Prendere slancio col GZ per le prossime partite

Dal GC slancio per le partite successive

Alla vigilia di un nuovo tour-de-force con sette partite in 23 giorni il Lugano ha perso per un problema muscolare Nacho Aliseda. La punta argentina, che stava ritrovando le  migliori sensazioni, dovrà stare lontano dalle competizioni per una ventina di giorni. Dal canto suo Hicham Mahou, fermo dal mese di gennaio, ha ripreso ad allenarsi “molto bene” con i compagni. In questo e nel prossimo week-end avrebbe dovuto scendere in campo con la U21 in vista del rientro in prima squadra. Un’angina lo ha però colpito mercoledì e lo costringerà a rinviare il ritorno in una partita ufficiale. Sono queste le principali informazioni scaturite dalle settimanale conferenza stampa che l tecnico bianconero Mattia Croci-Torti ha tenuto in vista del match di domenica al Letzigrund con il Grasshopper.

Peccato per Aliseda

L’infortunio del funambolico attaccante argentino è stato commentato dal mister. “Mi spiace e sono amareggiato di  aver perso Aliseda per le prossime sette partite perché si stava riavvicinando al Nacho che conoscevamo. Con le sfide che ci aspettano sappiamo benissimo che a volte dobbiamo lasciar riposare elementi come Bottani e Steffen:  con l’aggiunta di Aliseda e Cimignani avremmo un reparto offensivo molto forte e di grande qualità sul piano svizzero. Cercheremo di ritrovare il prima possibile almeno Mahou, le sfide sono tante e non possiamo costringere certi giocatori a tirare la carretta per forza ma devono giocare in maniera più brillante possibile per fare prestazioni vere come hanno fatto finora. Tornando ad Aliseda quanto successo è una piccola tegola perché ci mancherà un elemento in grado di determinare le partite. Se parliamo tuttora dell’impresa di Besiktas è grazie al suo primo gol. E’ un giocatore molto forte negli ultimi 25 metri, peccato averlo perso, cercheremo di recuperarlo il prima possibile perché dopo queste sette partite ci sarà un altro tour quasi peggiore di questo.”

7 partite in 23 giorni

-Vi attendono sette partite in tre settimane. L’ultimo periodo simile che avevate vissuto era andato positivamente, con quali sensazioni approcciate questa nuova serie di incontri ravvicinati?
“Abbiamo maggior esperienza nel vivere queste situazioni, sappiamo e lo hanno imparato anche i giocatori cosa voglia dire giocare tante partite ravvicinate. L’altra volta erano state 7 in 24 giorni, adesso saranno 7 in 23 giorni. Inoltre in Coppa svizzera non troveremo più il Lancy ma il Losanna sul loro campo sintetico: sicuramente abbiamo un turno ancora più difficile. Ma non vediamo l’ora di iniziare e anche i giocatori sanno che l’importante è guardare al gruppo, visti i tanti impegni abbiamo bisogno di tutti. Nel primo girone tutti sono stati protagonisti, ogni elemento della rosa ha disputato  4, 5 o 6 partite. Sempre in campo dall’inizio ci sono stati solo Saipi e Grgic. Dunque l’importante è essere un gruppo, togliere invidia o gelosia e ragionare come squadra con degli obiettivi comuni. Solo così possiamo toglierci delle soddisfazioni. Adesso ci sono già partite che contano più delle altre. Evidentemente quella di Losanna è una di queste e pure la doppia sfida col Bruges in Conference League. Sono gare che hanno un peso maggiore e bisogna farsi trovare pronti fisicamente e mentalmente”.

Tutte sfide importanti

-A proposito delle sette partite imminenti: mi dirai che pensi partita dopo partita ma non hai fatto un programma magari a blocchi, ci sono degli step  anche in vista di un eventuale turn over?

“Quella è una cosa a cui ogni allenatore pensa regolarmente. Domenica sarà l’unico match che sarà seguito da “ben” quattro giorni di “riposo”. Dunque ci sarà il tempo per recuperare e non vedo perché a Zurigo non debba scendere in campo la squadra migliore, composta da chi si sente meglio.  Dopo arriveranno però partite decisive: se vogliamo provare ad andare avanti in Europa la sfida in casa col Bruges diventa importantissima. Poi affrontiamo a Cornaredo l’YB e sappiamo che tutti  vorrebbero disputare quel match. In seguito ci saranno gli ottavi di Coppa a Losanna  e non c’è bisogno di dire quanto ci teniamo. Sono tutte partite importanti ed è difficile per me adesso trovare un impegno a cui dare più peso degli altri. La prima gara, domenica con il GC, è quella che può darci lo slancio e stiamo vivendo questa vigilia sapendo che abbiamo bisogno dei 3 punti per rimanere su in campionato. Affrontiamo una squadra che nell’ultima partita disputata ha ritrovato sensazioni positive andando a vincere nettamente a Yverdon. Ci terranno a fare bene anche in casa ma noi siamo consci che se vogliamo dare un impatto positivo al campionato è importante portare a casa punti dal Letzigrund. Ci concentriamo sul GC e poi dovremo essere bravi noi come staff tecnico e medico a capire chi è pronto a disputare le partite successive. Più che un programma sulla carta bisognerà veramente identificare chi ne ha di più e non parlo solo di energie fisiche ma soprattutto nervose che sono poi quelle che fanno la differenza. E l’abbiamo visto anche due settimana fa contro il Servette dove una sfida alla pari, con noi che nel secondo tempo abbiamo sempre avuto il controllo del pallone, è stata persa perché ci è mancata la brillantezza non tanto fisica ma a livello di testa”.

Tra campionato e coppe

-Se non si può fare a livello di turn over si può fare un programma in linea di massima a livello di punti da conquistare in queste sette partite?

“E’ difficile che risponda a questa domanda nella maniera a me più consona che sarebbe che noi cerchiamo di conquistare il maggior numero di punti possibili e puntiamo a vincere tutte le partite. Ma sappiamo benissimo che se in Europa riusciamo a incasellare quattro punti nella doppia sfida con il Bruges avremmo fatto qualcosa di importante. Sappiamo anche che in Coppa svizzera a Losanna non ci saranno punti in palio ma che conterà solo vincere. In campionato sappiamo cosa vogliamo fare fino a dicembre, restare il più in alto possibile anche se ci saranno partite che non andranno come dovrebbero e come vorremmo. Però contro avversari come GC e Losanna sappiamo che ce la possiamo giocare, non stiamo parlando di dover affrontare l’YB a Berna com’era successo dopo la partita col Bodø/Glimt. Ma sono comunque avversarie che se non vengono prese con le pinze giuste ti possono mettere in difficoltà. Dunque grande concentrazione sempre e cerchiamo di fare punti in Conference: magari con due pareggi siamo ancora lì a potercela giocare. Ma a Bruges siamo tutti coscienti che sarà una gara tosta quindi giovedì a Zurigo dobbiamo cercare assolutamente di uscire con dei punti.”

Cavallette in fiducia

-Hai parlato dell’importanza specifica della sfida con il GC. Tendete magari a guardare ogni tanto anche le altre partite in programma la stessa giornata. In questo caso ci sono le sfide tra YB e Zurigo o Lucerna-Yverdon. Sostanzialmente quindi l’una o l’altra delle concorrenti per i primi sei posti dovrebbero perdere punti; in certi turni la classifica si muove più che in altri.

“Sono sincero, queste valutazioni nella mia testa ci sono ma cerco di guardarle solo negli ultimi turni. Adesso quello che conta è sempre muovere la classifica.  Il Grasshopper è una squadra che non viveva un bel periodo ma sappiamo che basta una vittoria, come quella di Yverdon, ad averli fatti andare nella pausa per le nazionali (dove hanno perso solo tre elementi), per farli lavorare con serenità e domenica ci terranno a vincere davanti al loro pubblico. Dunque non guardiamo alle altre ma vediamo noi di trovare il modo di raccogliere il maggior numero di punti possibili. Nelle prossime tre partite dobbiamo cercare sempre di andare a punti, anche con l’YB in casa nostra negli ultimi due anni abbiamo dimostrato di riuscire a giocarcela. Facciamo più fatica al Wankdorf e lo si è visto e cercheremo di investire la tendenza. Ma a Cornaredo abbiamo sempre fatto cose importanti anche contro di loro. Dunque vediamo di conquistare 7 punti anche in campionato su tre partite. Dobbiamo provarci:  deve essere un obiettivo comunque quello di restare più attaccati possibile alle squadre di testa”.

Basilea si riprenderà 

-In riferimento a questo discorso di cercare di stare ai vertici che effetto ti fa sentire che il proprietario del Basilea dichiara che la squadra di fatto si limiterà a lottare per non retrocedere?
“Ci pensavo in questi giorni: ad oggi su dodici squadre ce n’è una sola in crisi, tutte le altre hanno avuto un percorso non troppo negativo. Non sono cambiati allenatori nelle prime dieci giornate, perché poche squadre sono partite clamorosamente male. La settimana scorsa abbiamo visto il Servette, che ha disputato quattro partite in Europa più di noi e quindi la domenica ha sempre fatto fatica, riuscire per la seconda volta a superare le difficoltà e a conquistare i tre punti sia col Losanna sia contro di noi. Quindi fa un po’ sorridere pensare che l’unica in crisi sia la squadra che potenzialmente -vedevo ieri i dati appena aggiornati su Transfermarkt- che ha i giocatori in assoluto  più importanti tra i nuovi di Super League. Con questi inserimenti faccio fatica a vedere il Basilea rimanere a lungo nella parte bassa della classifica.”

Molti giocatori in gol

-Dicevi che nel primo tour-de-force siete riusciti a rendere tutti i giocatori protagonisti. Leggevo un dato interessante: il Lugano assieme all’YB è la squadra al primo posto per numero di giocatori andati in gol. E’ un dato che valuti positivamente o hai il rammarico di non avere l’attaccante che segna tante reti?
“Anche oggi nell’allenamento ho preso da parte i centrocampisti e ho chiesto ancora maggiori inserimenti per non lasciare le punte isolate davanti. A volte sia Celar sia Vladi li lasciamo soli nel due contro uno.  Al momento siamo molto bravi a palleggiare, gli avversari fanno fatica a portarci via palla, ma dobbiamo migliorare negli inserimenti per segnare e per aiutare l’attacco. Sono   molto contento che undici giocatori abbiano realizzato almeno un gol, significa che partecipiamo in molti all’azione offensiva.”

Celar e la concorrenza

-Qual è il tuo pensiero riguardo alle cinque panchine consecutive di Celar con la sua nazionale?
“Bisogna guardare cosa sta succedendo ai suoi compagni di nazionale. Sesko è un attaccante valutato 30  milioni che sta facendo molto bene anche in  Champions League. E’ uno dei più grandi bomber del calcio europeo degli ultimi mesi. Quindi chi ha preso il posto di Zan è un fuori categoria. Ma l’importante è essere nel giro della nazionale ed essere sempre convocato per poter magari fare l’Europeo. Non dimentichiamo che alla Slovenia manca un solo punto e che non è più titolare nemmeno un elemento come Lovric che gioca sempre nell’Udinese. Pensiamo quindi al valore della rosa slovena con un portiere che gioca nell’Atletico Madrid e che ha in panchina elementi come Verbic titolare della Dinamo Kiev. Sicuramente il campionato sloveno non è di prima categoria ma i giocatori di quel paese in giro per l’Europa iniziano a essere elementi tosti, non è un caso se sono primi nel girone.”

Progressi di Vladi

-A proposito di Celar non hai  mai pensato di schierarlo a fianco di Vladi?

“Ci ho pensato. Ci sono stati dei momenti, e guardate nel finale delle ultime partite, che li ho schierati assieme. A volte mi piacerebbe giocare con due attaccanti se schierassi il 3-5-2. Non sono peer contro un amante del 4-4-2, preferisco  avere elementi che sguazzino tra le linee degli altri. Ma se capirò che tutti e due meritano id giocare dall’inizio prima degli altri non avrò problemi a mettere in campo sia Celar sia Vladi. Ma è importante anche valutare il percorso di crescita che ha avuto Vladi da quando è arrivato. C’è stata costante e completa evoluzione, dopo due mesi possiamo dire di avere già un giocatore pronto a farsi rispettare almeno a livello nazionale. Devo ringraziare la società perché siamo andati a pescare bene in Challenge League per l’ennesima volta dopo Hajrizi, Haile-Selassie e Bislimi. Vladi è un altro che in pochi mesi si è già abbastanza imposto. A inizio stagione nei miei pensieri non c’era l’idea di poter schierare due punte ma grazie all’evoluzione del ragazzo devo considerare questa opzione.”

Cimignani chiave vincente

-Quello che stai dicendo vale probabilmente anche per Cimignani che ha trovato sempre più spazio e che ha ripagato la fiducia ricevuta?
“Yanis ha giocato tutte le partite, magari non sempre dall’inizio ma spesso come primo cambio. Dopo pochi mesi è entrato nelle rotazioni della squadra, abbiamo perso un elemento come Amoura che ci dava tantissimo nei minuti finali. Ma anche Cimignani è un giocatore che sa saltare l’uomo, piace a me e ai tifosi del Lugano. E’ un ragazzo al quale mancava il ritmo partita e che adesso l’ha trovato. Devo aggiungere che sia dall’inizio sia a partita in corso ha dato un forte impatto. Quando non parte non è perché non se lo meriti ma perché a volte è una chiave inserirlo a partita in corso.

Il “sogno” nazionale

-Stando a un sondaggio che verrà pubblicato domenica sul “Mattino” il collega del Corriere del Ticino Nicola Martinetti alla domanda chi vedresti come allenatore della nazionale al posto di Yakin ha risposto: Mattia Croci-Torti. Volevo un tuo commento.

“Non è facile fare l’allenatore della nazionale. Murat si trova in mezzo alle critiche perché i risultati ottenuti ultimamente dalla Svizzera non sono stati ideali. Io non mi sento adesso all’altezza del ruolo, spero che un giorno, con l’esperienza, di poter coronare un sogno che qualsiasi allenatore svizzero ha. Ma non è una panchina che mi si addice; chi la occupa ha ottenuto una stupenda qualificazione ai Mondiali. In questo momento vive un periodo di appannamento e spero con tutto il cuore che si possa riprendere perché la nazionale ha bisogno di andare all’Europeo. Mi fa piacere che un giornalista ticinese mi abbia sponsorizzato però sono sicuro che per poter gestire i rossocrociati adesso ci voglia esperienza e grande carisma  e non è una cosa che tutti hanno. Murat Yakin quando è stato scelto, oltre ad aver vinto campionati con il Basilea, aveva esperienze internazionali alla guida dello Spartak Mosca. E’ un tecnico che da giocatore aveva un importante pedigree e una grande considerazione nel palcoscenico del calcio elvetico. Spero che con il lavoro e con qualche successo con la maglia bianconera e quant’altro possa anch’io un giorno esaudire questo sogno. ma al momento non sono pronto né posso considerarmi all’altezza del compito.”

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