fbpx

Tramezzani: mi aspetto un YB arrabbiato

Prima di dirigere l’allenamento di venerdì pomeriggio, il tecnico del Lugano Paolo Tramezzani ha incontrato i giornalisti per l’appuntamento settimanale. La prima domanda ha riguardato l’impegno di domenica a Berna.

-Affronterete la seconda forza del campionato che sarà priva di Hoarau e statisticamente lo Young Boys senza il francese è un’altra cosa. Mancherà anche Ravet. Questo non dovrebbe comunque influenzare il vostro approccio alla partita.

“Non ci sarà nemmeno Assalé che deve scontare ancora una giornata di squalifica. Quindi davanti, rispetto alla squadra che abbiamo  affrontato un mese fa, hanno assenze importanti: il capo cannoniere, il miglior assist man, ma credo che comunque  abbiano giocatori in grado di sostituirli, magari con caratteristiche diverse. Mi aspetto uno Young Boys che vorrà innanzitutto  vendicare la sconfitta interna con il Grasshopper di domenica scorsa  e prepararsi al meglio  per concludere bene il campionato”.

-Potrebbero fare la differenza le motivazioni diverse: loro non hanno più obiettivi concreti, mentre voi avete nel mirino l’Europa?

“Noi abbiamo tanti obiettivi, guardando la classifica e mi auguro che sotto il punto di vista motivazionale  sapremo affrontare bene la partita e l’avversario. Dopo il Basilea, dal profilo individuale, ritengo i bernesi  la squadra più completa. Quindi da parte  nostra c’è la voglia e il desiderio di continuare il cammino.  E’ una partita  importante che abbiamo preparato bene durante la settimana. Poi avremo un’altra trasferta, ma ragionando di domenica in domenica è chiaro che il focus è su questo incontro”.

-Ripensando alla partita giocata a Lugano contro l’YB siete cresciuti molto come squadra, sia come gruppo sia come meccanismi di gioco. Che progressi vedi nell’ultimo mese?

“Nelle ultime partite abbiamo acquisito maggior sicurezza, l’ho notato dalla gestione del pallone anche da dietro: spesso riusciamo  a coinvolgere il portiere e i centrali difensivi. Siamo cresciuti molto anche a livello caratteriale, difficilmente buttiamo il pallone anche contro squadre che portano la pressione alta.  Nelle prossime uscite spero che i ragazzi dimostrino anche di saper reagire alle difficoltà, a gestire eventuali vantaggi o svantaggi e ad avere pazienza com’è successo domenica contro il Thun. Ci sono otto partite, non so dove possiamo arrivare, ma sono convinto che ci serviranno anche per fare esperienza in vista del prossimo campionato.  Abbiamo una posizione di classifica importante e forse impensabile sino a qualche mese fa quindi  siamo in una nuova dimensione e come tutte le novità devi imparare a gestirle. Giocando con tre difensori, due esterni , tre centrocampisti e due punte chiedere di più di quello che abbiamo mostrato nelle ultime partite è difficile. In settimana abbiamo provato anche il 3-4-3: perderemmo un uomo a metà campo, non avremmo  più un riferimento davanti alla difesa però guadagneremmo sicuramente un giocatore sugli esterni. Il prossimo passo  potrebbe essere questo.”

-Ha pensato ai tre davanti perché ritiene un peccato escludere Carlinhos Junior?

“Sì questa è stata una delle motivazioni,  perché vedendo il ragazzo anche in settimana, quello che riesce a fare, come si esprime, dispiace dover rinunciare  a quello che ci potrebbe dare e ha già dato quando è subentrato. Lui è sicuramente una delle motivazioni per cambiare qualcosa.”

-Pensa a rinforzare l’attacco anche perché sono venute a mancare le reti dei centrocampisti, specie di Mariani e Sabbatini?

“Bisognerà valutare anche gli equilibri. Davide in questo girone di ritorno ha colpito tre pali e domenica ha fatto due assist. Jonathan ha segnato con il Grasshopper ed è un giocatore per noi importante quando riesce durante la partita ad allargarsi e andare sull’esterno. In tanti gol segnati dalle punte sono stati coinvolti loro nelle azioni e nello sviluppo. “

-In funzione del quinto posto le fa più paura il San Gallo  o teme un ritorno del Grasshopper, che con il nuovo tecnico sembra più quadrato, ha vinto le ultime due partite e vi affronterà nello scontro diretto tra 15 giorni?
«Sono entrambe squadre che dovremo ancora affrontare. La classifica è talmente  corta e basta poco per salire o scendere. Degli avversari abbiamo grande rispetto. Stiamo parlando di squadre che sono state costruite per raggiungere questo obiettivo e sono più abituate a lottare per l’Europa. In questo momento sono concentrato  e preoccupato più di quello che possiamo fare noi. Diciamo che il nostro futuro dipende da noi stessi.”

-Domenica potete consegnare il titolo al Basilea con largo anticipo.  In generale quanto è brutto avere una squadra tremendamente più forte delle altre?

“Abbiamo sempre considerato il Basilea come una squadra  nettamente superiore. Lo dimostrano i risultati e la forza di questa squadra che non molla mai niente. E’ anche un esempio: al di là delle disponibilità economiche, delle strutture e dell’assetto societario, stanno dominando perché lavorano come nessun altro club sta facendo in Svizzera negli ultimi anni. Sono convinto che anche noi, con mezzi inferiori e magari con qualche limite, attraverso il lavoro possiamo avvicinare e ridurre il gap dalle squadre che abbiamo davanti.  Poi a me personalmente le squadre che piacciono di più sotto il profilo del gioco sono Lucerna, Losanna e lo stesso Thun, anche se ha perso tre gare di fila. Club che hanno  più individualità come YB e Sion non riescono ad avere la continuità nei risultati, forse perché puntano troppo sulla giocata individuale. Il Basilea invece è un mix: ha individualità e organizzazione, voglia,  determinazione e umiltà. E’ normale che sia ancora molto avanti rispetto alle altre”.

-Per la prima volta nella Svizzera tedesca si sono accorti e parlano tanto del Lugano: è una sua vittoria questa?

“Credo che un allenatore non possa incidere più di tanto sull’esito di una crescita individuale o di gruppo.  Sono stato fortunato perché dal primo giorno ho trovato grande disponibilità: ho visto che i ragazzi si fidavano, ci credevano, mi seguivano e attraverso il lavoro -a volte anche molto duro- e attraverso le mie richieste non sempre semplici e  grazie ai sacrifici che hanno fatto, oggi tutti stanno facendo bene e dunque i meriti sono da attribuire a loro.

-Si parla molto di stadio nuovo, quanto ti interessa questo aspetto?

“In questo momento non sono notizie che mi distraggono. E’ chiaro che se devo pensare al futuro di questa società, con la volontà e il desiderio che c’è da parte del presidente  di avere un nuovo impianto, penso che sarebbe bello e vorrebbe dire continuità. Sarebbe fantastico per la città e la tifoseria. Spero che i tempi non siano troppo dilatati e magari potrei essere ancora qui anche io”

-Ti immagini già un Lugano  senza Sadiku e Alioski, non ti fa paura?

” Me lo immagino. Personalmente sono convinto che il Lugano perda due eccellenti giocatori ma anche grandi ragazzi che hanno fatto molto bene, che sono stati amati, che hanno dato tanto e hanno ricevuto tanto.  Fa piacere perché la storia di Armando la conoscete meglio di me. Qua è riuscito a consacrarsi prima  e a rilanciarsi dopo. Lo stesso Gianni ha avuto a Lugano l’opportunità per diventare il giocatore che è. Penso che siano pronti per giocare nei migliori campionati: si troveranno bene in qualsiasi realtà ai massimi livelli. E’ normale che dispiaccia tanto perdere due elementi di questo valore, ma per il loro bene credo che sia opportuno che prendano una strada diversa e noi dobbiamo essere pronti e  attenti a valutare eventuali sostituti. Ma l’ho già detto, ho le idee abbastanza chiare, ne ho parlato anche con Angelo con il quale siamo in linea. In rosa abbiamo ragazzi che secondo me possono ripetere le gesta di Sadiku e Alioski. Il ritorno di Culina dal grave infortunio, Junior, Mizrachi e Ceesay al momento mi danno delle buonissime garanzie per il futuro”.

-E il futuro di Tramezzani, se dovesse portare il Lugano in Europa, avrà sicuramente qualche occhio puntato addosso?

“Credo che professionalmente sarebbe importante che io dia continuità a quello che ho iniziato a fare tre mesi fa. Quindi la mia volontà, al di là del contratto è quella di rimanere. Mi piacerebbe partire dall’inizio e credo che le cose potrebbero solo che migliorare. Sono felice della fiducia che sento da parte della società. Se oggi fossimo al termine della stagione rinuncerei a tutto pur di rimanere a Lugano, nella speranza che ci siano le premesse per continuare a far bene e che con la società possiamo continuare ad andare d’accordo su programmi, piani futuri nell’interesse di tutti.

-Lei ha il suo futuro in mano. Un suo collega, a Chiasso, ha invece chiuso in anticipo la propria avventura.

«Ho sentito Beppe Scienza, sono suo amico, abbiamo giocato assieme a Venezia e Piacenza, condividendo la camera durante i ritiri. Non entro in merito delle decisioni prese da altro club. A livello umano e professionale, conoscendolo e avendo visto quello che ha dato, posso dire che mi dispiace molto, credo non meritasse di essere esonerato».

-Baldo Raineri, il sostituto di Scienza,  aveva fatto dichiarazioni contro di te durante gli Europei: conti di rispondergli?

“Non ho intenzione di incontrarlo né di rispondergli, non lo conosco neanche. Fa parte del mio lavoro. Per qualcuno è un gioco, per altri un interesse, questo lavoro per me è la mia vita. E’ quello che faccio tutti i giorni sul campo, con i miei ragazzi.  Tutto il resto, quello che c’è intorno, mi condiziona veramente poco, soprattutto se cercano di farlo persone che non ho mai incontrato in vita mia”.

 

Altri articoli

NewsPrima SquadraCalcio SvizzeroFans
NewsPrima SquadraCalcio Svizzero

Commenta l'articolo