siamo lì, vicini, lo sentiamo tutti. E’ una sensazione che abbiamo nella testa e in questi momenti le partite bisogna preparale in modo ancora più accurato, bisogna entrare nei minimi dettagli. Dobbiamo sapere che l’avversario di domani non è ancora salvo e che ha bisogno degli ultimi punti per essere matematicamente al riparo. Il Losanna nelle ultime dieci partite ne ha persa una sola, è una squadra in salute che mi piace, che ha dei giocatori a cui se non prestiamo grande attenzione e gli diamo troppa libertà ci possono mettere in difficoltà. Non uno o due elementi ma numerosi. Nelle ultime tre partite ne hanno vinte due grazie a palle ferme, con ottimi colpitori di testa ma anche con ottimi tiratori. Sono parecchi gli elementi che inducono a pensare che la sfida di domani deve essere presa con le pinze. Stanotte ci dormiremo su per arrivare carichi al calcio d’inizio. Soprattutto non dovremo avere “il braccetto” del tennista ma lasciar andare i colpi. A questa punto della stagione la metafora ci sta: non dobbiamo avere paura di lasciar partire i colpi per ottenere la quarta vittoria consecutiva casalinga consecutiva.”
Appello ai tifosi
-Ieri è stato pubblicato il calendario del girone finale. E’ vero che dovrete affrontare le altre cinque migliori squadre di Super League, ma l’ordine delle sfide sembra interessante per la vostra rincorsa all’YB.
“La circostanza positiva è che disputiamo due partite in casa, quella col Losanna che chiude la regola season e la prima del girone contro il San Gallo. Se intendiamo lanciare ulteriori segnali dobbiamo vincere i match a Cornaredo; chi vuole conquistare il titolo o arrivare secondo agli spareggi di Champions League non può lasciare punti nel proprio stadio. E’ per quello che già la settimana a scorsa, al termine della vittoriosa partita col GC, il mio appello era rivolto ai tifosi del Lugano. Abbiamo veramente bisogno di calore!. Se riuscissimo a fare l’en plein in queste due sfide, andremmo poi a Berna a giocarci matematicamente il campionato. Quello che faremo qui segnerà il nostro destino. In questa piccola formula il vantaggio di partire in casa, oltre che di chiudere a Cornaredo la prima fase, ci da sicuramente tanta forza. Sappiamo che possiamo giocarci qualcosa se tra le mura domestiche, pur contro avversari forti come Losanna e San Gallo, faremo il nostro dovere.”
Più fame degli altri
-A proposito dello scontro diretto a Berna con l’YB che sensazioni hai? Il Wankdorf è uno stadio che ti ha permesso in qualche modo di costruire la tua carriera a Lugano con una finale di Coppa vinta e una persa
“Sono sicuro che se arrivassimo a Berna con alle spalle due vittorie loro avrebbero paura di noi, questo’ è certo. Ed è l’unica cosa a cui dobbiamo pensare ma non guardiamo troppo in là e concentriamoci su queste due partite. Ma ripeto se vincessimo le prossime scenderemmo in campo al Wankdorf senza alcuna paura. L’unico timore nelle prossime due sfide è che il “braccetto” di cui parlavo prima, non entri nella testa dei ragazzi. Dobbiamo ripetere le prestazioni fornite contro Zurigo, Yverdon e Basilea nelle ultime tre uscite qui a Cornaredo dove dal primo minuto abbiamo dimostrato di avere più fame degli avversari. sarà questa la chiave anche della partita di domani.”
Bruges in semifinale di CL
-E’ stata una settimana caratterizzata dai quarti di finale delle Coppe europee. C’è qualche spunto che ti ha interessato?
“Ce ne sono sempre tanti ma la cosa che è rimasta nei miei pensieri ieri sera prima di addormentarmi è stata vedere che il Bruges è arrivato in semifinale di Conference League. Una squadra che avevamo messo in difficoltà due volte nel girone e che se tutto va come deve andare avrebbe dovuto restare in dieci al 35′ del primo tempo della sfida di andata a Zurigo dopo un inizio molto promettente da parte nostra. Anche in casa loro nel ritorno, sino al settantesimo, avevamo tenuto bene il pareggio subendo poi un gol su un rigore difficile da digerire. Il loro cammino in CL fa piacere, vuol dire che il nostro livello non è stato così basso nemmeno nel girone di andata. Poi abbiamo perso dei punti sempre tre giorni dopo le importanti partite europee, però fa piacere vedere i successi di chi (come il Bruges) è stato nostro avversario in Europa e ci ha permesso di alzare il nostro livello. La verità è che stiamo giocando bene da parecchi mesi perché abbiamo preso consapevolezza in quel periodo di essere una squadra con delle qualità.”
Nessuna chiamata da Firenze
-Ti ha chiamato Italiano, tecnico della Fiorentina, visto che adesso loro affronteranno proprio i belgi che voi avete messo in difficoltà in autunno?
“Sicuramente non ha bisogno di me. E’ un allenatore che già lo scorso anno era arrivato in finale e che due anni or sono era giunto in finale di Coppa Italia. Vincenzo Italiano nelle partite secche ha fatto vedere che allenatore è e non ha certo bisogno dei consigli di Mattia Croci-Torti. L’anno scorso qualcuno si era fatto sentire prima della finale europea contro il Basilea”
Tutte si giocano qualcosa
-Tornando a noi. Ti piace la formula con questo Championship round. Se arrivi dopo una buona prestazione in Coppa e un buon inizio sei tu quello lanciato, come in una volata ciclistica?
“La cosa che mi piace è che in questo girone tutte le squadre si giocano qualcosa. Chi vuole arrivare primo, chi in Europa nei posti più alti. Difficilmente prima dell’ultima giornata vedremo partite senza senso. E’ l’aspetto interessante e bello di questa formula, non c’ è più la prima in classifica che affronta alla penultima un avversario già relegato, né la seconda che va a prendere punti contro una squadra che non ha più niente da chiedere. Godiamoci queste dinamiche e vediamo a punto siamo a livello di personalità. Come ho ripetuto più volte queste partite vengono vinte prima di tutto da chi è sul pezzo a livello mentale”.
Tutta gente che spinge
-Cosa si inventerai domani livello di formazione, viste le assenze e i giocatori diffidati?
“I diffidati possono giocare tutti perché il match che conta è quello col Losanna. Solo l’espulsione diretta (com’è stato il caos di Belhadj a Zurigo) toglierebbe il giocatore dalla semifinale di Coppa. Fa piacere avere quasi tutta la rosa a disposizione com’è successo nelle ultime due settimane. Come ho affermato più volte il gruppo è la nostra forza. Avere gente che spinge in allenamento e che mi mette in difficoltà quotidianamente. Le scelte non sono ancora state fatte, vedremo domani chi è al meglio per giocare la partita”.
Pafundi e il suo sinistro
-Come succede allo Stade Lausanne con Gharbi (che viene dal PSG), anche il Losanna presenta un giovane molto promettente e cioè l’italiano Simone Pafundi. Avevi definito il francesino il più talentuoso, hai cambiato idea?
“No. Penso che Pafundi abbia dei colpi che pochi giocatori di SL hanno. Entra in linea di considerazione come Ghabi. Stanno facendo bene perché sono venuti da noi con l’atteggiamento giusto. Sono passati dalla serie A francese o italiana e hanno mostrato di avere fame, fanno tutte le fasi offensive e difensive, si impegnano ogni partita. Domani dobbiamo sapere che quando Pafundi ha la palla tra i piedi può sempre succedere qualcosa. Ha un ottimo mancino”.
Il recupero di Aliseda
-A proposito di talenti, arriviamo in una fase dove ogni partita è pesante e richiede scelte ancora più accurate e ponderate da parte dello staff. Se guardiamo alla tua gestione della rosa di queste settimane più o meno tutti hanno trovato spazio e si sono sentiti importanti. Forse l’unico che non è ancora riuscito a inserirsi (eppure su di lui puntavi tanto) è Aliseda. Come gestirlo in questo finale di stagione?
“Più che un problema delle ultime settimane è un discorso di tutta la stagione. Purtroppo non siamo riusciti a fare entrare Ignacio nel motore come avremmo voluto. C’è sempre stato qualche intoppo fisico. Ancora due settimane fa aveva giocato 60′ a Losanna, poi 30′ col Basilea. Avrebbe dovuto partire titolare a Winterthur ma si è ammalato. Non è mai riuscito ad avere un minimo di continuità, però ci sono ancora sei, sette, otto partite. Forse non riuscirà ad avere il ritmo dell’anno scorso ma potrebbe essere protagonista in un’altra maniera. L’importante è che Aliseda faccia parte del gruppo e che sia stimolato. Avrà sicuramente minuti se dimostrerà di essere migliore dei compagni che fino adesso non stanno facendo male. Abbiamo vinto senza di lui e ora deve fare qualcosa in più degli altri com’era stato bravo a fare l’anno scorso.”