“Sono orgoglioso di questa squadra”
Bella serata a Cornaredo. In 93 minuti il Lugano ha spazzato via le nubi delle ultime settimane. Grazie a una prova gagliarda, ma al contempo di buon spessore tecnico, la squadra ha vinto meritatamente una partita delicata visto che il Sion non poteva assolutamente permettersi passi falsi. Ma per i ragazzi del presidente Costantin non c’è stato nulla da fare. Al termine dell’incontro -che era dedicato alla fondazione Greenhope, che organizza momenti di svago per bambini malati di cancro e per le loro famiglie- si è svolta la tradizionale conferenza stampa.
A chi gli ha chiesto se abbia trovato un gruppo vivo risponde il tecnico Maurizio Jacobacci ha risposto:
“Sì, al contrario di quanto qualcuno pensava che fosse una squadra spompata e incapace di fare punti. Sono cose che mi hanno dato da pensare perché ritengo che la squadra, al di là di tutto, non abbia mai dimostrato stanchezza, al massimo una flessione mentale per aver subito dei rovesci non meritati. Certamente la partita di Coppa con il Lucerna ci ha fatto male, ci tenevamo tanto sia io sia i ragazzi; sapevamo che potevamo arrivare in fondo e vincere il trofeo. Percomeè maturata quella sconfitta nei quarti ha lasciato il segno.
-Ormai la matematica dice che non riuscirete a piazzarvi in un “posto europeo”, quanto ti da fastidio pensando ai punti persi malamente?
“Peccato perché avremmo potuto riuscire a qualificarci se taluni episodi ci fossero stati favorevoli. Penso al match perso in casa 3-2 contro il Lucerna o quello pareggiato 1-1 dal Servette nel finale e sempre l’ultimo contro i ginevrini quando Daprelà venne espulso dopo 5′. Ero convinto, così come la squadra, che potevamo battere i ginevrini e superarli in classifica. Non ci siamo riusciti non tanto per l’inferiorità numerica ma perché la palla non voleva entrare nelle loro porta nonostante tutti i nostri sforzi. Avremmo meritato come minimo il pareggio, per questo parlo di episodi sfavorevoli. Poi ci sono state le recenti quattro battute d’arresto: non ci era mai capitato in precedenza. Stasera ho chiesto ai ragazzi di fornire una risposta a chi pensava che non avessimo più nulla da dire e di mettere in campo tanto coraggio, di tirare in porta, seguire il pallone e giocarsela insieme con tanta voglia, da grande squadra e l’hanno fatto. Per questo sono molto fiero del gruppo, di quello che ha saputo fare tutto l’anno. Non abbiamo mai occupato le posizioni basse della classifica ma siamo sempre stati nella parte alta. E’ stato un campionato impegnativo e intenso ma bello, mi è dispiaciuto non avere a disposizione tutta la rosa in questo finale. Ma chi ha giocato oggi va lodato per la grande prestazione”.
-Consideri l’Europa un obiettivo fallito o un’occasione non colta?
“Fallito non direi. Tanti ad inizio campionato ci consideravano una squadra che avrebbe dovuto lottare sino alla fine per non retrocedere. Invece siamo stati capaci di fare un campionato bellissimo e solo per qualche episodio non siamo riusciti a qualificarci per la Conference League.”
-A parte le tre reti segnate vi siete sbloccati a anche a livello di occasioni, ne avete create tantissime: un bel passo avanti?
“E’ vero: ultimamente non avevamo trovato lo specchio della porta per vari motivi. Stasera va detto che anche Baumann, in due occasioni nel primo tempo su Hoarau e in altre due nella ripresa, ha fatto parate importanti salvando il risultato. Sono molto contento anche per il nostro portiere”.
-Maurizio Jacobacci desideri rimanere a Lugano?
“Il giorno che si saprà esattamente la situazione della società ci sarà un colloquio con chi di dovere e sia il club sia io analizzeremo la situazione e le prospettive. Non è solo questione di contratto ma di come si intende far proseguire l’avventura del Lugano e di come si presenterà la squadra la via della prossima stagione. Sono diverse le cose da discutere. “
-Da parte tua vuoi garanzie che la rosa venga mantenuta di qualità?
“Credo sia importante poter continuare su un certo livello. Se tutto viene a cadere non sarebbe bene per la società né per il sottoscritto. Ci vuole una linea di condotta con ambizioni, condivise con l’allenatore.”
-Noi giornalisti abbiamo un contratto e finché non ci lasciano a casa continuiamo il nostro lavoro. Umanamente come si vive sapendo che il proprio contratto scade a fine giugno?
“Sicuramente vivo la cosa in modo sereno. Come ho sempre detto mi sono concentrato sul lavoro quotidiano con la squadra, cercando di fare il meglio e di ottenere risultati. Ultimamente non ci è riuscito di vincere le contese ma l’idea era di dare il massimo e di raccogliere punti ovunque. Stasera finalmente ci siamo riusciti e sono contento per la prestazione in sé, contro una squadra contro la quale non è facile giocare con tutti i palloni alti e i continui duelli aerei. Abbiamo retto bene l’urto fisico del Sion, anche se penso che potrebbe giocare anche un altro calcio perché ha qualità nei suoi ranghi. Al di là di ciò noi abbiamo preparato bene il match e siamo riusciti a manovrare con fraseggi importanti e segnando belle reti. Il terzo gol è stato un capolavoro.”
-Non ti stai candidando per la panchina del Sion quando dici che loro potrebbero giocare diversamente?
“No, è come io vedo gli avversari”.
-Al di là dell’Europa che è sfumata in queste giornate, la risposta più importante è arrivata dalla squadra che ha voluto fortemente lasciare il segno nell’ultima partita a Cornaredo. Sarebbe peccato finire sapendo che c’è uno spogliatoio che rema con lei. Al di là di quello che succederà penso che sia un finale incoraggiante?
“Assolutamente, vado fiero e orgoglioso di questa squadra al di là del risultato della partita con il Sion. Sino a oggi ho vissuto dei bellissimi momenti qui a Lugano. L’unico periodo difficile sono state queste quattro recenti sconfitte, per il resto sono stati 20 mesi fantastici nel lavoro quotidiano con i ragazzi, nelle partite vissute e nelle emozioni. Non ho nemmeno avuto chissà quante dispute con il presidente. Ci siamo parlati spesso in maniera squisita e siamo quasi sempre andati d’accordo. Il lavoro che ho svolto è stato bellissimo, comunque vada a finire questo anno e otto mesi sono stati indimenticabili.”
-Sembra quasi un discorso d’addio?
“Non lo è, ma ci tenevo a dire che a Lugano mi sono veramente trovato bene, se poi la cosa deve continuare continuerà, se dovesse interrompersi sarò orgoglioso di quello che abbiamo saputo fare in questo periodo. Non si può sempre essere in sintonia con ogni giocatore ma il rispetto c’è sempre stato, lavorare serenamente e accettare qualche reazione fa parte del gioco. Credo che ogni allenatore desidererebbe lavorare in un ambiente simile e con uno staff come questo. Ho vissuto in altre realtà dove non era così.”
-Ti è mancato un tuo uomo nello staff, sappiamo che qui hai lavorato con gli uomini della società?
“Mi sono trovato subito bene con tutti i collaboratori. Conosco Crüs da una vita, da quando l’ho fatto esordire, giovanissimo, in prima squadra a Chiasso. Anche questo ha facilitato il mio inserimento. Sia con lo staff sia con le altre persone che hanno avuto a che fare con la squadra, dai responsabili del materiale al settore medico al fisioterapisti e massaggiatori, abbiamo creato un bell’insieme e lo si è visto anche dai risultati che abbiamo potuto ottenere”.
-Pensi che quella odierna sia stata l’ultima partita di Gerndt a Cornaredo con la maglia del Lugano?
“Non posso esprimermi in proposito, non lo so. Posso però dire che Alex stasera ha disputato una gran partita.”
A Reto Ziegler, anche lui presente alla conferenza stampa, viene chiesto: dopo Basilea avevi detto che avreste dovuto tirar fuori gli attributi, stasera l’avete fatto.
“Sì ma non solo quello, abbiamo anche giocato a calcio e messo in campo il coraggio che ci aveva chiesto il mister. Sapevamo che il Sion si sarebbe giocato tutto e siamo stati presenti in tutti i duelli e credo che alla fine la vittoria sia meritata”.
-Hai fatto un gol con dedica. Ti piacerebbe crescere qui a Lugano il figlio che sta per nascere, continuando a poter indossare la maglia bianconera?
“Sarebbe bello. Aspetto una seconda figlia che dovrebbe nascere nei prossimi giorni, spero dopo la partita di venerdì contro il Lucerna. A Lugano sono felice, avrei desiderato giocare anche in Europa ma come ha detto il mister abbiamo fatto il massimo e non sempre la fortuna è stata dalla nostra parte. Questa sera gli episodi ci hanno sorriso, ci vuole sempre un po’ di fortuna come sul rigore che il portiere mi ha respinto e che sono riuscito ugualmente a mettere in porta. Il calcio è così. Vogliamo finire con un’altra vittoria a Lucerna”.
-Che Super League hai ritrovato dopo anni di assenza, quella che ti aspettavi?
“Ho trovato il campionato che avevo lasciato, difficile ed equilibrato. Salvo l’YB che è davanti a tutte, con le altre squadre puoi vincere o perdere ogni partita. Avremmo potuto avere una classifica migliore, ci manca una gara per finire bene. Abbiamo tanta qualità e come ha detto il mister avremmo potuto arrivare in finale di Coppa e l’eliminazione ci ha fatto male. Anche in altre partite ci è mancato poco per fare punti e arrivare nelle prime tre posizioni”.