Renzetti e Celestini: per un Lugano più forte

Renzetti e Celestini: per un Lugano più squadra

Il nuovo tecnico del Lugano Fabio Celestini è stato ufficialmente presentato mercoledì pomeriggio nel corso di un’affollata conferenza stampa che si è tenuta nella sala est di Cornaredo. Erano presenti, oltre all’allenatore, il presidente Angelo Renzetti, il DS Giovanni Manna e il dir. gen. Michele Campana. In altra parte del sito potrete rivedere l’intera conferenza stampa che è stata trasmessa in streaming sulla pagina Facebook del FC Lugano.

Celestini ha dichiarato che il primo impatto con la squadra è stato molto positivo. “Ho visto una grande disponibilità al lavoro da parte dei ragazzi. Abbiamo parlato dell’idea di gioco, di come mi piace comunicare e lavorare con loro. Al di là del sistema di gioco per me è fondamentale come andremo a lavorare e lo spirito che ci metteremo. Il gruppo è allegro e motivato, oltre che disponibile. Il mio primo obiettivo, visto che tra quattro giorni saremo già in campo e non si può fare molto, è che quando abbiamo la  palla dobbiamo voler attaccare la porta. Si parla molto di possesso a proposito delle mie squadre ma se andate a vedere il mio Losanna con tre o quattro tocchi andava in porta. Una cosa è quando l’avversario si chiude molto, ma l’idea è di essere offensivi e di giocare in verticale, soprattutto giocando tutti insieme. Il campionato svizzero è molto equilibrato, YB a parte. Da noi le rose si equivalgono, la differenza la fa come si vive nella società, la compattezza che si ha e l’idea di gioco: sono queste cose che ti danno valore aggiunto. Ho una rosa più forte di quella che avevo a Losanna. Sono io che devo adattarmi agli elementi che ho a disposizione, è il mio lavoro. Penso che in questa squadra ci siano molti giocatori che abbiano ancora parecchio da dimostrare, giovani e meno. Per quanto riguarda il problema del gol penso che non abbiamo il bomber da 30 gol ma mi vanno bene anche più giocatori che segnino 5 o 6 reti a stagione. Nei prossimi giorni parlerò individualmente con i giocatori per capire cosa va e cosa no. Il gruppo è la cosa più importante per quel che mi riguarda. Non è vero che non ascolto, parlo molto con lo staff, il DS e il presidente e recepisco quello che mi dicono, certo le decisioni le prendo io. Il carattere forte poi è una qualità non un difetto. “

 

Angelo Renzetti ha parlato dal canto suo della scelta del tecnico e delle tante cose dette e lette in questi giorni sul suo conto.

“Quello che auspico è che ci sia, come credo che ci siano, delle idee chiare, dei messaggi semplici e facili da capire per la squadra. Mi ha fatto piacere sentire Celestini parlare di gruppo e di spirito collettivo. Il calcio, così come la vita, è fatto di spirito di squadra. Vedere che il mio nuovo allenatore tocca questo come elemento base mi fornisce buoni auspici. Il tecnico ha preso in mano il Losanna in tempi difficili, è stato richiamato da chi già lo conosceva e l’ha riportato in SL. Mi ricordo che il primo anno che incontrammo la squadra vodese  vedevo  giocatori che si muovevano dappertutto e con un’idea di gioco. Mi piacerebbe che questo si ripetesse a Lugano e ci faccia sognare. (…) Celestini è una persona matura, ha fatto il capitano nelle squadre nelle quali ha giocato. Ha dei valori e ha dato tanto dovunque sia stato.  (…) Le favole del presidente-carattere-forte con il quale è difficile andare d’accordo sono barzellette. Ho avuto tre allenatori di quelli esonerati che mi hanno chiamato  più volte per tornare, significa che non sono un orco e che stavano bene anche a Lugano. Mettersi nei miei panni è difficile: un conto è ricevere lo stipendio e un conto è farlo entro domani, andare a cercare i soldi, tenere gli equilibri, avere una squadra che mi dia l’impressione di avere un futuro, risolvere i malintesi quotidiani tra giocatori, allenatori, componenti della società: situazioni che la gente e i giornalisti non vedono e non possono giudicare. Fino a due settimane fa leggevo che la squadra non era con Abascal e ora scrivete che è con lui, mi sembra contraddittorio. La scelta del tecnico spagnolo l’ho fatta io e me ne assumo le conseguenze. Se non  avesse avuto questi atteggiamenti da saputello l’avrei aiutato ancora maggiormente. Aveva grande passione ed è un gran lavoratore ma non affrontava con modestia i momenti di difficoltà. Non sono certamente un mangia-allenatori, molti erano in scadenza di contratto, alcuni sono scappati loro e ci sono stati alcuni esoneri davanti a situazioni difficili. Sono tuttora convinto che abbiamo una rosa importante che non può esprimersi come nelle ultime due o tre partite. Mi accontento della salvezza, del gioco e della valorizzazione di alcuni elementi. Spero che Celestini trasformi questa valida rosa in una squadra”. 

Foto: TiPress

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