“Tutte partite difficili ma puntiamo al secondo posto”
Il Lugano ha effettuato venerdì pomeriggio l’allenamento di rifinitura in vista della partita di sabato alle 20.30 al Wankdorf contro i campioni svizzeri dell’YB. La rosa è al completo ad eccezione di “Kresh” Hajrizi ancora infortunato. La partenza per la capitale federale è prevista dopo la seduta e la merenda.
Importante l’inizio gara
Prima di dirigere l’allenamento il tecnico Mattia Croci-Torti si è intrattenuto con i giornalisti che gli hanno fatto notare come da oltre sette anni il Lugano non riesca a imporsi nello stadio bernese. Il bilancio è di 11 sconfitte e 3 pareggi. Come fare a invertire la tendenza?
“Penso che sia molto importante l’atteggiamento del primo tempo. E’ sempre difficile entrare in campo al Wankdorf e trovare la misura dei passaggi e dei controlli. Sappiamo che il sintetico facilita i gialloneri per l’abitudine. Spesso non siamo riusciti a entrare nel ritmo gara, come invece riusciamo a fare a Cornaredo. La cosa importante è cercare di capire subito al meglio la partita e di non andare in svantaggio nei primi minuti. Poi cercare di fare il nostro gioco senza paura anzi con coraggio. Non esiste una ricetta, è importante andare là con la consapevolezza che sarà una partita difficile e provare a fare di tutto per portare a casa questi tre punti che per noi in tante chiavi sono ancora molto importanti”.
Più velocità in attacco
-Dopo San Gallo hai parlato di rammarico e delusione. Desidero chiederti quale sia il sentimento odierno e soprattutto come hai visto in questi giorni la tua squadra, se hai percepito amarezza o se hanno subito ripreso a lavorare nel migliore dei modi?
“Si sono subito messi al lavoro nel migliore dei modi. Ci sono sconfitte e sconfitte.. Quella di sabato ha fatto sicuramente male perché -come ho detto più volte nel dopo partita- l’atteggiamento, la voglia e le motivazioni erano alte. L’interpretazione del match è stata fatta nella maniera giusta, però non siamo stati abbastanza bravi a fare gol. E quando non segni ha tanti rammarichi ed è giusto che ce li abbiamo avuti. Li prendiamo e cerchiamo di caricarci per le prossime partite. In settimana abbiamo cercato di lavorare ancora di più sotto questo aspetto, puntando su una maggior verticalità negli ultimi 25 metri che è quello che ci è mancato sia a Sion sia contro il San Gallo. Siamo sì andati con frequenza al tiro ma non con la velocità con cui vogliamo andarci”.
Nessuna pressione particolare
-Prima della gara con i sangallesi avevi caricato la partita di attese e aspettative, mettendo una certa pressione. Hai sempre detto, guardando anche alle prossime sfide, che l’obiettivo era vincerle tutte. Diventa quindi quella con l’YB di domani la partita più importante dell’anno?
“No, questa non é la partita più importante dell’anno. Onestamente ci sono momenti nei quali bisogna anche capire la storia del club degli ultimi anni. Vincere il match col San Gallo ti poteva permettere di andare domani a disputare uno scontro diretto. Ormai non lo è più. Adesso per guardare a un’impresa come il titolo dobbiamo solo sperare nella sfortuna degli avversari. Dunque sabato scorso non ho caricato di pressione la partita ma ho semplicemente detto la verità. E facendolo sembra di voler aumentare la pressione, ma i ragazzi lavorano per quello, per vivere giornalmente queste situazioni. Dobbiamo vincere le partite e per farlo ci vogliono carattere e forza mentale ed è importante che iniziamo a migliorare sotto questo aspetto. Ma, ripeto, ho visto i miei ragazzi giocare con la giusta consapevolezza e non sentire minimamente la pressione delle mie parole”.
Voglia di vincere a Berna
-Sempre sabato avevi detto che l’insidia sarebbe stata quella di giocare col braccino del tennista. In questo senso quale ritieni possa essere il pericolo della sfida di domani sera?
“Al Wankdorf non abbiamo nulla da perdere, dobbiamo solo dimostrare di essere una squadra forte e soprattutto che abbiamo voglia di vincere in quello stadio. Le squadre forti hanno una consapevolezza (che noi abbiamo acquisito negli ultimi tempi) e cercano di fare qualcosa che a noi ultimamente non è riuscito, cioè vincere a Berna. Questa settimana abbiamo lavorato con grande tranquillità perché siamo consci della difficoltà della partita ma anche della voglia che abbiamo di girare la brutta statistica dei nostri scontri diretti in casa loro”.
L’YB sul sintetico va a nozze
-Hai detto che domani sarà importante entrare subito in partita e adattarsi al sintetico. Significa che ricaverai anche indicazioni per la finale di Coppa del 2 giugno contro il Servette?
“Non penso. Tutte e due le finaliste di Coppa si dovranno adattare mentre l’YB è completamente “integrato” a giocare sul quel tipo di terreno. Lo si vede anche dalle reti che realizzano: sanno dove piazzare la palla e come fare i controlli. Bagnano il campo prima della partita e per l’avversario c’è una prima difficoltà nell’adattarsi al sintetico umido e poi a quando il campo si asciuga. E a metà tempo lo ribagnano… Sono tante le dinamiche che, quando non ci sei abituato, rallentano il tuo adattamento e l’entrata in partita. Ma non cerchiamo scuse anche se è sicuramente un vantaggio per i campioni svizzeri. Invece il 2 giugno nessuno sarà avvantaggiato e tutti dovranno essere bravi ad adattarsi il prima possibile visto che, come sempre, avremo a disposizione solo un allenamento in loco.”
Micidiali sulle palle ferme
-YB e Lugano sono le due squadre di Super League che segnano di più. Ti aspetti una sfida con tanti gol?
“Loro in casa segnano sempre tante reti, speriamo di fargliene fare il meno possibile. Dobbiamo difendere forte ed essere bravi una volta di più sulle palle ferme. Abbiamo visto la partita dell’YB la settimana scorsa. Pareva sotto controllo dello Zurigo poi è bastata una palla ferma per indirizzarla verso i campioni svizzeri. Sappiamo che hanno questa forza. Contro il Winterthur, dopo il pareggio dei leoni, sono riusciti ancora a vincere nel finale su punizione. In questo genere di azioni non hanno eguali, il loro tipo di struttura fisica è completamente diverso da quello delle avversarie con sempre in campo cinque giocatori sopra al metro e 93. Ovvio che le marcature risultino sempre difficili e che bisogna essere bravi a concedere il meno possibile”.
“Vale” gioca se sta bene
-Calcolando le difficoltà che avete incontrato sabato scorso giocando con due terzini che non lo sono, riuscirai a recuperare Valenzuela per la sfida con l’YB?
“In verità contro il San Gallo abbiamo giocato a cinque, quindi non c’erano terzini ma dei quinti di centrocampo e sia Steffen che Cimignani hanno dimostrato per tutto l’anno di poter ricoprire quel ruolo. E l’hanno fatto alla grande anche sabato. Il gol dei sangallesi l’abbiamo subito quando la nostra squadra era schierata nei venti metri, quindi non c’è stata difficoltà di copertura. Cimignani c’entra veramente poco sulla rete di Witzig. Hajdari è uscito dove non doveva e Doumbia ha perso l’uomo: ci sono stati tanti piccoli errori. Non è colpa di nessuno ma non si può nemmeno affermare che abbiamo perso per via dei terzini. Il San Gallo non ha schierato esterni e non abbiamo mai dovuto difendere basso, salvo due situazioni di contropiede nel secondo tempo quando eravamo sbilanciati alla ricerca del pareggio. Valenzuela è un giocatore importantissimo e lo si vede anche dalle statistiche. Con lui titolare abbiamo vinto tutte le partite e dunque non poterlo schierare dal primo minuto sabato ci ha fatto male. Onestamente non so come stia, lo proveremo oggi. Ma più che una questione di terzini offensivi o difensivi è un problema di forza del ragazzo che ha dimostrato tantissime volte di essere un valore aggiunto di questa squadra, un elemento che con la sua tranquillità da tanto. Inoltre sapete che Milton per me è un giocatore importante perché può ricoprire tanti ruoli nel corso del match. E’ ovvio che la sua mancanza si possa far sentire però ritengo che sia Cimignani, che Marques che Hajdari altre volte sono riusciti a sostituirlo al meglio. L’importante in questo momento della stagione è schierare i ragazzi quando sono al cento per cento e non prenderci dei rischi quando un giocatore non è al meglio. Abbiamo ancora un allenamento per vedere come sta veramente Valenzuela. Ma ricordiamoci che quando un giocatore arriva da determinate infiammazioni, giocare sul sintetico non è sicuramente la cosa migliore. Ma se il ragazzo dopo la seduta odierna da feedback positivi sarà in campo dal primo minuto. Aspettiamo qualche ora, ho preferito far svolgere un solo allenamento sul terreno sintetico anche perché non abbiamo una buona tradizione, è il primo che facciamo nel 2024 a Lugano.”
La musica della Champions
-Avevate giustamente parlato di titolo, adesso altrettanto giustamente hai detto che questa possibilità è svanita. La percezione è che a livello di opinione pubblica, sia tra i tifosi sia tra i giornalisti, arrivare secondi o terzi non è che cambi chissà cosa. Hai per contro la sensazione che per la squadra il secondo posto sia comunque un obiettivo che motivi a sufficienza calcolando che comunque tra tre settimane avete la finale di Coppa?
“Anche se è un sogno, un miraggio, sentire la musica della Champions League è qualcosa che per qualsiasi giocatore rappresenti più di ogni motivazione. Quando tutti qui a Lugano vedono la Coppa come la partita da vincere, può passare in secondo piano il piazzamento finale in campionato. Nella testa dei giocatori invece riuscire ad arrivare secondi e guadagnarsi le pre-qualificazioni di CL è qualcosa di prestigioso e passa da queste partite, che sono tutte difficili. Nel nostro spogliatoio la voglia di occupare il secondo posto è forte però capisco che l’euforia per una finale di Coppa possa essere grande. Ma prendiamo una partita per volta cercando di fare il meglio possibile. Arrivare secondi sarebbe l’ennesimo miglioramento dopo il quarto posto di due anni or sono e il terzo di 12 mesi fa. Vorrebbe dire essere riusciti a fare uno steep in più e anche da parte mia sarebbe un bel segnale per il percorso che stiamo facendo. E per poi, visto che l’asticella sarebbe talmente stata rialzata, ripartire in estate con un’ambizione ancora più alta.”
Przybylko può tornare utile
-Hai parlato della struttura fisica dei vostri avversari di domani. E allora ti chiedo, visto anche quanto avevi dichiarato a posteriori dopo San Gallo, contro i giganti bernesi non potrebbero farti comodo i centimetri di Przybylko?
“Sicuramente la sua struttura è importante e a partita in corso può darci una grossa mano. E’ venuto per aiutarci, non fa piacere non essere convocato. Ma attualmente abbiamo 24 giocatori di movimento che si allenano quotidianamente e solo 18 vengono alle partite. Anche per me tra un’ora e mezza non sarà un momento facile annunciare a sei ragazzi che non potranno salire sul bus per Berna. Cercheremo dunque di fare le analisi giuste dopo l’allenamento.”
Il recupero di Aliseda
-Parlo di un altro singolo: Aliseda è un po’ scarico mentalmente o non ancora pronto fisicamente? La sensazione è che sia un giocatore che da qui al 2 giugno, se riesce a trovare un minimo di voglia o condizione, sarebbe importante. Anche dal tuo punto di vista sta deludendo?
“La verità è che “Nacho” non è mai riuscito a raggiungere quel ritmo che aveva mostrato per tre mesi nella prima parte dell’anno scorso. Purtroppo questi infortuni a catena l’hanno completamente fermato in questa stagione. Non è mai riuscito a prendere quel ritmo gara che tante volte porta i giocatori con la sua struttura a fare la differenza. Di qui alla finale di Coppa c’è tempo, speriamo di riuscire a recuperarlo sotto tutti gli aspetti, quello mentale arriva dopo quello fisico. Per trovare le giuste sensazioni e la fiducia bisogna star bene di gamba e purtroppo Aliseda, ancora prima del Winterthur, è stato fermato dall’influenza. Gli mancata la continuità che aveva trovato lo scorso anno. Ma non sta mollando e questa settimana come la scorsa si è allenato forte. Poi ci si aspetta sempre che entri e risolva le partite, ma contro il San Gallo è stato difficile anche per lui visto che il baricentro degli avversari era completamente basso e Nacho ha avuto poche volte la possibilità di fare quello dove è forte: avere spazio per attaccare la profondità e puntare l’uomo. Dunque non è stato certamente colpa del suo atteggiamento ma semmai dell’attitudine ultra-difensiva dell’altra squadra. Ma assicuro che questa settimana ha fatto di tutto per mettermi in difficoltà.”
Un punto per l’Europa
-Hai parlato della voglia di conquistare il secondo posto che presuppone non solo una vostra vittoria ma anche una sconfitta del Servette a San Gallo e a quel punto ci sarebbero però i ragazzi di Zeidler che si avvicinerebbero ulteriormente. Con che occhi guarderai a quella partita?
“Come detto prendiamo una partita per volta e cerchiamo di vincere a Berna. Vorrebbe dire superare il Servette. Poi ci sarà YB-San Gallo, dunque ancora tanti scontri diretti. Chi sarà più bravo arriverà secondo. Noi dobbiamo pensare a noi stessi. Il Servette ha un punto in più di noi ed è già matematicamente in Europa. A noi manca ancora un punto per essere sicuri di piazzarci almeno quarti e di qualificarci per le Coppe che è il primo obiettivo stagionale.”