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"Per loro ossessione per noi desiderio"

“Per loro ossessione per noi desiderio”

Non è stata fortunata per il Lugano la vigilia dei quarti di finale di Coppa svizzera che si giocheranno mercoledì alle 20.15 a Sion. Alle previste assenze di Mahou e Belhadj si sono infatti aggiunte quelle di Celar, uscito per un indurimento muscolare a metà tempo della partita con il Basilea e di Arigoni. Quest’ultimo, infortunatosi a una spalla contro il Grasshopper in gennaio, era ormai pronto e sarebbe partito titolare al Tourbillon. Sabato scorso lo staff bianconero ha previsto per lui una sorta di “prova generale” di un tempo con la seconda squadra impegnata contro l’HÖngg. Proprio all’ultimo minuto di quella partita Allan ha subito un pestone alla caviglia che l’ha messo ko per le due partite in terra vallesana.

Pronti alla battaglia

La conferenza stampa della vigilia si è tenuta martedì, dopo l’allenamento e poco prima della partenza da Cornaredo. La prima domanda ha riguardato la “sospensione” per una settimana di Celestini che verrà sostituito in panchina dal presidente Costantin. Cosa si fa ad affrontare una squadra senza un allenatore vero?

“Per noi non cambia niente. Dal momento del sorteggio avvenuto in novembre mi era chiaro che tipo di partita ci attendeva a Sion. Allora c’era Tramezzani, poi è arrivato Celestini e ora Costantin ma non muta la sostanza. Domani è in programma una battaglia, sappiamo che ossessione abbiano i vallesani per vincere la Coppa svizzera. Quindi chiunque sia seduto sulla panchina avversaria non fa cambiare i presupposti, sappiamo come dobbiamo affrontare e giocare le battaglie, come dobbiamo preparare la partita. Quando si va in battaglia la cosa più importante è avere fiducia del compagno che ti sta accanto, non stiamo a guardare dall’altra parte, sappiamo che loro hanno sulle spalle una pressione devastante, devono vincere questa partita, è una vera ossessione.  Siamo in chiaro su cosa ci aspetta indipendentemente dall’allenatore. Per noi vincere domani è un fantastico desiderio, vogliamo regalare ai nostri tifosi ancora una gioia, tutti desideriamo entrare nella storia del club raggiungendo un’altra semifinale. La partita l’abbiamo preparata indipendentemente da chi siederà o starà in piedi a cinque metri da me”.

Sarà una bolgia

-Sai benissimo che l’ambiente al Tourbillon sarà particolare e che si cercherà di creare molta confusione. C’è Balotelli molto nervoso che sabato scorso ha potuto finire la partita solo perché si chiama Mario Balotelli, c’è Costantin in panchina che creerà del folclore. Tu e i tuoi giocatori siete pronti a tutto questo?

” Ho parlato tranquillamente prima con la squadra. Per noi non cambia nulla. Per qualche giocatore sarebbe stato fonte di maggior nervosismo vedere Celestini in panchina, per altri Tramezzani. Le partite di Coppa in Vallese sappiamo come sono: quanto loro ci tengono e che bolgia ci sarà. Dobbiamo stare attenti  a non far calciare Balotelli col destro e non a farlo innervosire perché è un giocatore che magari quando è nervoso tira fuori il meglio. Dobbiamo fare la nostra partita senza guardare a loro. Mandiamo in campo undici giocatori, più quelli che subentreranno, che avranno in mente una sola cosa: il FC Lugano. Del Sion non ci interessa niente.”

Pressione su di loro

-Dalle tue parole sembra che la pressione sia totalmente su di loro: la verità?

“Sicuramente loro “devono”  vincere questa partita, noi  vogliamo vincere. L’ho detto prima abbiamo il desiderio di andare avanti. Non potete nemmeno immaginare quanto sia bello ritrovarci in piazza Riforma e rivivere certe emozioni. Per me personalmente sarebbe entrare definitivamente nella storia di questo club e dunque è una spinta motivazionale incredibile. Pensate che bello riportare tutti quei tifosi in un’altra semifinale, lo facciamo per loro oltre che per noi stessi. Fondamentalmente è un desiderio mentre per il Sion -che già vive la Coppa come un’osssessione ed è Costantin a parlare sempre di tradizione irrinunciabile- dopo una stagione come l’attuale l’imperativo sarà doppio e noi dovremo essere pronti fin dal primo secondo. Non posso pensare perché sarebbe inimmaginabile a un avversario arrendevole, come la squadra vista nelle ultime partite.  Sarà un match a sé anche se il loro momento non è positivo, i giocatori vallesani non sono sicuramente scarsi come apparso a tratti nelle ultime uscite di campionato. Sarà un Sion che reagirà di pancia e quando uno è in questa condizione psicologica, qualcosa di diverso fa sempre”.

Stiamo bene

-Hai usato il termine desiderio mentre avresti dovuto parlare di ossessione anche per te visto che si  ha l’impressione che la Coppa tu la viva in modo particolare?

“Sono due vocaboli differenti. Già l’anno scorso  mi ricordo che avevo usato il termine “sogno”, adesso è diventato qualcosa di più, di piacevole che ci spinge ad andare oltre e a cercare domani di vincere la partita. L’ossessione loro ce l’hanno per forza, non possono sbagliare. Questo non significa che noi sin dal primo minuto non pensiamo ad andare ad attaccarli e a vincere. Ma sono situazioni completamente diverse. Noi delle ultime dieci partite ne abbiamo persa una sola. Non abbiamo magari ottenuto quello che vorremmo ma siamo una squadra stabile, che ha certezze, che segue una determinata filosofia di gioco, siamo caduti a Winterthur ma per il resto non abbiamo mai mollato di un centimetro, siamo lì con la testa, sul pezzo. Poi sarebbe sempre bello portare a casa tre punti, ma ci siamo. Dobbiamo ripetere le prestazioni che siamo soliti fare sapendo che questa sfida può durare 90, 120 minuti o anche di più. Dobbiamo usare la testa come abbiamo fatto l’anno scorso: ho guardato poco tempo fa qualche mia intervista del passato per vedere se sono migliorato. E avevo dichiarato che la coppa per me è qualcosa di speciale perché sono svizzero. E quello che ho vissuto il 15 maggio, non vedo l’ora di riviverlo un’altra volta, quelle emozioni e quelle sensazioni incredibili. Magari potessi riviverle”.

Provare i rigori

-Loro ieri hanno provato a lungo i rigori, si è letto che Costantin ha messo in palio mille franchi per chi arrivava in fondo alla serie. Voi avete allenato questa eventualità o sei uno di quei tecnici che dice tanto in partita è una cosa talmente diversa dall’allenamento che è inutile?

“Da quando alleno questa squadra ogni volta che giochiamo prima della Coppa ogni giocatore è obbligato a calciare dai due ai tre rigori. Questo perché, ve lo devo confessare, nel calcio di oggi, con cinque se non addirittura sei cambi, devo essere in grado di sapere come calciano anche coloro che di solito non si presentano sul dischetto. Secondo me una chiave di lettura della nostra cavalcata dello scorso anno è stato quando ho visto in allenamento calciare Juri, sul quale nessuno avrebbe puntato, e mi sono detto: o il rigore decisivo o il quarto con il Lucerna lo facciamo tirare a questo ragazzo che faremo entrare alla fine per quello. Questi rigori in allenamento servono per studiare chi di regola non si avvicina nemmeno all’area in caso di penalty, ma con i cambi è facile che siano proprio questi a dover battere la serie finale.”

Giocherà Saipi

-Anche i portieri allenano i rigori: vanno a vedere chi tira e come tra gli avversari?

“Questa è la preparazione che lascio a Riccardo Di Benedetto e l’anno scorso a Redaelli. Ogni domenica sappiamo da che parte hanno calciato più spesso i tre rigoristi delle altre squadre. Anche da questo punto di vista la tecnologia ti aiuta, perché il discorso fatto per noi vale anche per il Sion e dobbiamo essere in grado di prevedere cosa faranno le loro riserve per aiutare il nostro portiere. Dobbiamo essere sempre sul pezzo. Quello che ti fa vincere la partita a volte sono i dettagli e su questi ci lavoriamo e sperando proprio sui dettagli di poter sorprendere il Sion domenica sera.”

-A proposito di portieri sarà Osigwe a difendere la porta?

“Il portiere di Coppa è lui ma purtroppo è da un mese che non riesce ad allenarsi al meglio per via della frattura di un dito e con tranquillità mi ha detto che non si sente al 100 per cento. Quindi giocherà Saipi anche se per me avrebbe dovuto giocare Sebastian. Ma siamo trasparenti, vogliamo vincere come squadra e Osigwe ha fatto l’ennesima scelta rivolta al bene del gruppo anche se gli rode non essere in campo, ma sarà comunque a disposizione in panchina.”

Incognita tattica

Dicevi che la partita di Coppa è particolare. Quindi l’unica vittoria che averte ottenuto quest’anno, proprio al Tourbillon, non ti serve a niente per parare la sfida di domani?

“A parte che, anche se non avessero cambiato allenatore, Celestini -visti anche i risultati che non arrivavano- ha mutato spesso  modulo e anche un po’ filosofia. Era difficile analizzare il Sion. Sicuramente domani dovremo essere ancora più bravi del solito. Non posso nemmeno lontanamente immaginare come Costantin voglia impostare la partita, come dico sempre alla squadra dovremo essere bravi a giocare in fase offensiva come vogliamo e ad adeguarci il prima possibile alle loro manovre.  Voi domenica non ve ne siete accorti ma il Basilea ha giocato il primo tempo in una maniera, i primi dieci minuti del secondo in un’altra e poi ancora in un terzo modulo. Bisogna sapersi adattare, non è sempre semplice ma cercare di farlo il prima possibile.”

L’assenza di Celar

-A propositi degli indisponibili quanto peserà davanti l’assenza di Celar che è il vice capocannoniere del campionato?

“L’assenza di Zan pesa come tutte le altre che dall’inizio del campionato, purtroppo, ci assillano. Domenica contro il Basilea non avevo un centrocampista centrale in panchina, nemmeno un esterno alto o un terzino destro. Cerchiamo sempre di trovare delle soluzioni continuando a dare fiducia a chi c’è. Non avremo Celar, che per noi è un elemento importantissimo a prescindere, ma troveremo altre soluzioni con giocatori spero molto motivati per sostituirlo.”

Babic e Bottani

-In quest’ottica Babic, che gli è subentrato nel secondo tempo domenica, ha un po’ deluso. Gli darai l’occasione di rifarsi a Sion?

“Ha deluso soprattutto voi. So benissimo che entrare a partita in corso, quando il Basilea deve avere una reazione forte dopo un primo tempo opaco, inserendo elementi come Calafiori e Lang, non è mai facile. Ho giocato a calcio per 14 anni  e so che subentrare in queste situazioni è arduo: Babic come Bottani si sono trovati in un contesto nel quale noi ci siamo dovuti difendere perché loro sono cresciuti, abbiamo fatto fatica a giocare come invece ci era riuscito nei primi 45 minuti. Per i due non è stato facile, se avessero giocato dall’inizio sia Babic sia Bottani avrebbero fatto una grande partita. Devo quindi sapere valutare le circostanze, anche perché Babic è sempre stato un giocatore che quando è stato chiamato in causa ha dato la profondità che talvolta ci manca, al St. Jakob ci ha fatto vincere la partita con il suo gol.”

La carta Amoura

-A Sion, nella partita di campionato, Amoura era stato devastante all’inizio. Come pensi di usarlo?

“A parte la partita di domenica col Basilea,  Amoura ha sempre giocato e fatto bene. Bisognerà vedere le dinamiche della sfida di Coppa, quello che accadrà, come loro difenderanno, eccetera.Tutti sanno che tattica avevo usato in campionato perché sapevo come potergli fare male, domani dovrò essere bravo a capire quello che sta succedendo e come utilizzare al meglio Amoura che è una grande risorsa che avevo a disposizione anche domenica. Ma nel momento di grande spinta del Basilea ho preferito inserire Babic perché pensavo che potesse fare un altro lavoro di sponda. Ma Amoura resta sempre nei miei pensieri e so quanto possa mettere in difficoltà la difesa vallesana.”

Tanti infortuni

-Ne avevamo già parlato a suo tempo ma l’infortunio muscolare di Celar ripropone il tema: c’ è qualcosa che è andato storto nel lavoro di preparazione fisica o tutti questi episodi sono solo imputabili alla  sfortuna e al caso?

“Dobbiamo sicuramente fare un’analisi interna perché abbiamo avuti anche troppi infortuni, penso solo ai recenti di Mahou, Belhadj e Celar che tolgono profondità alla panchina e quelle soluzioni che abbiamo bisogno per arrivare là dove vogliamo. Poi sapete che non cerco scuse, domenica non sono venuto qua a fine partita a dirvi che, quando è uscito Celar, ci mancavano sei titolari ed è normale che ci siamo abbassati: mi sono preso le colpe. Ma avere Mahou in panchina come l’avevamo a Berna non avrebbe costretto Macek a fare gli straordinari, ma è solo un esempio. Sono cose che dobbiamo analizzare internamente, capire quello che è successo e farci forse dei mea culpa. Ma adesso dobbiamo concentrarci esclusivamente a recuperare tutti i giocatori sapendo che quella di Celar non è una cosa grave ma una contrattura da tre o quattro giorni. Non possiamo rischiarlo domani sera col rischio di perderlo sino a giungo, era già successo in ottobre quando lui aveva voluto forzare una situazione e ci era mancato per un mese.”

Difesa a 3 o 4?

-Il modulo che hai scelto per Berna, il 3-4-3 che ha fatto bene per le due partite, può diventare la tattica di riferimento o non appena l’infermeria si svuoterà tornerai al modulo originario?

“I nostri giocatori offensivi, penso ad Aliseda e Steffen, tra le linee stanno facendo molto bene, e siamo riusciti  a sguinzagliare sulle fasce i cavalli come Valenzuela e Macek. Questo modulo è nato dall’esigenza (visto che erano infortunati sia Arigoni sia Espinoza) e dalla mia volontà di non più schierare Valenzuela a destra dove il ragazzo era limitato e pure la costruzione del gioco della squadra ne risentiva. Adesso con il recupero di Mai abbiamo a disposizione altre soluzioni ma questo è un modulo che ci ha dato tanto anche in fase difensiva. Finché la gamba dei giocatori ha tenuto abbiamo fatto molto bene anche dietro. E’ una riflessione che ho fatto: ci aspettiamo una bella vittoria per convincerci del tutto”.

Sfide ravvicinate

– Quali sono i fattori positivi e negativi nel dover affrontare due volte la stessa squadra nel giro di quattro giorni?

“Non riesco a vedere più in là di domani sera alle ore 20. Poi domenica cercheremo di recuperare i sopravvissuti al grande sforzo di Coppa e vedremo cosa poter fare. Partiamo in 18, con due elementi della seconda squadra aggregati, siamo pochini. Sarebbe sbagliato guardare troppo in là e anche domenica scorsa non l’ho fatto, nei miei cambi non ho certo pensato a Sion ma solo a battere il Basilea. Adesso ci concentriamo su domani che è una partita a sé, come ho detto prima, non centra niente il campionato, si vivono altre dinamiche e bisogna giocare in maniera diversa.  Nelle battaglie bisogna avere ancora più fiducia nel compagno e riuscire a motivarlo perché c’è bisogno di tutti, in queste partite bisogna rigirare gli eventi in maniera positiva.”

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