Lingua dell’arbitro e risultati
Sei cartellini gialli e tutti (tranne quello a Da Costa) motivati da gioco duro. E’ il pesante bilancio disciplinare del Lugano sabato a Neuchâtel. E dire che i falli commessi dai bianconeri sono stati solo undici. Quindi il 50% degli interventi fallosi dei ticinesi è stato ritenuto da ammonizione dall’arbitro Jaccottet (Freshfocus). Una sorta di primato. Da notare che la partita non è parsa eccessivamente dura e che finora nelle 153 partite di Super League di questa stagione una sola squadra (il Lucerna domenica scorsa) era uscita dal campo con sei giocatori ammoniti. C’è poi il discorso sul VAR. Domenica contro il Servette un presunto fallo di mano in area ginevrina su punizione di Aratore non è nemmeno stato segnalato all’arbitro affinché lo rivedesse. Sabato alla Maladière un fallo (da espulsione) di Mveng sullo stesso Aratore al 91′ è stato ignorato da tutti: arbitro e addetta al VAR.
Non si tratta di fare del vittimismo -ci mancherebbe- ma solo di segnalare la circostanza che gli episodi aumentano. Qualche settimana fa il capitano del Basilea Stocker si è lamentato perché ad arbitrare il match tra renani e Servette era stato chiamato un arbitro francese. Cosa dovrebbe dire allora il Lugano che ogni domenica vede le proprie partite dirette da un arbitro svizzero tedesco o romando? Qualcuno potrà sentenziare che la lingua e la provenienza del direttore di gara non influiscono sui risultati. Peccato che un recente studio dell’Università di San Gallo arrivi a conclusione opposte.
Lo studio “Rot-Jaune-Verde. Language and Favoritism: Evidence from Swiss Soccer” di Richard Faltings, Alex Krumer e Michael Lechner si fonda su un voluminoso dossier. Gli autori hanno paragonato i dati delle due maggiori leghe calcistiche svizzere, Super League e Challenge League, dal 2005-2006 al 2017-2018.
Dalle ricerche risulta che gli arbitri pronunciano più sanzioni sotto forma di cartellini gialli e rossi a squadre di altre regioni linguistiche. Si suppone quindi che anche il risultato delle partite venga influenzato. La differenza di punti in favore della squadra locale è importante, quando l’arbitro proviene dalla medesima regione linguistica.
Uno degli autori ha spiegato che “ci siamo interessati al calcio svizzero, poiché vi sono club e arbitri provenienti dalle tre diverse aree linguistiche“. La discriminazione linguistica è una preoccupazione per la società elvetica in generale e per il calcio svizzero in particolare.
“È importante che le autorità calcistiche siano consapevoli del problema e che istruiscano gli arbitri in tal senso. Una soluzione a breve termine potrebbe essere quella di evitare di attribuire una partita a un arbitro proveniente dalla medesima area linguistica di una delle due squadre” conclude Krumer.