"Un anno che rimarrà nel cuore"

“Un anno che rimarrà nel cuore”

Dopo lo Zurigo anche il Winterthur (e in ben due occasioni in quattro giorni) ha subìto la legge di Cornaredo. I bianconeri hanno chiuso il 2022 alla grande, confermando che si è trattato di un’annata eccezionale vista la conquista della Coppa che mancava da una vita. Al termine dell’ultimo match dell’anno Mattia Croci-Torti si intrattiene con i giornalisti con la solita disponibilità. La prima domanda è quasi scontata: è un peccato fermarsi ora che la squadra è lanciata a mille e ha conquistato il quarto posto?

Peccato fermarsi

“Sicuramente siamo in un trend positivo. Io giudico sempre le cose su un periodo medio-lungo e delle ultime nove partite ne abbiamo vinte 5 e pareggiate 2 fuori casa, con due sole sconfitte una delle quali contro l’YB. La squadra ha intrapreso un cammino molto positivo e dispiace fermarsi. Sono contento soprattutto per il processo di crescita che abbiamo avuto, siamo riusciti a recuperare il brutto inizio, le prime tre sconfitte su tre in casa. Sono poi quelli magari i punti che ci sono mancati, tra virgolette, fino adesso. Siamo arrivati dove volevamo, sono soddisfatto perché dopo quel periodo di Conference League quando siamo andati in pochi in Israele sarebbe stato facile affondare. E invece, dopo la vittoria di Basilea, questo gruppo ha trovato una bella quadratura e convinzione: onestamente è un peccato fermarsi adesso.”

Amichevoli di prestigio

-Quanto ti ha fatto strano sentire lo speaker per di Cornaredo  augurare buone feste a tutti, quando siamo nemmeno a metà novembre?

“E’ una situazione particolare che andremo ad affrontare in maniera diversa dal solito. Ogni società ha deciso di adottare una strategia diversa, so che il Winterthur ad esempio si allenerà ancora le prossime tre settimane poi andrà in vacanza.  Io ho deciso di lasciare adesso due settimane di riposo ai ragazzi, poi lavoreremo tutto dicembre, faremo delle amichevoli di prestigio per cercare di mettere i giocatori nelle migliori condizioni per prepararsi alla ripresa. Perché poi gennaio arriva subito e abbiamo partite importanti da disputare. Visto che vogliamo andare avanti a fare bene, la preparazione sarà lunga però ci tengo a farla con solo amichevoli contro avversari che ci possano mettere in difficoltà per far crescere ancora maggiormente la squadra”.

Un anno eccezionale

-Si chiude la prima parte di campionato ma anche un anno solare particolarmente ricco di soddisfazioni per te e per il Lugano. Se ti guardi indietro come te lo ricorderai?

“E’ stato un anno nel quale abbiamo fatto il record di punti in Super League e abbiamo vinto la Coppa dopo 29 anni. Questo 2022 rimarrà per sempre nel cuore! E’ un anno che personalmente, assieme al mio staff, mi ha anche messo alla prova. Sapevamo che nella seconda parte sarebbe stata una stagione di transizione visto che c’erano tanti cambiamenti, abbiamo mutato diverse dinamiche all’interno dello spogliatoio ed era una scommessa anche per noi cercare di riavere successo e altri risultati con questa squadra. Come ho detto prima vedere che adesso siamo quarti in classifica con 23 punti mostra che, comunque, abbiamo lavorato bene e ci abbiamo sempre creduto nonostante le difficoltà iniziali. Questo è quello che mi porto dietro. Siamo riusciti -non da solo anzi grazie all’aiuto di tutte le persone che lavorano con me e al sostegno dei giocatori- a mettere il Lugano nel posto che gli compete”.

Soddisfatto per i nuovi

-Avete cambiato anche la mentalità. Si parlava prima con Sabbatini del modo di giocare delle ultime stagioni, quando si colpiva soprattutto in contropiede, mentre quest’anno si è visto sempre del gioco. Sei soddisfatto di vedere a metà novembre una squadra diversa da quella degli ultimi anni?

“Nelle conferenze stampa la parola “pazienza” esce tante volte dalla mia bocca. E’ una cosa in cui credo, non è mai facile attuare dei cambiamenti né entrare nella mente dei proprio giocatori, convincerli in quello a cui si crede. A volte ci riesco immediatamente, altre volte con qualcuno ci metto più tempo. Quest’anno per me è stato un po’ più difficile cercare di capire fino in fondo le qualità dei nuovi: ci ho messo un po’ con Doumbia e alla fine è venuto fuori alla grande. Ci ho messo un po’ anche a capire Arigoni e altri elementi. La cosa positiva è che prima si è parlato della squadra ma anche individualmente certi giocatori hanno nettamente alzato il loro livello. Sarebbe sbagliato fare nomi ma giocatori che erano stati criticati ad inizio stagione come Mai ed Arigoni è una bella soddisfazione vederli adesso con un altro linguaggio del corpo, con un altro spirito. Sicuramente questa è una soddisfazione per tutta la società”.

Sfruttare la preparazione

-Bisogna sempre guardare avanti, siete  quarti in classifica. Cosa ti aspetti in primavera, dove può  migliorare questo Lugano, cosa c’è ancora da fare?

“Ci sono tante cose da migliorare, lo sappiamo. Evidentemente da gennaio parte sempre un campionato nuovo, cambieranno tantissime dinamiche. L’importante è che la mentalità mostrata negli ultimi mesi si mantenga tale, la mentalità di una squadra coraggiosa che non ha paura, che non ha bisogno solo di ripartire per fare male all’avversario. Sappiamo benissimo che ci sono tante cose  che possiamo fare meglio a livello di gioco. Secondo me possiamo progredire difensivamente e vedremo di fare più lavori. Cercheremo di sfruttare quel periodo che purtroppo la scorsa estate non siamo riusciti a sfruttare, in preparazione, perché eravamo in pochi. Ricordo che nel secondo tempo della partita contro l’Inter praticamente è scesa in campo l’under 21, mentre adesso dobbiamo approfittare di questo tempo per lavorare. Non mi sono mai nascosto e non ho mai detto che questa è una squadra che deve lottare per non retrocedere, ritengo che possiamo riuscire a giocare il posto tra il terzo e il quinto che compete a questa rosa. Poi vediamo cosa succederà dal mercato perché evidentemente dobbiamo ascoltare i nostri giocatori, c’è qualcuno che ha delle richieste o altri desideri. Abbiamo più tempo per capire queste dinamiche e per presentarci a fine gennaio con la miglior squadra possibile.”

C’è ancora la Coppa

-Chi arriva secondo in campionato?

“Mah. Ho visto anche ieri sera il Basilea che ha battuto 21 calci d’angolo e ha fatto il triplo dei tiri in porta del GC, li ha completamente schiacciati e dominati, sono una squadra decisamente più forte delle altre. La Coppa li destabilizza sempre e dunque se il Basilea proseguirà il cammino europeo ce la giochiamo tutti. Evidentemente il primo posto appartiene a una squadra vestita di giallo e nero. Noi dobbiamo crederci, porre l’asticella il più alto possibile, poi se non arriviamo lì almeno ci abbiamo creduto. Non dobbiamo partire con l’idea di giocarci la permanenza in SL, come non abbiamo fatto lo scorso anno. Vedremo poi il percorso di Coppa che l’anno scorso ci aveva un po’ distolto da altri obiettivi. Abbiamo veramente voglia di andare a Sion a fare una grande partita”.

2-0 risultato ostico

-Questa sera dopo un quarto d’ora pensavate che la partita era già finita?

“Il calcio ti insegna che quando parti in souplesse poi le partite diventano difficili. Ieri sera abbiamo avuto l’esempio con il Sion che, in vantaggio dopo cinque minuto, ha poi subito addirittura sette gol. Sappiamo che il vantaggio di 2-0 è sempre un risultato da tenere sott’occhio perché basta un gol per rivitalizzare l’avversario. Sul loro gol Di Giusto ha fatto una grande giocata e noi una bella dormita, anche se il scivolone di Arigoni non è certo volontario. In seguito le poche opportunità che hanno avuto le abbiamo concesse noi, sono stati bassi e hanno recuperato palla anche se l’unica grande occasione l’hanno avuta ancora per una giocata di Di Giusto che poche volte si vede a Cornaredo. Dunque bisogna anche dare merito alla qualità di Ramizi, Di Giusto e dei buoni elementi del Winterthur.”

 

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