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Abascal: sul campo dell'ultima è sempre molto difficile

Abascal: sul campo dell’ultima è sempre molto difficile

Settimana inglese per il calcio svizzero. Il Lugano, dopo aver affrontato domenica il San Gallo, è atteso da un’altra trasferta: mercoledì sarà impegnato alle 20 a Neuchâtel, mentre domenica alle 16 accoglierà il Basilea. In vista della trasferta in terra neo castellana la squadra ha svolto in mattinata, su uno dei terreni sintetici di Cornaredo, l’allenamento di rifinitura al quale non hanno partecipato Mihajlovic, Piccinocchi, Manicone e Kecskes ancora alle prese con i rispettivi infortuni. Dopo il pranzo la squadra è partita per Bienne, dove trascorrerà la notte  e la giornata di domani in attesa del match.

Prima di partire il tecnico Guillermo Abascal ha incontrato i giornalisti e ha innanzitutto parlato dell’infortunio occorso domenica all’attaccante sangallese Itten e alle polemiche che ne sono scaturite con attacchi anche molto violenti ai danni del difensore bianconero Daprelà. Queste le parole dell’allenatore: “L’episodio di San Gallo è stato una situazione difficile per tutti, innanzitutto per l’arbitro che pur essendo la persona forse più vicina ha dichiarato di non aver potuto vedere l’accaduto. Auguriamo un pronto recupero a Cedric Itten e speriamo di rivederlo in campo ancora più forte di prima. Sono cose che nel calcio purtroppo succedono. Quando sul pullman abbiamo saputo della gravità dell’infortunio abbiamo reagito manifestando solidarietà al giocatore così come la società e Daprelà.  Giudicare quanto succede in campo è già difficile in tempo reale per chi sta giocando, figurarsi da fuori. Dopo dieci replay tutto appare semplice ma bisogna andarci cauti con i giudizi sommari: noi abbiamo un giocatore che non ha naturalmente voluto fare male a un avversario e non desideriamo che  sia oggetto di attacchi smodati. Come squadra ora ci concentriamo sulla partita con lo Xamax che per il Lugano è la cosa più importante.  Quando ero un calciatore mi hanno rotto in quattro occasioni il naso tanto che ora ho una capacità di respiro ridotta del 36%.  Di questi quattro episodi due sono stati su contrasti normali e altri due su gomitate: giudicare se fossero volontarie o meno è molto difficile.  Un giocatore rimane sempre male quando un avversario si infortuna: è la notizia peggiore che possa esistere nel mondo del calcio: siamo tutti professionisti. La critica nel calcio c’è sempre, sia per una brutta prestazione sia per altro, dobbiamo conviverci e sopportare. Penso che Daprelà con la carriera che ha alle spalle, con le critiche che avrà ricevuto, sia in grado di superare questo momento e di gestire la partita di mercoledì al pari dei suoi compagni.”

-Hai pensato che potrai perdere Daprelà, che è giocatore importante per il Lugano, per diverse settimane?

“Lo so, quando arriverà l’eventuale squalifica vedremo. Abbiamo elementi pronti a subentrare, a cominciare da Sulmoni che  dopo cinque mesi di inattività ha fatto una buona partita in Coppa. A Losanna abbiamo visto bene Losanna anche Amuzie, inoltre c’è Yao che può fare il difensore centrale. Una lunga squalifica equivale a un serio infortunio, è successo con Piccinocchi e altri in passato ora potrebbe accadere con Fabio”.

-Siamo all’ottava giornata ed è presto per vedere dove può arrivare la vostra squadra, ma la partita di domani potrebbe già essere una di quelle chiave per lasciare le zone basse?

“Per me in assoluto le partite più pericolose sono quelle in casa dell’ultima in classifica. A livello mentale è l’impegno forse più difficile, se poi aggiungiamo che sono passate appena  72 ore dall’ultima dove abbiamo avuto un altissimo dispendio di energie… Va considerato che per far funzionare le gambe la cosa più importante è la testa, dobbiamo entrare in campo  con la mentalità adeguata, come la difficoltà e l’importanza dell’impegno richiedono.”

-Avete speso tanto a San Gallo, in vista del match di Neuchâtel farai dei cambiamenti?

“Non so rispondere. Praticamente non abbiamo fatto allenamenti salvo uno scarico ieri ed esercizi sulle palle ferme stamane. Vedrò nella giornata di domani, parlando anche con gli interessati, quali sano le loro condizioni psico-fisiche. La formazione non è fatta.”

-E’ immaginabile di vedere in campo Gerndt e Janko con alle loro spalle Bottani?

“Certo che è un’ipotesi fattibile e chiara, anzi sarà un’opportunità importante per noi. Non appena Bottani sarà fisicamente al 100 per cento, questa sarà una situazione tattica perfetta con Mattia, che è un “dieci” , con davanti due punte con caratteristiche diverse, uno fa la sponda e l’altro va negli spazi. Bottani in quella posizione potrà essere determinante per il Lugano, come vertice alto del rombo. Nel momento in cui i concetti di gioco saranno assorbiti, le spalle coperte per i risultati e lui potrà giocare  con meno pressione e più fiducia (perché finora è entrato quando le partite dovevano essere chiuse o ribaltate) Mattia dall’inizio potrà dare un contributo importante al pari dei suoi compagni”.

-Visto che si è parlato di moduli, pensi di proporre contro lo Xamax la difesa a tre o a quattro?

“Non ve lo dico (ride). Non ho deciso né la formazione né il modulo. Poi non è così importante se difendi a 3 o a 4. Dipende dagli interpreti, sono loro a cambiare il modulo senza mutare schemi di gioco. Domani lo vedremo sicuramente.”

-Mihajlovic è recuperabile per mercoledì?

“Purtroppo no. Si sta ancora allenando a parte e cercheremo di averlo a disposizione domenica per il Basilea.”

-Abbiamo visto quanto Covilo sia importante specie quando il Lugano è costretto a cercare il gol: si butta in avanti come un centravanti, ma ha dei limiti chiari in fase di impostazione. Mi sembrava addirittura che a San Gallo nel primo tempo fosse quasi infastidito dal fatto di dover essere la fonte del gioco?

“In relazione a quanto è successo domenica bisogna tenere in considerazione come gioca e pressa alto il San Gallo. Nelle prime quattro situazioni nelle quali avremmo potuto arrivare al due contro due in campo aperto con Gerndt e Junior, non era certo responsabilità di Covilo di impostare il gioco. Avevamo altri elementi che dovevano saltare la prima linea se non fossimo riusciti a far filtrare il pallone con un passaggio in verticale. Lui non è un giocatore che ha nelle sue corde e nella posizione del corpo  la gestione dell’uno contro uno, come ce l’hanno invece Sabbatini, Brlek, Abedini, Piccinocchi e altri. Covilo deve farsi vedere in situazione e poi risolvere con due tocchi al massimo. Nel secondo tempo lo abbiamo fatto inserire tra Maric e Daprelà e lui, con spalle alla nostra porta, guardando avanti, ha avuto la possibilità di verticalizzare: deve poter stoppare la palla e passarla immediatamente. Quello che ha fatto dal 60′ di buttarsi quattro o cinque volte in area l’ha premiato con l’assist del pareggio ma lo avrebbe potuto premiare anche prima perché si è trovato due volte solo in area.  E’ un elemento che ha grande importanza nel nostro gioco e che sarà difficile da togliere.”

-A San Gallo abbiamo avuto la sensazione che il Lugano sia pericolosissimo quando gioca al contrario dell’idea di calcio “spagnola” di Abascal. Fate molto bene quando giocate alla scozzese, un po’ fisici, gioco aereo, sponde, sulle seconde palle e via dicendo.

“C’è un errore nella tua premessa: chi avesse seguito gli allenamenti avrebbe visto che per tutta la settimana ho provato il lancio lungo affinché le due punte potessero giocarsela a tu per tu con i loro due difensori. Visto che loro si buttavano in avanti non volevamo certo rischiare di perdere palla nella nostra zona difensiva. Naturalmente se posso e riesco a giocare rasoterra ho possibilità di superare giocatori avversari e di avere più spazio per i miei attacchi. Se invece faccio il lancio lungo e non prendo la seconda palla, se siamo aperti ecco che siamo a rischio contropiede degli avversari. Non è quindi questione di calcio mio o di altri: quello che facciamo in campo lo dobbiamo gestire bene e dobbiamo avere la possibilità di far male. A San Gallo la migliore azione fatta è quella  dove eravamo vicini: passaggio di Da Costa a Daprelà poi a Covilo, scarico di quest’ultimo, nello spazio entra Maric che gioca con Sabbatini, peccato che poi si sia sbagliato il controllo, eravamo tre contro due  e avremmo potuto andare in porta. Nel calcio un conto è il gioco e un conto è il gol.  Il Barcellona ha segnato molto dopo aver conquistato palla, non tanto e solo per il suo gioco. Il gioco sono i mezzi che metti in campo per superare l’avversario, poi puoi sbagliare dieci occasioni e segnare  su palla ferma, su pallone recuperato dopo che l’avevi perso, su lancio del portiere e via dicendo. Quasi nessuno ha saputo uscire dal pressing alto del San Gallo ma noi, con un’azione preparata in settimana, abbiamo messo a segno la prima rete, dobbiamo essere contenti.”

 

 

 

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