“DI FRONTE DUE SQUADRE CHE VOGLIONO VINCERE”
Domenica alle 16.30 alla Swissporarena di Lucerna il Lugano inizierà il girone finale per il titolo. In vista del match la squadra si è allenata venerdì mattina a Cadro ed effettuerà la seduta di rifinitura sabato pomeriggio prima di partire alla volta della Svizzera centrale.
MARQUES AI BOX
Nel corso degli ultimi allenamenti si è fermato Martin Marques la cui presenza domenica è esclusa così come quella di Belhadj e Valenzuela. Tutti gli altri elementi della rosa sono per contro a disposizione.
LAVORATO TANTO E FORTE
Nella conferenza stampa della vigilia al tecnico Mattia Croci-Torti è stato inizialmente chiesto come si è preparato il Lugano in queste due settimane in vista di una partita contro una squadra molto temibile specie in casa. L’ultima sconfitta alla Swissporarena è avvenuta addirittura a inizio dicembre e proprio contro i bianconeri.
“Rispondo molto semplicemente. Abbiamo trascorso questi 15 giorni lavorando tanto e forte. Non è stato un periodo nel quale dovevamo staccare ma mettere volume nelle gambe perché d’ora in poi non ci saranno più tempi di recupero. Abbiamo davanti un mese pieno di impegni dove in ognuna delle cinque partite dobbiamo assolutamente alzare il nostro livello anche mentale. La concentrazione dovrà essere alta e dunque era fondamentale mettere tanta benzina nel motore. Un conto è stato riposare mentalmente, anche se penso che non l’abbiano fatto in tanti visto che c’erano le semifinali di Coppa da guardare per stare sul pezzo. Quello che abbiamo fatto è stato cercare di lavorare forte perché sappiamo che nell’ultimo periodo prima di questa pausa non siamo andati come avremmo voluto. Quindi abbiamo posto l’accento sul lavoro e sul sacrificio, aspetti che erano venuti a mancare nelle ultime partite. Fisicamente avevamo ceduto qualcosa però ci poteva stare ma era importante fare quello che abbiamo fatto”.
MOLTO TEMIBILI IN CASA
“Per quanto riguarda il prossimo avversario non è tanto e solo il percorso degli ultimi mesi ma quello delle ultime stagioni a confermare che il Lucerna è una squadra molto pericolosa in casa, dove si lascia trascinare dal proprio pubblico un po’ come succede a San Gallo. Un collettivo capace ogni stagione del meglio come del peggio, ogni tanto arriva prima o seconda, l’anno scorso non è entrata nelle prime sei. Quest’anno ce l’ha fatta grazie a un filotto di risultati tra cui il 5-0 in casa contro i campioni svizzeri dell’YB, poi magari con qualche battuta d’arresto in trasferta. Ma alla Swissporarena vanno sempre temuti, anche se la partita non va come loro vorrebbero, sulle palle ferme fanno spesso la differenza. I vari Rrudhani, Stankovic, Villiger, Grbic e lo stesso Knezevic sono giocatori che sanno fare male anche con quest’arma. Dunque dovremo essere molto attenti. Secondo me sarà una bella partita con due squadre che vorranno vincere, nessuno giocherà per difendersi. Sono convinto che tutte e due oseranno e difficilmente assisteremo a una gara noiosa”.
PALLE FERME: PIU’ CONVINZIONE
-A proposito di corner e punizioni voi non avete mai saputo approfittarne per segnare. Ancora l’altra sera l’Inter pga dimostrato a Barcellona come le palle ferme siano fondamentali. Perché non riuscite a sfruttarle maggiormente?
“Settimanalmente analizziamo la situazione sul come prepariamo le cose e come le attuiamo sul campo. C’è un aspetto sul quale manchiamo: la convinzione. Abbiamo pochi giocatori convinti di poter far male all’avversario in questo tipo di azioni. Dobbiamo migliorare questa situazione ma è anche vero che la convinzione devi avercela dentro. In passato si è spesso parlato di un elemento come Hajrizi che aveva il timing giusto. Dobbiamo essere bravi noi come allenatori a migliorare ad esempio un giocatore come Lukas Mai. In questi mesi non posso rimproverargli niente, ha avuto un cambiamento di attitudine e un livello di professionalità altissimi. Penso sia il difensore che vince più duelli dell’intera Super League. Però è alto 1.93 e non ha ancora segnato di testa, dobbiamo allenarlo e migliorarlo sotto questo aspetto. Le palle ferme non sono frutto del caso ma devono essere calciate in una determinata maniera e quest’anno ci èp mancato qualcosa anche lì”.
RECUPERATI CINQUE GIOCATORI
-Avete recuperato qualche giocatori e quindi hai a disposizione in panchina un maggior numero di alternative; sono tutti già pronti a essere schierati?
“In un colpo solo abbiamo recuperato cinque elementi. Inoltre abbiamo messo due settimane di lavoro nelle gambe a Mahou, Bottani e Dos Santos. Ha ripreso in pieno anche Hajdari che è mancato nelle ultime partite. Siamo una rosa più completa e sono sicuro che con i giocatori a disposizione possiamo disputare un’ottima partita. L’importante a volte non è tanto averli a disposizione ma poterli avere con minuti e ritmo nelle gambe. La settimana scorsa abbiamo organizzato una partita interna per cercare di alzare l’intensità di tutti quanti. Sono molto contento di come sono andati questi quindici giorni.”
PECCATO PER MARTIM
-Non saranno da sottovalutare le assenze dei due braccini di sinistra e cioè Marques e Valenzuela?
“E’ vero anche perché Marques, dopo l’infortunio al ginocchio era tornato bene. Poi, come tutti i giocatori reduci da una lunga pausa, dopo le prime settimane di flow positivo è arrivata una flessione. Ma si stava allenando forte, purtroppo ha avuto un problema muscolare, ci saranno esami in giornata e non so dirvi per quanto ne avrà. Peccato perché è un ragazzo che ha tanta voglia e fame ed era intenzionato a disputare domenica una grande partita conscio che quella di Losanna è stata una delle prestazioni meno convincenti della sua avventura luganese”.
LA ROSA COME PUNTO DI FORZA
-Gli infortuni hanno inciso?
“Quest’anno siamo stati costruiti, senza il Mauro Galvao della situazione, come una squadra che dall’inizio ha avuto la rosa come punto di forza. Rispetto alle avversarie ho potuto cambiare formazione in tantissime partite, dalla panchina abbiamo sempre potuto attingere a qualcosa di importante. In una recente intervista mi è stato fatto presente che ancora ad oggi sono il secondo allenatore per numero di punti ottenuti con i subentranti. Di recente invece gli infortuni ci hanno tolto la forza negli ultimi minuti però come ben sapete lungi da me incolpare qualcuno. Non ho mai puntato il dito contro chicchessia e ho sempre cercato di assumermi le responsabilità, penso che il compito di un allenatore sia trovare le soluzioni specie in situazioni di emergenza. Come ho spesso ripetuto se sono qua e anche per superare determinanti momenti. La cosa che mi rammarica è non poter vedere i ragazzi dare quello che possono alla squadra quando sono assenti. Abbiamo avuto assenze importanti che comunque ci hanno tolto qualcosa e non ho problemi a ribadirlo.”
MOLTE ROTAZIONI IN AUTUNNO
-Avete avuto più infortuni nel 2025 quando gli impegni sono stati meno, come lo si può spiegare: calo di tensione, sfortuna, altro?
“Ci sono sempre diverse motivazioni. Ho una mia spiegazione: in autunno ho fatto tantissimo turnover, undici giocavano una partita e altri undici quella seguente. Davamo sempre a tutti una settimana di recupero. Le poche volte che ho schierato gli stessi siamo andati un po’ in difficoltà. Ci sono stati anche infortuni (Belhadj, il primo di Hajdari, quello di Bislimi e altri) dovuti a forti contusioni. Grgic l’abbiamo perso sul sintetico contro l’YB così come lo scorso anno avevamo avuti diversi infortuni a Losanna. Tre giorni prima del match di Coppa a Bienne abbiamo perso a Berna quattro elementi. Sono abbastanza tranquillo nel dirti che nella prima parte ho fatto qualcosa di abbastanza “violento” ruotando tutti i giocatori ad eccezione forse di Renato Steffen.”
VINCERLE TUTTE
-Qual è il vostro obiettivo all’inizio di questo girone finale di cinque partite?
“Vincerle tutte, per arrivare più in alto possibile. Sappiamo che abbiamo perso punti per strada, non siamo qui a dire che nell’ultimo mese e mezzo abbiamo fatto quello che ci aspettavamo. Gli avversari si sono rivelati sempre più efficienti di noi, inoltre adesso abbiamo il calendario peggiore di tutte con tre trasferte su cinque match, addirittura con un giovedì a Losanna e tre giorni dopo a Ginevra. In casa affronteremo due squadre che portano al seguito migliaia di tifosi, quindi affrontarle è quasi sempre come giocare in trasferta. Contro Basilea e YB inoltre non è mai una passeggiata, hanno ambedue ambizioni alte. Le partite del girone finale sono difficili per chiunque, non voglio dire che la classifica si può capovolgere completamente. L’anno scorso a noi erano state sufficienti due vittorie (con Winterthur e a Berna) per piazzarci al secondo posto. Quest’anno sono sicuro che a dipendenza del risultato della prima partita del capolista Basilea, possa succedere ancora di tutto.”
GIRONE FINALE NON EQUO
-Seguendo il tuo ragionamento non ti piace o meglio non ritieni equa questa formula?
“Non è un girone finale equo, quello si sa. E’ positivo il fatto che ci sia una divisione della classifica ma quello che succede dopo non è equo. O fai come in Belgio con andata e ritorno e punti dimezzati ma qui il fatto ad esempio che noi andremo per la terza volta a Losanna mentre loro sono venuti una sola volta a Cornaredo non è normale. Non ci lamentiamo ma non è una formula equa. Tutti dovrebbero giocarsi alla pari le proprie possibilità e ciò non accade. In questi due anni abbiamo alzato il livello di equilibrio del campionato, nessuna squadra ha più staccato le altre. Così come non ci sono club già retrocessi a gennaio, tutti ci credono ancora. Questa formula fa sì che il Winterthur non abbia mai mollato e che GC e Sion sentano l’acqua alla gola perché non vogliono andare al barrage. E’ tutto bello salvo la parte finale quando tutte (o quasi) si giocano qualcosa ma lo schema dei gironi sarebbe da rivedere lasciando ad esempio a chi è arrivato sopra in classifica maggiori probabilità di giocare in casa o altri accorgimenti che tengano in considerazione la meritocrazia e non altri fattori.”
DIFFICILE TROVARE ALBERGHI
-Pensate che le due trasferte ravvicinate in Romandia siano l’occasione per rimanere sul posto come avevate fatto nel recente passato?
“Abbiamo valutato le esperienze di questi due anni che non hanno mai portato frutti positivi quando si decise di soggiornare oltre san Gottardo tra un impegno e l’altro. Ci siamo trovati in condizioni scomode per allenarci, le società che ci accolgono decidono in base alla meteo che campo attribuirci e senza poterlo chiudere agli estranei. L’ultima volta a Nyon abbiamo preparato la partita col Servette con sei osservatori granata che assistevano all’allenamento. Rientreremo quindi in Ticino, siamo abituati a tornare da Thun alle 4.30 di mattina e faremo lo stesso. Ci sono di mezzo anche riabilitazione, fisioterapia e altro. Una problematica della quale non si parla è la difficoltà di trovare hotel che ci ospitino. In questo girone finale dovremo scendere in due alberghi mai visitati in precedenza, perché a questo punto della stagione è difficile trovare strutture che abbiano ancora così tante camere a disposizione. Quindi da Losanna torneremo a casa. L’unica differenza sarà magari che faremo la trasferta in treno, come abbiamo già fatto più volte. Il viaggio in ferrovia è un po’ più comodo mentre al ritorno si sale sul bus e chi ci riesce dorme sino a Lugano, gli altri ripensano alla partita”.
LO SMACCO COL SERVETTE
-Il titolo non si può più vincere ma c’è una qualificazione europea da ottenere. Si riesce a motivare un gruppo nel quale ci sono diversi giocatori in scadenza? Come si fa a far venir fame a questi elementi ora che non c’è la finale di Coppa a tener tutti sulla corda?
“Nel calcio moderno chi è senza contratto deve cercare di dare il meglio per trovare una squadra. Alla fine i nostri ragazzi, comunque vada, portano grande rispetto per la maglia del Lugano e per chi ha dato loro la possibilità di mettersi in mostra. Sotto questo aspetto non vedo difficoltà. La criticità di quest’anno -e lo posso ribadire- è che sul più bello, nel momento in cui dovevamo dimostrarci più efficienti e forti delle avversarie (penso alle partite di Berna e Basilea e allo scontro casalingo col Servette) non siamo riusciti ad andare in vantaggio, a segnare un gol e a vincere. Ed erano match nei quali avevamo giocato meglio degli avversari. Specie la partita col il Servette a livello mentale ci ha fatto molto male, era il momento in cui potevamo recuperarli in classifica e raggiungere il Basilea. La grande difficoltà a livello mentale è stata di essere convinti di potercela fare e di non riuscire sul campo a conquistare i tre punti. E’ stato uno smacco per un gruppo che riteneva di essere all’altezza. Ma negli scontri diretti con le prime quest’anno siamo la squadra che ha ottenuto meno punti e quindi dobbiamo fare mea culpa”.
QUALCOSA DEVE CAMBIARE
-Dopo la sconfitta di Losanna eri molto arrabbiato e hai annunciato cambiamenti non si sa bene se di uomini o di atteggiamento. Lascerai l’iniziativa all’avversario per ripartire?
“Non posso dirti cosa abbiamo studiato per Lucerna. Le mie parole di due settimane fa non erano al vento, sono convinzioni che ho nella testa, qualcosa domenica cambierà. Non l’idea né gli uomini per forza però qualcosa bisogna cambiare perché non sono contento dei risultati delle ultime settimane. Non sono contento nemmeno di me stesso. A volte mi è piaciuto come abbiamo giocato ma non l’efficienza mostrata.”
ARRIVARE NEI PRIMI TRE
-Tu non sei contento di questi risultati e la società? Senti che ti sostiene, i dirigenti si sono avvicinati a te, avete parlato del momento delicato?
“La cosa carina e fondamentale è che noi ci parliamo ogni giorno. A non essere contento non sono io e nemmeno loro. E’ molto più facile discutere con persone che sono dentro e che sanno perché arrivano o non arrivano determinati risultati, quando c’è un discorso quotidiano trasparente e più facile. Poi sappiamo tutti che nel mondo dello sport contano i risultati, tante volte sono stati positivi, adesso non sono quelli che volevamo. La società mi ha dato l’obiettivo di cercare di arrivare nei primi tre e nonostante tutto il negativismo di questi giorni siamo in piena corsa per arrivare lì dove volevamo. La probabili finaliste dell’Europa League sono tredicesima rispettivamente quattordicesima in classifica in Premier League. Abbiamo visto la Roma uscire dall’Europa e subito svoltare in campionato, la Lazio andare in difficoltà. Giocare il giovedì e piazzarsi nei primi sei non era scontato, la crisi che abbiamo avuto dopo avrebbe potuto arrivare ben prima e sarebbe stato difficile stravolgerla. Quindi comunque siamo ancora lì e ce la possiamo giocare. Poi a fine stagione si tirerà la linea come ci insegnava l’ex presidente. Abbiamo ancora cinque possibilità per far ricredere tutti quanti e per far rivedere il Lugano che tante volte sino a novembre è stato elogiato su tutti i campi”.
LE FURBIZIE DI FRICK
-A proposito del girone per il titolo ho sentito poco fa l’allenatore del Lucerna Frick che mi ha detto che giocano senza pressione e che hanno fatto di più di quanto ci si aspettasse e che in questo senso c’è una differenza di ambizioni rispetto al Lugano. Sentite un certo peso supplementare?
“(ride) Se hai creduto alle parole di Mario Frick… Lo consociamo bene fa il furbo, lo rispetto per come fa giocare le sue squadre ma sul piano delle ambizioni è nella mia stessa situazione, ha un’ottima squadra. Se si guarda alla sua rosa non può assolutamente essere contento di piazzarsi sesto. L’anno scorso era il primo a essere scontento per non essersi classificato per il girone titolo. Ha una forza dentro di se che gli invidio, riesce a dare più fiducia di me ai giovani. Non so se ne abbia di più pronti e strutturati, anche adesso giocano i gemelli in difesa alti 1.92. Lucerna ha un bacino giovanile che è l’obiettivo anche della nostra Academy per portare più elementi in prima squadra. Frick cita i giovani ma non ricorda che è andato a comperare gente in Svezia che poi non gioca. Fa un po’ come Mourinho con Santos. Ripeto sia lui sia i suoi dirigenti se arrivano sesti non sarebbero contenti, anzi.”