“Il pubblico deve spingerci alla vittoria”
Sale l’attesa per la semifinale di Coppa svizzera che giovedì alle 19.45 vedrà di fronte Lugano e Lucerna in un Cornaredo “tutto esaurito”. Gli ultimi 50 biglietti messi in vendita mercoledì mattina sono stati aggiudicati in meno di cinque minuti. La squadra bianconera ha effettuato l’allenamento di rifinitura nel pomeriggio di mercoledì. In precedenza si è svolta la conferenza stampa del tecnico Mattia Croci-Torti (Freshfocus). La prima domanda ha riguardato il clima che si sta respirando: c’è un po’ di negatività visti gli ultimi risultati in campionato?
“In spogliatoio c’è tanta positività. Già ieri la squadra è apparsa molto carica. Io come primo responsabile devo guardare il percorso fatto per arrivare fino a qui e non focalizzarmi sulle ultime partite. Se a inizio stagione mi avessero detto che mi sarei giocato una semifinale di Coppa svizzera sarei stato l’uomo più felice del mondo, se avessi saputo che ero salvo da un mese sarei stato felicissimo, se mi dicevano che ero a un punto dal terzo posto ero ancora più contento. So che questi risultati hanno generato delle aspettative e delle attenzioni che fanno sì che le ultime due sconfitte abbiano portato un pizzico di negatività, ma onestamente preferisco avere la pressione che le aspettative hanno creato che guardarmi la semifinale sul divano come ho fatto per una vita intera. Meglio essere domani su questa panchina che seduto sul divano come ho fatto negli ultimi anni. Ben venga la pressione, siamo strafelici di essere qui e molto carichi. Sappiamo con vuol dire giocare questa partita, di negativo non c’è veramente niente”.
-Sai come vanno le cose nel calcio: per te questa partita può rappresentare in esame agli occhi della società, visto che da mesi anche il club ha dichiarato che l’obiettivo è la Coppa svizzera?
“Vivo tutte le partite come un esame. Non c’è settimana in cui non cerchi di preparami al meglio. Non c’è stata una sola giornata in questi mesi in cui non abbia cercato di fare le cose al meglio. A volte ci riesco bene a volte no, ma l’importante è provarci sempre ed elaborare quanto accade. Non ho rimpianti né rimorsi su quello che abbiamo fatto perché c’è sempre del lavoro e delle riflessioni dietro. Poi il calcio è questo: l’anno scorso il Lucerna venne a Cornaredo in un momento in cui era sotto un treno. Per 75′ in quella partita noi li massacrammo, fu la miglior prestazione dell’era Jacobacci, ma al 120′ li abbiamo rilanciati. Hanno vinto la Coppa, si sono ripresi in campionato, non sono retrocessi. E’ una partita speciale, non bisogna guardare troppo a quello che abbiamo fatto fino a due settimane fa ma nemmeno a quello che è successo nelle ultime due partite. E’ un match diverso, ci sono altre dinamiche che entrano nella testa, l’aspetto nervoso sarà fondamentale. L’unica cosa da fare è prepararci al meglio per essere sul pezzo domani alle 19.45 e cercare di andare in finale.”
-Dovesse capitare un rigore decidi tu chi lo tira?
“Decido io come sempre. A che domani so già chi è incaricato: il rigorista è Celar e il primo tiro dal dischetto sarà suo”.
-Sappiamo quali siano le motivazioni che ti muovono e quanto ci tieni alla Coppa svizzera. Ogni giocatore avrà le sue motivazioni, parli con ognuno per motivarlo a suo modo o farai un discorso complessivo alla squadra?
“Tanti anni fa mi ero ispirato a delle parole che aveva detto Denzel Washington e cioè ‘che ‘ i sogni senza obiettivi rimangono dei sogni’. Ognuno deve avere degli obiettivi anche individuali come succede ogni giorno, ognuno le motivazioni le trova in ciò che gli è capitato nel passato o che vuole fare nel futuro. Se l’obiettivo di Maric è chiudere la carriera alzando questo trofeo è giusto che sia questo a spingerlo a coronare il sogno, se Bottani ha come obiettivo di cancellare il rigore fallito in finale di Coppa contro lo Zurigo è giusto che ciò lo spinga al sogno. Nè ho sentite di critiche in questi giorni ma molti si dimenticano che ci sono elementi che non saranno più qui il prossimo anno. I Lovric, i Lavanchy e altri ci tengono comunque a chiudere il loro percorso a Lugano con la vittoria di questo trofeo. Magari a volte è più difficile motivarli in campionato, ma in finale a Berna ci vogliamo arrivare tutti: è un sogno e un obiettivo comune. Per questo nelle mie parole traspare tanta fiducia e positività, cerco di trasmetterle tutti i giorni a loro.”
-Hai parlato di Bottani e Maric che sono i giocatori più a rischio di presenza. Qual’è la loro situazione?
“Con tutta onestà cercherò di recuperarli ambedue. Nel pomeriggio abbiamo l’ultimo allenamento, poi domani sapremo se saranno tra i convocati, se andranno in panchina o se varrà la pena rischiarli dal primo minuto. Sono decisioni molto importanti. Ci sono partite nelle quali se si devono prendere rischi lo si può fare, come invece altre volte non me li sono presi. Quando si rischia bisogna però essere sicuri di fare qualcosa di utile per la squadra e di non danneggiarla. Sappiamo quanto Mattia e Mijat siano importanti per il gruppo come sono importanti anche gli altri: aspettiamo l’allenamento odierno e poi decidiamo. Se non dovessero farcela caricheremo chi ha giocato di meno, queste partite le vinciamo solo da squadra anche se evidentemente i giocatori importanti aiutano le squadre a vincere.”
-Parlavi di decisioni e di scelte delicate. Come cambiano i criteri decisionali e il calcolo del rischio ora che ci sono cinque sostituzioni a disposizione?
“E’ un’ottima domanda. Le cinque sostituzioni hanno cambiato il calcio e la maniera di allenare. Si può cambiare l’esito di una partita. Domani affrontiamo in semifinale una squadra che nell’ultimo mese è rinata grazie ai cambi e alle riserve, grazie a Schürpf, Sorgic, Ndiae, Tasar, giocatori importanti che arrivano dalla panchina. Inoltre hanno acquistato Kvasina che ha segnato contro di noi al 90′ e due settimane prima aveva sistemato il Servette. E’ una squadra che è risorta grazie alla panchina. E’ troppo importante gestire al meglio le sostituzioni e avere le riserve pronte mentalmente per fare quello che devono. Evidentemente la tua domanda ha un senso: avere cinque cambi più uno se andiamo ai supplementari ti permette di prenderti qualche rischio in più”.
-Domenica a caldo nel dopo partita di Losanna hai detto di avere dato delle possibilità a giocatori che avevano giocato meno e non le hanno sfruttate; sei rimasto deluso? Se guardo la tua panchina e quella del Lucerna c’è una bella differenza.
“C’è differenza sotto l’aspetto dell’esperienza. Siamo andati a giocare a Losanna contro gente come Adrian Trebel e non so se tutti sappiate chi è: ha disputato 104 partite nel Nantes, 120 nello Standard Liegi e 125 nell’Anderlecht. E’ un giocatore di 31 anni con un’esperienza calcistica devastante. Kukuruzovic ha giocato 245 gare in Super League mentre noi abbiamo schierato Aliseda e Haile-Selassie per puntare sulla gioventù e per cambiare determinate dinamiche ma l’esperienza quel giorno ha vinto. Dunque l’esperienza dei lucernesi in panchina peserà ma sono convinto che l’esuberanza dei nostri giovani può darci una grossa mano nel corso della sfida. Non me la gioco sull’esperienza in panchina ma sull’entusiasmo e sulla voglia di dimostrare dei vari Amoura. Resettiamo la prestazione di Losanna e puntiamo su altri aspetti.”
-Stai dicendo che in pratica gli ultimi acquisti nel breve non sono all’altezza di quelli del Losanna?
“No, sto dicendo che le partite hanno tutte una storia a se, tante volte quando entrano giocatori a partita in corso con la loro gioventù e spensieratezza riescono a cambiarla mentre dal primo minuto, come è successo lunedì, l’esperienza ha la meglio. Sta a noi far sì che questi giovani riescano a maturare il più in fretta possibile per darci una grossa mano. Dopo una partita le mie riflessioni ci sono sempre e abbracciano magari periodi medio-lunghi. Se penso al Lugano negli ultimi anni Sandi Lovric -che è un giocatore troppo importante per noi- nei primi sei mesi fece una fatica incredibile. Akos Kecskes, che è attualmente titolare inamovibile nella nazionale ungherese, da noi ha fatto panchina per un anno e mezzo. Vecsei stessa cosa e ora è titolare nel Ferencvaros e nella nazionale magiara. Questo per dire che non è facile arrivare in Svizzera e imporsi sin dall’inizio. Il mio compito è riuscire non solo a far passare a loro il messaggio che ci vuole pazienza, ma anche all’esterno che è troppo facile valutare un giocatore su poche presenze, a volte bisogna dargli del tempo.”
-Bottani ammesso che possa giocare verrà schierato dall’inizio o a partita in corso?
“Sono riflessioni che faremo al termine dell’odierno allenamento. Mattia si è allenato poco dopo la distorsione subita venerdì. Però ieri ha già fatto qualcosa, vediamo oggi se tiene per tutta la seduta e poi prendiamo la decisione. Dipende anche dal suo mentale e da quanto si senta pronto: se lui è pronto sarà il numero dieci che ci trascinerà dall’inizio domani.”
-Lo stadio sarà tutto esaurito: sarà una bella spinta anche per voi?
“Sto vivendo un’emozione forte. Quando Michele Campana la settimana scorsa mi ha detto ‘ti rendi conto che è una vita che non registriamo il tutto esaurito se non d’estate contro Milan e Inter?’ ho risposto bene, siamo stati bravi. E’ il momento di approfittare di questa circostanza senza dubbi né paure, facciamoci aiutare da tutte le persone che arriveranno a Cornaredo. Spero vivamente che siano quel dodicesimo uomo che cerchiamo. Tante volte quando andiamo oltre san Gottardo succede, voi giornalisti lo sapete meglio di me quanta pressione riesce a mettere il pubblico di San Gallo o quello di Lucerna. Anche a Thun, nei quarti di finale di Coppa, loro a un certo punto sono stati spinti dai tifosi ed è quello che mi auguro succeda domani. Spero che la gente lasci perdere le ultime due settimane ma si ricordi del percorso che questi ragazzi hanno fatto dal primo giorno di raduno estivo, di quanto hanno dato alla maglia. La verità è che ci hanno creduto tantissimo, ci hanno messo tanta passione e meritano di giocare davanti a un grande pubblico che noi speriamo di far emozionare (come mi emoziono io adesso) e di farlo anche divertire”.
-Ti sarai fatto più volte un film della partita magari con un bel risultato, poi c’è la realtà concreta. Che match ti aspetti?
“Mi aspetto un Lucerna che farà quello che ha fatto negli ultimi due mesi. Una squadra che andrà all’arrembaggio, hanno tantissimi attaccanti e Frick li mette tutti in campo. Dovremo essere bravi ad approfittare degli spazi come abbiamo fatto tante volte contro di loro. Müller e compagni ci credono tantissimo, non c’è stata una sola sfida su quattro che non sia stata equilibrata quest’anno. La prima l’abbiamo vinta 3-2, la seconda è stata forse la più facile con l’esonero di Celestini e la squadra non sul pezzo, poi abbiamo risolto con Haile-Selasie alla fine qui in casa e alla Swisspoarena abbiamo pareggiato 2-2. Tutte partite tirate. Loro sono i titolari della Coppa svizzera in carica e hanno perso pochi giocatori rispetto alla scorsa stagione. Sanno disputare queste partite e hanno elementi di esperienza. Però sono molto offensivi, noi sappiamo quello che dobbiamo fare, abbiamo studiato bene la partita. Domani vediamo chi ha maggior carattere la porta a casa”.
-Magari loro penseranno più alla salvezza in campionato che a conquistare la finale di Coppa svizzera?
“Non credo proprio. Mario Frick ha sempre giocato qui e sa cosa voglia dire alzare la Coppa e si ricorderanno i festeggiamenti dell’anno scorso. Le emozioni positive le vuoi ripetere all’infinito. Domani verranno qui perché non vedono l’ora di andare in finale che per il Lucerna significherebbe risollevare una stagione partita malissimo e che non li vede protagonisti, anzi in zona barrage. Quando hai la possibilità di cambiare il volto a una stagione andando in finale di Coppa non fai nessun calcolo e così faranno i lucernesi domani sera.”