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Tami: Europa difficile ma pensiamo al Thun

La settimanale conferenza stampa di Pier Tami non poteva che cominciare parlando di Europa League. Il sorteggio e l’aria europea-ha chiesto un giornalista- non possono esaltare la squadra e distrarla dal campionato?

“La risposta non ce l’ho. Spero di no, sicuramente non da parte mia. Anche la squadra è cosciente e consapevole che non possiamo fare questo errore perché sarebbe un grande autogol se adesso sprechiamo energie e pensieri su altre cose. Dobbiamo rimanere concentrati su quello che è il nostro obiettivo prioritario e cioè il campionato. Il presente si chiama Thun.”

-Molti sono contenti delle squadre inserite nel vostro girone e tu?

“No, non sono per niente contento. Tutti pensano che sia un girone abbordabile ma non è così. Incontreremo squadre che hanno, ed era facile prevederlo, esperienza internazionale. Lo Steaua Bucarest negli ultimi dieci anni ha partecipato sempre a una delle due grandi competizioni europee per club. Quindi quello che noi abbiamo provato oggi per loro è una routine. Sono arrivati a una semifinale, agli ottavi e ai sedicesimi. Per il Viktoria Pilzen vale lo stesso discorso. E’ ormai un habitué delle competizioni europee. Gli israeliani  sono da “soli” tre anni nelle Coppe. Noi non giochiamo in Europa dalla famosa stagione del gol di Carrasco. Le vecchie immagini continuano a farle vedere: è cambiato tutto, squadra, staff eccetera: solo lo stadio di Cornaredo è rimasto tale e quale. Quando vedi che la squadra di Be’er Sheva ha superato anch’essa l’Inter  ma per 2-0 al Meazza e per 3-2 in casa devi pensare che l’hanno fatto l’anno scorso. Ci vuole rispetto. E poi avete visto gli stadi dove giocano? Tutti moderni e accoglienti, europei direi. Il pubblico spinge queste squadre, hanno una tradizione e un’esperienza che noi ci sogniamo. Noi le conosciamo poco perché seguiamo quasi solo i campionati italiano e tedesco. Ma dire che per noi questo è un girone fattibile è troppo. Siamo la neofita del gruppo, non abbiamo esperienza internazionale. Meglio tenere i piedi per terra. Andare a giocare in Romania, in Repubblica Ceca, in Israele -e guardate che io ci sono stato con le nazionali giovanili- non è facile, c’è un altro clima, un’altra cultura, un altro calcio, un’altra pressione. Sono contento che il Lugano abbia questa possibilità: ero un sogno e rimane un sogno”.

-Avresti preferito incontrare uno squadrone di grande blasone?

“I giocatori sicuramente.  E’ chiaro che se ti capitano l’Arsenal o il Milan è qualcos’altro. Ma l’esperienza internazionale che hanno i nostri avversari conta e non te la puoi costruire dall’oggi al domani. Cerchiamo di non perdere di vista la realtà. Detto questo giocherò per vincerecoéntro tutte e tre  e sono convinto che in qualche caso ce la faremo. Ma non voglio che si ribalti il paradigma e che la parola d’ordine diventi “podum fagala”. No ragazzi, teniamo i piedi per terra. Poi ho una squadra che se la fai arrabbiare la cosa diventerà bella e sono il primo che vorrà sfidare le altre tre, ma non diciamo che il passaggio del turno è alla nostra portata. Lavoriamo, non siamo ancora lì.”.

-Ribaltando il discorso, il momento particolare vissuto al ristorante con un brivido quando è uscito il nome del Lugano, può darvi ulteriori stimoli?

“Spero che sia così. Quello di mezzogiorno è stato un bel momento di condivisione con i ragazzi. Penso che la fiducia e gli stimoli devono venire da quello che stiamo facendo in campionato. Siamo coscienti che le insidie saranno tante, abbiamo vissuto questa parentesi ma il campionato è la nostra prima preoccupazione e domani affrontiamo il Thun in una delle partite più importanti di questo inizio di stagione e più difficile di quella che abbiamo giocato domenica al St. Jakob.”

-Thun e Young Boys avevano fatto crollare per così dire il castello della precedente gestione, ora arrivano loro e la terza squadra bernese e cioè il Köniz in Coppa. Cosa si aspetta da questi tre incontri?

“Altre risposte. Siamo ancora agli inizi e in un campionato, al di là delle qualità che puoi mostrare contro determinati avversari, domani mi aspetto la continuità. Bisogna confermare il nostro impianto di gioco, dell’attenzione, della concentrazione, della giusta cattiveria viste a Basilea. Agli inizi ci sono tante risposte che ti aspetti. Quello che è sicuro che se vuoi raggiungere determinati risultati devi dare continuità. L’equilibrio è uno dei valori -al di là del carattere, della competitività, della volontà che i giocatori dimostrano e ho citato volutamente elementi legati alla testa- che devi dimostrare sia al St. Jakob contro il Basilea sia in casa contro squadre che giocano un altro tipo di calcio, molto organizzato e attento. Bisogna che la tua squadra sappia giocare e interpretare nel modo giusto anche la partita diversa”.

-Il punto forte del Thun è la sua organizzazione?

“Il Thun è da diversi anni che sicuramente ha nell’organizzazione difensiva il suo punto di forza. Ma ha anche qualità e gioca da squadra. Ci si meraviglia ogni anno ma il Thun non è una sorpresa: gioca da squadra e si toglie delle belle soddisfazioni. I bernesi conoscono i loro punti forti e i limiti e cercano di fare un calcio pragmatico che porti risultati.”

-Tosetti e compagni dopo un inizio difficile sono reduci da due belle vittorie consecutive: sono progrediti molto?

“Non li avevo visti così male nelle prime tre partite perse e non così diversi nelle successive due che hanno vinto. Lì hanno avuto un pragmatismo eccezionale, contro lo Young Boys sono andati in gol a cadenze regolari mentre stavano subendo. E sono usciti sconfitti contro il Sion quando calcisticamente stavano giocando meglio. E’ una squadra dalla quale diffidare, contro l’YB sono stati bravi a capitalizzare le poche occasioni da gol avute e in altri frangenti, pur costruendo non hanno segnato. Non credo sia cambiato il Thun, semmai il vento è girato nelle ultime due giornate.”

-La prestazione e i positivi commenti dopo la partita di Basilea, cosa hanno lasciato nella squadra, hai visto i giocatori soddisfatti?

“Ho visto un entusiasmo che però deve farci stare in guardia. Ho detto ai ragazzi che dobbiamo fare molta attenzione. I complimenti fanno sempre piacere ma la realtà è che abbiamo cinque punti in classifica, la situazione può sempre essere dipinta in vari modi con più tonalità di bianco o di nero. Ero fiducioso prima e lo sono a maggior ragione oggi, però non dobbiamo cascare nel tranello di fare bilanci settimanali, esaltandoci dopo una buona prestazione e andando in depressione dopo una sconfitta. Ci vuole equilibrio ed è uno degli elementi che voglio vedere nella mia squadra. Bisogna analizzare come nascono le sconfitte ma anche le vittorie.  Ci sono tante cose ancora da migliorare. Ma il nostro è un gruppo che non mi dà segnali di esaltarsi anche dopo una buona prestazione. Sono abbastanza fiducioso anche per domani e per il proseguo, sono ragazzi che non vivono sulle montagne russe.”

-Come è entrato Ledesma nel gruppo, a Zurigo avevi avuto Källströom che come personalità può forse essere paragonato all’ex capitano della Lazio?

“Come inserimento Ledesma non ha avuto problemi. Al di là dell’esperienza e di quello che ha fatto è un personaggio estremamente umile che ha fatto carriera proprio grazie alle qualità che dimostra col lavoro. Källströom era un personaggio ingombrante per gli altri, la sua presenza nello spogliatoio si sentiva anche perché era attorniato da tanti ragazzini. Qui la situazione è diversa: ci sono elementi giovani ma anche giocatori di esperienza. Ledesma è come me lo aspettavo: al servizio della squadra. L’ho sempre detto: potremo avere ambizioni e centrare obiettivi se sapremo essere squadra. In questo momento tutti coloro che hanno giocato o che ancora non hanno trovato spazio lo stanno facendo al meglio”.

-Hai problemi di formazione, giocatori non disponibili?

“Ledesma sarebbe già pronto, ma è squalificato per un giallo ricevuto nella sua ultima partita con la Ternana ed è un peccato. C’è Guidotti che sta avendo problemi fisici, forse per i carichi di lavoro importanti per lui così giovane. Stiamo lavorando individualmente a regime ridotto per fargli ritrovare la forma. Padalino si è ripreso anche se è un po’ imballato. Quanto a Culina penso che debba giocare con regolarità: ha fatto 80′ con la U21 la scorsa settimana e lo farà anche nelle prossime due partite. Dopo la pausa per la nazionale, momento importante per la nostra stagione, spero possa tornare tra i convocabili”.

-E Bottani a che punto è?

“Mattia sta bene. E’ da mesi che non gioca 90′, dalla Super League manca da un anno. Però l’ho visto motivato e fisicamente integro, quindi sono contento e con il Thun è nei 18 convocati.”

-Cosa ti aspetti dalla partita di domani con il Thun?

“Sarebbe importante fare un’ottima prestazione domani perché sono convinto che se così fosse faremmo risultato pieno, non può sempre girarci storta. E la cosa risulterebbe molto importante in vista della pausa per prepararci poi alla ripresa con la trasferta di Berna contro lo Young Boys e poi la fase intensa con Europa League e Coppa svizzera”.

-Il Lugano ha spesso giocato bene ma ha raccolto solo 5 puntini cinque partite. Iniziate ad avvertire una certa pressione?

“No la pressione non la sento e nemmeno i giocatori devono sentirla. Di queste cinque gare ne abbiamo sbagliato tra virgolette una, quella casalinga con il San Gallo, con episodi che ci sono girati contro. Siamo comunque sempre stati sul pezzo. Mancano 31 giornate, sarei più preoccupato con 8 punti conquistati con tanta fortuna e sempre con episodi tutti favorevoli. In questa fase della stagione so che i punti sono importanti. Anch’io vorrei regalare domani ai tifosi e ai giocatori la gioia piena dei primi tre punti casalinghi, ma senza assillo, pensiamo alla prestazione e sono convinto che poi i punti arrivano.”

-La difesa va bene mentre l’attacco ha segnato un gol a partita: c’è il rischio che questo diventi un assillo?

“C’è pericolo che quando faremo gol magari ne subiremo, le cose si invertono. Il gol potrebbe essere una preoccupazione se non avessimo occasioni o non tirassimo in porta. Invece nelle cinque partite abbiamo sempre costruito. Non deve diventare un assillo anche se dobbiamo migliorare non solo nell’ultimo gesto tecnico ma anche negli altri. A volte un’azione non si tramuta in gol perché c’è eccessiva fretta o si aspetta troppo e non si legge bene la situazione. Comunque sono soddisfatto sia della fase difensiva sia di quella offensiva di tutta la squadra. Gli attaccanti stanno facendo tanto e bene nel lavoro difensivo.”

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