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"Più che prova generale ultima chiamata per qualcuno" 2

“Servette avversario tosto: nessuno parte favorito”

Il sipario è calata sul campionato di Super League con il Lugano (secondo) che nell’ultima partita è stato sconfitto a Cornaredo dal Servette (terzo). Proprio le due avversarie di sabato sera si ritroveranno di fronte domenica 2 giugno a Berna nell’atto finale della Coppa svizzera.

Stasera loro con più qualità

La prima domanda rivolta a Mattia Croci-Torti nel post partita ha riguardato le “risposte” che il tecnico si attendeva dai giocatori schierati stasera, molti dei quali non avevano grandi minutaggi  alle spalle. Le risposte auspicate sono arrivate?
“Di risposte ce ne sono state. In questi 90 minuti abbiamo visto determinate cose positive e negative. Penso che individualmente ognuno ha fornito delle risposte all’allenatore. E’ stata una partita speciale, nata con un gol dei ginevrini dopo soli 3′  nel deserto di Cornaredo. Una gara che si è indirizzata male e che non è stata facile, abbiamo avuto sì qualche situazione per rimediare ma il raddoppio ad inizio secondo tempo ha permesse al Servette di giocare come predilige. Non è stato piacevole non vincere stasera, ci tenevamo tanto, io tantissimo. Peccato. Sapevamo che quando le partite contano zero non è sempre facile trovare le  giuste motivazioni. Ce n’erano tante ma il Servette ha avuto una cosa più di noi, una parola molto semplice: qualità.”

C’è bisogno di gente con gamba

-Loro hanno schierato parecchi titolari, quindi gente abituata a giocare insieme con automatismi, posizioni, eccetera. I tuoi ragazzi, quasi tutte riserve, hanno invece fatto fatica a trovarsi. Al di là di tutto come pensi di impostare il cammino per arrivare sino alla finale? Ho sentito Aliseda prima ed era abbastanza contento della sua prestazione; che tipo di lavoro hai intenzione di proporre questa settimana?
“Il lavoro non è sicuramente determinato dalla partita di stasera. Nella mia testa so benissimo quello che dobbiamo fare per arrivare pronti alla finale. Ci sono due elementi che si chiamano ritmo e condizione atletica, non ne parlo mai in questa sede preferendo toccare gli aspetti nervosi, la qualità e la tecnica. A proposito di condizione atletica ci sono tantissimi giocatori che arrivano in super condizione al match del 2 giugno e altri un po’ meno. Dunque la sfida di questa sera era importantissima sotto quest’aspetto. Come hai detto prima a proposito di un elemento come Aliseda: aver avuto la possibilità di prendere fiducia e sapere che può giocare anche 70 minuti in una gara è stato importante, anche perché non dimentichiamo che la finale può durare 120′ ed è a questo che penso da lunedì scorso. Se si andasse ai supplementari avremmo  bisogno di più gente con gamba e in quest’ottica l’odierna sfida col Servette è risultata fondamentale.”

Meno giocatori a riposo

-Sei sorpreso del fatto che Weiler abbia schierato quasi la formazione titolare? Da una parte magari ha fatto un pieno di entusiasmo con la vittoria ma dall’altra  tu li hai potuti studiare. Seconda domanda: quest’anno non avete ancora battuto il Servette e avete raccolto un solo punto in quattro sfide. E’ un problema a andare alla finale senza aver mai avuto la meglio sull’avversario?
“Prima del match il loro tecnico mi ha detto che purtroppo non aveva la mia fortuna, la loro U21 giocava e lui aveva a disposizione solo 17 giocatori anche per l’errore fatto dai dirigenti in gennaio che è costata la mancata qualifica di alcuni nuovi acquisti. Quindi ha anticipato che avrebbe  potuto far riposare solo tre elementi (Antunes, Doulin e Rouiller) che non voleva rischiare. Anche noi avevamo giocatori che arrivavano da 4 partite in 18 giorni e, a differenze delle altre squadre di SL (Servette escluso) non avevamo avuto a fine aprile  il week-end di riposo avendo dovuto affrontare le semifinali di Coppa. Molti miei ragazzi avevano giocato tantissimi minuti e non è stato un problema farli riposare stasera. Per quanto riguarda la vittoria o meno, l’unico elemento da ritenere è l’ulteriore consapevolezza che il Servette è un’ottima squadra. Sono convinto che la finale sarà una sfida 50 a 50. Non ci saranno favoriti nonostante loro abbiano vinto quasi  tutti gli scontri diretti quest’anno. E non dimentico cosa hanno fatto in Europa: non hanno perso contro la Roma e hanno battuto il Genk in Champions. E’ un avversario forte e per batterlo dovremo disputare una partita incredibile, solo un’ottima gara non sarebbe sufficiente. Se qualcuno avesse avuto dei dubbi sulla forza dei ginevrini da stasera non ne avrà più”.

Sabbatini concentrato 

-Come hai vissuto questa serata inizialmente surreale e rispetto alla partita di Sabbatini ti chiedo come mai hai deciso di lasciarlo in campo sino alla fine?
“Ne abbiamo parlato ieri nella conferenza stampa della vigilia e sapevamo che sarebbe stata una serata speciale, diversa dalle altre. Da quando sono a Lugano è la prima volta che c’è uno sciopero del tifo per i primi 15 minuti. Giocare quel quarto d’ora non è stato facile per i ragazzi in campo. Ma sono cose che come allenatore bisogna accettare, so per che causa i fans l’hanno fatto. Noi possiamo solo ringraziare i nostri sostenitori perché sono convinto che a Berna ci spingeranno, come hanno fatto anche stasera dal quindicesimo in poi. La situazione di Sabbatini era delicata, sono però certo che nei prossimi sette giorni tutti vorranno pensare ad altro. Ho visto un Jonathan concentrato e non ho trovato giusto cambiarlo. Stava disputando una buona gara e con uno die suoi inserimenti avrebbe potuto aiutarci a pareggiarla.”

Contento del ritorno di Hajrizi

-Un altro giocatore che arriva a fine contratto è Kreshnik Hajrizi. Cosa puoi dire  sul ragazzo e sulla sua situazione?
“Penso che sia una situazione abbastanza chiara e che dopo la finale si arriverà a trovare una decisione. Le parti stanno discutendo e vedremo cosa succede, ma è una domanda che bisognerebbe rivolgere al direttore sportivo. Per me l’importante era ritrovare  Kresh, un ragazzo che era fermo da nove settimane e che ha fatto di tutto per poter tornare in campo con la squadra. Rivederlo stasera con la maglia del Lugano è stato anche un giusto premio perché è un giocatore che averlo nel gruppo, nella settimana decisiva che precede la finale di Coppa svizzera, può risultare fondamentale”.

Stagione comunque eccellente 

-Nel bilancio di questa stagione che peso ha la finale di domenica dopo un campionato nel quale avete ulteriormente migliorato  posizione, punti, reti segnate, eccetera?

“Pesa tantissimo. Non abbiamo comunque grande ansia o pressione perché sappiamo che anche se perdessimo al finale la stagione non potrebbe mai venir considerata  un fallimento. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare in campionato, poi sappiamo che la Coppa la vince la squadra che quel giorno arriva meglio. In questi anni siamo sempre stati bravi a giungere fino a lì. Ma nella nostra testa non c’è nemmeno mezzo pensiero che quella partita la potremo sbagliare. Come deve essere faremo di tutto per conquistare la Coppa. Se poi vincesse il Servette vorrebbe dire che ha fatto meglio di noi e gli stringeremo la mano. Se saremo stati più bravi faremo come due anni or sono e andremo a festeggiare con i nostri tifosi. L’obiettivo è quello di preparare al meglio questa finale e di non pensare più al campionato. Quello che abbiamo fatto finora deve darci solo forza e consapevolezza che siamo un’ottima squadra. Ma dobbiamo anche restare umili e non sottovalutare l’avversario che ha dimostrato che, nonostante l’assenza di Crivelli, ha elementi come Guillemenot che in questi anni tra San Gallo e Servette ci ha sempre fatto male”.

Non c’è un favorito

-Hai detto che i granata non vanno  sottovalutati e che la sfida di stasera ha confermato quanto siano forti. Perché nell’ambiente c’è qualcuno che vi vede favoriti?
“Bisogna sapere che l’anno scorso affrontavamo l’YB e quindi partivi logicamente senza i favori del pronostico. Stavolta essendo arrivato secondo in campionato davanti al Servette sembra che devi vincere per forza la finale. E’ normale che sia così ma è giusto ricordare a tutti la forza di Cognat e soci. Ma ai miei ragazzi non penso sia necessario fare questi discorsi perché oggi l’hanno provata anche in campo la sofferenza di affrontare questa squadra, come altri ragazzi che non c’erano l’avevamo provata a Ginevra.”

L’abitudine alle finali non facilita

-Ormai siete abituati (staff, giocatori e società) a disputare  una finale. E’ un vantaggio rispetto a loro che non arrivano all’atto decisivo da tanto e non vincono il trofeo da ancora di più?
“Non credo. La partita è fatta di episodi, avete visto stasera con quel gol all’inizio che ci ha tagliato le gambe. I match possono sempre prendere una piega incredibile. Il Servette ha abbastanza giocatori anche di livello internazionale per non subire il condizionamento psicologico di una finale”.

Non ci alleneremo sul sintetico

-La finale si disputa sul terreno sintetico del Wankdorf, io penso che non sia giusto. Voi vi allenerete in settimana su questo tipo di superficie?
“Il Lugano non si allenerà sicuramente sul terreno sintetico perché ogni volta che lo fa esce con le ossa rotte. Abbiamo sempre avuto infortuni in queste situazioni. Quest’anno almeno non avremo lo svantaggio di affrontare una squadra (come l’YB) abituata a giostrare su quel tipo di terreno. Il Servette è nella nostra situazione. Ammetto che giocare sul sintetico non è vero calcio”.

Mai in dubbio per Berna

-Hai già la formazione in testa, visto anche il turn over che hai operato questa sera? E un’altra domanda: il tecnico dell’Yverdon Mangiarratti sostiene che Weiler ha un gioco più verticale e più facile a leggere mentre tu hai un gioco più arioso ma anche camaleontico e si aspetta in finale qualche tuo colpo di genio.

“Lukas Mai potrebbe non giocare la finale e dunque nella mia testa ci sono tante variabili e non ho la formazione. Anche per questo stasera attendevo determinate risposte e  potrei dover trovare alcune alternative. Ho diverse idee ma vedremo in questi giorni cosa succede sperando di poter recuperare almeno Doumbia che è la terza partita che non gioca. Non sarà quindi un Crüs camaleontico ma un allenatore che cercherà di mettere in campo i giocatori migliori per quella partita. Sulla verticalità di René Weiler rispondo che è normale perché ha giocatori molto più rapidi dei miei che sono più bravi a giostrare tra la linee. Loro propongono i vari Kutesa, Guillemenot (che stadera ha realizzato due gol attaccando la profondità) e Stevanovic a cui piace tantissimo sfruttare la verticalità quando c’è un cross da una parte. Hanno insomma tanta gente che ama andare più nel box rispetto ai miei ragazzi che prediligono il fraseggio. Quando c’è la finale ogni allenatore deve essere bravo a cercare di sorprendere l’altro e penso che stasera sia stata una partita nella quale ambedue abbiamo mascherato le nostre idee”.”

 

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