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“Loro più esperti, cinici e attenti ai dettagli”

Fa sorridere parlare di doccia fredda quando la temperatura risentita è attorno ai meno dieci gradi. Eppure il Lugano all’Aspmyra Stadion, davanti a 6500 spettatori, una settantina dei quali giunta dal Ticino, è stato colpito ogni qual volta sembrava potesse prendere in mano la situazione. Sono  stati gli errori in disimpegno e in marcatura dei bianconeri a spianare la strada ai giocatori del Bodø che non aspettavano altro. Una serie di sbagli che a livello europeo vengono puntualmente castigati com’è successo nella gelida serata alle porte del Circolo polare artico. E che hanno portato Sabbatini a compagni ad uscire di scena dalla Conference League a una giornata dal termine della fase a gironi. Peccato perché il Lugano è sceso in campo senza timori reverenziali e ha mostrato per larghi tratti del match di non essere inferiore ai nordici.

Crus: sbilanciati per vincere

In conferenza stampa Mattia Croci-Torti afferma che “il risultato è pesante, sapevamo che dovevamo vincere a tutti i costi e abbiamo provato qualcosa specie nel secondo tempo, lasciando spazi dietro dove loro sono stati bravi a infilarsi e a segnare il terzo, quarto e quinto gol. Se non avessimo dovuto cercare per forza la vittoria non sarebbe mai finita in questa maniera. Penso che oggi non dobbiamo recriminare per quello che abbiamo mostrato nel primo tempo, il Lugano è venuto a Bodø a crearsi due chance nei primi cinque minuti e a controllare il primo tempo in questa maniera. E tornare a casa con una sconfitta così netta fa sicuramente male. Loro sono stati nettamente più efficienti, hanno mostrato maggior qualità e ogni volta che abbiamo commesso un errore sono stati brutali nel farci male mentre noi non siamo stati così bravi negli ultimi 16 metri. Di occasioni ne abbiamo avute, non posso dire che la squadra non sia scesa in campo per giocarsela. Avevo chiesto personalità e l’abbiamo vista tutti nel primo tempo, non era scontato dal primo minuto affrontarli a testa alta in questa maniera. Però siamo noi che piangiamo dobbiamo accettarlo, a livello internazionale queste cose si pagano. Se tu fai dei regali queste squadre li scartano volentieri e tu piangi.”

Minor convinzione

-A rovinare il primo tempo, oltre agli errori sotto porta, è stata l’azione che ha portato il Bodø in vantaggio. Che lettura dai? Ci sono stati tanti errori in quella azione da Arigoni, ad Hajdari a Mai…

“Peccato perché fino a quel momento eravamo stati molto concentrati e lì in dieci secondi abbiamo messo insieme tante scelte sbagliate. Non sono qui a puntare il il dito, le cose vanno riviste con calma ma lì abbiamo fatto delle scelte che non dovevamo fare.  Per lunghi tratti del match, con semplicità, riuscivamo a trovare le linee di passaggio. Siamo riusciti ad applicare quello che avevamo provato con i lunghi lanci di Lukas Mai che tante volte ha tagliato a fette la loro difesa. Però oggi loro hanno fatto vedere cosa vuol dire a livello internazionale essere efficaci nei sedici metri avversari, giocare con decisione, dare la giusta importanza a ogni palla. Noi siamo arrivati al tiro tante volte non con la  convinzione che loro hanno mostrato. E’ forse questo il grande insegnamento che il percorso europeo ci ha dato”.

Provato con coraggio

-Si è parlato tanto delle assenze, però alla fine a fare la differenza non è questo o quel giocatore in particolare ma piuttosto l’esperienza in determinate situazioni che vi manca e che magari non ci sarebbe stata nemmeno con gli elementi che non hanno intrapreso la trasferta..

“Io non ho mai parlato di infortuni ma ho cercato di dare fiducia a tutti i ragazzi: ero sicurissimo che anche con loro avremmo potuto disputare una buona partita. Nonostante mancassero cinque giocatori che avevano vinto col Besiktas siamo sempre andati avanti con i nostri mezzi  per potercela giocare con tutti. A questo livello a volte la differenza la fa anche la qualità degli avversari che è sicuramente più alta di quella che incontriamo in campionato. Il Bodø ha un’esperienza internazionale molto diversa dalla nostra e lo dobbiamo accettare anche se sono convinto che le partite se riesci a indirizzarle in una certa maniera le puoi portare a casa. Ci abbiamo provato ed è la cosa che mi porto via stasera da qua. Avevo chiesto coraggio e personalità dall’inizio, di non soffrire né il freddo né il campo sintetico ed è quello che ho visto. Ma purtroppo dobbiamo essere sul pezzo  per novanta minuti e non concedere nulla,  più che gli errori e gli assenti, a questo livello è la cura del dettaglio che fa la differenza. Ed è lì che ad oggi  i norvegesi sono stati tante volte migliori di noi”.

Sabba: stavano dominando

-Anche Jonathan Sabbatini è dell’avviso che chi non ha visto la partita potrebbe pensare a una gara dominata dai norvegesi mentre il Lugano, soprattutto nel primo tempo, avrebbe addirittura potuto portarsi in vantaggio.

“Il calcio è fatto di queste cose. L’ho sempre detto e continuo a ripeterlo che le partite sono fatte di momenti e magari stai conducendo una buona o una cattiva gara ma devi essere capace di approfittare di ogni possibilità che ti si presenta. Anche quando una squadra è superiore all’altra, si avrà sempre a disposizione un’occasione per segnare. Peccato perché penso che abbiamo disputato un ottimo primo tempo, magari anche il fatto che stavamo dominando la partita ci ha giocato un pochino contro”.

Questione d’esperienza

-Pensi sia una questione di esperienza, di maturità o di qualità individuali?
“Non penso centri la qualità. La squadra ha ottime individualità, semmai nella gestione di certi momenti e di certe partite ci vuole maggiore esperienza. C’ era già capitato anche affrontando altre squadre importanti che la differenza è stata questa: quando credi di avere la partita sotto controllo devi sapere che può succedere qualsiasi cosa di positivo o negativo in qualunque momento. E’ lì la differenza. Però niente, siamo sulla buona strada, si vedono buone giocate anche se ci aspettavamo molto di più.”  

 

 

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