Renzetti: Europa soldi e mercato

Sul programma cartaceo distribuito agli spettatori della partita Lugano-San Gallo, sospesa a metà tempo per la pioggia, il presidente Angelo Renzetti aveva proposto alcune considerazioni che vale la pena riprendere in questa sede. Il titolo era: Europa, soldi e mercato.

“Le finanze del FC Lugano non sono mai state al centro di congetture e discussioni come in questi mesi. Il terzo posto conquistato nell’ultimo campionato e la conseguente qualificazione ai gironi dell’Europa League hanno innescato una serie di ipotesi relative alle entrate milionarie e alle necessità che tutto questo denaro venga reinvestito nel mercato.

Ora per rimettere la chiesa al centro del villaggio è opportuno fare alcune precisazioni. E’ un dato di fatto che per una società come il Lugano, abituata a barcamenarsi con entrate nemmeno sufficienti a sopravvivere, l’avventura europea comporterà introiti importanti.

Ma pensare che sia possibile spendere questi soldi solo per acquistare nuovi giocatori è un’ingenuità che fa a pugni con la ragione.

Sul piano econonico per il club la qualificazione alla Coppa continentale, prima di rappresentare un guadagno, si è già di per sé trasformata in un esborso di non poco conto per i premi. A ciò si aggiungano gli adeguamenti salariali imposti dal nuovo scenario: in pratica per trattenere giocatori richiesti da altre squadre.

La spesa più importante riguarderà poi le tre partite di EL da giocare “in casa”. L’affitto dello stadio di Lucerna con annessi e connessi, la sicurezza e via dicendo comporteranno oneri a cinque zeri, superiori addirittura a quelli per le trasferte.

Sul piano tecnico la squadra andrà rinforzata, avantutto con una rosa più ampia e se possibile di maggior qualità. Anche qui non sono tutte rose. Andare sul mercato che conta alla ricerca di giocatori di valore internazionale significa mettere sul tavolo cifre importanti. Se poi, alla politica dei prestiti forzatamente attuata finora, si vuole sostituire l’ingaggio di elementi di proprietà, ecco che il conto lievita rapidamente.

In buona sostanza ho cercato di spiegare come la guardia debba rimanere alta e come non si possano fare voli pindarici. Un dirigente avveduto cerca sempre di tenere sotto controllo tutti gli aspetti e di non restare spiazzato. Faccio un esempio: nel caso di un’eventuale retrocessione -e faccio tutti gli scongiuri del caso- dovremmo tener fede ai contratti in essere. Se la società non avesse un minimo di accantonamenti andrebbe incontro alle situazioni drammatiche già vissute da altri nel passato.”

Altri articoli

NewsPrima SquadraCalcio Svizzero
NewsPrima SquadraCalcio Svizzero