Croci-Torti: puntiamo su orgoglio e compattezza
Sabato 29 gennaio il campionato CS Super League riprende con la prima giornata del girone di ritorno. Il Lugano sarà impegnato sarà impegnato alle 20.30 al Wankdorf contro i campioni svizzeri. Un YB che ha terminato il girone di andata al terzo posto e che vorrà fare di tutto nei prossimi mesi per cercare di riconquistare il titolo. Nella fase di preparazione Lustenberger e compagni hanno disputato cinque amichevoli, contro quattro avversarie di SL e una di CL, vincendole tutte: con un bilancio di 24 reti segnate e sei subite. Il compito del Lugano sarà quindi molto difficile. La squadra mancherà degli squalificati Sabbatini e Custodio, oltre che degli infortunati Guidotti e Belhadj, mentre Maric, in condizioni non ottimali, dovrebbe effettuare la trasferta. Facchinetti, Celar e Haile-Selassie, tenuti precauzionalmente a riposo la scorsa settimana nell’amichevole di Chiasso, sono stati recuperati.
Prima di dirigere l’allenamento di rifinitura del venerdì pomeriggio, il tecnico Mattia Croci-Torti (TiPress) ha incontrato i rappresentanti dei mass media, concentrandosi inizialmente sulle condizioni di Amoura.
“Proviamo oggi visto che negli ultimi giorni è stato condizionato dal mal di schiena che l’aveva colpito nel ritiro in Coppa d’Africa con l’Algeria e ne aveva impedito l’utilizzo nelle ultime due partite. Lo abbiamo sottoposto ad alcune cure e speriamo di averlo con noi perché, come si era visto anche nell’andata, anche solo per pochi minuti può essere un giocatore che da fastidio agli avversari.”
-Avete concluso il girone di andata con ottimi risultati ma si è detto che la squadra avesse bisogno di essere puntellata. Guardando ad esempio ai movimenti del San Gallo l’impressione è che a Lugano non ci siano stati grandi acquisti. Come giudichi la situazione ad inizio del ritorno?
“So che la società sta lavorando ogni giorno per rendere migliore la rosa. Il mercato invernale è ancora aperto, sarei preoccupato se non vedessi la volontà di operare e di mettermi in condizione di lavorare al meglio. Sappiamo quali giocatori possano aiutare la rosa. Ho sempre detto durante l’andata che avevo solo tre centrocampisti e non posso adesso dire che mi va bene così. Non abbiamo ancora recuperato Guidotti e Belhadj, elementi sui quali io e la società puntiamo, quindi in queste ore perfezioneremo sicuramente l’acquisto di qualche giocatore che ci possa tornare utile. Stiamo lavorando forte su obiettivi comuni, lo dico con grande onestà e trasparenza come avevo fatto dopo le amichevoli, non ci lamentiamo e continuiamo a fare del nostro meglio cercando di mettere in condizione giocatori come Yuri, che nell’andata alla fine si sono messi in mostra, di ripetersi e di mettere in luce ragazzi appena arrivati e che hanno lo spirito giusto: penso a Selassie ed Aliseda. Sono contento anche dell’atteggiamento di Durrer: sono venuti per darci una mano, magari non si pensava che avrebbero dovuto darcela fin dalla prima partita ma è il caso e dunque andiamo a Berna con fiducia con questi ragazzi sapendo che la partita non è facile ma non sarebbe stata facile nemmeno con la rosa al completo.”
-Come sta andando il recupero di Guidotti e Belhadj?
“Stefano avrà oggi un ultimo decisivo consulto per affrontare il problema al tendine del tallone d’Achille che da troppo tempo lo condiziona. Ci siamo presi una pausa perché continuare a tirare la corda non funzionava né per il giocatore né per la squadra. Dovremmo avere chiarezza dopo la giornata odierna, speriamo che non debba venir operato ma il rischio c’è. Parliamo tanto di Guidotti perché è un ragazzo che stimo e ho cercato sino all’ultimo di tenerlo vivo nel gruppo, sapevo l’importanza che ha avuto in questi anni, nonostante non abbia avuto grande continuità quando c’è stato si è fatto sentire. Belhadj a sua volta è un elemento che non esce da piccoli infortuni e anche con lui ci siamo presi una pausa per farlo veramente arrivare in condizione ed aiutare la squadra. Ricordiamo che l’ultima partita che aveva disputato aveva segnato un gol al Losanna, poi non è più stato a disposizione.”
-Come vedi negli allenamenti Custodio, Sabbatini e Lavanchy i tre dei quali si parla tanto in vista del rinnovo del contratto che scade a giugno?
“Sono evidentemente cose societarie, io mi occupo di quello che fanno in campo e devo dire che il loro spirito e la maniera di aiutare anche i nuovi sono notevoli. Non vi nascondo che stimo questi ragazzi e gliel’ho già dimostrato più volte sia in passato sia da quando sono alla guida della squadra. E’ normale che abbia piacere che le trattative vadano in porto. Ognuno dovrà fare le sue scelte: i giocatori sanno che da parte mia e dello staff tecnico c’è grande fiducia in loro. Vi assicuro comunque che la loro attitudine e il loro modo ci comportarsi non sono cambiati di una virgola.”
-Da qualche giorno si sta allenando con voi M’Bakata terzino franco-congolese. Come lo giudichi?
“E’ un giocatore interessante. Abbiamo in mente di rinforzarci sulle fasce laterali e vedremo se con lui o con un altro elemento. Di piste ce ne sono, dobbiamo arrivarne a una sperando che la cosa quadri. Ma il ragazzo è interessante”.
-Si parla tanto di mercato e di rinforzi, ma tu come gestisci l’interno e cioè i giocatori che ci sono e che vanno protetti e valorizzati?
“Ieri ho parlato tranquillamente con grande trasparenza alla squadra. E’ un gruppo che numericamente è stato in difficoltà da inizio stagione e non sono queste partite che possono influire ancora maggiormente sulla situazione. Siamo una squadra che ha coraggio e che non deve avere paura di nessuno. Abbiamo preso dei giocatori che sono venuti a sostituire qualcuno che non aveva più voglia di restare. La caratteristica fondamentale del Lugano degli ultimi anni non è l'”io”, il singolo o l’allenatore ma è sempre stato il gruppo. Ho fatto di tutto per cercare di finalmente creare un unico locale che potesse ospitare tutti i ragazzi; abbiamo demolito un muro creando uno spogliatoio più grande visto che finora le norme Covid non ci permettevano di tenere tutti i giocatori in un solo stanzone. Ma è una cosa importantissima e ringrazio la città di Lugano per averci dato il permesso di portare avanti il progetto e di fortificare ancor maggiormente lo spirito di squadra che abbiamo. I risultati sono sempre venuti grazie a quello, poi c’è la giocata del singolo che ti porta alla vittoria, ma se non hai il gruppo dietro, il compagno che fa un centimetro in più o che quando sei in difficoltà mette la gamba al tuo posto, le cose crollano come un castello di sabbia. Ho parlato chiaro ai ragazzi: il gruppo c’è e deve essere migliorato ma andiamo avanti tranquillamente sulla nostra strada. Non devo lamentarmi ma cercare di tirar fuori il meglio dai giocatori a disposizione che hanno grosse qualità. Si parla tanto in questi giorni di aspettative deludenti di mercato: ma è arrivato un attaccante come Aliseda che ha un background pazzesco, ha qualità notevoli. Quanto ad Haile Selassie l’ho cercato personalmente perché nella sfida di Coppa a Neuchâtel ci ha messo in difficoltà per 84′: è un elemento che per due mesi ho seguito ogni partita prima di ingaggiarlo.Anche il nuovo giocatore che desideriamo che arrivi in questi giorni l’ho fortemente voluto perché lo seguo da tempo. Cerchiamo di trovare solo le soluzioni che ci diano un vantaggio, altrimenti lasciamo perdere.”
-Il caso vuole che affrontiate l’avversario che nell’ultima partita del girone di andata vi ha sconfitti nettamente a Cornaredo. Sei andato a riguardare quel match o ti sei concentrato maggiormente sulle amichevoli di preparazione dell’YB?
“Abbiamo guardato tutti gli impegni invernali ma è normale che l’immagine di Siebatcheu che mi saluta a fine partita con il pallone in mano dopo averci fatto tre gol mi è passata tante volte per la testa. Ho passato giorni a San Bernardino che l’immagine di lui che mi sorride e mi dice “bien joué coach”. La verità è che quella di dimembre è stata una partita strana, l’ho riguardata e il primo tempo è stato particolare, siamo entrati in campo con lo spirito giusto e con un buon atteggiamento ma i centimetri dell’YB e la loro forza fisica li abbiamo sofferti troppo. Ci hanno sovrastato sotto l’aspetto fisico, ahimè noi concediamo sempre qualche centimetro di troppo contro di loro. Anche domani la mia grande paura è come difendere sulle palle ferme, danno sempre qualcosa in più contro di noi”.
-Come risolverai i dubbi sul centrocampo visto che ti mancheranno Sabbatini e Custodio?
“Non ci sono segreti nella partita di domani. Avremo un centrocampo rivoluzionato nel quale daremo grande fiducia a Sandi Lovric che dovrà prendere in mano la squadra ed aiutare i giovani schierati al suo fianco. Poi sappiamo che Mattia Bottani è in grado di far saltare gli equilibri di una partita. Gli chiederemo di sacrificarsi ancora più del solito e di tornare indietro mentre altre volte preferisco che non faccia troppe corse a ritroso per essere più lucido in zona gol. Bisognerà stringere i denti: scenderemo in campo sperando di fare un risultato positivo.”
-La fortuna è che la tua squadra nel DNA ha proprio la sofferenza e si esalta nelle difficoltà, lo ha sempre fatto con i diversi allenatori che si sono alternati sulla panchina?
“Il calcio alla fine è come la vita. I valori che un individuo ha dentro poi li trasmette sul campo da calcio. I valori che hanno questi giocatori sono forti, profondi, istaurati dentro di loro. La capacità di stare veramente concentrati sul pezzo per novanta minuti; è la costanza che ha portato in questi anni il Lugano a fare tutti questi punti. Poi abbiamo qualità tecniche che a volte vengono offuscate dai valori umani. La voglia di soffrire e di combattere di questi ragazzi dovrebbe portare la gente a sostenerli. Lo dico ad alta voce e senza timori: la squadra ha un orgoglio e gioca con orgoglio, l’ultima partita è forse stata una delle uniche dove ho visto i ragazzi abbattersi, raramente in passato hanno mollato o concesso agli avversari la possibilità di divertirsi.”
-La nuova proprietà da quando è arrivata ha chiesto la salvezza deludendo forse qualche tifoso; dopo il girone di andata immagino farete fatto un bilancio. Cosa ti è stato chiesto?
“Gli obiettivi non sono mutati, desideriamo salvarci il più presto possibile perché la società non vuole rimanere a Lugano uno o due anni ma ha un progetto a lunga scadenza grazie anche alla votazione sul nuovo Polo sportivo. Vogliono creare qualcosa di importante facendo un passo alla volta. Oltre alla salvezza, e l’ho già detto due giorni fa, è normale che -visto anche che YB, Basilea e Zurigo sono fuori dalla Coppa- il pensiero diventi grande e noi si creda veramente di poter arrivare all’atto finale. Sul campionato non dimentichiamoci che fare 30 punti non è stato facile, abbiamo dovuto lottare tutte le partite e non sarà facile ripetersi da domani e nemmeno la settimana prossima quando a Cornaredo arriverà un Lucerna agguerrito”.
-Questione portieri: ne hai tre a disposizione. Esiste una gerarchia?
“Sono tutti abili e arruolabili. Siamo stati chiari con tutti e tre e da domani vedrete le gerarchie, non ho nessun dubbio nella mia testa.”
-Pensi che le sirene di mercato italiane sui vari Nsamè e Siebatcheu possano influire sul loro rendimento domani?
“Faccio già fatica a pensare ai nostri problemi di mercato che non posso prefigurare quelli dei bernesi. L’YB ha certamente alternative sufficienti. Poi se sei accostato alla Sampdoria o al Genoa magari potresti essere indotto a tirare indietro la gamba ma sono giocatori che se vincono guadagnano soldi, vogliono sempre fare gol e in questi anni hanno dimostrato di avere una mentalità professionistica. Nsamè che, torna a giocare una partita dopo otto mesi, credo che vada in campo con l’intento di farci più gol possibili. Non prevedo rilassamenti”.
-Lo Young Boys ha perso Aebischer ed Hefti, sono un po’ più debolucci non credi?
“Faccio un po’ fatica a definire deboluccio l’YB. Queste assenze ti permettono di pensare alla partita in maniera differente. Un tecnico deve cercare sempre di guardare, oltre agli aspetti positivi, agli eventuali punti deboli dell’avversario. Quando hai contro un Hefti che spinge tantissimo è ovvio che sai che qualche incursione su quella fascia in fase di transizione puoi e devi farla. Se invece gioca Maceireas che resta lì è normale che la strategia deve essere differente. L’esplosione di Rieder negli ultimi mesi fa sì che la partenza di Aebischer venga vissuta con leggerezza. Era lui che calciava tutti i corner e le punizioni della squadra ma adesso tocca a Rieder che le calcia, se possibile, ancora meglio.”
-Hai vissuto la presenza di un presidente come Renzetti, questa nuova struttura societaria come cambia il lavoro del tecnico?
“Angelo era sempre presente nel dopo partita e si faceva sentire nel bene o nel male. Però ti lasciava sempre lavorare tutta la settimana con grande tranquillità e si fidava degli uomini di fiducia che c’erano al campo penso a Manna prima e Padalino poi. Adesso non c’è la presenza fisica di un presidente ma dopo ogni partita ricevo un messaggio da oltre Oceano, significa che anche la nuova proprietà sente i match. Carlos Da Silva è sempre presente agli allenamenti quindi cambiano certe dinamiche ma percepisco che c’è sempre attenzione. Ogni proprietà il risultato lo vuole, poi ognuno lo vive più o meno intensamente.”