Jacobacci: “Siamo mancati sulle fasce”
Il Vaduz ha raggiunto il suo obiettivo che era quello di non perdere nella trasferta ticinese. Si è ripetuto il risultato si 1-1 della gara di andata. In conferenza stampa la prima domanda rivolta a mister Jacobacci è stata “marzulliana”.
-Quanto il Lugano non ha digerito il Vaduz e quanto invece i suoi uomini non hanno digerito la piccola rivoluzione di modulo?
“Il sistema non ha nulla a che vedere con il risultato odierno. La peggior cosa che possa succedere a una squadra è entrare in partita come abbiamo fatto stasera. Dopo nemmeno due minuti essere sotto soprattutto contro una squadra come il Vaduz non è stato certo ideale. Avremmo voluto noi partire in velocità, pressando alto e cercando di segnare prima possibile in modo che gli avversari poi avrebbero dovuto cambiare modo di stare in campo. Il loro gol-lampo ha fatto sì che si siano chiusi ancora di più. I miei ragazzi sono stati bravi a tornare in partita dopo 23′ con una bella azione sulla fascia, una di quelle che speravo avremmo fatto più volte. Avrei voluto maggiore incisività sulle fasce e cross come quello di Lungoyi, oltre che gente nel box pronta a deviare in rete il pallone come ha fatto Gerndt sul pareggio. Avevamo ancora tempo a disposizione per avere altre occasioni e vincere il match. Il Vaduz non ha avuto nessun’altra palla-gol sull’arco dei 93′. Anche noi non abbiamo creato molto ma abbiamo avuto al 67′ il palo di Abubakar e dieci minuti dopo il colpo di testa di Bottani che è finito di pochissimo sopra la traversa. Abbiamo avuto molto possesso palla, perché loro si accontentavano del punto, ma non abbiamo trovato gli spazi dove poterci infilare con un bel passaggio o con un tiro dalla distanza. Prima della partita avevo chiesto di calciare anche da 25 metri, contro una squadra che si difende molto sono importanti le conclusioni da fuori area. Mi aspetto di più da qualche elemento specie quando ha la possibilità di giocare, ma stasera non ho avuto le risposte che aspettavo”.
-Al di là dell’importante assenza di Maric come mai ha cambiato così tanti giocatori e il modulo che vi aveva dato molte soddisfazioni?
“Se c’era una partita nella quale era giusto schierare la difesa a quattro, due centrocampisti lì davanti e due giocatori sulle fasce per spingere e fare centri sotto porta, era quella con il Vaduz. Anche uno dei due terzini poteva alzarsi. Volevamo far gioco sulle fasce per mettere in difficoltà gli avversari. Non siamo stati abbastanza bravi in questo esercizio, sarebbe stata un’arma importante. Oggi contro un avversario molto difensivo che ci lasciava palla per costruire non sarebbe servito a niente lasciare tre difensori dietro a occuparsi di un solo attaccante.”
-Quindi schiereresti ancora la stessa squadra con lo stesso modulo di stasera?
“Se dovessimo riaffrontare il Vaduz certamente. Facchinetti ha giocato terzino sinistro perché sappiamo che Guerrero è gravato di tre cartellini gialli e volevamo dare un po’ di minutaggio al suo sostituto naturale. Inoltre Facchinetti ha un piede migliore nei cross dalla fascia e pensavo che ci sarebbe servito per i motivi che ho elencato prima. Poi c’è Covilo che era importante per recuperare palloni sia in fase difensiva sia in quella offensiva, loro sono bravi con le palle inattive che gli hanno fruttato più della metà dei gol.”
-Ho avuto l’impressione che loro abbiano corso tantissimo raddoppiando sempre nel primo tempo ma quando nella ripresa avete accelerato si sono abbassati e sono andati un po’ in apnea.
“L’idea era di giocare a pochi tocchi specie nella nostra metà campo, cercando di non portare palla e verticalizzando molto. Aprendo poi il gioco sulle fasce dove mi aspettavo che Gerndt e Lungoyi potessero puntare l’avversario diretto e saltarlo mettendo il pallone sotto porta. Avete visto anche voi la partita non vorrei occuparmi troppo del perché non siamo riusciti nel nostro intento. Lungoyi, a parte il cross del pareggio, non si è visto molto.”
-E’ un problema di atteggiamento e di attitudine, da quando ha firmato per la Juventus?
“Non lo so e non lo penso. E’ importante che continui a crescere e che capisca che una sola azione non basta, fin che sta in campo deve essere in partita al cento per cento, deve giocare con i compagni senza perdersi in dribbling inutili e quando bisogna fare la fase difensiva deve aiutare gli altri. Lungoyi è un giocatore del Lugano e cerca di lavorare per la squadra, deve capire che deve crescere e diventare titolare qui, perché in caso contrario sarebbe difficile riuscire altrove”.
-Anche Lovric sembra un po’ stanco: poi è arrivata anche l’espulsione. Non hai pensato di toglierlo prima visto che era gravato di un giallo?
“Si avevamo pensato di sostituire qualcuno a metà campo. Sia Sabbatini sia Lovric avevano ricevuto un’ammonizione e stavamo per inserire Custodio ma proprio in quel momento è successo il fattaccio. Lovric ha preso il secondo giallo non su un recupero difensivo ma in un’azione nella quale il pallone era nostro. Un ammonimento inutile che ci ha messo in difficoltà. Gli ultimi 13′ avremmo potuto aumentare il ritmo per andare a cercare la vittoria. Ma in dieci il rischio era quello di subire un gol stupido.”
-Detto degli aspetti negativi c’è da dire di positivo che Abubakar è in crescita costante da quando è arrivato a Lugano. Sembra già un giocatore che fa la differenza e non era scontato.
“Scontato non lo è mai. Un giocatore deve sempre dimostrare in campo le sue qualità. “Abu” ha capito immediatamente come si gioca in Super League, perde pochissimi palloni. Si è fatto calpestare e a volte non gli è nemmeno stato fischiato il fallo, ma si è sempre rialzato e ha continuato a giocare senza reclamare. Questo significa essere convinti dei propri mezzi. E’ un attaccante che non ha paura di puntare l’uomo, anche contro più avversari; difficilmente perde la palla e la gioca precisa sui compagni. Con l’entrata di Ardaiz ho dovuto spostarlo sulla fascia. Lui al centro sa gestire meglio la partita, pur svariando a destra e a sinistra. Il tiro che ha incocciato il palo se l’è creato con una bella giocata personale.”