Celestini: è bello allenare questi ragazzi

Celestini: è bello allenare questi ragazzi

Clima di grande soddisfazione se non di euforia al triplice fischio dell’arbitro Schärer. Il Lugano è tornato alla vittoria che in campionato mancava dal primo settembre (1-0 allo Zurigo). Il presidente Renzetti elogia le scelte anche coraggiose dell’allenatore che, viste anche le assenze, ha messo in campo una difesa e un centrocampo inediti. Fabio Celestini, dal canto suo, manifesta una gioia contenuta.

“Sono uno che al di là del risultato va sempre a vedere i contenuti delle partite. Se vogliamo arrivare all’obiettivo finale, l’ho già detto venerdì, non puoi giocare male. Oggi i tre punti in palio erano fondamentali per dare un po’ corpo a quello che stiamo facendo. Vincere così ci facilita le cose in settimana e ci fa credere in quello che stiamo facendo. Ho rivisto il sorriso sui volti dei ragazzi è questo è fondamentale.”

-Stai dicendo che non ti è piaciuto come la squadra ha giocato?

“No, dico che guardo sempre il contenuto. Non è stata una partita perfetta  anche se il risultato è stato 3-1. Ci sono tante cose da rivedere e da fare, tanto lavoro davanti. Sapevamo di non essere in grado di fare la partita perfetta, però sono contento che le poche cose che abbiamo cercato di sistemare, i ragazzi le abbiano messe in pratica con grande voglia, grande concretezza e grande ambizioni. Mi sono piaciuti tantissimo.”

-Cos’è che non ti è piaciuto, siete apparsi solidi dietro e davanti avete fatto tre gol, cosa rara da queste parti?

” Sapevamo che il San Gallo fa una pressione fortissima nella nostra metà campo e che quindi dovevamo affidarci alle ripartenze. Lo abbiamo fatto bene ma delle volte abbiamo sofferto un po’ troppo i cross dalle fasce laterali e ci sono stati tanti tiri contro la nostra porta anche se erano da 25 o 30 metri. Non possiamo stare lì così tanto tempo, dovremo avere anche un maggior possesso palla, oggi ci siamo affidati quasi solo alle ripartente. Dovremo quindi lavorare su piccoli dettagli. Comunque sono contentissimo dello spirito messo in campo dai ragazzi, si vincono le partite  con questo. Poi sulle ripartenze sono stati fantastici e alla fine avremmo potuto segnare anche qualche rete in più. Comunque c’è ancora tanto da lavorare, non  dobbiamo entusiasmarci troppo; i ragazzi hanno grande personalità. I tre che sono subentrati hanno mostrato da subito grande rabbia, anche chi ha disputato solo 15′ ha mostrato uno spirito fantastico. Devo dire che la squadra è viva e  vuole fare le cose bene. Sono molto molto contento.”

-Si è vista tanta intensità, non era facile affrontare il San Gallo perché loro sono partiti molto forte ed era un match psicologicamente complesso.

“Abbiamo dovuto fare tre cambi quasi obbligati per gente che non arriva ancora alla fine delle partite, inoltre avevamo in campo due elementi con i crampi. Evidentemente c’è da crescere a livello fisico. Dobbiamo recuperare chi è stato assente per infortunio e chi ha giocato poco. Non possiamo finire le partite sulle gambe. Sapevamo che giocando in fase difensiva a quattro più tre qualcosina avremmo dovuto lasciare agli altri e avremmo dovuto fare una gara di grande sacrificio. Ma non era un incontro solo di sacrificio e attesa per poi andare a colpire e i sette dietro l’hanno fatto perfettamente. I tre davanti ci hanno messo del loro, mettendo a disposizione della squadra le loro grandi qualità.”.

-Nelle ultime due settimane quanto ha lavorato sul mentale e quanto sulla tattica: oggi alcuni giocatori sembravano trasformati?

“Sicuramente per me la testa è la più importante, è lei che ti fa correre non le gambe. Abbiamo parlato individualmente con tutti e anche in gruppo, abbiamo visto molti video anche singolarmente. Era tutto un problema di fiducia, si trattava di prendere coraggio e autostima, oltre che fiducia nella squadra e nell’idea di gioco. C’è stato un 60, 70 per cento testa e il resto calcio e tattica. I ragazzi sono molto ricettivi e questo mi facilita il lavoro”.

-A fine partita sei andato ad abbracciare i giocatori uno per uno, tanti sorrisi e tanta gioia erano un po’ che non si vedevano a Cornaredo.

“Non posso parlare di quello che è successo prima, so che ho un grande piacere di alzarmi il mattino e di venire ad allenare questi giocatori. A Junior quando sono arrivato ho detto che era l’unico brasiliano che quando veniva in campo non sorrideva. Ero sorpreso di questo e lui si è messo a ridere. La forza di questa squadra è di riuscire a entrare nella mente di ognuno e di farlo felice. In queste due settimane abbiamo cercato di fare almeno questo, trasmettere felicità e farli giocare un calcio che a loro può piacere, che è nelle loro corde e che procura gioia. Quanto agli abbracci sapevamo che vincere oggi era importante per tutti, abbiamo svolto un gran lavoro in allenamento per poter arrivare a fare almeno quanto si è visto oggi.”

-Da fuori Bottani le pareva bravo, poi da quando l’ha cominciato ad allenare era bravissimo e da stasera cos’è: bravissimissimissimo?

“Mattia può fare sia una partita di possesso dove deve entrare in una difesa chiusa che non si muove da lì, sia una partita di ripartente. Fa le transizioni benissimo, si sacrifica e difende, è un giocatore totale, uno così lo vorrebbe ogni allenatore. E’ una persona un po’ timida e introversa ma basta un sorriso e uno sguardo e si vede che lui ci tiene moltissimo. E’ a Lugano da una vita ed è anche per questo che ha avuto la fascia di capitano, è bravissimo e attaccato a questi colori.”

-Il suo ruolo è quello odierno, dietro le due punte?

“Per adesso stiamo facendo questo. Ma i tre davanti si possono schierare in tanti modi e in effetti abbiamo finito con una punta e due a sostegno.  Possiamo anche fare il 4-3-3 perché oltre a chi ha giocato oggi ho ancora elementi come Fazliu e Crnigoj che possono fare gli esterni alti. Chiaramente Mattia dietro a Junior e Gerndt può fare veramente male agli avversari”.

-Il presidente Renzetti ha definito coraggiosa la tua scelta di mettere in campo il giovane Abedini a fianco di Vecsei e Brlek. Come ti è nata l’idea?

“Ho visto un po’ in difficoltà Covilo perché gli venivano chieste delle cose che non rientrano nel suo bagaglio e nelle sue abitudini. Quando sono arrivato non volevo cambiare tutto, anche a Zurigo ho lasciato le cose abbastanza intatte e ho spiegato a Mirloslav cosa gli chiedevo in quella posizione, non di fare il Pirlo ma di stare davanti alla difesa e di proteggerla, come ha fatto oggi quando è entrato.  Psicologicamente non era molto convinto e contro il GC il fatto di aver segnato un autogol, l’ha demoralizzato. Ci vuole un po’ di tempo anche per capirsi con lui, perché non sa lingue. Ho pensato che avendo a disposizione  un ragazzo fresco come Abedini che può fare di tutto in questo centrocampo era un’opportunità da sfruttare. Non sono uno che guarda l’anno di nascita quando devo fare la formazione, vedendo Eris in allenamento mi era piaciuto. Ho semplicemente cercato di mettere in campo l’undici migliore”.

-La scelta di escludere Daprelà, che è in attesa della sentenza sul suo ricorso, è motivata da ragioni tecniche o psicologiche?

“Non so se invece del San Gallo oggi avessimo incontrato un’altra squadra cosa avrei fatto con Daprelà. Chiaramente Fabio a Zurigo non era lui. Ne abbiamo parlato e anche lui, come altri, per ragioni diverse, non erano al 100 per 100 con la testa.  Quindi contro il San Gallo mi sembrava difficile  inserirlo per ovvie ragioni, lui è stato toccato da quanto era successo con Itten e dalla campagna scatenata.”

Foto: TiPress

 

 

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