Grande attenzione contro una squadra molto offensiva

Grande attenzione contro una squadra molto offensiva

Il Lugano è partito nella serata di venerdì alla volta di Zurigo dove sabato alle 20.30 affronterà la squadra del presidente Canepa in una partita valida per la terza giornata del campionato di Super League.

Anche Grgic assente

Alle 17 si è svolto l’allenamento di rifinitura. Per il match contro i figùrini saranno ancora assenti Aliseda, Mahou, Mai, Osigwe e Durrer. Ai quali si è aggiunto Grgic che ha patito un leggero infortunio contro il San Gallo e non ha recuperato in tempo.

Non ci sentiamo favoriti

Prima dell’allenamento il tecnico Mattia Croci-Torti ha incontrato i giornalisti per la tradizionale conferenza stampa.  La prima domanda ha riguardato l’avversario. L’anno scorso nella prima partita contro lo Zurigo partivate sfavoriti visto che loro erano i campioni in carica. Quest’anno siete voi al comando della classifica, come vi ponete per il match di domani?

“Sicuramente non ci sentiamo favoriti. Lo Zurigo ha fatto un buonissimo precampionato, aveva già comunque terminato bene la scorsa stagione con tanti risultati positivi. In questo campionato hanno disputato due buone partite contro Yverdon e Servette, sappiamo che al  Letzigrund sono un’ottima squadra e che noi per vincere dovremo fare tanta fatica. Affrontiamo il match come abbiamo affrontato i primi due, consapevoli che siamo un’ottima squadra: faremo di tutto per proseguire questo mini filotto di vittorie d’inizio stagione. Nessuno di noi andrà là con la testa tra le nuvole, rimaniamo una squadra che ha iniziato bene ma che in fondo ha vinto solo due partite. Siamo felici ma anche coscienti che andiamo ad affrontare una trasferta difficile, i loro tifosi li sostengono sempre alla grande; dobbiamo essere in grado di gestire la partita per tutti i 90 minuti.”

Attaccano in cinque

-Un pareggio in questa trasferta andrebbe bene?

“No andiamo là per vincere la partita, come facciamo ogni settimana contro qualunque avversario. Poi vedremo come si sviluppano le dinamiche del match. Non voglio sicuramente frenare il filotto, abbiamo entusiasmo dunque cercheremo di conquistare i tre punti ma siamo consapevoli del fatto che loro sono una squadra solida, che ha sì perso un giocatore importante come Tosin ma comunque è riuscita anche a rinforzarsi. Ho sentito ieri la conferenza stampa del loro allenatore, l’anno scorso lui è arrivato e ha inizialmente cercato di dare positività al gruppo ma già nel girone di ritorno ha introdotto cose nuove con questo sistema di gioco molto offensivo. Sono gli unici che in Svizzera giocano con un 3-4-3 così offensivo con i due quinti che spingono sempre. Affronteremo una squadra che per la maggior parte della partita schiererà cinque elementi offensivi, quindi domani dovremo essere molto bravi nelle due fasi.”

Approfittare degli spazi

-Il Lugano si presenta al Letzigrund non solo da capolista ma dopo aver battuto l’anno scorso in tutte e quattro le sfide lo Zurigo. Si aspetta qualche sopresa dall’avversario di domani?

“Più che altro mi aspetto un altro tipo di entusiasmo. Ne avevano perso un po’ nel girone di andata dell’anno scorso perché dopo il grande percorso che li aveva portati al titolo, la fatica dei preliminari di  Champions, le prime partite non andate bene, le partenze di Ceesay, Gnonto, Kramer e Doumbia li avevano destabilizzati le prime volte che li avevamo affrontati: non erano in grande fiducia. Nel ritorno invece abbiamo già avuto di fronte un complesso sul pezzo e domani mi aspetto di affrontare una squadra che non vede l’ora di rifare tanti risultati positivi in casa, che è un po’ la loro forza. Mi attendo quindi un avversario che non baderà a difendersi ma che vorrà spingere dal primo minuto, noi dovremo farci trovare pronti ed eventualmente approfittare delle loro lacune, quando una squadra viene avanti con così tanti elementi, qualche spazio lo deve concedere”.

Qualcosina cambierò

-E lo Zurigo deve attendersi qualche sorpresa come ad esempio l’inserimento tra i titolari di qualcuno dei nuovi arrivati?

“Nella mia testa ho qualcosa di nuovo perché i primi tempi delle partite contro SLO e San Gallo mi sono piaciuti come  attitudine e concentrazione ma non come uscita palla. Qualcosina  dobbiamo modificare e cercheremo già di farlo da domani.”

Tutti sul pezzo

-E’ passata un’altra settimana e nessuno dei giocatori della tua rosa è ancora partito. Fai un po’ il conto alla rovescia, sei felice che tutti siano ancora qui?

“Non parlerei di conto alla rovescia. Sappiamo che i nostri giocatori interessano però non ho mai visto del malcontento sul volto dei ragazzi da quando si è iniziata la preparazione. C’è sicuramente qualche giornata no però tutti quelli che, tra virgolette, sono oggetto di voci di mercato si sono sempre allenati al cento per cento. D’altronde l’abbiamo visto in queste prima due partite dove sia Celar sia Amoura hanno dimostrato di essere sul pezzo e di voler aiutare la squadra a vincere. Al momento la società non mi ha mai detto che loro dovranno partire al 100%. Ce li teniamo perché sono giocatori importanti  e fin che saranno qua parleremo e li considereremo giocatori al  centro del nostro progetto.  Penso che questi giocatori l’abbiano dimostrato, non solo sul campo, ma con la testa. Quello che loro due hanno fatto nelle prime due giornate  sono cose importanti che ci hanno aiutato a vincere le partite, non parliamo nella stessa maniera di Aliseda che con lo Stade Lausanne era entrato nel finale in una partita già spenta. Sarebbe stato il suo turno la scorsa settimana ma purtroppo la sfortuna ci ha messo lo zampino. Il mercato al momento, devo dire la verità, non costituisce una distrazione nel modo quotidiano di lavorare. Tutti i giocatori sono sul pezzo”. 

Torna Macek

-Vista l’assenza di Grgic dovrai ridisegnare il centrocampo?

“Diciamo che già nel secondo tempo contro il San Gallo la squadra m’era comunque piaciuta con gli interpreti in campo. Inoltre abbiamo un giocatore  come Roman Macek che finora aveva disputato solo 45 minuti in un’amichevole nel ritiro, che sta già tornando con gamba. L’abbiamo visto  sabato quanto ci abbia dato una mano nel finale del match. Quindi abbiamo un giocatore in più a disposizione a centrocampo. Non devo reinventare, perché alla fine con il ritorno di Bottani dal primo minuto o con la presenza di Macek non dovremo stravolgere i nostri equilibri. Rimaniamo la squadra della passata stagione, qualche dinamica è cambiata devo anch’io riflettere su determinate cose e trovare gli equilibri giusti. Doumbia era un giocatore importante e la stessa cosa dicasi di Daprelà, stiamo facendo le cose con i nuovi arrivati e con coloro che c’erano già, ma le dinamiche -come dico sempre- non si trovano per miracolo in una o due partite. Noi cercheremo di trovarle al più presto con l’utilizzo di tutta la rosa che a me soddisfa pienamente.”

Riconoscenza per Daprelà

-A proposito di Daprelà, è un giocatore che conoscete benissimo. Vi farà strano vederlo in campo da avversario?

“Con Fabio abbiamo un ottimo rapporto, è un elemento che ho sempre fatto giocare tanto perché ha un aspetto nervoso importante, è un agonista al quale piace difendere, è uno dei migliori difensori in Svizzera. E’ stato un dispiacere perderlo ma il calcio è così. Comunque di lui abbiamo ottimi ricordi, io da allenatore sono stato parecchio aiutato specie nel primo anno da lui, Ziegler, Maric, Lavanchy, Facchinetti. Come tecnico alle prime esperienze sarò loro sempre riconoscente. Però adesso Fabio è un avversario e cercherò di sfruttare le mie conoscenze per metterlo in difficoltà. Grande rispetto dunque  ma ormai è un avversario e come tale ci affronteremo”. 

La forza di Belhadj

-A proposito di centrocampo tornerà a disposizione anche il tunisino Belhadj?

“Belhadj è tornato ad allenarsi ieri, dunque è stato fermo otto giorni. Dovrebbe essere anche lui della partita. Dobbiamo cercare di fargli trovare un po’ di continuità. S’era fatto male dopo la prima amichevole e dopo la partita con lo Stade Lausanne aveva  avuto un piccolo problemino. E’ in giocatore che ha caratteristiche diverse dai compagni di reparto, quindi cerchiamo di avere per la partita di domani, almeno in panchina, la sua forza. E’ uno che con i suoi muscoli, in determinati frangenti, ci può dare tanto. Non partirà dal primo minuto ma se l’allenamento di oggi darà risposte positive sicuramente ci darà una mano a partita in corso.”

Brave Servette e Lucerna

-Domani andrete a trovare quella che sarà la vostra casa per la fase a gironi di una delle coppe europee. Da questo punto di vista affrontate la trasferta con sensazioni diverse dal solito?

“Diciamo che la mia testa al momento si ferma a Ginevra dove disputeremo la prima partita europea. Non sono ancora arrivato a pensare al seguito e ai match da giocare al Letzigrund. Penso che la tua domanda sia utile per sottolineare quanto il campionato di quest’anno sia di ottimo livello. Quello che ha fatto il Servette due giorni fa in Belgio è stato importantissimo, bisogna fare i complimenti a una squadra che riesce a tenere testa in dieci per 115 minuti a un complesso forte come il Genk, soffrendo in maniera perfetta. Bisogna complimentarsi anche col Lucerna perché in tanti davano magari per scontata la sua qualificazione ma quando elimini un avversario che è già arrivato alla 18.esima partita di campionato, e tu sei solo alla seconda, vuol dire che hai fatto qualcosa di importante. Dunque è stato bello vedere le altre  squadre svizzere comportarsi così in Europa. Per tornare al Lugano la testa si ferma alla curiosità di conoscere il nome del nostro avversario nel sorteggio che avverrà lunedì a Nyon. Vogliamo anche noi dare il meglio di noi stessi come l’anno scorso forse non siamo riusciti a fare con il Beer Sheva soprattutto la prima partita in casa”.  

Pazienza coi nuovi arrivati

-Avete avuto una settimana di allenamento dopo le due partite ravvicinate. Come state fisicamente e soprattutto come stanno i nuovi arrivati, visto che finora più o meno sono sempre scesi in campo gli stessi giocatori il che potrebbe far pensare che loro non siano ancora pronti?

“A livello fisico stanno molto bene. Marques prima del match col San Gallo si era allenato una volta sola con la squadra. El Wafi in totale di allenamenti ne ha svolti cinque. Gli unici che si stanno preparando  con noi dall’inizio sono Vladi e Cimignani. Il primo è sempre entrato nel finale a darci una mano, mentre il francese è un giocatore interessante che a me piace parecchio ma che arrivava da un lungo periodo di inattività. Si sta allenando molto bene e troverà anche lui spazio. Rispetto alla passata stagione abbiamo perso pochi giocatori e quindi nelle prime partite mi sono basato sulle certezze, inserendo solo Grgic nel centro del motore della squadra. Gli altri nuovi sono ragazzi giovani che stanno dimostrando in settimana di poter essere anche loro protagonisti.  Certo che soprattutto Marques ed El Wafi hanno bisogno di conoscere meglio i compagni e le dinamiche della squadra. Siamo all’inizio di una lunga stagione e non dobbiamo avere attese e aspettative eccessive, ma sono sicuro di potermi già fidare di loro, tant’è vero che  El Wafi sabato è entrato in un momento caldo della partita senza che qualcuno fosse infortunato perché ero sicuro che ci potesse dare una mano in termini di centimetri e di personalità”.

Amoura e Macek

-Vorrei parlare di Amoura. Quando è entrato in campo è sembrato di un altro pianeta con la sua velocità rispetto ai difensori avversari.  Cosa gli manca per partire dal primo minuto?

-Niente. Lui non ha svolto la preparazione con noi e ha disputato solo uno spezzone dell’amichevole contro l’Inter. Dunque d’accordo con tutto lo staff atletico e fisico abbiamo cercato di dargli altri due spezzoni di gara nelle prime di campionato, perché sapevamo che non avrebbe potuto reggere 90 minuti. Invece poteva entrare a fare la differenza e così è stato. Penso che da questo sabato non ci siano problemi su una sua eventuale titolarizzazione, il discorso vale anche per Macek che con Amoura erano i due giocatori che avevano maggior ritardo. Non ho problemi con questi ragazzi e a Zurigo potrebbero partire dal primo minuto”.

Maturato col tempo

-Come giudichi la sua attitudine di corsa e velocità. Oggi in Svizzera nessuno sta dietro ad Amoura.

“Con El Amine abbiamo avuto un percorso lungo due anni, fatto di ostacoli e momenti di gioia.  E’ giunto a Lugano come punta centrale, non conosceva le dinamiche del calcio europeo e all’inizio lo utilizzavo come attaccante, ricordate il gol che ha realizzato contro l’YB negli ultimi minuti. Poi abbiamo iniziato a lavorare anche su altri ruoli. Purtroppo tutto il girone di andata dell’anno scorso c’erano stati tantissimi piccoli problemi fisici  ma da quando li abbiamo risolti su 19 partite ne ha giocate 11 da titolare. Dalla panchina inoltre ha sempre fatto la differenza. Dunque penso che da gennaio dell’anno scorso sia un giocatore cambiato, molto più preparato tatticamente, più dentro la squadra. Se guardate le prime partite cercava sempre soluzioni individuali mentre adesso cerca tantissime volte l’aiuto dei compagni. E’ un percorso che ci sta per chi arriva da un paese fuori dall’Europa, dove le modalità di stare in campo sono diverse, qui invece la tattica  è molto  importante. Lui ci ha messo del tempo ma adesso l’ho visto giocare con la sua nazionale da centrocampista esterno e segnare i gol . E’ un ragazzo che ha avuto un grande sviluppo e sono convinto che abbia ancora ampi margini di miglioramento ma come hai detto nella domanda la sua velocità a tratti è devastante e cerchiamo di sfruttarla al meglio sia dall’inizio sia a partita in corso.Sono be conscio che Amoura, come tutti gli altri, voglia disputare più partite possibili dal primo minuto.”

Lo cercano in tanti

-E’ lui il giocatore che rischi maggiormente di perdere nel mercato estivo?

“Amoura sicuramente al momento è stato al centro di tante voci perché quello che sta facendo lo vedono anche gli altri e le sue sono caratteristiche di esplosività che cercano anche nei maggiori campionati europei. Dunque è un giocatore che piace a tanti ma, come ho detto prima, fin che è qua lo considero un elemento del Lugano e, tra virgolette, ce lo coccoliamo e sfruttiamo al meglio le sue qualità consci che possa migliorare ancora tanto.”

Soffrire col sorriso

-E’ giusto dire che nelle prime due partite non avete giocato bene come l’anno scorso e non sto parlando di atteggiamento né di mentalità ma di sviluppo del gioco?

“Penso onestamente che i primi 15 minuti contro lo Stade LS abbiamo giocato molto bene, creandoci tante occasioni. Poi per venti minuti loro si sono fatti preferire ma nel secondo tempo non c’è stata partita. Col San Gallo stessa cosa, buona partenza con occasioni da gol mentre in seguito abbiamo fatto fatica a trovare combinazioni.  Ma anche lì nella ripresa, giocata in maniera differente, abbiamo trovato spesso le soluzioni sugli esterni. Come dicevo prima rispetto alla scorsa stagione abbiamo perso due dei tre giocatori che facevano partire l’azione e cioè Doumbia e Daprelà. Giustamente dobbiamo darci del tempo per trovare alternative e nuove uscite. Ma non sono preoccupato sotto questo aspetto, lo sarei stato se la squadra non fosse già accesa, concentrata e sul pezzo. Invece, dopo l’amichevole con l’Inter nel corso della quale abbiamo subite tre reti stupide, la squadra si è ricompattata e mi è piaciuto vederla soffrire col sorriso sulle labbra, non andando mai in difficoltà. E questa è una caratteristica importante per una squadra che  vuole vincere più partite possibili. La vittoria si basa sempre su una difesa solida e partendo da Saipi in queste prime partite ho visto qualcosa di bello.”

Peccato per Veliz

-C’è un giocatore (l’argentino Veliz del Rosario Central) che sei mesi fa avrebbe potuto essere qui e che tra oggi e domani arriverà al Tottenham per 15 milioni di euro più 6 di bonus. Che riflessioni ti spinge a fare questa notizia?

“Che noi abbiamo degli ottimi scout. Il giocatore era stra-vicino al Lugano, le cose erano su ottimi binari ed erano in pochi a conoscerlo. I nostri scout lavorano molto bene e il video mi venne mostrato due settimane  prima che realizzasse una doppietta contro il River Plate. Finora da noi sono sempre arrivati giocatori molto interessanti e di prospettiva. Abbiamo parlato tanto di Amoura altro elemento sconosciuto prima di arrivare in Ticino e che per noi è sempre stato decisivo. Lo stesso Celar arrivava da Cittadella e Cremonese e tanti avevano dei dubbi, invece si è dimostrato uno dei migliori attaccanti di Super League delle ultime due stagioni. La vicenda Veliz mi fa ancora meglio comprendere che chi sta dietro le quinte lavora sempre per il meglio dei nostri due club. Peccato non averlo visto a Lugano perché le caratteristiche erano sicuramente di un  giocatore pronto a esplodere”.

Lasciare il cuore a Lugano

-Parlando di giovani di prospettiva c’è stata di recente l’intervista di El Wafi che ha dichiarato di voler arrivare in nazionale. Lei crede che per questi giovani Lugano sia un buon trampolino di lancio verso palcoscenici importanti?

“Più che crederci lo deve essere. Il Lugano deve essere questo, non una società che prende i giovani per farli restare qua tutta la vita. L’abbiamo sentito anche alla conferenza stampa di inizio stagione del nostro CEO Martin Blaser. Quello che vogliamo è prendere dei ragazzi che abbiano sì un valore ma noi dobbiamo avere il coraggio di farli giocare e farli diventare importanti per poi rivenderli a prezzi molto più alti. E’ un credo del club che avevamo visto già negli anni precedenti con i vari Alioski e con lo stesso Lovric. Dobbiamo essere un trampolino ma non per questo la gente che arriva qui non deve tenere al Lugano. Anzi l’importante è che chi giunge da noi deve essere cosciente del fatto che  se la maglia non la si onora fino in fondo non si può giocare in questa squadra. Chi viene deve metterci tutta la passione di questo mondo, perché senza passione non si può fare il salto che tutti credono e vogliono fare. Le parole di El Wafi sono parole forti di un ragazzo che crede in se stesso, adesso deve fare questo percorso e deve dimostrare giorno dopo giorno se non ora dopo ora di poter indossare questa maglia. Il primo step se si vuole arrivare in campionati più importanti è riuscire a imporsi qui. Al momento è un giovane di buone speranze speriamo che il giorno che se ne andrà sia un giocatore completo e pronto per il grande salto. Giocare nel  Lugano non è facile per nessuno, bisogna meritarselo e avere un’attitudine speciale e soprattutto i nuovi arrivati devono sapere che, anche se sono di passaggio, qui devono lasciare il cuore. E’ la cosa che spiego a tutti: i sogni speciali mi vanno bene però qui bisogna lasciare tutto se si vuole arrivare in alto e qualche esempio lo abbiamo già avuto in passato. Speriamo sia sempre così.”

 

 

 

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