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"Pensiamo solo a far punti"

“Pensiamo solo a far punti”

Quello che si giocherà domenica alle 16.30 a Cornaredo contro il Sion sarà il sesto #greenmatch del FC Lugano. Com’è ormai diventata una piacevole consuetudine Sabbatini e compagni indosseranno una maglia verde che già da domenica sarà messa all’asta sul sito Ricardo.ch: luga.ws/greenhope. Il ricavato andrà a favore dell’omonima fondazione. Proprio sul significato dell’evento e sull’attività di Greenhope il responsabile della comunicazione del FC Lugano Marzio Mellini ha interpellato il tecnico Mattia Croci-Torti, in apertura della settimanale conferenza stampa di venerdì.

Sostenere Greenhope

“Per noi membri dello staff e giocatori è sempre importante disputare questa partita. Sono tanti anni che il FC Lugano aiuta quest’associazione. Io essendo nel territorio più di altri allenatori che sono passati,  vivo l’attività di Greenhope e ho visto con i miei occhi le famiglie e soprattutto i bambini malati. E’ bello anche per noi cercare di fare qualcosina  per questa ed altre associazioni attive in Ticino e che fanno un’opera meritevole (non solo a parole) a favore di chi soffre e delle rispettive famiglie”.

Trittico di fuoco

-Il Sion è il primo  avversario di un trittico che vi porta ad affrontare il San Gallo mercoledì in trasferta e il GC sabato a Cornaredo. Come si preparano partite così ravvicinate e importanti?

“Noi pensiamo solo alla partita di  domenica. Dobbiamo pensare a vincere questa e non al resto. L’unica nostra preoccupazione è la gestione dei giocatori che stanno recuperando da infortuni. E’ un buon momento stiamo iniziando a recuperare giocatori, evidentemente qualcuno non è ancora pronto per l’impegno di domenica. Dobbiamo essere bravi noi dello staff a capire che abbiamo tre partite in sei giorni come abbiamo dovuto essere bravi a gestire le quattro partite in 13 giorni. Non siamo usciti con le ossa rotta allora anche se avremmo potuto fare qualche punto in più, penso al match di Zurigo che mi brucia di aver perso perché sono convinto che avremmo meritato almeno il pareggio, così come brucia aver buttato via  due punti con il San Gallo. Pensiamo solo al Sion, essendo consci che se non abbiamo più punti in classifica è solo colpa nostra e di nessun altro. Il focus è su domenica: vogliamo solo vincere la partita e nient’altro. Penseremo dopo gli impegni con San Gallo e GC.”

Mahou migliora

-Come sta Mahou, c’è qualche aggiornamento?

“Mahou ha iniziato dei lavori individuali sul campo e inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo contenti di averlo almeno qui in spogliatoio, anche per lui questo è molto importante specie per la testa. Si è fatto male col Monza a dicembre e stiamo parlando di un infortunio molto lungo ed è fondamentale iniziare a fare piccoli lavori coi compagni. Stamane ha lavorato con Babic e Celar individualmente sul campo B con Cao Ortelli. E’ importante iniziare a capire le dinamiche del campo che gli mancano da un po’”.

-Celar e Babic tornano a disposizione: avrai finalmente una punta di ruolo da schierare?

“Celar ha ripreso ad allenarsi piano piano con la squadra dopo due settimane, mentre Babic, che si era fermato in settimana, potremmo riuscire a recuperarlo per domenica. Per noi è importante che  i giocatori ritornino perché in questa fase finale ci servono tutti. Starà poi a me capire le sensazioni dei giocatori, se assumerci dei rischi e quando. Ma l’importante è rivederli sul campo negli allenamenti”.

Il piano di Ginevra

-Quindi dovrai riadattare qualcuno dei piccoletti come hai fatto a Ginevra?

“Non ho dovuto adattare niente. Desideravo giocare in quella maniera giusta o sbagliata che sia. Pensavo di poter attaccare la profondità con Amoura e Aliseda sugli esterni,  mettendo i ginevrini in difficoltà. Siamo riusciti a farlo bene nei primi 20 minuti poi loro hanno giocato meglio di noi. Il piano non era sbagliato, sapevo che con Bislimi e Macek avrei potuto girare la partita nel secondo tempo. Ho cercato di farla così, avrei potuto tranquillamente schierare Babic e Amoura come punte. Non è stata una scelta obbligata ma dovuta al fatto che pensavo di poter mettere l’avversario in difficoltà. Se le cose non sono andate bene è solo colpa mia.”

-Valenzuela e Hajdari, assenti col Servette, tornano a disposizione?

“Abbiamo recuperato Hajdari. Quanto a Valenzuela si è allenato ieri per la prima volta col la squadra. Sarà dunque disponibile”.

Sfida importante

-Spesso dici noi “vogliamo” vincere e non “dobbiamo”. Con i turni che diventano sempre meno, gli obiettivi societari chiari e con i risultati che, come dici tu, avrebbero potuto essere migliori nelle ultime settimane, quella contro il Sion potrebbe essere una partita da “dobbiamo” vincere?

“No perché le vogliamo e dobbiamo vincere tutte. Ci restano quattro partite in casa e altrettante fuori. Siamo con gli stessi punti delle altre, nessuno ci é mai scappato. Con il Servette abbiamo giocato due partite con loro davanti e non l’abbiamo lasciato fuggire. In Coppa li abbiamo battuti e per loro è stata una tragedia. Noi arriviamo da questo percorso (che avrebbe potuto essere più fruttuoso) ma il 4 giugno possiamo giocare la finale. Le altre non avranno questa opportunità. Evidentemente le partite da eliminazione diretta con Sion e Servette ci hanno tolto tante energie fuori casa. Però noi ci siamo, le altre devono concentrarsi solo sul campionato. Questo è un grande valore aggiunto, l’anno scorso a questo punto non ci giocavamo più l’Europa in campionato eravamo lontani. Oggi invece ci siamo, con meno punti dell’anno scorso ma questo non interessa, mi spiace, rosico un po’, ma siamo ancora lì. Adesso abbiamo il rush finale di otto match e dobbiamo cercare di fare più punti possibili. Settimana scorsa sapevo che la squadra era mentalmente un po’ scarica. Tanti elementi avevano tirato la carretta e dunque riuscire a portare a casa un altro pareggio contro i ginevrini per me è stato importante. Questa settimana abbiamo lavorato molto bene, non c’è nessuna scusante. Con il Sion dobbiamo disputare una grande partita, poi in campo ci sono gli avversari. Affrontiamo una squadra che nelle ultime tre partite ha conquistato 7 punti e che con il nuovo allenatore ha fatto più punti di tutte le altre. Se in classifica siamo davanti a loro è merito nostro, loro non hanno certo una rosa da ultimo posto. Quella di Sion in coppa era la partita della vita e l’abbiamo vinta come abbiamo vinto quella a Ginevra. Sono contento di essere ancora lì a giocarci due obiettivi e sono pure cosciente  che dobbiamo fare punti. Non ci nascondiamo mai, preferisco dire che dobbiamo vincere piuttosto che “sarebbe bello vincere”. Sarebbero discorsi da gente che non sa quanto sia importante la sfida di domenica”.

Squadra vera

-Il Sion arriva da due vittorie e un pareggio, hai detto che è una squadra diversa, ma comunque contro di loro avete fatto bene quest’anno. Ti aspetti un’altra sfida simile o qualcosa di completamente diverso?

“Una squadra diversa, col cambio di allenatore giocano un sistema diverso. Ma i giocatori sono sempre quelli, ottimi elementi. Talvolta non hanno trovato la necessaria alchimia. Ma parliamo di elementi come Cyprien che fino a due anni fa faceva la differenza al Nizza e che è stato pagato fior di milioni dal Parma o dello stesso Balotelli che possiamo criticarlo ma quando trova, come la settimana scorsa, la possibilità di tirare in gol fa male. Secondo me ultimamente hanno disputato due brutte partite (contro GC e Lucerna) però hanno incamerato sei punti. Significa che sono una squadra importante, quando giochi male e vinci vuol dire che hai dei valori, loro li stanno tirando fuori. Bisogna fare i complimenti al loro allenatore e ai giocatori che hanno avuto un’ottima reazione. Con quello che era successo con il cambio in panchina Celestini-Constantin non era facile e sono riusciti a venirne fuori, anche con un po’ di fortuna. Si parla di una squadra vera che ha trovato coraggio ed entusiasmo e dunque  dovremo fare molta attenzione, ma sotto questo aspetto non mi preoccupo perché la mia squadra ha finora  dimostrato di non sottovalutare nessuno”.

Nessuno al sicuro

-Provo a provocarti: 8 punti sull’ultimo posto fanno sì che sia arrivato il momento di guardarsi magari anche alle spalle?

“La verità che io ho sempre guardato anche dietro. Il Winterthur, da quando ci ha battuto, si è dimostrata una squadra vera. Li vedo i giocatori, so che squadra sono. Così come so che lo Zurigo è campione in carica e che squadra è il Sion.  Nessuno qui a Lugano ha preso le vacanze. Abbiamo obiettivi più alti, non ci guardiamo indietro e non ci siamo guardati mai troppo avanti. Sappiamo che dobbiamo fare punti però qui di arroganza e di gente che non guarda dietro non ce n’è perché conosciamo il valore degli avversari e la difficoltà di questo campionato. Bisogna analizzare in profondità perché tutti pareggiano, non è frutto del caso se in 21 delle ultime 28 partite non ci sono stati vinti o vincitori. E’ perché le squadre a volte hanno timore, si  sa che non c’è una squadra materasso e che fuori dalla mischia ce n’è una sola che ha dominato il campionato. Regna quindi un grande equilibrio e tante volte perdere un solo giocatore può cambiare la squadra. Pensate allo Zurigo: in dieci partite di fila Tosin aveva segnato, poi si è infortunato e non hanno più vinto. Sono dinamiche che non si possono sottovalutare, dunque stiamo attenti ma siamo anche consci del nostro valore. Ho una squadra sul pezzo, che perde poco e che deve solo iniziare a vincere di più.”

L’euforia delle Coppe

-Nella corsa al secondo posto voi e il Basilea siete magari un pochino sfavoriti dagli impegni di Coppa svizzera vostri ed europei dei renani?

“Penso che la nostra finale non incida. Quest’anno verrà gestita in un’altra maniera rispetto a 12 mesi or sono. Per il Basilea la possibilità di arrivare alla prestigiosa finale di Conference League -basta guardare come hanno festeggiato a Roma l’anno scorso- sarebbe qualcosa di clamoroso. Sarei strafelice se il  calcio svizzero dimostrasse una volta in più il suo valore. Ridiamo e scherziamo ma negli ultimi anni YB e Basilea si sono sempre fatte valere in Europa. La semifinale sarà una partita tirata perché la Fiorentina è un’ottima squadra ma il Basilea ha tutto per potersela giocare. Ieri sera con il Nizza hanno disputato una grande partita e sono stati messi in difficoltà poche volte. Ma si sa che sono una squadra di valore, evidentemente in campionato perdono energie e tante volte i loro primi tempi non sono all’altezza soprattutto perché sotto l’aspetto nervoso gli manca qualcosa. Ma li avete visti anche contro di noi quando vogliono reagire riescono a farlo, hanno tanta qualità. Quindi la semifinale gli porterà via energie ma gli darà anche tanto entusiasmo, se fossi un giocatore renano mezzo infortunato farei di tutto per recuperare, andrei a duemila all’ora per giocare quella partite. Bisogna tenere conto dell’aspetto stanchezza ma anche dell’euforia.  Ho visto da noi quando abbiamo battuto il Servette in semifinale gli infortunati che sorriso avevano quando siamo rientrati a casa. E’ normale: se fossi Mahou e avessi uno spiraglio  come la finale di Coppa mi esalterei. Poter avanzare in queste competizioni da quel qualcosa.  Sia per noi che per il Basilea ci sarà qualche pensiero da un’altra parte ma vogliamo arrivare tutte e due in Europa in una maniera o nell’altra.”

Complimenti al Basilea

-Vivi l’avventura basilese con quella giusta invidia, un domani magari ci vorresti essere tu?

“L’invidia non fa parte delle emozioni che ho. Anche stamattina mi sono congratulato con il loro assistente allenatore perché non bisogna essere gelosi ma contenti dei successi altrui. Secondo me se lo sono  meritato. Siamo svizzeri e mi fa veramente piacere vedere quello che fanno a livello europeo le nostre squadre. Quando parliamo con persone che vivono la realtà del calcio europeo cresce il rispetto verso di noi e l’ho visto quando  abbiamo disputato amichevoli internazionali. Tutti sanno il valore di certe nostre squadre. Più che invidia ho il dispiacere (“mi fa rosicare”) di non aver superato il Beer Sheva, tutto qua.”

Imitare Lovric

-Quando vai a Firenze a parlare con Italiano, allenatore della Fiorentina, si citano YB e Basilea e tu un domani vorresti che parlassero anche del Lugano?

“Non ti preoccupare che sanno chi siamo. Ogni volta che facciamo test di questo livello non facciamo mai brutte figure. In questi ultimi cinque o sei anni nel club l’asticella si è sempre alzata. Dall’era Renzetti si è sempre cercato di fare meglio e con la nuova proprietà si è dato un ulteriore impulso. Poi non va dimenticato che siamo il Lugano e che per tanti giocatori siamo un trampolino di lancio e non un punto di arrivo, questo va benissimo. Non vi posso raccontare quante persone conoscono il Lugano per Sandi Lovric. Dopo quello che sta facendo all’Udinese siamo diventati una piattaforma invidiabile per tanti giovani. Ci sono giocatori che vengono a parlare con noi e che non vedono l’ora di fare questo percorso, siamo diventati appetibili e cerchiamo di accrescere il nostro valore anche con delle cessioni importanti”.

 

 

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