Tami: in vista qualche cambiamento

Il giorno dopo a Cornaredo si apre con nella mente le immagini della partita di 12 ore prima. Viste in televisione le immagini del gol d’apertura del Sion mostrano una chiara posizione di fuori gioco di Schneuwly all’inizio dell’azione.

Pier Tami si presenta di fronte ai giornalisti per la tradizionale conferenza stampa che precede il match di domenica (ore 16) con il Grasshopper, ovvio che le domande abbiano riguardato soprattutto la sconfitta con i vallesani.

-Ieri sera hai riproposto sostanzialmente gli stessi uomini delle ultime partite, puoi spiegare la scelta?

“Non è proprio così. Domenica a Köniz in Coppa avevano giocato dall’inizio elementi che dovevano ritrovare il ritmo gara: Junior, Bottani, Yao, Ledesma, Culina e altri.  Non era la stessa squadra e non tutti avrebbero potuto riproporsi a due giorni di distanza agli stessi livelli.  Contro il Sion ho dato fiducia all’undici che in questa prima parte di stagione ci aveva dato soddisfazioni. E’ vero che è stata una partita estremamente bloccata, l’ho rivista in televisione e c’era grande equilibrio. Nel nostro momento migliore, ad inizio secondo tempo quando stavamo guadagnando metri, è arrivato il loro gol. Ieri dal campo si sembrava frutto di un contropiede e invece eravamo ben mesi. Ha fatto una bella giocata Marco Schneuwly facendo gol. Loro hanno fatto due o tre tiri in tutto, la seconda rete è nata da un cross sbagliato che prende in palo e si insacca. Aver preso due gol in questa partita è stato l’aspetto pesante, era un match che come minimo doveva finire in parità. Loro bravi negli episodi, noi meno. Abbiamo avuto in qualcuno un calo, forse più mentale che fisico.”

-Da buon veggente in tempi dove le cose andavano meglio avevi detto che prima o poi ti aspettavi un momento difficile, è arrivato?

“No, non mi aspettavo un momento difficile, sapevo che arrivava un periodo intenso e la domanda che ci ponevano era a sapere come alcuni giocatori avrebbero saputo gestire  gli incontri ravvicinati.  Ripeto tutti ci mettono tanta volontà,  anzi ieri c’è stata tanta volontà, non posso dire il contrario, ma qualcuno ha incontrato difficoltà,  non aveva la necessaria determinazione. Abbiamo una rosa abbastanza ampia e ora spetta agli altri di farsi trovare pronti e dare il loro contributo in questa fase particolarmente intensa della stagione”.

-Avete fatto sette gol in due partite, poi solo due: è un segnale?

“E’ vero che attualmente  il 5o per cento delle reti sono su palle ferme. Non l’abbiamo nascosto: negli ultimi venti/trenta metri stiamo conoscendo qualche problema. Però abbiamo esaltato il Lugano d’inizio stagione per il gioco che proponeva e per la solidità difensiva; ieri aver subito ancora due gol è stato l’aspetto negativo al di là delle reti che realizzi o non realizzi. Penso che questo problema sia figlio del saper ripetere, in lassi di tempo ravvicinati, prestazioni di alto contenuto agonistico. Oggi agonisticamente la volontà c’è, ma manca appunto la determinazione che deve venire da dentro, dall’esperienza di vivere situazioni di questo tipo. “

-Quando si perde così è meglio avere subito l’occasione di riscatto e domenica c’è già il Grasshopper. Come si arriva mentalmente a una partita come questa dopo soli due giorni e hai in testa qualche cambiamento?

” Voglio vedere in questi giorni quali sono quegli elementi che dal punto di vista agonistico sono pronti a sostenere questo impegno. Le qualità tecniche e tattiche dei singoli le si conoscono, adesso è importante vedere chi dal punto di vista nervoso è pronto. Le sconfitte sono negative da un lato ma devono dare anche energia e rabbia agonistica dall’altro. E’ il problema numero uno che abbiamo avuto, dai tiri imprecisi, ai gol  sbagliati a quelli subiti. Dobbiamo rimettere ai valori giusti il livello del furore agonistico. E questo deve essere anche visto come un’opportunità per chi ha dovuto mordere il freno in panchina. Però devono dimostrare in allenamento di averlo questo furore. Non puoi fare una partita ad alto livello agonistico se in settimana non mi dimostri che sei pronto. Spetta anche a loro far vedere che sono pronti. Domenica deve scendere in campo una squadra arrabbiata perché abbiamo perso una partita che dal punto di vista del gioco non ci ha certo visto inferiori, ma gli altri sono stati bravi e più rabbiosi (anche perché erano usciti in Coppa) e hanno sfruttato gli episodi. “

-La ricetta è maggiore grinta insomma?

“Non credo che sia il termine giusto. Semmai determinazione, quella spinta che ti viene  da dentro, che ti fa vincere i duelli, ieri ne abbiamo persi tanti, per la fisicità degli avversari ma non solo. Ci sono altre componenti: per fare bene il tuo lavoro deve avere sempre la fame giusta e dare il massimo in ogni occasione. Ho visto la volontà da ma sola non basta, ci deve essere quel qualcosa in più che ti accende e fa sì che la bilancia dei duelli e degli episodi prenda  a tuo favore.”

-Si è parlato di inesperienza sulle competizioni ravvicinate, sei preoccupato visto che avete un altro impegno ravvicinato?

“Dobbiamo imparare a conoscere come reagiscono i giocatori nelle diverse situazioni. Quando parlo di inesperienza non è legata alla competizione, abbiamo fatto vedere che anche in Europa League ci possiamo stare. E’ dovuta al fatto che hai giocato ieri sera e domani è la vigilia di un’altra partita, quindi dal punto di vista nervoso devi essere pronto ed essere sul pezzo, anche in mancanza dei ritmi abituali. Di solito dopo un match ha un giorno di scarico, poi il libero, la ripresa con un allenamento blando e poi il quarto giorno comincia a crescere la condizione fisica e mentale fino al due giorni prima della gara dove aumenta ancora tutto. Non è così: si tratta di giocare, recuperare dal punto di vista fisico senza poter scaricare  dal punto di vista nervoso. Ed è lì che siamo inesperti. Vedo dei giocatori che sono stanchi nella testa non nelle gambe: le statistiche dimostrano che  corriamo come ad inizio stagione. E questa circostanza mi fa dire che dovremo attingere a tutto il contingente, dando la possibilità a chi non riesce ad eliminare le tossine dalla testa, di avere qualche giorno in più di recupero. Stiamo anche noi imparando a conoscere i giocatori.”

 

-Dal punto di vista nervoso tu come ti barcameni?

“Anche per lo staff è la stessa cosa. Devi avvicinare tutte le preparazioni. Non c’è tempo di lavorare sulla tattica, dobbiamo dare la precedenza al recupero psico-fisico. Quindi puntiamo molto sull’analisi video di squadra e individuale. E’ vero comunque che in vista di incontri ravvicinati, devi per forza di cose condensare. Anche per lo staff diventa impegnativo, l’allenamento è la cosa più semplice da gestire, è tutto il resto (valutazioni, analisi della tua squadra e degli avversari) prende molto tempo e lo devi fare negli spazi che rimangono”.

-Che Grasshopper ti aspetti domenica?

“Una squadra in grande crescita. E’ un GC che ha fatto importanti movimenti  di mercato. Rispetto alla passata stagione si sono rinforzati nei posti delicati: portiere, fascia sinistra, difesa, centrocampo e attacco. E infatti stanno uscendo quei giocatori che in un contesto  tecnicamente più valido lo possono fare, penso ad Andersen e Sigurjonsson e allo stesso Basic che si è ripreso dall’infortunio.  E’ un complesso che sta ritrovando la quadratura del cerchio. Gioca il 3-4-3 prima ancora che arrivasse Yakin e  ha continuato perché è lo schema che utilizzava già a Sciaffusa e stanno raccogliendo risultati che danno fiducia a tutto l’ambiente”.

-Quindi ci sarà un ampio turn over?

“La partita di ieri è un segnale che qualcosa va cambiato per far tirare il fiato a qualche giocatore. Però voglio che i subentranti siano determinatissimi. Finora chi andava in campo mi dava garanzie. Prima di ieri sera la squadra era sempre sul pezzo, a parte il nervosismo di Europa League che era originato da altri motivi. Finora  dal punto di vista della squadra e del gioco avevo sempre ricevuto buone risposte. Il turn over tanto decantato spesso ha portato più punti interrogativi che risposte e alla fine rischi di perdere  qualche punto di riferimento. E’ vero che qualcuno di questi riferimenti  oggi è venuto a mancare quindi dei cambiamenti si impongono però non voglio sottovalutare la partita di ieri ma nemmeno vedere problemi dappertutto perché non è così.”

-Cosa pensi dell’episodio dell’aggressione di Costantin all’ex allenatore Fringer?

“Scusate ma non si possono giudicare fatti del genere. Non voglio  neanche commentare un episodio simile, non ho visto niente, ma vedere le immagini con a terra un ex allenatore, ma poteva essere qualunque persona,  mi ha shoccato.”

-Preoccupato per la classifica in vista della gara di domenica?

“La classifica in questo momento è l’ultimo dei miei problemi. Quello che secondo me è importante è che dal trittico prima della pausa (GC, Steaua, Zurigo) è che ci sia un apprendimento  del valore della nostra squadra in situazioni di stress. Perché questo periodo intensivo (il secondo per via del rinvio del San Gallo) si ripeterà ancora due volte. Per intanto quindi non guardiamo alla classifica ma ci concentriamo sull’immediato futuro.”

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