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Abascal: nel mio calcio non esistono amichevoli

Abascal: nel mio calcio non esistono amichevoli

Venerdì, al termine delle quasi tre ore di allenamento,  Guillermo Abascal, tecnico del Lugano, si è presentato davanti ai giornalisti per la conferenza stampa indetta in vista della sfida contro l’Inter che mette in palio la Coppa dei 110 anni. Ambedue le squadre festeggiano infatti tale anniversario.

-La prima domanda riguarda l’amichevole di domani, un match particolare, l’Inter si allena soltanto da una settimana mentre per voi sarà la penultima partita prima dell’inizio del campionato.

“Il concetto di amichevole è diverso per ognuno. Per me non esistono amichevoli ma solo partite di preparazione. Mancano dieci giorni all’esordio a Sion e guardare se l’Inter è più o meno allenato non è importante per quel che mi riguarda. Dobbiamo osservare il lavoro fatto fino a oggi, quanto abbiamo preparato per migliorare nelle due fasi di gioco,  a livello di comunicazione e mentale. Ovviamente si tratta di una partita che per i giocatori è bella da disputare, affrontiamo una squadra importante, con una grande storia, che torna in Champions League. Per noi  il test deve dare continuità al lavoro svolto, senza che sia una partita amichevole; sarebbe -e lo ripeto- un approccio sbagliato e un errore.  E’ un match di preparazione e i giocatori avranno la voglia di farsi vedere perché tra una settimana si comincia a lottare per i tre punti.”

-Dopo il test di Dongio contro il Bellinzona avevi manifestato delusione per come la squadra aveva gestito gli spazi e il possesso palla specie nel primo tempo. Ora affronterete una squadra che magari vi metterà nella condizione in cui erano i granata, quella di difendervi. La preferisci?

“Essere più o meno difensivi dipende  dalla qualità dell’avversario e a volte dal lavoro che hai fatto. Il possesso palla non è detto che sia per la qualità dei giocatori ma talvolta per la situazione tattica nella quale si muovono. Qualunque sia l’avversario e il suo livello noi dobbiamo provare sempre a fare il nostro gioco e a mettere in campo la nostra idea e filosofia. Non fare ciò significherebbe che non siamo convinti del modo in cui desideriamo giocare a calcio. Dopo la partita con il Bellinzona con un possesso palla lento e una squadra che difendeva in quindici metri vicino alla propria porta, era difficile trovare spazi e lì risultava determinante la qualità. Più è ridotto lo spazio e migliore deve essere la qualità del piede per l’appoggio. Spero che domani non ci si trovi in nessuna delle due situazioni, affrontiamo una squadra anch’essa in preparazione, ma noi siamo vicini alla prima di campionato, quindi a livello mentale e cattivo dobbiamo essere pronti a gestire situazioni con o senza palla. Se poi potremo essere protagonisti o meno dipenderà dalla convinzione dei giocatori. La filosofia del Lugano deve essere questa chiunque sia l’avversario che ci troviamo di fronte.”

-Dato 100 quello che vuoi dalla squadra in campionato a che punto siete adesso?

“Sono solo percentuali e numeri. Siamo in preparazione, per stare al gioco potrei risponderti ti direi che siamo all’uno per cento e che spero di crescere partita dopo partita per arrivare al termine del campionato al 100 per cento. Se volete dati ve ne posso dare: abbiamo svolto 19 allenamenti, quattro partite, ti potrei dire i minutaggi eccetera. Però manca tutto e non sono in grado di fare percentuali. I concetti base li abbiamo messi però c’è molto da lavorare sui dettagli. Per farti un esempio la difesa di intervallo in tre contro a due in faccia l’abbiamo provata in un allenamento, non posso dirti che l’abbiamo interiorizzata, manca tantissimo. Dobbiamo lavorare ancora tanto, siamo una squadra anche giovane e con giocatori appena arrivati che si devono inserire bene e tutti assieme dobbiamo crescere nel modello di gioco che abbiamo previsto in base agli elementi che abbiamo. Ma non posso fare percentuali”.

-La squadra è questa, non penso che arrivi un elemento già pronto. Hai già un’idea precisa di come li vorrai in campo a Sion?

“E’ ovvio che anche se arrivasse adesso un nuovo giocatore non sarebbe pronto per esordire. Questa è la base della squadra, questo è quello che abbiamo a disposizione e con questi elementi andiamo a disputare la partita d’esordio nel campionato 2018/19. Sono un tecnico al quale piace rispettare il tempo e il lavoro dei giocatori. Se uno arriva adesso non sono d’accordo di inserirlo immediatamente, slavo  che si sia in situazione d’emergenza. Ma noi fortunatamente abbiamo una base solida e un numero di giocatori congruo che lavorano dal 19 giugno e con loro andremo a Sion”.

-Potrebbe arrivare ancora qualcuno; hai dei desideri o delle zone nel campo nelle quali vorresti che la società intervenisse?

“Il mercato è aperto per tutti sia in entrata sia in uscita. Situazioni aperte ce ne sono; la società lavora con l’idea di fare bene e di essere aperta a giocatori che possano elevare il livello qualitativo della rosa e che possano dare in seguito una plusvalenza. Sono d’accordo con questa impostazione societaria.”

-Sei soddisfatto dei giocatori arrivati quest’anno a Lugano?

“Si sono contento. Sono giovani  ma ad esempio Fazliu conosce già il campionato avendolo vissuto. Gli manca ancora la comunicazione con i compagni per inserirsi nel gruppo, ma è un ragazzo sveglio e disposto al lavoro. Secondo me nel corso della stagione  sarà un elemento importante perché ha qualità sia sulle palle ferme sia in situazione di tiro in porta. Kecskes è un giovane che deve crescere. Accanto a sé  nel ruolo di centrale difensivo ha compagni importanti che conoscono il campionato e che lo potranno aiutare molto. Infine c’è Masciangelo che ha dimostrato in Italia  di essere un elemento di grande prospettiva. Anche lui deve crescere, si deve adattare al nostro calcio, ha una concorrenza molto alta però è un giocatore molto interessante e soprattutto ha un’ ambizione forte che se si riuscisse a trasmetterla anche a qualche compagno sarebbe importante.”

Foto: TiPress

 

 

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