Lugano-Servette (1-0) 4

“Vittoria del cuore e del carattere”

Il freddo pungente è stato avvertito anche in campo a detta dei giocatori. Ma al fischio finale della signora Staubli nel clan bianconero splendeva il sole. Dopo due sconfitte il Lugano è tornato alla vittoria e l’ha fatto grazie alla caratteristiche che avevano permesso alla squadra di terminare il girone di andata con un risultato mai ottenuto da quando è tornata in Super League. In sala stampa mister Croci-Torti (TiPress) è esplicito: “questa è una grandissima vittoria, la vittoria del cuore e del carattere. Quando una squadra non vive un grande momento di lucidità come si diceva ieri -e nel calcio queste cose succedono- e batte 2-0 il Servette che è un avversario di grande livello vuole dire che ho dei ragazzi di cui fidarmi sempre. Oggi non abbiamo incassato nemmeno un gol nonostante di fronte avessimo una squadra con tantissima qualità davanti. Dunque la mentalità è stata eccezionale. Non abbiamo giocato bene, ci è mancata un po’ di lucidità, però abbiamo 36 punti e abbiamo voluto questa affermazione a tutti i costi, difendendoci alla grande. Non penso di aver visto un Servette molto attivo nel secondo tempo; abbiamo difeso benissimo subendo solo due tiri da fuori e l’azione del corner. Solitamente invece il Servette ci mette molto più in difficoltà: abbiamo fatto una scelta di conceder loro i cross ma di chiudere il centro e stasera Ziegler e Daprelà sono stati eccezionali. Inoltre devo dire una cosa importante per me: dopo 15′ ho capito che le cose non andavano e ho stravolto la squadra. Quando lo fai e hai questo tipo di risposte, da quel momento abbiamo sofferto molto meno, devo essere sincero sono contento perché la fiducia che continuo ad avere nei ragazzi è straripagata e devo ringraziare il carattere che continua a contraddistinguere questi giocatori. Sono quelle vittorie che ti porti a casa con sofferenza ma con grande piacere”.

-Riesci a darti una spiegazione per la mancanza di lucidità di cui parlavi?

“Nel calcio esistono questi periodi. Non si può pensare sempre di essere brillanti e lucidi ed è un periodo che non lo siamo. Dopo la vittoria in Coppa a Thun qualche risorsa l’abbiamo persa, è inutile girarci attorno. Però poi ci vogliono queste partite per ritornare a giocare con più coraggio e tranquillità. Questa squadra non ha mai perso più di due incontri di fila. Quando conquisti 36 punti a questo punto della stagione significa che la base è sempre la grande solidità. Se penso che il capocannoniere è Reto Ziegler significa che non riusciamo ad avere quel calcio spumeggiante ma abbiamo un’altra caratteristica che è quella di soffrire. Oggi lo abbiamo fatto nel primo tempo, ma non poi così tanto. In altre partite c’erano stati arrembaggi che mi avevano fatto  alzare molto di più le pulsazioni”.

-I primi minuti come hai detto sono stati parecchio difficili, con il nuovo acquisto Bedia che teneva palla e faceva salire la squadra. Siete stati un po’ sorpresi dal loro pressing, cosa è mancato?

Semplicemente Geiger ha cambiato il modo di giocare. Solitamente Stevanovic e Schalk non stanno sulla fascia ma entrano dentro il campo e noi eravamo pronti a prenderli. Invece li ha tenuti alti e ciò ci ha costretto a rimanere bassi. E’ una dinamica nuova, di solito i loro terzini salgono e oggi sono stati indietro. Ci hanno sorpreso sotto questo aspetto. L’ho voluta girare per andare a prenderli più alti, poi evidentemente passando a quattro avevo come esterni alti Facchinetti e Custodio che non hanno le caratteristiche di puntare l’uomo o andare all’uno contro uno, ma lottano e si sacrificano. Quindi non eravamo belli da vedere ma solidi e intelligenti. Sono scelte: gli allenatori devono guardare cosa fa l’avversario. Oggi il loro tecnico ha fatto inizialmente una buona mossa che non mi aspettavo ma poi lui non si attendeva che la girassi subito e quando si è messo a rombo noi abbiamo risposto con il 4-3-3. Non siamo mai andati in difficoltà mentre la scorsa settimana quando il Servette si era messo a rombo nel secondo tempo con il Lucerna aveva ripreso in mano la partita. Oggi pensavano di fare lo stesso ma noi con Sabbatini da play e Custodio e Lovric non hanno trovato gli spazi. Siamo stati bravi a reagire alle loro mosse e vi dico la verità: nel secondo tempo abbiamo avuto più occasioni di partire in transizione. E’ lì che siamo mancati in lucidità. Solo nell’azione del secondo gol si è vista una buona giocata di Selassie che ha messo una palla non facile col contagiri ad Aliseda. Tante volte queste giocate arrivano al 70′ e ti lasciano respirare un po’ di più. Stasera abbiamo avuto qualche difficoltà con i neo entrati Aliseda e Selassie, ma non era facile difendere e poi avere la qualità davanti. Un allenatore a volte deve accettare la situazione e alla fine il guizzo lo hanno avuto. Sabato scorso  ero qui triste perché ne avevamo prese due dal San Gallo, oggi ne abbiamo infilate due al Servette e sono contento.”

-Il rigorista Celar era designato o è stato lui a prendersi la palla e a calciare il penalty?

“Ho parlato tranquillamente prima della partita con Ziegler e con Maric. Avevo bisogno di far segnare un attaccante per ridargli fiducia e loro hanno accettato questa situazione.  Volevo far sbloccare Celar perché abbiamo bisogno delle sue reti davanti. E’ l’unico attaccante che abbiamo attualmente in rosa assieme al nostro Muci che è sempre pronto a darci una mano. Ma ho piena fiducia in Reto e Mijat. Anche in questo caso si è vista la squadra e il carattere dei leader.”

-A Reto Ziegler, presente anche lui in conferenza stampa, viene chiesto se è vero che un paio di giorni fa i giocatori si sono riuniti su iniziativa dei leader?

“E’ stata un’idea di alcuni di noi. Era importante trovarsi e guardarsi negli occhi dopo alcuni risultati negativi. Credo che faccia sempre bene dirsi le cose in faccia; è stata una discussione molto positiva e la risposta l’abbiamo data stasera sul campo e sono felice. Non è stata la partita migliore ma ho ritrovato la mentalità che ci aveva permesso di vincere molte partite nel girone di andata. Mi è piaciuto tanto lo spirito e la solidarietà che abbiamo messo in campo, lottando l’uno per l’altro e vincendo i duelli. E’ stata una partita combattuta. Mi dispiace un po’ che i tifosi abbiano fischiato quando giocavamo la palla indietro ma è così: io ho giocato in serie A e non si può sempre buttare palla in avanti e chiederei ai sostenitori di non farlo più perché  dà un po’ fastidio a chi è in campo. Abbiamo bisogno del sostegno dei tifosi anche nei frangenti in cui le partite stentano a decollare. Era importante svegliarsi e darsi una mossa. Da venerdì in allenamento avevamo visto che c’era la grinta giusta, quando i leader mettono di più il piede in allenamento poi gli altri seguono e questo ci da la mentalità giusta per le partite in Super League”.

-Reto quanto può aiutare a livellò mentale una vittoria come questa dopo due sconfitte consecutive?

“Sono convinto che ci darà maggiore fiducia. Quando perdi le settimane sono diverse, l’ambiente è un po’ pesante. Anche se l’obiettivo a inizio stagione non era certo di essere campioni, vogliamo giocare per restare nelle parti alte della classifica e siamo competitivi, vogliamo sempre vincere. Questi tre punti ci danno ulteriore fiducia in quello che facciamo anche se io ho sempre confidato in me stesso, perché sono così, ma anche nel mister e nella squadra. Giovedì ci siamo detti che non dobbiamo avere dubbi ma che bisogna tornare alla base del nostro gioco che è poi l’unione e la solidità difensiva e vincere le partite 1 o 2 a zero. E’ così che abbiamo fatto nel recente passato e credo che è così che questa squadra e questi giocatori avranno successo”.

-Pensi che i fischi del pubblico si giustifichino con il fatto che magari il pubblico è stato abituato troppo bene quest’anno?

“Sono qua da troppo poco tempo per valutare la situazione. Ma alla fine gli spettatori pagano il biglietto e possono fare ciò che vogliono. Io intendevo solo dire che ci danno una mano se sostengono la squadra e non il contrario. Poi so che ci sono situazioni complicate con qualche giocatore che non rimarrà a Lugano ma alla fine tutti hanno fatto vedere che con la testa e il cuore sono ancora qui e dobbiamo rispettarli”.

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