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Tramezzani: abbiamo imparato la lezione

Pubblico in piedi ad applaudire i bianconeri al fischio finale dell’arbitro Hänni. C’è grande soddisfazione nel clan luganese. Giocatori, staff e dirigenti si abbracciano in cerchio a centrocampo ed esultano. Il presidente Renzetti dice ai giornalisti che “oramai il Lugano deve guardare al Lucerna più ancora che al San Gallo.” Alla domanda  “dove si vede la mano di Tramezzani?”  il numero uno bianconero risponde:

“In primo luogo la vedo nell’attitudine al lavoro, è una cosa eccezionale come lavorano. Poi di solito chi lavora così tanto può correre il rischio  di essere ripetitivo e stancante alla  Zeman, mentre Tramezzani fa lavorare con il pallone, cambia sempre esercizi e schemi: è molto sul pezzo. I giocatori queste cose le capiscono e lo seguono”.

-Al tecnico una giornalista dice: oggi non siete stati spettacolari ma concreti, si può dire così?

“Sì dal profilo della concretezza abbiamo forse disputato la miglior partita. Dal punto di vista della preparazione e del controllo dell’avversario, soprattutto nel primo tempo, siamo stati bravi. Non concedere un tiro in porta a una squadra che ha giocatori bravi davanti, non concedere mai la profondità a una squadra che un mese fa ci aveva distrutto con i palloni alle nostre spalle,  è un bel segno. Mi è piaciuta molto la voglia di giocare sempre da dietro, rischiando il meno possibile. Il mio portiere è uscito senza aver fatto grandi interventi e questo significa equilibrio e solidità difensiva.  Concordo che rispetto alle ultime due partite anche le occasioni avute sono state di meno però oggi abbiamo trovato quella voglia, quella certezza, quel  cinismo sotto rete che magari precedentemente c’erano mancati. Nel mantenere un certo equilibrio sappiamo  che davanti prima o poi le occasioni le creiamo e che sappiamo anche sfruttarle.”

-Avete dunque sia superato l’esame di maturità sia imparato la lezione di Thun?

“Penso che la lezione di un mese fa non la scorderemo, ma credo altresì che sia stato un passaggio importante perché dopo quella partita e mi riferisco anche alla gara successiva contro lo Young Boys, abbiamo cercato di svoltare non solo cambiando  assetto tattico, ma c’è stata anche la voglia, la volontà di riprendere il cammino precedente che era  fatto di tre vittorie e un pareggio in quattro partite. E’ bello perché i ragazzi sono  contenti e nell’entusiasmo non perdono di vista quello che  dobbiamo continuare a fare. La prima cosa che  ho sentito che discutevano una volta rientrati nello spogliatoio era la salvezza,  quindi non dimenticarsi che 50 giorni fa eravamo tutti impegnati a venir fuori dalle zone basse della classifica  e oggi vedere che l’ultima ha 15 punti di distacco è un piccolo traguardo. Ma in questo  momento non possiamo permetterci di abbassare la guardia, non sono frasi fatte; mi dispiacerebbe molto se questo accadesse.  Ciò non vuol dire che continueremo a vincere tutte le partite, ma vorrei che la squadra facesse un salto di qualità e con questo intendo capire che se la può giocare con tutti, poi può andar bene e a volte male, ma ci deve essere sempre questo desiderio comune.”

-Sei entrato nella storia: non era mai successo che il Lugano, da quanto è tornato in Super League, vincesse tre partite di fila. Come ci si sente?

“Non lo sapevo. Mi fa molto piacere. E’ una piccola gratificazione per quello che sto dando e sto facendo. Sono contento.”

-Il presidente afferma che ora bisogna guardare al Lucerna e che il Lugano può arrivare quarto. Sei dello stesso avviso?

“Devo ancora riflettere bene su questa cosa. Mancano  sempre meno giornate alla fine. L’ultima giornata di campionato ospiteremo il Lucerna a Cornaredo. Loro, grazie alla differenza reti, è come se avessero un punto più di noi e quindi non basterebbe arrivare a pari merito. Se devo sfidare me stesso,  la mia squadra e il destino di questo campionato, un’occhiata gliela darei: però non voglio farmi male da solo. Al tempo stesso mi fa piacere che il presidente parli di obiettivi così grandi e importanti, che i tifosi anche loro credano in questa cosa. Faremo di tutto per fare il maggior numero di punti possibili, però vorrei sottolineare che quello che stanno avendo i ragazzi è qualcosa di eccezionale. Lo dico io che li vedo tutti i giorni, che vivo gli umori, le sensazioni. Quello che stanno dando fino a questo momento è già importante e straordinario. Personalmente non pensavo dopo 10 partite di  essere qua a parlare con voi di queste cose.”

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