Tami: non al top ma lotteremo

Conferenza stampa di Pier Tami prima dell’esordio in campionato. Nella sala stampa di Cornaredo venerdì sul mezzogiorno il nuovo tecnico bianconero ha esordito affermando: “è passato quasi un mese dal mio arrivo e siamo pronti per quel che si può essere pronti nel calcio d’estate al termine di quattro settimane di lavoro nel corso delle quali abbiamo visto tante buone cose e alcune che sapevamo potevano essere un problema. Penso al recupero di alcuni giocatori che hanno cominciato la stagione da infortunati. Siamo al massimo di quello che potremmo essere oggi con le situazioni che abbiamo vissuto nella prima parte. Domenica andiamo a giocarcela: è uno dei nostri obiettivi giocarcela con tutti e dovunque a testa alta, con personalità. La squadra sta acquisendo una sua fisionomia, un po’ diversa, perché non è il sistema di gioco uguale che ti dà gli stessi risultati. Ci sono giocatori diversi con caratteristiche diverse però dobbiamo sicuramente anche crescere. Il punto di partenza non è ancora quello che dovrà essere ma è così per tutte le squadre.”

-Ieri sera avrai visto il Lucerna in Europa League, che squadra ti aspetti domenica?

“Mi aspetto una squadra che sta già bene dal punto di vista fisico, penso che le due partite di EL gli abbiano fatto bene. Ho vissuto la stessa esperienza l’anno scorso con il Grasshopper, all’inizio la competizione europea non è un peso, ti dà gamba, forza, ti mette già nel ritmo campionato. Loro hanno già un ritmo importante e fisicamente stanno bene tutti. E’ una squadra che si conosce, hanno avuto partenza ma ieri è sceso in campo un undici che nella grande maggioranza è composto di elementi che già c’erano lo scorso anno. Sarà una battaglia, sicuramente. Dovremo non solo metterla sul fisico ma anche sul gioco. Dobbiamo essere però pronti prima di tutto a battagliare. Vado con grande fiducia a Lucerna”.

-Piccinocchi è pronto?

“Non come vorremmo che fosse. Come altri ha subito uno stop in un momento importante della preparazione. Queste partite (Lucerna, San Gallo e Zurigo) devono servirci anche per vedere giocatori importanti di questa squadra raggiungere la loro migliore condizione psico-fisica perché anche la testa ha la sua importanza.”

-Quanto tempo ci vorrà per vedere in campo il vero Lugano?

“Ci sono dei giocatori, come Golemic, che sta lavorando con il gruppo da 15 giorni, però è innegabile che giocare con una protezione al polso ti disturba ed è un handicap, Mariani idem: saranno al cento per cento quando le toglieranno. Sono risposte più sanitarie che tecniche. Poi ci sono elementi con Crnigoj, che è uno che dà forza e spinta, che la vera preparazione l’ha cominciata da 9 giorni. Ma non  voglio rinunciare oggi come oggi a un giocatore così perché contro il Lucerna abbiamo bisogno anche di una certa fisicità”.

-Si aspettava di arrivare all’inizio del campionato con una squadra più completa e pronta?

“No. So quali sono le difficoltà del mercato delle squadre svizzere, è complicato  quando devi andare oltre i confini nazionali. I movimenti importanti che ci sono stati in Svizzera si possono contare sulle dita di una mano. Quando dipendi dai mercato esteri dove i campionati si iniziano tra un mese e più ci sono tempi diversi e posso capire che la dirigenza possa incontrare delle difficoltà a chiudere alcune operazioni. Adesso dobbiamo concentrarci su quello che abbiamo. L’ho detto: secondo me abbiamo fatto grandi acquisti come Mariani, Sabbatini, Golemic, Crnigoj e Mihajlovic che si diceva avrebbero lasciato la squadra. Dobbiamo ripartire da questi e altri punti fermi che abbiamo a Lugano sapendo che dobbiamo crescere, che dobbiamo completare la rosa rendendola più competitiva, nel senso che la competizione interna è un elemento importante di crescita. La dirigenza sa cosa deve fare e dobbiamo dargli il tempo.”

-Hai avuto un ruolo nel mantenere a Lugano taluni giocatori che si diceva che sarebbero potuti partire?

“Ho fatto capire a questi elementi che ci tenevo molto che restassero. Ritengo che sia da un paio d’anni che stanno crescendo e che possano raggiungere un ruolo ancora più importante. Penso a Sabbatini e Mariani a centrocampo, a Mihajlovic e Crnigoj sulle fasce. Possono tuti ancora crescere. Ho spiegato che ci tenevo che potessero far parte di questa importante e delicata stagione perché vincere è difficile ma confermarsi è molto più difficile. Bisogna andare oltre e per farlo dobbiamo  giocare un calcio da vera squadra, un calcio coraggioso, che mostri iniziativa nelle due fasi con o senza palla. Non dobbiamo essere solo attendisti perché se affrontiamo altre squadre attendiste poi nascono i problemi. Voglio un Lugano che sia camaleontico, che sappia interpretare le partite. Non siamo ancora vicini a questo obiettivo però l’attitudine è quella giusta e adesso concentriamoci sul campionato. So che c’è ancora tanto lavoro da fare.”

-Ti dà fastidio che si sia parlato molto di Alioski e Sadiku che sono partiti o di attaccanti che devono ancora arrivare e non di Marzouk o degli altri attaccanti in rosa?

“So che fa parte del gioco. Si tende sempre a parlare di quello che si è perso e io oggi volevo invece porre l’accento su quanti sono rimasti. Per me sono restati gli elementi più importanti. Non desidero nemmeno che si carichino di eccessive responsabilità Marzouk, Junior, Culina e Manicone le punte attualmente a disposizione. Sono attaccanti che hanno bisogno il loro tempo. Junior lo scorso hanno ha svolto benissimo il ruolo di jolly, quand’era chiamato a farlo. Oggi gli si sta chiedendo di più e dobbiamo avere un po’ di pazienza. Marzouk si confronta per la prima volta con la Super League, non gli si può mettere sulle spalle tutto il peso dell’attacco. Cambiano gli interpreti e il modo di riuscire a ottenere il risultato che alla fine è quello che conta. Ai risultati ci arriveremo, dobbiamo avere un po’ di pazienza. Sul piano del gioco vedo tante buone cose ma anche che manca un po’ di continuità nel progetto che vogliamo, ogni tanto ci smarriamo.  Anche l’interpretazione della fase difensiva è a tratti estremamente ottima e a tratti con mancanze, com’è logico in questo momento specie per le squadre che hanno cambiato interpreti. Con il Chievo, nell’ultima amichevole, viste le assenze di Mariani e Vécsei, abbiamo schierato sei elementi che l’anno scorso non c’erano. Mutare così tanto richiede tempo.”

-A proposito di giocatori rimasti, Renzetti inizialmente non sembrava intenzionato a riscattare Piccinocchi dal Vicenza, poi invece è stato riportato qui. E’ stata una sua richiesta visto che nelle amichevoli il Lugano in quella zona del campo era un po’ in difficoltà?

“Penso che ci siano dei giocatori che si vedono maggiormente quando mancano. Quando è partito,  nel suo silenzioso modo di essere, ci siamo accorti che mancava un ragazzo come Piccinocchi. In questa stagione in determinati momenti ci verrà veramente d’aiuto. Quando parlavo di aumentare la competitività di questa squadra alludevo proprio al fatto che nei vari reparti ci siano giocatori di stili diversi. Non possiamo paragonare Picci a Sabbatini, Vécsei o Mariani. Nel calcio si tende sempre a volere di più , poi ti rendi conto che di giocatori come Piccinocchi sappiamo quello che sanno fare  e magari i limiti. Ma lui per me fa tante cose molto bene. Mi sono rallegrato che sia tornato: non è che il presidente non lo volesse è che apparteneva a un’altra società, il Vicenza, che ha avuto traversie dirigenziali e i tempi si sono allungati”.

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