Tramezzani: mi aspetto un Sion arrabbiato

Prima dell’allenamento di rifinitura e del pranzo in comune, Paolo Tramezzani ha risposto alle domande dei giornalisti. La prima ha riguardato gli effettivi a disposizione.

“A parte Sadiku squalificato tutti gli altri sono a disposizione. Anche Crnigoj ha recuperato: è stato fermo tre giorni poi si è regolarmente allenato con i compagni. Ho già deciso chi giocherà al posto di Armando: sarà Junior.”

-Come l’hai visto in questa settimana  Carlinhos junior. E’ la sua occasione questa finalmente, l’hai visto diverso in settimana, più nervoso del solito?

“E’ un ragazzo che ha una gestione dei momenti molto importante. E’ sempre stato sereno quando ha giocato le prime partite da titolare, ha mantenuto la serenità anche durante il periodo in cui ha trovato meno spazio. In alcune circostanze è entrato dalla panchina e ha fatto molto bene. La sua forza è questa: è un ragazzo molto solare che sta bene nel gruppo, benvoluto da tutti. Ha vissuto una settimana tranquillamente come le altre.”

-Questa settimana avete lavorato anche sul 4-3-3?

“Sì abbiamo provato tutti e due i modi di stare in campo. Potrebbe essere una soluzione, non credo all’inizio della partita, continueremo con la difesa a tre.”

-Che sensazioni hai  alla vigilia di questo confronto molto importante?

“Quelle delle ultime settimane. Il lavoro e l’approccio è stato anche stavolta molto positivo e importante. Il momento è sereno e tranquillo, i ragazzi lo stanno vivendo per come secondo me va vissuto con grande emozione, consapevoli dell’importanza che hanno queste cinque partite. Una serenità importante in questo momento, penso che i ragazzi domani potranno scendere in campo per fare la partita che sanno fare”.

-La pressione in questa gara sembra più sui vallesani che stanno vivendo un periodo delicato?

“Noi siamo lì quasi casualmente, nessuno ci ha invitato a essere tra Lucerna e Sion. Quindi sappiamo che in questo momento diamo fastidio, ma siamo consci di essere arrivati in quella posizione per meriti sul campo, perché i ragazzi sono  stati bravi a svoltare, a cambiar pelle e secondo me il vestito che hanno in questo momento è importante. Bisognerà stare  attenti a tutto, come fatto nelle ultime partite, mantenendo alta l’attenzione, rispetto degli avversari, cercare di controllare le cose che durante i 90 minuti sono controllabili e sono tante. Concordo con te: incontriamo un avversario ferito, che viene da un momento non positivo. che ha più obiettivi in questo fine di stagione, oltre il campionato, la coppa.  Una squadra che avrà voglia di riprendere il suo cammino, di dimostrare che è terza perché ha delle grandi  qualità. Domani, soprattutto nella parte iniziale della gara, credo che loro proveranno a metterci sotto sin dal primo minuto”.

-C’è un pensiero anche alla finale di Coppa del 24 maggio: se il Sion dovesse aggiudicarsi il trofeo il vostro eventuale terzo posto non varrebbe la qualifica diretta ai gironi di Europa League. Gufate un po?

“No, non sto pensando alla finale di Coppa. Siamo veramente concentrati a finire bene il nostro campionato che ha avuto una seconda parte  molto bella e positiva che ha trascinato l’entusiasmo dei tifosi, della città, della piazza. Queste sono soddisfazioni, non ti danno punti ma è una situazione veramente molto  gratificante per chi fa questo lavoro, per me ma anche per i ragazzi. Vedo anche la società che è contenta e felice, molto motivata. Si è già mossa per tempo per valutare eventualmente come poter potenziare questa squadra, indipendentemente  da quello che raggiungeremo ci servono queste cinque partite  per migliorarci, per avere più forza e consapevolezza nella prossima stagione. Sarà importante chiudere bene. Io le ritengo importanti anche per capire meglio  che campionato potremo fare l’anno prossimo: se l’obiettivo sarà mantenere la categoria o se possiamo dire la nostra”.

-I responsabili degli arbitri sono contenti del miglioramento della panchina del Lugano e del comportamento dei giocatori in campo. Siete diversi?

“Non lo so. Quando sono arrivato ho parlato con i membri dello staff e con i ragazzi. L’avevamo detto anche a voi credo sia giusto rispettare  i ruoli e le figure. Io devo dare l’esempio  e cerco di farlo. Parlo  con il quarto arbitro in alcune circostanze, ma  in linea di massima credo che il comportamento che stiamo avendo come squadra e come staff sia positivo”.

-Sembra che l’atteggiamento degli arbitri sia cambiato, vi trattano come una delle due o tre prime squadre del campionato.

“Ne parlo spesso con il Club manager Giovanni Manna. Ritengo che  il livello degli arbitri svizzeri sia molto alto. Sino a questo momento, senza parlare di episodi contro o a favore, valuto la direzione della gara, il lavoro che fanno con gli assistenti, secondo me sono veramente bravi.”

-L’assenza di Salatic nel Sion potrebbe essere paradossalmente uno svantaggio per voi, sarà più difficile leggere il loro schieramento?

“Il giocatore serbo è importante per esperienza e per tipologia: il Sion non ha un altro mediano con le stesse caratteristiche. Quindi dovranno a scegliere un altro da schierare lì, oppure cambieranno e metteranno due mediani. Sicuramente sarà pIû difficile preparare la partita perché non sappiamo come loro si schiereranno. Se il Sion riesce a esprimersi come sa è una squadra difficile da affrontare. Negli ultimi tempi ogni tanto magari la squadra si è sbilanciata in avanti, tenendo staccata la linea difensiva concedendo degli spazi nella zona centrale. Ma  punti deboli ne hanno veramente pochi”.

-Hai parlato in questi mesi con De Biasi, ti ha detto qualcosa, di dà consigli?

“Lo vedo tutte le settimane e lo sento sempre. E’ contento, gli fa piacere. Sono contento  anch’io che lui mi segua, gli chiedo consigli, parliamo sempre della squadra. Per me è un punto di riferimento come lo è stato per cinque anni:  è il mio punto di riferimento a livello calcistico.”

-Domenica quando avete pareggiato sei corso sotto la tribuna principale. Cosa c’era: rabbia, rivincita, qualcosa sassolino fuori dalle scarpe?

“Non ho sassolini. Non era un sentimento di rabbia  e di rivincita non credo si possa parlare. Sto facendo tutto con estrema serenità e tranquillità. Non ci sono stati episodi in precedenza che dovevo in qualche modo  vendicare. C’è stata in modo spontaneo la voglia di avvicinarmi alla mia famiglia presente al gran completo. Volevo condividere con loro questo momento perché sono la cosa più importante che ho e loro ci sono sempre quando vinco e ancora di più quando perdo.  Per me averli lì insieme è stata una grande emozione, hanno fatto dei sacrifici per me  prima quando giocavo, poi quando ho iniziato ad allenare, sono stato tanto lontano da casa. Loro sono speciali per me”.

-Il Lugano a Sion non vince da 12 anni (2-0 in Challenge League nel 2005). Senti che potreste interrompere questo trend negativo?

“Sarà una partita difficilissima perché è un campo difficilissimo non solo per il Lugano. Incontriamo un avversario tosto, che viene da un momento delicato sotto il profilo del risultati. Però prima o poi hai una reazione e temo questa loro volontà di  uscire dall’impasse negativa. ma se giochiamo come abbiamo fatto nelle ultime partite credo che potremo fare una buona gara e metterli in difficoltà. Loro giocano con 5 elementi nella nostra metà campo più l’inserimento di un terzino. Dovremo essere bravi chiudere tutti gli spazi. Sarà un lavoro dispendioso, speriamo che non ci limiti quando dovremo trovare le forze per uscire. Loro avranno subito grande rabbia e grande aggressività in campo.”

-Che forza vi dà sapere che arriveranno quattro pullman di  tifosi e un aereo?

“E’ positivo, è bello. Però do i meriti di questo entusiasmo ai ragazzi.  Sono loro che hanno creato questa situazione. E’ come se tutte le persone che si avvicinano che non c’erano prima si fossero auto invitate a partecipare a quello che di grande sta facendo la squadra. Credo che non sia giusto fare appelli, la gente deve venire se se la sente. Però apprezzo molto le 70 persone che erano presenti la prima partita del ritorno a Basilea e quelle che ci sono sempre al di là dei  risultati. Sono loro che meritano un plauso particolare. Quelle che vengono in più sono bene accette con la speranza che vengano per tifare non solo per vivere un momento di  passaggio e alla prima difficoltà torna tutto come prima. Non abbiamo bisogno di questa gente, ma di chi ci sta vicino sempre e  crede nel lavoro di questi ragazzi. Se viene valutato solo il risultato è un discorso, se vieni  a vedere come lavorano e si preparano questi giocatori sono sicuro che di gente allo stadio ne verrebbe molta di più.”

-Non c’è un po’ di rammarico nel non aver detto sì al presidente Renzetti già in luglio: trasferendo all’andata la media del ritorno sareste come il Leicester dell’anno scorso e dareste filo da torcere al Basilea?

“Sono come va il calcio. Magari se avessi iniziato la stagione adesso non sarei più qua. Penso di essere arrivato al momento giusto. Non ero pronto a giugno a lasciare l’Albania, al di là dell’aspetto contrattuale  e degli Europei e non lo ero nemmeno a settembre quando abbiamo iniziato le qualificazioni ai Mondiali. Per me professionalmente a gennaio è stato il momento giusto, magari per me un po’ difficile vista la situazione in classifica della squadra, ma ti dico la verità se fossi arrivato all’inizio le cose potevano anche andare in modo diverso da  come stanno andando ultimamente. nel calcio basta poco per cambiare gli eventi e la storia.”

-Teme che l’effetto caserma del Sion sia un po’ come il vostro effetto fabbrica?

“Ero preoccupato perché era da un po’ di tempo che non mi chiedevate della fabbrica (ride). Sono state due cose diverse. So il motivo perché ho fatto quella scelta, non saprei spiegare le ragioni che hanno indotto il Sion a prendere la decisione. E’ una decisione forte che può avere dei vantaggi e degli svantaggi. Credo che ci sia voglia da parte loro di reagire e di farlo in campo,  per batterci, mantenere il terzo posto, staccarci e prepari meglio alla finale di Coppa svizzera.”

 

 

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