Celestini e Sabbatini: pronti al riscatto
Prima dell’allenamento allo stadio Parken il tecnico Fabio Celestini e il capitano Jonathan Sabbatini (TiPress) hanno risposto alle domande dei giornalisti svizzeri e danesi. Le prime sensazioni dell’allenatore in vista dell’esordio europeo: “E’ un grande orgoglio per tutti, per giocatori, staff, società tifosi, città poter partecipare alla seconda competizione per club che ci sia in Europa. Cercheremo di approfittarne al massimo e di fare tutto quanto sarà nelle nostre possibilità per ben figurare. Un conto è arrivare qua e dire che ‘bello essere in Europa League’ e un altro è fare bene e portare il più in alto possibile la maglia del Lugano. Desideriamo dimostrare di essere pronti.”
-A Jonathan Sabbatini chiedo dopo due anni dalla prima esperienza in Israele, cos’è cambiato?
“Due anni or sono uno aveva la sensazione di chiedersi cosa ci troveremo davanti e come sarà questa competizione perché fondamentalmente l’avevamo vista solo in televisione. Non è la stessa cosa evidentemente scendere in campo. Quell’esperienza ci servirà sicuramente per affrontare al meglio la partita di domani. Il nostro inizio due anni fa è stato duro e vorremmo che la prima partita abbia un esito diverso”.
-Mister sappiamo che a livello di risultati è un momento difficile. Lei era molto deluso dopo Losanna, cosa si aspetta domani dai suoi ragazzi?
“Fondamentalmente mi aspetto sempre le stesse cose. Desidero vedere una squadra che ha voglia di giocare, lottare, competere, vincere, che abbia coraggio, che sia felice in campo giocando un certo tipo di calcio, che sia unita. Quando ci sono questi ingredienti sono felice. A Losanna ero deluso perché non ho potuto vedere i miei giocatori divertirsi e lottare l’uno per l’altro. E’ mancato il succo di una squadra di calcio che deve andare a competere.”
-Ha l’impressione che il messaggio non venga recepito?
“Se così fosse si deve sapere il perché, è il mio lavoro. Va detto che a Losanna è la prima volta che è successa una contro prestazione simile. Fino a due mesi fa eravamo primi, pronti per l’Europa, avevamo fatto grandi partite. Non posso buttare via tutto questo. Poi è vero che i risultati ora non arrivano ma non si può gettare tutto anche se chiaramente a Losanna c’è stato poco da salvare.”
-Hai trovato la spiegazione?
“Credo di sì e che lo sappiano anche i giocatori ma trovare la soluzione per uscirne in fretta non è così facile.”
-Vi siete anche confrontati schiettamente tra di voi e con il presidente. Cos’è emerso?
“Devo dire la verità: non ho aspettato la partita con il Losanna per sapere cosa non va. Ma ci vuole del tempo per far funzionare le cose al meglio, ci sono nuovi giocatori, dinamiche di gruppo, far passare un’idea. Perché noi non lavoriamo -e questa è la cosa difficile- su una tattica ma su un’idea di gioco, su un pensiero. Sono bugie che l’anno scorso ho cambiato la mia filosofia cominciando a giocare con le ripartenze. Non ho mai detto di ripartire: dò dei principi di gioco (sempre gli stessi) poi ci sono le squadre che l’interpretano in un modo e altre in un altro. E’ il bello del calcio. Rispetto a quand’ero a Losanna, qui si difendeva un po’ più bassi e si ripartiva in velocità. Là avevo una squadra con caratteristiche diverse. Io non obbligo nessuno a fare qualcosa, sono i giocatori che interpretano le mie idee. Stiamo avvicinandoci alle migliori sensazioni dello scorso anno, ma non siamo ancora a quel punto. Quest’anno le altre squadre -e non è una differenza da poco- non ci vengono più a pressare ma ci aspettano. Solo lo Zurigo ci è venuto a pressa alto e ne ha prese quattro. Gli altri avversari hanno deciso di abbassare il baricentro e per i miei ragazzi è cambiato molto. Dobbiamo adattarci: siamo vicini ma non ancora al top”.
-Prima della partita di Losanna hai detto che avevi già in testa anche le formazioni per Copenaghen e per il Lucerna domenica. Hai cambiato idea?
“No assolutamente. Anzi a chi mi ha chiesto se avrei schierato la stessa formazione in Coppa ho risposto di sì. E questo vale per le due partite che ci attendono. Ho fiducia in tutti i ragazzi e se a casa mia (Losanna) me la gioco con ragazzi che avevano partecipato poco fino a quel momento, vuol dire che ho grande fiducia in loro e non è perché hanno sbagliato una partita che questa stima viene meno. Tra l’altro non hanno sbagliato solo i nuovi ma anche altri. Ho sempre detto di essere contento della squadra che ho a disposizione e continuo a dirlo. So che possiamo fare molto bene anche se in questo momento non ci sono i risultati”.
-Domani un pareggio sarebbe visto come un risultato negativo?
“Dipende come viene. Non dico di scendere in campo per il pareggio ma per fare una partita che ci renda orgogliosi e vincere. Dobbiamo dimostrare che a Losanna non eravamo quelli veri. Tanti ci guarderanno e vogliamo far vedere chi siamo. Abbiamo bisogno di uscire domani con un risultato positivo e con una prestazione convincente.”
-In Svizzera gli avversari vi temono e hanno un atteggiamento tattico diverso, ma il Copenaghen domani magari avrà un approccio diverso?
“Soprattutto in casa loro hanno dimostrato di essere molto aggressivi e compatti, cercano di pressare con terzini molto alti. Sanno benissimo che noi eravamo nella quarta fascia il giorno del sorteggio e avranno un solo obiettivo vincere. Siamo pronti a tutto, possiamo fare bene contro qualunque tattica avversaria. Dobbiamo essere convinti che possiamo fare bene al di là di sapere cosa faranno gli altri.”
-Jonathan sei a Lugano da tanto tempo, hai vissuto alti e bassi, questo è un momento delicato. Come lo vivete voi giocatori?
“Come ha detto il mister giochiamo la seconda competizione più importante a livello continentale. La squadra ne è consapevole; ci guarderà tutta Europa, dobbiamo affrontare questa competizione per cancellare le cose che si stanno dicendo dopo Losanna. Se ci è mancata un po’ di fiducia ora dobbiamo riconquistarla, con mentalità e cattiveria.”
-Sono un giornalista danese: mister cosa pensa del fatto che il Copenaghen abbia perso le ultime tre partite (due in campionato e una in Coppa)?
“Non è che noi veniamo da un filotto positivo (ride). Non so come stanno i nostri avversari, ho visto le partite e hanno avuto un buon atteggiamento. Sono un gruppo unito, con forza difensiva e offensiva. Ma è importante come giochiamo noi. Se poi il Copenaghen sta male meglio, sperando di star bene noi.”