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"Un pareggio difficile da digerire"

“Un pareggio difficile da digerire”

La chiamata del VAR e il conseguente rigore che ha permesso al San Gallo di ottenere in extremis un inaspettato pareggio hanno rovinato il compleanno di Mattia Croci-Torti. Il tecnico si presenta in sala stampa con la delusione impressa nel volto. 

Brucia tanto

“E’ un risultato che brucia tanto. Avevamo fatto la partita che dovevamo fare.  Un ottimo primo tempo e poi nel secondo era normale che eravamo più stanchi anche sotto l’aspetto nervoso, arrivavamo sempre un attimo dopo di loro. Però ci sta: abbiamo sofferto con piacere, avevo chiesto ai ragazzi di difendersi con ordine e senza stress , infatti abbiamo concesso massimo due o tre occasioni. Quello che avremmo dovuto fare ulteriormente è gestire meglio determinati palloni. Troppe volte abbiamo cercato cose difficili invece di essere semplici e poi mai avremmo dovuto concedere quell’occasione in contropiede dalla quale è nato il rigore. Penso che sia un pareggio meritato, l’abbiamo gestita in maniera giusta considerando le attuali attenuanti sul piano fisico: nel finale eravamo al limite. Sono veramente scocciato per gli errori di impostazione nel finale ed è una delle prime volte che posso dire che siamo stati dei polli noi. Questa partita era nelle nostre mani e anche negli ultimi 25 minuti non ho mai avuto il sentimento di essere in difficoltà. Tant’è vero che abbiamo concesso solo una punizione. Abbiamo sofferto un po’ i primi dieci minuti del secondo tempo, poi abbiamo cambiato adottando un 5-4-1 e sugli esterni non andavano più: non ho mai avuto il sentimento che ci potessero riprendere. Mai!”

Occasione regalata

-Il regalo avvelenato di compleanno te l’ha fatto l’arbitro più il VAR o Amoura sbagliando il gol in tuffo di testa all’89’ che avrebbe chiuso la partita?

“Penso che, occasione di Amoura a parte, avremmo dovuto essere più bravi negli ultimi dieci minuti a tenere palla e a farli correre di più. Loro non devono più avere nessuna occasione, invece gliene abbiamo regalata una a tempo quasi scaduto. Queste cose non si possono regalare, dobbiamo saperlo ed essere incazzatissimi domani. Abbiamo donato 1 punto al San Gallo e persi 2 noi. Dobbiamo veramente fare “mea culpa”. Questa era una partita completamente nelle  nostre mani sino alla fine. Quando gestisci un match in questo modo non puoi mai essere raggiunto”.

-Lucidamente non ritieni quindi l’intervento arbitrale sul rigore sbagliato?
“Non l’ho nemmeno visto. Ma loro non possono arrivare in area a calciare all’ultimo minuto, è questo il problema. Non è possibile che loro ripartano in contropiede quando manca una manciata di secondi al termine, abbiamo sbagliato dopo aver fatto una partita stupenda con un grande primo tempo. Fin quando le energie ci hanno sostenuto siamo stati lì e anche nel secondo  tempo con tutti i cambi e con gente fuori ruolo non abbiamo concesso niente”.

Molto stanchi

-Il cambio di Espinoza, che è sembrato autore di un’ottima partita, come si spiega?
“Semplicemente col fatto che lui ha chiesto di uscire. Bisogna considerare che, a parte l’amichevole di Como, erano due mesi che non giocava più di 50′, Ha fatto un primo tempo di alto livello, ha sempre dato la possibilità di attaccare lo spazio. Poi nel secondo tempo loro hanno cambiato modulo (dal 4-rombo-2 sono passati al 4-3-3) e lui avrebbe dovuto fare chiusure molto più indietro rispetto al primo tempo. Ne ha un po’ risentito mentre Macek da quella parte ci ha  dato la possibilità di non  andare mai in difficoltà”.

Complimenti da Zeidler

-Ho parlato prima con il tecnico avversario Zeidler e mi ha detto che il Lugano riesce sempre a inventarsi qualcosa. Che li avete messi in difficoltà sulle fasce e che dovevano sempre raddoppiare. Un avversario che gli crea sempre problemi.

“Oggi di questi complimenti non ce ne facciamo un bel niente. Non riusciamo a vincere in campionato e pareggiamo come tutti gli altri, però non in queste partite dobbiamo portare a casa i tre punti. Dobbiamo essere più ambiziosi, miriamo ai posti più alti della classifica, dunque non possiamo permetterci di farci riprendere al 95′. Ripeto: dobbiamo fare un grande “mea culpa”, guardarci in faccia tranquillamente. Siamo contenti delle prestazioni ma se vogliamo fare uno step successivo questi match non possiamo pareggiarli.”

Recuperare gli assenti

-Una provocazione: Celar si è fermato ancora, Valenzuela è sembrato uscire per un problema fisico. Avete qualche criticità a livello di preparazione: guardando la tua panchina oggi era veramente corta?

“Era davvero corta. Non sto qui a parlarne perché ne discutiamo spesso in fase di presentazione delle partite. Valenzuela oggi è uscito perché non ne poteva più: è uno di quelli che ha tirato il carro fino adesso, l’ho risparmiato pochi minuti. So che Facchinetti inizia ad averne qualcuno in più ma arriva da un grande infortunio e non è facile trovare il ritmo se non gli do determinati minuti. L’infortunio di Celar scoccia perché è la terza volta che gli succede nello stesso punto. L’ho detto: a fine stagione faremo delle analisi, adesso non c’è tempo. Dobbiamo trovare più energie possibili  perché la verità è che quello che ti fa fare la differenza nei minuti finali sono i cambi e bisogna cercare di avere gente fresca da mettere. Quello che il San Gallo ha fatto e che noi abbiamo certato di fare. Oggi avevo solo Daprelà, difensore centrale come ultimo cambio e Amoura che non ha mangiato perché è in pieno ramadan. Sapevo che questa situazione non l’aiuta, aspettiamo che il digiuno finisca tra dieci giorni oltre che di recuperare Mahou e Belhadj. ”

Aliseda e Steffen

-So che magari non hai voglia di parlare di cose positive ma la giocata di Aliseda sul gol è parsa stupenda, eccezionale. Anche il gol di Steffen è stato buono, oltre al fatto che il nazionale è sembrato più coinvolto nel lavoro difensivo rispetto a Ginevra. Cosa puoi dire di questi due?

“Steffen sicuramente ha fatto un lavoro differente, sul terzino e sul difensore centrale. La posizione odierna è quella che attualmente occupa meglio, rimane più lucido poi quando ha la palla. Sono contento del suo lavoro, poi evidentemente anche lui nei minuti finale era alla “canna del gas”. Il gol nasce infatti dalla sua parte dove lui non riesce più a rientrare perché ha dato tanto, ha disputato una grande partita. Per quanto riguarda Aliseda penso che ultimamente ci siano poche parole da dire. E’ un giocatore che sta facendo la differenza sia in fase offensiva che difensiva. Nel primo tempo ha fatto un lavoro eccezionale su Quintillà che ha impedito al San Gallo di giocare. Devo essere bravo a guardare i due aspetti e Ignacio sta lavorando sulle due fasi. Sono contento perché abbiamo un elemento che fa la differenza e che fa paura agli altri”.

Aliseda e Bottani

-Quando hai tolto Babic hai spostato Aliseda davanti, cosa può dare lì?

“Se fossimo stati più lucidi avremmo potuto trovare la profondità più volte per lanciarlo in contropiede. Tante volte nel secondo tempo abbiamo perso palloni per volerli giocare invece di lanciare palla lunga e il San Gallo è bravo a venirci a prendere.  Sarebbe stato meglio guardare più avanti. Con l’assenza di Celar e con la gestione di Amoura in questo mese ho preferito mettere più sostanza a metà campo con Bislimi che avrebbe potuto andare ad aggredire l’uomo. Aliseda può giocare in diversi ruoli e col ritorno di  Bottani a un certo livelli potrà farci divertire ancora di più.”

Babic volenteroso

-Mancando Celar ti viene meno un punto di riferimento davanti. Babic non ha la qualità per rimpiazzarlo?

“Quando viene a mancare uno dei capocannonieri del campionato evidentemente si sente. Con Celar riusciamo a giocare in una determinata maniera, è uno che fa gioco. La sua assenza è pesante però oggi l’atteggiamento di Babic non mi è dispiaciuto, ha lottato su ogni pallone, ha cercato anche di tener su la squadra e ha preso anche diversi falli. Sono contento della sua prestazione, poi evidentemente quando manca Celar te ne accorgi così come quando non c’è Mahou che da sempre tanto e che oggi nei minuti finali ci avrebbe fatto bene. Lo stesso dicasi per Belhadj. Ma non stiamo qui a parlare di assenze. Cerchiamo di concentrarci sui giocatori a disposizione perché abbiamo partite molto difficili a cominciare da quella di sabato a Ginevra”.

Heitz in tribuna

-In tribuna c’era Georg Heitz che nelle scorse settimane in un’intervista aveva dichiarato che siete una squadra che si affida un po’ troppo al talento e che manca un po’ di passione. Pensi che oggi vada a casa con quest’idea ancora più forte?
“Penso che abbia visto una squadra che c’è, non fa le cose a caso, lotta fino alla fine. Che nonostante la partita di mercoledì scorso dove abbiamo perso tante energie oggi non ha avuto timore del San Gallo. Spero che vada a casa con sensazioni positive e anche lui con l’amaro in bocca di sapere che siamo un’ottima squadra che ultimamente in campionato non riesce a vincere”.

Decisioni arbitrali

-Sabbatini ha detto a fine partita che si aspetta che il club faccia qualcosa per gli arbitri. Che ne dici?
“Sono parole a caldo, che escono dal cuore dopo quello che è successo al 95′. Troppe volte vediamo situazioni simili senza interventi del VAR. Anche a Ginevra mercoledì nel finale c’erano situazioni sospette e nessuno ha richiamato l’arbitro al video. C’era un fallo su Daprelà e un tocco di mano ma non è successo niente: sembra due pesi e due misure. A Sabbatini avrà fatto male vedere l’arbitro richiamato al VAR oggi mentre mercoledì non era successo. ”

Ritorno di Saipi

-Hai ritrovato Saipi dopo un po’ di tempo ed è stato autore di una buona prova. Come pensi di gestire il dualismo tra lui e Osigwe in vista della finale di Coppa?
“Adesso pensiamo a questo mese di campionato. L’anno scorso la  situazione era diversa: preparare una finale in tre settimane significava che nella mia testa c’erano già tutte le scelte oltre che l’esigenza di mascherare la formazione per non farla capire a Zeidler. Sono cose che semmai succederanno da metà maggio in poi evintualmente. Le gerarchie attuali sono chiare: Saipi è il numero uno ed è giusto che giochi e riprenda ritmo e fiducia. Poi siamo uomini e al momento giusto ci guarderemo in faccia e capiremo quale sia l’opzione per la finale.”

Lavorare lavorare

-La squadra gioca bene, come tu dici, ma non riesce a vincere. Questo può incidere alla lunga sul morale e sul mentale?

“Come ho detto prima la parola chiave oggi sia stata “mea culpa”. E quando un allenatore viene a dirlo davanti a tutti i giornalisti vuol dire che qualcosa di sbagliato facciamo ancora. Non parlo mai di fortuna, dovremo essere ancora più brillanti nel decidere cosa fare con il pallone in certi frangenti. Evidentemente non posso nascondere che nei minuti finali ci vuole lucidità mentre noi, ultimamente, siamo sempre in fatica per via della rosa corta. Prima di deprimermi cerchiamo di recuperare tutti per dare energia sino alla fine.”

-Quanta paura hai di arrivare alla finale di Coppa con giocatori acciaccati o spompati?

“Non ho mai paura, mi fido di tutti. L’importante è gestire le risorse e le nere nelle ultime settimane. Adesso però guardiamo a Ginevra. Farò un po’ fatica a digerire questo pareggio, gli altri ci stavano. Questo mi lascia tanto fastidio addosso. La squadra deve sapere che possiamo essere contenti solo in parte e lavorare lavorare sugli errori che commettiamo.”

 

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