Renato Steffen: "Lugano tappa importante della mia carriera"

Steffen: “Sento di poter avere un ruolo importante”

“Non è un passo indietro, no. Piuttosto, è un’ulteriore sfida che mi sono lanciato. Ogni tappa di un percorso merita la massima considerazione. Questa per me è una tappa che mi porta in una società in pieno sviluppo e in una squadra con ottime prospettive nella quale sento di poter giocare un ruolo importante. Non bisogna commettere l’errore di sottovalutare la Super League. Ho avvertito una sensazione positiva sin dai primi approcci, ho fatto una scelta che nasce anche dalla positività che ho avvertito sin dall’inizio. Sento qualcosa di particolare, qui. Sto cercando casa a Lugano, mi manca la mia famiglia e io manco ai miei affetti. L’intenzione è quella di stabilirci qui il più presto possibile”.

Parole di Renato Steffen, l’ultimo acquisto in casa bianconera. Un nazionale a Lugano, un nome di spicco sul quale le aspettative non mancano. Avverte una certa pressione? “Ritengo che ci siano persone sulle quali grava un carico di pressione maggiore rispetto a un calciatore che cambia squadra – rilancia il 30enne ex Wolfsburg -. Sono felice che in squadra ci sia un altro nazionale. Spero che Mattia Bottani possa essere tra i convocati anche negli imminenti impegni di fine mese. No, pressione non ne avverto. Semmai sento tanta positività, quel quid di cui ho bisogno per esprimermi al meglio. Ho la stima del club, ma è una considerazione che sento di dovermi meritare allenamento dopo allenamento, con il lavoro. Darò il massimo sempre per dimostrarmi all’altezza delle aspettative e del credito di cui beneficio. Anche per eventualmente togliere alla squadra la pressione che in determinati potrebbe anche accusare, trasformandola in energia positiva”.

Mi assumo le responsabilità del caso

La trattativa con il Lugano non è stata di quelle estenuanti e si è chiusa in modo felice in tempi brevi. “Quando mi è stato presentato questo progetto, ho subito pensato che fosse il posto giusto per me. Voglio tornare a giocare con una certa continuità, sono molto motivato. Arrivo a Lugano non come un giovane emergente, bensì come un calciatore affermato al quale non dispiace l’idea di assumersi la responsabilità del caso all’interno dello spogliatoio. In squadra ci sono giocatori giovani ai quali desidero pormi come punto di riferimento”.

Che tipo di giocatore è Renato Steffen nello spogliatoio? “Mi piace osservare, per capire come funzionano i meccanismi del gruppo. Non mi dispiace scherzare, purché alla fine l’obiettivo sia comunque il lavoro che va sempre svolto in modo molto serio. Se vedo cose che non capisco o non mi piacciono, mi faccio sentire. La mia opinione la dico, anche se a volta questa può apparire scomoda. Nel calcio ho imparato che le cose vanno dette, mantenendo sempre la squadra in primo piano. Sono un tipo piacevole, ma posso anche mostrare un altro volto…”.

Polivalente

In carriera ha giocato in svariate posizioni, la sua polivalenza è un valore aggiunto. “Ho ricoperto più ruoli, è vero, a destra come a sinistra. Ho fatto anche il terzino, e sarei pronto a rifarlo se fosse necessario. So ricoprire tutti i ruoli, tranne quello del portiere. Tuttavia è sulla corsia destra che sento di esprimermi al meglio”.

Il mister ed io viviamo di emozioni

In Germania non ha mai smesso di seguire il campionato svizzero. Che idea si è fatto del Lugano? “È una squadra con elementi di esperienza e molti giovani interessanti di prospettiva, desiderosi di imporsi. L’allenatore sprona i giovani, mi piace il modo in cui li coinvolge. Conto di dare anch’io il mio contributo, in tal senso. Ho bisogno solo di un po’ di tempo per capire meglio le dinamiche del gruppo. Non conoscevo Croci-Torti, prima, ma ritengo che sia un bene, così parto senza alcun pregiudizio. Vive di emozioni, come me. Le sa trasmettere, è carico, mette grande energia nel lavoro, proprio come faccio io. Da questo punto di vista siamo sulla stessa lunghezza d’onda”.

Come sono state le sue ultime settimane al Wolfsburg? Sono state settimane normali, nelle quali mi sono sempre allenato con la squadra. Solo per le partite, non venivo convocato, ma per il resto ho svolto l’attività in modo normale, prendendo parte anche a qualche test amichevole infrasettimanale. Mi manca qualcosa sul piano del ritmo partita, questo è inevitabile. I primi allenamenti mi hanno confermato che la condizione c’è, sono pronto”.

Bundesliga esperienza formativa

Cosa le ha insegnato la Bundesliga? “Sono cresciuto come uomo, oltre che come calciatore. Se vuoi progredire, devi andare sempre al limite delle tue possibilità, ogni giorno. Se vuoi avere successo nella vita e in squadra, devi essere sempre pronto a dare il cento per cento. È un lavoro su se stesso assolutamente necessario. Ti puoi ritenere davvero soddisfatto solo se lo fai bene tutti i giorni”.

Nel mondo social, appare strano che un calciatore non abbia dei profili, su nessuna piattaforma. “È una scelta che ho fatto cinque anni fa, in piena consapevolezza, in un momento in cui ricevevo degli attacchi, anche duri. Parlo di odio, pure nei confronti della mia famiglia. Mi sono chiesto ‘ma io ho bisogno di questa cosa?’. Così ho più tempo per la mia famiglia. Già passiamo tutti così tanto tempo al cellulare…”.

Perché ha scelto il 22? “Perché è il doppio di 11, il mio numero. Purtroppo è già assegnato, ma se un giorno si dovesse liberare, sceglierei la maglia numero 11”.

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