fbpx
Roman Macek: 'Fiero delle mie 100 presenze in bianconero'

Roman Macek: ‘Fiero delle mie 100 presenze in bianconero’

Roman Macek giunse a Cornaredo a fine agosto 2018, in prestito dalla Juventus. Giocatore del Lugano a tutti gli effetti da gennaio 2019, con la fine del prestito e l’ingaggio da parte dei Bianconeri, ha toccato la ragguardevole quota 100 partite con la maglia dell’FC Lugano in tutte le competizioni. Un traguardo notevole, in un calcio moderno che prevede sempre più spesso rapidi cambiamenti di squadra e di maglia. 100 presenze, un bel traguardo. “Un bellissimo traguardo – conferma Roman -, 100 non sono poche, ne vado fiero”.

Sei uno dei pochissimi, in squadra, che ha vissuto la transizione tra la vecchia gestione e l’attuale proprietà, lanciata verso traguardi molto ambiziosi. Come hai vissuto, dall’interno, questo cambiamento così drastico? “In fondo così drastico non è stato, per noi calciatori. I miglioramenti sono sotto gli occhi di tutti, così come le ambizioni della società sono chiare. In un contesto così, i giocatori si sentono ancor più motivati a ottenere i traguardi fissati dal club a inizio stagione”.

Solo Bottani, figlio di Cornaredo, e Sabbatini, luganese d’adozione, sono bianconeri da più tempo di te. Poi tocca a te. Che effetto ti fa? “È una bella sensazione, sono due giocatori importantissimi per la società e per la città. Li considero due persone speciali. Per arrivare al loro livello di personalità e di leadership devo ancora fare un po’ di strada”.

Roman Macek: 'Fiero delle mie 100 presenze in bianconero' 1

‘Parte integrante di questa società’

Disputare sei stagioni con la stessa maglia significa scrivere, in un modo o nell’altro, una pagina del club per il quale si gioca. Come giudichi il tuo rapporto con l’FC Lugano? “Già ai tempi dei mio arrivo c’erano tante aspettative. Sono in un club che sta crescendo e che sta diventando sempre più importante a livello svizzero. Il mio rapporto con il club è molto bello, sono qui da molti anni e mi sento parte integrante di questa società”.

Ti senti un leader? Quale peso dai alla parola “leader”? “Do grande valenza al concetto di leadership. Botta e Sabba, nominati prima, sono qua da tanto tempo. Sono diversi caratterialmente, anche dal sottoscritto, ma entrambi seppur in modo diverso hanno la funzione di leader. In ogni squadra c’è bisogno di figure come quelle. Ma per arrivare al loro livello bisogna farne, di strada. Sono quelli che nel gruppo si distinguono perché devono gestire certe situazioni, nei momenti belli e meno belli”.

‘La professionalità è un concetto fondamentale’

Ci spieghi in una frase come intendi tu per “professionalità”? “Ci tengo molto. È una qualità che mi piace, la sento mia. Mi piace fare la vita da professionista, sono conscio che la carriera non è poi così lunga. per cui voglio fare le cose al meglio. Ognuno però è diverso, si allena e vive in modo diverso da quello degli altri. Io penso a me stesso, faccio quello che ritengo meglio per me, per essere al massimo in campo e per stare bene al di fuori. La professionalità è fondamentale, ma ognuno è fatto a modo suo ed è giusto che ciascuno faccia ciò che si sente di fare. Va però detto che facendo parte dell’FC Lugano, ci sono davvero tutti i presupposti per condurre una vita da professionista di alto livello. La società fornisce grande supporto in tutti gli ambiti e facilita molto le cose”

Dovessimo definire il tuo ruolo in campo, diremmo “centrocampista centrale”. Ci puoi dare una descrizione più dettagliata del calciatore Roman Macek? “Dipende dal modulo che adottiamo. Io mi metto sempre a disposizione, l’ho dimostrato in questi anni, cambiando anche spesso ruolo. Ho una predilezione per il ruolo di centrocampista offensivo, più portato all’attacco che alla fase difensiva, nella quale però sono migliorato molto. Nel calcio moderno è determinante saper fare entrambe la fasi”.

Il successo più prestigioso della tua parentesi a Lugano è la Coppa Svizzera del 2022, una partita che richiama però la tristezza per non averla potuta giocare, in quanto infortunato. Oggi prevale la gioia o il rimpianto per non averla vissuta da protagonista? “Mi ricordo bene di quella sfida. Un po’ di rimpianto, quel giorno, c’era. Ma dopo aver visto i ragazzi in campo, il modo in cui hanno dominato quella partita, mi sono sentito anch’io parte di quella squadra. Quel successo è stato bellissimo, sono felice di aver fatto parte di quel gruppo. La Coppa Svizzera è una competizione alla quale la società, la squadra e la gente tengono tantissimo, averla vinta è stato fantastico”.

C’è nei tuoi ricordi o nel tuo cuore una partita memorabile? Se sì, per quale motivo è memorabile? “Non è una scelta scontata, ultimamente stiamo andando piuttosto bene. Mi viene in mente la semifinale di Coppa a Ginevra. Vincere ai rigori una partita sofferta e gioire tutti assieme è stato bellissimo. Penso anche i quarti, sempre di Coppa, contro il Basilea, forse l’incontro più importante della stagione, finora. Nonché la vittoria più bella”.

Roman Macek: 'Fiero delle mie 100 presenze in bianconero' 2

‘Alla Juventus un’esperienza molto felice’

A Lugano arrivi in prestito non da una squadretta, bensì dalla Juventus. Come giudichi il tuo percorso professionale, pensando alla squadra in cui eri e al tuo presente qui a Lugano? “Ricordo con piacere l’esperienza di Torino. Lascia casa che ero un ragazzo (16 anni, ndr) ma tutto andò per il meglio. Alla Juve mi sono sentito come a casa, ho trovato una bellissima città, con gente che si è presa cura di me. Sono ricordi bellissimi, sono cresciuto tantissimo calcisticamente e sul piano umano”.

Hai fatto tutta la trafila delle selezionali nazionali del tuo paese, a partire dalla Under 16. La Nazionale è un tema o un sogno? “Dopo tanti anni senza una convocazione, la Nazionale sta diventando un sogno. È però vero che nel mio paese il mio è un nome ancora noto, del resto ho giocato in tutte le selezioni giovanili, spesso sono anche stato capitano. Di me si parla ancora oggi, anche grazie alle prestazioni con il Lugano. Ho parlato di un sogno, ma non ho smesso di pensare che si possa concretizzare”.

‘Che orgoglio rappresentare il mio Paese’

Quando vai in Nazionale rappresenti il tuo paese. Che legame hai con la tua terra? “È un rapporto molto stretto. Nella Repubblica Ceca ho vissuto solo nella mia città natale (Zlin, ndr), ma adoro Praga, una città molto bella. Sarebbe bellissimo, per me, poter difendere i colori del mio paese anche con la maglia della Nazionale maggiore e completare così il ciclo apertosi con la U16”.

Malauguratamente gli carriera hanno segnato la tua carriera. Come ti poni di fronte a quelle difficoltà? Sono passate? Fanno parte del gioco? Sono ancora nella tua testa? “Mi spiace solo che le mie prime esperienze qui a Lugano siano state un po’ ostacolate dagli infortuni. Che un calciatore al rientro da un infortunio debba passare attraverso dei pensieri non sempre sereni una volta tornato in campo ci può stare, ma poi tutto sparisce nel momento in cui il recupero è completo e magari ci si sente ancora meglio di prima. Quanto alle mie stagioni a Lugano, se penso soprattutto ai primi due anni, c’è un po’ di rimpianto per non aver potuto dare alla mia squadra tutto quello di cui sarei stato in grado”.

‘Un privilegio vivere a Lugano’

Sei a Lugano dal 2018, ormai sei di casa. Che rapporto hai con la città? “È una città bellissima. È vero, sono di casa, ma sono pur sempre uno straniero che ha la possibilità di vivere in una delle città più belle in assoluto. Una città che ha tutto per fare stare bene chi ci vive, che si sia soli, con la famiglia o con gli amici. È l’ideale anche per fare la vita di atleta, sono grato sin dal primo giorno di poter vivere in questa magnifica realtà”.

Raccontaci qualcosa di Roman Macek “privato”. “Chi mi conosce sa che non parlo troppo della mia vita privata. Sono una persona molto tranquilla. So perfettamente quando dedicarmi al cento per cento alla mia attività professionale, e so anche quando staccare e spendere del tempo in compagnia delle persone che se lo meritano. Mi piace passare il mio tempo libero in compagnia. Mi basta poco, per essere felice. Se penso ai periodi degli infortuni, beh posso dire che mi hanno aiutato a capire quanto sia importante stare in compagnia delle persone giuste che ti aiutano a stare meglio, sia nei momenti belli sia in quelli meno felici”.

In chiusura torniamo al calcio. In quale campionato – o in quale squadra – sogna o ha sempre sognato di essere protagonista Roman Macek? “Avendo trascorso molti anni in Italia, il sogno della serie A è sempre rimasto, è una realtà piuttosto vicina alla nostra. A giudicare dalla direzione presa dal calcio, il campionato più importante è la Premier League. Quindi direi Italia o Inghilterra, ma senza indicare una squadra o l’altra, Da bambino tifavo Real Madrid, poi passando alla Juventus ho iniziato a tifare Juve. Ma ho anche altre squadra per le quali simpatizzo. Non posso indicarne una in particolare”.

Altri articoli

Prima Squadra
Justin Reynolds all’FC Lugano
Lutto
E' morto Rolf Blätter