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“Contro lo Zurigo sarà una partita maschia”

Questa domenica, tra le mura casalinghe dello stadio di Cornaredo, il Lugano affronterà lo Zurigo (leggi la nostra anteprima della partita) nella 25ª giornata di Credit Suisse Super League (calcio d’inizio alle 14:15).

“MI ASPETTO UNA PARTITA MASCHIA”

-Dopo un inizio di 2024 disastroso, con soli due pareggi in quattro partite, lo Zurigo si è ripreso inanellando due vittorie di misura consecutive. Dopo due sconfitte per 3-0 in questa stagione, quali armi utilizzerete per invertire questa tendenza?

“Sicuramente bisognerà essere forti nei duelli, è una squadra molto fisica che sta facendo qualcosa di diverso da quando ha cambiato allenatore. Lo Zurigo viene ad aggredirti alto e questo aspetto nei duelli è la loro grande risorsa. Noi dovremo essere bravi a mettere in campo le nostre qualità, che senza nasconderci sono molto alte. Dovremo provare a fare la partita, ma anche essere molto abili a non mollare mai il colpo. Contro una squadra tosta come la loro, sulle seconde palle, sui duelli, non puoi farti trovare impreparato. Mi aspetto una partita molto maschia. Tante volte, chi prevale contro di loro in questo aspetto può portare a casa i tre punti”.

“LO ZURIGO HA GIOCATORI IMPORTANTI”

-A livello offensivo lo Zurigo è una squadra che sta faticando nelle ultime partite… solo 7 gol nelle ultime 9 partite.

“Sì, però le ultime due partite le hanno vinte e nel calcio d’altronde basta fare un gol in più degli avversari. Hanno fatto sei punti, mentre noi nelle ultime due ne abbiamo fatto solo uno. Dobbiamo invertire questo trend. Poi, evidentemente, hanno interpreti offensivi importanti come Marchesano, centrocampisti che trovano facilmente la via del gol come Krasniqi, hanno giocatori come Okita che ci ha messo spesso in difficoltà e hanno recuperato anche Rohner nelle ultime partite. Non hanno più quell’attacco della stagione in cui hanno vinto il campionato con i vari Ceesay, Gnonto, Kramer e Tosin, ma sono una squadra comunque forte sugli esterni con giocatori come Boranijasevic, lo stesso Guerrero, Conceicao. Bisogna fare molta attenzione”.

“CI ASPETTIAMO UNO ZURIGO BRAVO A CHIUDERE GLI SPAZI”

-Quanto può cambiare una squadra con un cambio di allenatore in cosi poche partite? Tu hai potuto osservare qualcosa di particolare?

“Mettono in campo quello che il loro direttore sportivo vuole. Il direttore sportivo che ha seguito lo Zurigo in questi ultimi mesi ha sempre parlato di un grosso cambiamento, di volere un calcio più offensivo rispetto a quello messo in pratica da Henriksen. Lo hanno già fatto nell’ultima partita, passando da una difesa a cinque ad una difesa a quattro, nonostante la squadra difendesse molto bene con cinque difensori. C’è un Marchesano più libero di agire tra le linee, ad esempio. Ci aspettiamo comunque uno Zurigo bravo a chiudere tutti gli spazi e trovare i gol nelle situazioni che si creavano.

“SPERO DI AVERE VALENZUELA DOMENICA”

-Tatticamente ritrovi Valenzuela. Per te e per la squadra cambia molto a livello sia di modulo che di posizioni e stabilità, facendo giocare i giocatori nel ruolo giusto?

“Non è che i giocatori non hanno giocato nel ruolo giusto, alcuni di loro potevo farli giocare anche domenica scorsa. La verità è che quando hai a tua disposizione giocatori che nascono come terzini si può costruire il gioco in una determinata maniera. Se non li hai bisogna fare di necessità virtù e trovare altre soluzioni, che in altre occasioni sono state molto interessanti. Sicuro, quanto ti viene a mancare un giocatore come Doumbia, che ci poteva dare una mano, o i nostri terzini sinistri, bisogna trovare altre soluzioni. Speriamo che Valenzuela ci possa essere domenica, come speriamo che Marques possa tornare nelle prossime settimane. Ma non perché senza di loro non si possa giocare, ma semplicemente perché è meglio avere più alternative per mettere in difficoltà gli avversari. Lo scopo di un allenatore non è arrivare alla domenica e sperare che gli altri sbaglino, ma di trovare i moduli o i principi per mettere in difficoltà la squadra avversaria”.

“QUEST’ANNO OGNI PARTITA PESA”

-Quanto è decisiva per la vostra stagione questa settimana, con questa partita importantissima e quella di Coppa in settimana?

“Quest’anno le partite pesano tutte in maniera diversa già da questo momento, rispetto agli anni passati, dove comunque anche non volendo ci si poteva permettere di sbagliare qualcosa in campionato. Qui non si può più sbagliare, non ha fatto piacere a nessuno non portare a casa punti da Ginevra, con un episodio che ci ha fatto perdere compattezza nel guidare la partita. Il peso di ogni gara adesso è tanto. Chiaramente quella di mercoledì ha un peso ancora maggiore, perché è una partita da dentro e fuori. Sapete non solo quanto ci tengo io, ma quanto ci tengono anche la società e i tifosi. Ci terrà sicuramente anche il pubblico del Basilea. Dovremo farci trovare pronti in queste tre partite non facili, perché oltre allo Zurigo ci sono il Basilea e un campo difficile come il Lucerna”.

-Non è la prima volta in cui affrontate una squadra in Coppa e avete meno tempo per recuperare rispetto gli avversari (il Basilea gioca sabato, ndr).

“Queste sono le follie che non preferisco non commentare più. Sono rimaste ormai poche squadre, soprattutto di Super League. Non ci voleva tanto a mettere le partite delle società coinvolte in Coppa nello stesso giorno, ma questo è un discorso a parte in cui non ho neanche voglia di entrare in merito”.

“TESTA SULLE PROSSIME TRE PARTITE”

-C’è già qualche ragionamento già avanzato anche in ottica Coppa o non si pensa a quella partita?

“Il ragionamento è sulle prossime tre partite, dunque qualcosa nella mia testa frulla, ma riguarda la gestione di tutte le gare, sapendo benissimo che la sfida di domenica potrebbe dare entusiasmo in vista della Coppa. Un allenatore deve sapere che giocatori ha a disposizione, sappiamo che Grgic potrà rientrare solo nella terza partita, perché sarà squalificato nelle prime due, come sappiamo che difficilmente troveremo qualcuno a disposizione dall’infermeria. Con i giocatori che abbiamo a disposizione dovremo trovare le giuste rotazioni per farci trovare sempre pronti”.

“MI MANCA VINCERE IN CASA”

-Nel 2024 non hai ancora vinto in casa, cosa che immagino ti dispiaccia. Ti manca andare sotto la curva, esultare come ogni tanto hai fatto, e questo tuo essere molto genuino verso la tifoseria? È qualcosa che non è cambiato o che hai cercato di cambiare?

“A me manca soprattutto vincere in casa. Dispiace, perché abbiamo fatto due punti in tre partite. Sapevamo di volerne fare sicuramente di più. Avevamo la Young Boys in casa, ma anche due gare alla portata come Grasshopper e Stade Losanna, ma non siamo stati abbastanza bravi a indirizzarle in nostro favore. Più che il mio modo di essere, la maniera di esultare e di essere genuino conta solo la vittoria che porta l’entusiasmo. Ad inizio anno, tante volte Cornaredo ci ha aiutati, adesso è sicuramente un periodo in cui non riusciamo a trovare la via del successo ed è una cosa che mi pesa. Dobbiamo subito cercare di invertire la tendenza, sapendo che domenica sarà una partita come tante, difficile, perché sappiamo quanta gente arriverà da Zurigo. Quando alcune volte giochiamo in casa con 1500 tifosi delle altre squadre è sempre bello, perché comunque c’è un’atmosfera di tensione che ci carica. Ed è quello che deve succedere domenica”.

“DOBBIAMO LIMITARE GLI ERRORI”

-A Ginevra pensi di essere riuscito a far passare il messaggio al gruppo, al di là degli accorgimenti tecnico-tattici, al di là del rosso che ha condizionato il finale di partita, che almeno un punto lo si poteva portare a casa?

“Non ce n’è stato bisogno e non penso che ce ne sia, ho ragazzi abbastanza intelligenti. Rivedendo la partita insieme hanno capito che avevamo tutto per portare a casa questi punti, pur sapendo che Ginevra è sempre un campo difficile. Ma per come si era messa la partita potevamo fare di più, lo sappiamo. Gli avversari sono stati molto bravi quando sono andati in superiorità numerica. Dobbiamo accettare questo fatto. Dobbiamo sapere che se il Servette ha vinto questa partita è perché noi abbiamo commesso degli errori. Vanno eliminati questi errori, dobbiamo diventare più precisi e aumentare questa qualità che è venuta a mancare negli ultimi tredici minuti col Servette”.

“CI DEVE ESSERE LA VOGLIA DI COMBATTERE”

-Hai detto di aspettarti una partita maschia contro lo Zurigo. Strizzerai l’occhio ad una formazione un po’ più fisica, posto che con le assenze non hai tanto margine?

“Più che una squadra fisica, dovrò essere bravo a mettere in campo i giocatori più pronti per questo tipo di partita. Sappiamo che le nostre qualità sono forse un po’ diverse dalle loro, dovremo cercare di mettere in campo la nostra maggiore tecnica. Nel loro 3-0 qui a Cornaredo era venuta a mancare quella incisività nei duelli, nelle seconde palle, e ad una squadra come lo Zurigo non puoi concedere tanto. In una partita come quella di domenica non dovrà assolutamente mancare la voglia di combattere fin dall’inizio”.

“NON PENSO CHE I GIOCATORI NON GIOCASSERO PER HENRIKSEN”

-Torno sul cambio allenatore. Quando un allenatore subentra c’è un entusiasmo che si rinnova. Lo Zurigo sta giocando sull’onda dell’entusiasmo oppure è proprio questo lo Zurigo?

“Non credo, perché è stato un cambio di allenatore non voluto. Non è niente di concordato perché le cose non andavano bene: è un semplice cambio di allenatore dovuto all’inserimento di un nuovo direttore sportivo, con il tecnico che non aveva più piacere a restare in quella società e alla prima opportunità se n’è andato. Non penso che i giocatori non giocassero per l’allenatore, che non fossero compatti dietro Henriksen. Difficile per me definirlo un nuovo entusiasmo, anche perché nella loro formazione tipo dieci giocatori su undici sono sempre gli stessi. Non c’è stata alcuna rivoluzione, a parte Kryeziu, che ha beneficiato delle assenze di Katic e Daprelà”.

“IL CALCIO È CAMBIATO, 

-Una volta il cartellino rosso era un’eccezione, adesso invece ne stanno piovendo a valanga. I giocatori come hanno reagito? Prima si parlava di battaglia, ma oggi appena si va leggermente oltre la riga…

“Il calcio è cambiato, il Var ha fatto cambiare più di qualsiasi altra cosa il modo di interpretare una partita. Basta vederlo nei calci d’angolo che c’erano ai tempi, dove ogni difensore come il sottoscritto non vedeva l’ora di tirare la maglia o calpestare il piede all’attaccante per non fargli fare gol. Oggi non ci si può più permettere di toccarlo, di prendergli la maglia, perché alla moviola ogni contatto può causare un rigore. Adesso i difensori devono essere bravi, più concentrati. Non ci si può più quasi permettere di fare delle entrate scomposte. È cambiato il modo di difendere e i difensori devono adattarsi nella maniera più veloce possibile. Ho visto una partita di Champions League martedì in cui una squadra non ha commesso neanche un fallo negli ultimi 30 metri perché adesso bisogna difendere in questa maniera. Bisogna essere più bravi ad affrontare l’avversario nell’uno contro uno, bisogna non andare a duello, bisogna riuscire a portarlo dove può fare meno male. Deve essere una nuova filosofia nell’interpretare questo gioco. Chi ci riesce prima, ne trarrà molto vantaggio. Bisogna accettarla ed essere bravi ad interpretarla nel migliore dei modi. Sta poi nel buon senso degli arbitri e del Var capire che quando ci sono certi contatti in una partita quei contatti sono tali ed è la loro interpretazione a poter fare la differenza”.

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