fbpx
"Più che prova generale ultima chiamata per qualcuno" 1

“Più che prova generale ultima chiamata per qualcuno”


Dieci mesi esatti dopo l’inizio è arrivata anche la fine del campionato CS Super League. Con la situazione di classifica già chiarita a una giornata dal termine. L’YB ha vinto il titolo numero 17, il Lugano è tornato a occupare il secondo posto dopo 23 anni mentre il Servette termina la corsa in terza posizione.

A otto giorni dalla finale

Sabato bianconeri e granata ginevrini chiuderanno il can,pionao affrontandosi a Cornaredo (ore 20.30) in una partita che per la classifica non a più nulla da dire. Ma che vale sia per le statistiche e il prestigio sia perché arriva otto giorni prima della finale di Coppa che vedrà le due squadre affrontarsi nuovamente.

Torna Hajrizi

In vista dell’ultima di SL i bianconeri hanno effettuato venerdì mattina l’allenamento di rifinitura. Si è rivisto e sarà convocato, a due mesi dall’infortunio patito a Losanna, il centrale Kreshnik Hajrizi. Per contro non saranno sicuramente in campo sabato l’altro difensore Lukas Mai e Doumbia, tenuti a risposo precauzionale. Non è escluso che altri elementi, di quelli che hanno disputato tutte le partite di questo periodo, possano essere risparmiati o partire dalla panchina.

Vincere aiuta a vincere

Dopo l’allenamento mattutino il tecnico Croci-Torti ha incontrato i rappresentati dei mass media e ha dovuto inizialmente rispondere alla scontata domanda sul carattere “di liquidazione” della sfida con il Servette.

“Quando una partita arriva a otto giorni da una finale di Coppa svizzera di amichevole può avere poco. Ognuna delle due contendenti avrà sicuramente dei valori da portare in campo, ci sarà chi deciderà di schierare tutti i titolari e chi punterà al recupero degli infortunati o a completare il minutaggio di coloro che hanno giocato meno. Questa partita ha sempre un valore perché vincere aiuta a vincere e quindi il Lugano domani entrerà sul terreno da gioco con la mentalità che ci ha contraddistinto negli ultimi due mesi, cercando di portarla a casa. E’ l’ultima apparizione stagionale davanti ai nostri tifosi e non abbiamo sicuramente voglia di lasciare punti al Servette. Abbiamo un ulteriore stimolo dentro di noi che è il fatto che quest’anno contro di loro non abbiamo mai vinto e dunque ci teniamo a prendere per la prima volta i tre punti”.

Qualcuno riposerà

-Non ti chiedo quale sia la formazione iniziale ma immagino che un pochino lo sguardo sia già rivolto a domenica 2 giugno. Qual è il messaggio o segnale che volete inviare al Servette in vista della finale?

“Il segnale è chiaro: che siamo una squadra concentrata e sul pezzo. E che, come ho detto prima, abbiamo voglia di batterli per la prima volta in stagione. Erano arrivati in ottobre a Cornaredo dopo la partita che noi avevamo disputato in Turchia col Besiktas. Noi volavamo e loro arrivavamo da una brutta sconfitta a Roma e avevamo perso cinque partite di fila. Si imposero qui e da lì hanno infilato tredici vittorie con 18 risultati utili consecutivi. Noi vogliamo dare un segnale che siamo in grado di battere il Servette, non c’entra chi gioca. Questa è la quinta partita in 21 giorni e c’è gente che ha giocato tanto e ha bisogno di riposare. Dopo la pausa della nazionale  noi -come il Servette che ha giocato la semifinale di Coppa a Winterthur- abbiamo disputato undici partite in sette settimane. Dunque dobbiamo cercare di far riposare qualcuno e mettere nelle gambe di qualcun altro minuti preziosi. Quest’anno ho avuto la fortuna, nei momenti in cui ci sono state numerose assenze, di aver potuto schierare tanti elementi della rosa: non ci sono tanti elementi della mia squadra che si possono considerare “titolarissimi”. Chi scenderà in campo domani sarà qualcuno che vuole mettere in difficoltà le mie scelte per la finale ma soprattutto elementi che desiderano mostrare a tutti di essere importanti. Non ho nessun timore che sottovaluteremo l’impegno di domani”.

Rispetto per la sfida ma prudenza

-Quindi c’è un obiettivo chiaro per domani sera: non mettere a rischio chi non è al massimo e mantenere tutti integri in vista della finale di Berna?

“E’ quello che la classifica esprime. Quando una partita non conta più niente sicuramente bisogna andare a trovare delle motivazioni al contrario ossia cercare di non prendere cartellini rossi in vista di Berna e non schierare chi non è al 100 per 100.  Se fossimo stati in un’altra situazione i pensieri miei e dei giocatori sarebbero stati diversi. Però penso che l’importante è avere rispetto per la sfida di domani e attendersi ancora più risposte positive. Se penso al match di lunedì a Zurigo chi è subentrato dalla panchina ha fornito risposte molto forti, da Cimignani, ad Aliseda, a Sabbatini, Mahou, El Wafi e Vladi. Hanno mostrato cosa significhi aiutare la squadra e domani mi attendo ancora maggiori risposte”.

Si giocherà a nascondino 

-Pensi che voi due tecnici possiate ricavare indicazioni da questa sfida in vista della finale di Coppa o sono apertiti talmente diverse che è difficile ricavarne insegnamenti?
“Sarà molto difficile. dal punto di vista tattico le due squadre cercheranno di nascondere le loro intenzioni per la settimana successiva. Però penso che sia io che il collega Weiler abbiamo sempre bisogno di avere delle risposte dai giocatori. Siamo due allenatori che schierano gli elementi che sembrano sono più pronti a vincere la partita. Dunque questo match mi aiuterà a capire chi è più pronto di altri ad aiutare la squadra. Ci sono delle indicazioni che riguardano più la tua squadra che quella avversaria.  Ci attendiamo risposte positive nella speranza di non averne di negative per capire quali siano le dinamiche migliori perché poi in una partita secca può succedere di tutto ma quello che conta è soprattutto l’aspetto mentale e nervoso.”

Attendo risposte positive

-Sappiamo che sei un po’ scaramantico. Due anni fa perdeste in campionato col San Gallo e poi li batteste in finale. Lo scorso anno capitò il contrario con la vostra vittoria casalinga sull’YB e la sconfitta a Berna. E’ quasi meglio uscire sconfitti domani sera?

“No, ci teniamo a fare una bella figura. Sono scaramantico su altre cose. E’ importante arrivare alla partita del 2 giugno con il maggior numero di risposte positive. Evidentemente la gestione degli ultimi due mesi non è stata facilissima. Ho  24 giocatori che scalpitano ogni settimana ma devo mandarne diversi in tribuna ed è gente che sarebbe titolare in almeno sette o otto squadre di Super League. Nelle ultime tre partite non ho convocato gente come Bottani, Aliseda e Mahou: capite che la concorrenza è tanta e un match come quello di domani può rappresentare veramente una motivazione. E’ l’ultimo segnale forte da inviarmi.”

Né Gasp né Xabi

-Ti ritieni più un Gasperini che si avvicina a un finale  che potrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta dell’ennesima bella stagione di conferme o più uno Xabi Alonso che rischia di rovinare tutto sul più bello dopo essere riuscito a ottenere risultati sopra le aspettative?

“Non mi sento nessuno dei due ma un allenatore che aveva degli obiettivi ad inizio stagione e che sta cercando di centrarli tutti quanti. Volevamo ben figurare in Europa e  moderatamente ce l’abbiamo fatta anche se si poteva ottenere qualcosa in più. Ma non dimentico le prestazioni, i quattro punti non sono da buttare e neanche le belle partite contro una squadra che è arrivata in semifinale di Conference come il Bruges. Siamo arrivati in finale di Coppa e siamo riusciti a essere nei primi tre in SL, raggiungendo addirittura il secondo posto che a Lugano non si otteneva da tanti anni. Ma il nostro obiettivo resta la finale di Berna:  noi viviamo e  lavoriamo ogni giorno per quello. Non vedo l’ora di giocare quella partita e ti posso assicurare che anche lunedì scorso al Letzigrund c’era tanta tensione per questo obbiettivo che volevamo raggiungere. Nonostante siamo contenti reti di quello che abbiamo fatto finora abbiamo ancora tutti tanta fame ed è un  discorso che vale per tutto l’ambiente, ci teniamo a fare bella figura a Berna ma ancora di più (la bella figura l’abbiamo già fatta l’anno scorso) ci teniamo a portare a casa la Coppa.”

Sabbatini dal primo minuto

-Domani giocherà Sabbatini e pensi che ci possa essere un ambiente che rovini l’atmosfera di quest’ultima partita casalinga che corona una stagione eccellente?
“Sono sempre convinto che nella vita come nello sport quando ci sono di mezzo l’amore e la passione o l’affetto,  nascono situazioni sempre speciali. Evidentemente lo sono stati questi giorni per l’ambiente bianconero. L’unica cosa che posso assicurare è che ho visto Jonathan sicuramente emozionato e lo si vede nel suo sguardo per l’affetto ricevuto, ma anche da persona affamata che ci tiene domani a vincere la partita. E’ un professionista, lo ripeto da mesi e sono benissimo che nella sua testa adesso c’è anche la voglia di alzare la coppa settimana prossima partendo da una grande prestazione domani sera. Per rispondere alla tua domanda Sabbatini sarâ in campo dal primo minuto.”

Squadra sul pezzo fino alla finale

-Ancora sulla questione Sabbatini. Qualche ora fa la società ha fatto un comunicato per cercare di mantenere l’ambiente focalizzato sulla finale di Coppa.  Lo leggi come qualcosa anche a difesa tua e della squadra o l’ideale sarebbe stato qualcos’altro cioè la decisione definitiva?
” Domani non possiamo pensare che non ci siano “rumori di fondo”. E’ una situazione speciale che va a toccare una persona che ha dato tantissimo al FC  Lugano. Sapete che sono il primo che in queste circostanze cerca di isolare la squadra per il bene comune e per far sì che tutti rimangano concentrati. Evidentemente non sarà scontato farlo domani. Se c’è stato il comunicato è perché le parti hanno convenuto di farlo uscire. Quello che cerco di fare io è tenere la squadra esclusivamente sul pezzo in questi dieci giorni. ”

Tenere l’ambiente sereno

-Hai cercato di tenere compatto il gruppo e di isolarlo: ciò sei riuscito? E questo significa che tutto questo parlare ha un po’ destabilizzato Sabbatini e  l’ambiente?

“Penso che non sia una situazione che abbia destabilizzato l’ambiente  ma che in qualche modo “tocca”. Jonathan non è capitano da uno o due mesi, ma da anni da tanto per questa maglia. Quando esci la gente ti chiede e vuol sapere. Come ho detto prima dall’amore e dall’affetto nascono situazioni speciali che fanno parte del calcio. Da parte mia ho il compito che i giocatori rimangano sereni e concentrati”.

Non discuto le scelte societarie

-Tu l’anno prossimo pensi che Sabbatini possa ancora avere un ruolo importante in campo nel  Lugano p che si possa anche fare a meno di lui?
“Penso che non sia una questione di poter fare a meno di un giocatore o no. Ci sono questioni societarie, scelte sportive che si basano su altro tipo di considerazioni su cui è giusto che io non entri in merito. Non è tanto il minutaggio che ho dato a Sabbatini o le partite disputate: si è meritato tutto quanto ha avuto. Non ha avuto bisogno di regali dall’allenatore, è tutto merito del suo impegno e della sua qualità. Non ha giocato meno minuti perché avevo voglia di fargli un dispetto e non è che è stato schierato tutte le partite  salvo una perché desideravo fargli un regalo. Scelgo sempre gli undici titolari e so che c’è gente che poi, a partita in corso, può farci vincere in una maniera diversa. Le considerazioni che faccio sono tante ma l’importanza che Sabbatini ha avuto in questi anni sono evidenti”.

Celar gioca se è al 100%

-Visto che ti attendi anche delle risposte in vista della finale per Celar il fatto di poter diventare capocannoniere del campionato è qualcosa che consideri e cercherai di cavalcare domani sera facendogli raggiungere l’obiettivo per metterlo in maggior fiducia in vista di Berna?
“Gli obiettivi collettivi vengono sempre prima di quelli individuali. Però so quanto sia importante per un attaccante poter diventare capocannoniere, un obiettivo sempre difficile da raggiungere. A Lugano, a parte Alioski e Sadiku che si erano avvicinati, difficilmente c’è stato qualcuno in lotta prima dell’era Rossi-Gimenez. Quindi è qualcosa di bello anche per società, squadra e compagni. Purtroppo Celar è uscito acciaccato dalla partita di Zurigo e stiamo facendo di tutto per poterlo recuperare in vista di domani. Stamane si è allenato con i compagni e nel pomeriggio avrà un’altra seduta di fisioterapia e poi decideremo per domani. Se ce la farà sono contento di metterlo in campo ma se non fosse al 100% ci sarebbe il rischio di perderlo per la finale e per l’Europeo e avrei fatto qualcosa di sbagliato. ”

12’300 biglietti venduti

-Pare che i biglietti venduti per la Coppa siano in numero superiore a quelli delle ultime due finali, una circostanza tutt’altro che  scontata. Cosa significa per te?

Marzio Mellini, head of Media & Communications FC Lugano, comunica a questo punto che giovedì mattina i biglietti venduti erano 12’140. Oggi si può ritenere che si sia superata quota 12’300. Quindi ben oltre la cifra già record della finale dello scorso anno.

Ringrazio chi ci sostiene

MATTIA CROCI TORTI (emozionato): “Non lo sapevo ancora. E’ una dimostrazione di affetto dei tifosi per questa squadra. So che tantissima gente che intraprenderà la trasferta non é abituata a seguirci a Cornaredo. Posso solo ringraziare prima di tutto chi quest’anno ci ha sempre sostenuto in casa e in trasferta perché ci sono state tantissime iniziative da parte dei nostri sostenitori che hanno spesso riempito il settore ospiti, una cosa che mi ha colpito tantissimo, penso  a quanto è successo a Lucerna e San Gallo per esempio. Ringrazio questa gente e spero che anche chi non è abituato a venire a vederci approfitti della finale di Coppa per affezionarsi a questa squadra che in questi anni ha più volte dimostrato di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Penso che i miei ragazzi si meritino questa affluenza e noi speriamo veramente in questi giorni di preparare al meglio la partita per regalare un sogno ai nostri tifosi una volta di più”.

Altri articoli

Prima Squadra
Logo FC Lugano
Prima Squadra
Lugano-Servette 2