A Zurigo con uno Steffen in più nel motore 1

“Lo Zurigo torna con la testa al campionato”

Il Lugano ha svolto venerdì mattina l’allenamento di rifinitura in vista della partita di sabato (20.30) al Letzigrund contro lo Zurigo. Al termine della seduta il tecnico Mattia Croci-Torti si è intrattenuto con i giornalisti nella settimanale conferenza-stampa. Che è stata aperta con domande sull’inizio di campionato difficile dei campioni svizzeri.

“Lo Zurigo in questi mesi ha fatto una scelta schierando sempre la formazione titolare nelle partite di Coppa Uefa o in quelle per qualificarsi ai preliminari di Champions League. A parte la partita contro l’YB dove per 60′ ha giocato molto bene, ha sbagliato un rigore con Marchesano sullo zero a zero e in seguito ha subito tre reti. Quella è stata l’unica partita nella quale Froda ha schierato i migliori in campionato. Come società hanno scelto di puntare sull’Europa, un percorso che dati alla mano è risultato positivo visto che si sono qualificati per i gironi. Questa é la prima settimana dove non hanno un impegno il mercoledì o giovedì, finora non era mai successo visto che avevano disputato due volte i preliminari di CL e due volte l’Europa League. E’ stata la prima settimana nella quale hanno potuto lavorare. La scelta è stata confermata anche dal presidente Canepa che al Blick proprio oggi ha dichiarato che  se gli avessero detto che era in fondo alla classifica ma nei gironi di EL sarebbe stato contento. Hanno fatto quello che dovevano in Europa e hanno lasciato qualcosina in campionato. Tranquillamente -e lo dico sempre visto che su 12 partite di EL che ho disputato ne ho perse dieci la domenica successiva- bisogna avere a disposizione due squadre forti per riuscire a reggere il colpo e le uniche squadre in grado di farlo sono Basilea e YB che hanno rose per competere su due fronti. E infatti il Basilea prosegue il suo cammino europeo mentre lo Young Boys è stato sfortunato nel sorteggio a trovare un avversario molto forte come l’Anderlecht che gli ha impedito di proseguire. ”

-Secondo te questo è il peggiori momento per affrontare lo Zurigo?

“Non so se ci sia un momento peggiore o migliore. Sicuramente affrontarli dopo che il giovedì hanno giocato all’Emirate Stadium contro l’Arsenal è meglio però non stiamo qua a guardare se sono stati impegnati tre giorni fa o meno. Evidentemente se sono penultimi in classifica non saranno sicuramente tranquilli neanche loro per giocare questo match, andiamo là a cerchiamo di disputare la partita a testa alta cercato di portare a casa più punti possibile”.

-Come mai lo Zurigo negli ultimi tempi è risultato un avversario ostico per il Lugano?

“L’anno scorso, a parte l’ultima partita nella quale abbiamo vinto, non siamo riusciti a fare risultato ma era un avversario ostico per tutti, Basilea e YB compresi. Lo Zurigo lo scorso anno -e ne abbiamo parlato anche con Doumbia- non giocava un buon calcio ma era una squadra molto efficiente e soprattutto aveva la forza della panchina. Ricordo tantissime volte che Gnonto, Tosin, Kramer hanno girato le partite dopo essere subentrati nel secondo tempo. Noi nel primo confronto abbiamo subito gol al 79′ su bella intuizione di Marchesano per Ceesay. La seconda avremmo potuto pareggiarla ma non ci siamo riusciti. E’ un avversario sicuramente di valore e quella di domani sarà una partita difficilissima. Il valore della rosa dello Zurigo è ancora quasi il doppio di quella del Lugano, ma andiamo al Letzi senza paura”.

-Nelle ultime ore Gnonto è partito dallo Zurigo, per te cosa cambia a livello di preparazione del match?

“Non cambia tanto. Gnonto, Tosin, Okita hanno tutti le stesse dinamiche. E’ difficile pensare come possa giocare domani lo Zurigo. Ha cambiato modulo spesso, ogni tanto con il 3-4-1-2 ogni tanto 5-4-1, o 3-4-3. L’allenatore voleva inizialmente giocare a quattro dietro ma poi ha cambiato idea, dunque adesso che ha avuto una settimana piena per preparare la sfida non so proprio come verrà ad affrontarci. Sarà anche per questo che l’attenzione dovrà essere ancora più alta perché sin dal primo minuto dobbiamo capire come si evolve la partita.”

Abbiamo parlato soprattutto degli avversari, che dire della tua squadra: domenica eri piuttosto arrabbiato soprattutto per gli errori che vi sono costanti almeno un punto. Come hai visto il gruppo in questi giorni?

“Sono tre settimane che ci stiamo allenando  molto bene, sono contento del lavoro che stiamo facendo. La rosa adesso è ampia, abbiamo visto che nelle ultime gare ogni volta che faccio dei cambi riusciamo a dare un senso alla partita. Stiamo facendo un po’ quello che faceva lo Zurigo l’anno scorso, i cambi mi stanno dando una grossa mano. Ho una bella panchina e sono contento. Sicuramente c’è gente che spera di giocare titolare e invece morde il freno, però quando entra come sono entrati domenica Bislimi, Macek, Mai, Amoura e lo stesso Babic da una bella spinta. E’ quello di cui ha bisogno la squadra. Anche in allenamento con l’aumento della concorrenza non ho visto rilassamenti, ma una squadra concentrata e vogliosa domani di andare a fare qualcosa di importante sul campo dei campioni svizzeri.”

-Anche tu come allenatore non hai forse mai avuto così tanta scelta: come ti ritrovi?

“Sono contentissimo. Sono  molto felice perché una squadra necessita al suo interno di concorrenza, bisogna avere del fuoco dietro; quello che sta succedendo in questi ultimi giorni fa sì che i titolari non possano rimanere tranquilli perché c’è gente che scalpita per rubargli il posto. E queste sono le cose principali, sono aspetti importanti dello sport di squadra. Avere una buona panchina, avere qualcuno che ti stimola da dietro (al di là dell’allenatore), il compagno bravo che lotta ogni giorno per rubarti il posto alza nettamente l’intensità di ogni allenamento. Questo fa la felicità del tecnico, chi fa questo lavoro sa che deve fare delle scelte. Domani i nove che rimarranno in panchina non saranno contenti con me ma fa parte del gioco. Sta al sottoscritto riuscire a stimolarli in settimana. E’ il mio lavoro e cerchiamo di farlo per il meglio”.

-Delle undici reti che avete subito grossomodo nove sono dovute a errori grossolani individuali. Come se ne esce dal tuo punto di vista, su cosa bisogna lavorare, è una questione mentale o ci sono altri aspetti?

“Più che mentali sono aspetti nervosi a volte. Dobbiamo rimanere concentrati sino alla fine, non possiamo concederci momenti di relax, bisogna stare sul pezzo tutto il tempo. Non nascondo che se qualcuno analizza la rosa di questa stagione rispetto a quelle del passato capisce che siamo una squadra che sta giocando in maniera nettamente più offensiva. Nelle scorse stagioni schieravamo cinque difensori e tre uomini davanti alla difesa, eravamo costruiti per ripartire. Quest’anno succede qualcosa di diverso, abbiamo più qualità davanti, riusciamo ad andare alla conclusione molto più spesso ma dobbiamo trovare una forma di equilibrio. In passato l’attenzione poteva essere al 90% tanto dietro c’erano compagni che risolvevano la cosa, adesso la concentrazione deve per forza essere massimale ed è il discorso che ho fatto in settimana alla squadra. Se vogliamo continuare a giocare un calcio più offensivo, visti anche gli elementi che mi ha messo a disposizione la società, dobbiamo riuscire a lavorare meglio come reparto a livello di attenzione e concentrazione. Quest’anno gli sbagli li paghiamo maggiormente”.

-Steffen lo butterai subito nella mischia?

“Renato non ha novanta minuti nelle gambe, ha fatto una buona preparazione con il Wolsburg ma gli manca il ritmo partita. Può tenere ad alto livello 45, 50 0 55′: vedremo se schierarlo dall’inizio o a partita in corso.  Sicuramente -ed è la cosa positiva- è pronto soprattutto mentalmente. Nei giorni precedenti il suo arrivo in Ticino l’ho sentito parecchie volte al telefono  e ho avvertito grosse motivazioni che rispecchiano quello che ho visto negli allenamenti in questi tre giorni. E’ un ragazzo che ha obiettivi importanti sia di gruppo che individuali, dunque cerchiamo di approfittarne”. 

-Quanto manca a Lukas Mai per portar conquistare il posto da titolare al centro della difesa?

“Il giocatore è giunto a Lugano non in perfette condizioni, però l’infortunio di Hajrizi prima, poi quello di Arigoni e la squalifica di Daprelà, ha fatto sì che l’abbia dovuto buttare subito nella mischia. Onestamente quello che sto vedendo da lui nelle ultime tre o quattro settimane sono cose importanti. Ho parlato ancora ieri con Lukas : sono giorni che vedo il giocatore sul quale la società ha puntato; adesso non sta giocando deve saper attendere la sua occasione e dimostrare il suo valore”.

-Parlando di moduli: con Mai che sta entrando in forma e Steffen che può ricoprire vari ruoli è impensabile rivedere il Lugano con la difesa a tre e due esterni larghi, o vedi Steffen solo ala offensiva?

“Faccio fatica a vedere Renato come il quinto di destra che ci manca attualmente. Che è poi quello che cercavo senza nascondermi. Visto che non è arrivato questo tipo di giocatore ci adattiamo di conseguenza, sapendo che comunque Steffen è un giocatore che soprattutto negli ultimi 35 metri nel campionato svizzero sa il fatto suo”.

-Dunque non vuoi, tra virgolette, sprecarlo lontano dalla porta?

“Questa non è l’idea iniziale.”

-Come sta Bottani che con il San Gallo non aveva giocato: può essere schierato dal primo minuto?

“Mattia sta meglio, non ha i 90 minuti nelle gambe ma negli ultimi allenamenti ha lavorato “comme il faut.”  E’ un periodo penalizzante, si è fermato dopo Lucerna per un pestone, stessa cosa dopo il Linth. Siamo sfortunati con lui: è un giocatore che ha bisogno di non fermarsi mai per entrare in forma smagliante e tutti questi piccoli intoppi, il discorso vale anche per Amoura, non sono stati l’ideale anche se fanno parte del calcio. Speriamo adesso di recuperarlo per mettere il suo potenziale al servizio della squadra”.

-Torniamo sul mercato: avete spinto per un terzino e un attaccante e alla fine  non sono arrivati. Sei deluso che le trattative non siano state concretizzate?

“Devo ringraziare Carlos Da Silva per il mercato fatto dalla società perché, oltre a due giocatori di esperienza come Doumbia e Steffen, sono arrivati elementi che conoscono il campionato come Arigoni, Babic e Mahou oltre a giovani che hanno voglia di dimostrare quanto valgono come Bislimi, Mai e Hajdari. Nelle ultime settimane vedevo che qualcosa sulla fascia offensiva destra mancava sempre perché tutti i giocatori che abbiamo tendono a partire da sinistra per dare il meglio, penso ad Haile-Selassie, Mahou e lo stesso Bottani. Dunque avevo chiesto qualcuno per la destra e quando Carlos mi ha proposto il nome di Steffen mi ha fatto molto felice e mi ha dimostrato che la società ci tiene tantissimo a questo progetto. Sapevamo che qualcosina lì dovevamo fare perché Amoura al momento non è riuscito ad essere costante fisicamente al 100%. Puntavamo molto sul ragazzo in quel ruolo ma purtroppo i guai fisici ne hanno limitato il rendimento. Dunque questo ultimo acquisto ha completato la rosa. Se hai seguito il mio discorso in precedenza avere un terzino  destro o sinistro in più avrebbe aumentato ulteriormente la concorrenza ed è quello che cercavo perché dell’undici titolare possiamo dirci a posto così.”

-A inizio stagione avevi in testa un 4-2-3-1 che poi per varie ragioni non sei mai riuscito a schierare. Oggi con Bottani e Steffen, il modulo potrebbe tornare d’attualità?

“Può essere un modulo che si adatta maggiormente a tutti i giocatori offensivi dei quali si parlava prima. Abbiamo molta qualità davanti e sta all’allenatore cercare di metterli insieme il meglio possibile”.

-Prima dicevi che quest’anno la squadra ha cambiato modo di giocare e penso che l’abbiano visto tutti, anche il primo gol subito contro il San Gallo è arrivato perché volevate giocare a calcio con i terzini altissimi. Alla luce dei tanti errori di questa prima parte di stagione non ti viene voglia di fare un passo indietro e di tornare a fare quello che facevate prima?

“Bisogna prendere una strada e andare avanti. Si tratta di sapere che nei percorsi ci sono anche gli errori, se non ci fossero non si capirebbe dove correggere. Dobbiamo essere bravi a migliorarci. Desidero vincere le partite non giocare bene e dunque la scelta del modulo non è mai per dire che “oggi ho giocato meglio dell’avversario” ma piuttosto “con questi giocatori in queste posizioni sono riuscito a vincere la partita”. Il passo indietro non si fa se i giocatori non sono adattabili in altre posizioni. Bisogna metterli in campo nella miglior maniera possibile per portare a casa un risultato ed è quello che tutti auspichiamo.”

-L’ingaggio di Steffen esula un po’ dalla linea di mercato seguita finora. Se prendi un nazionale è perché vuoi vincere subito, se ingaggi Bislimi o altri giovani devi dargli il tempo per crescere. Il Lugano che obiettivo deve porsi in campionato?

“Sono arrivati tutti giocatori con più anni di contratto, dunque adesso bisogna essere in grado di cercare delle dinamiche che facciano sì che questa squadra sia vincente. Poi che ne vinca dieci o cerchi di vincerle tutte, l’importante è che la squadra cerchi di fare il meglio possibile sapendo che -giocatori alla mano- siamo inferiori a poche avversarie. Però sta a me in queste settimane trovare l’equilibrio migliore per cercare di fare più punti possibili, poi stare qui a dirti voglio arrivare terzo o quarto o settimo lascia il tempo che trova. La voglia è di non vedere più avversari sorridere qui a Cornaredo e di continuare a fare bene in trasferta come fatto a Winterthur e Basilea. Vincere aiuta a vincere, stiamo lavorando bene in allenamento e non veder trasformato in risultati il faticoso lavoro che i ragazzi stanno svolgendo è sempre un dispiacere. E’ per quello che ero  molto amareggiato domenica  dopo il San Gallo perché siamo stati sciocchi a perdere questa partita con gli errori, dai quali comunque si impara sempre.

-Hai parlato di giocatori con contratti a lunga scadenza, vuol dire che c’è un progetto. Ma l’unico che non ha un contratto lungo è l’allenatore.

“Ancora con questa domanda! Vi ho detto trentamila volta che fino a gennaio non parleremo con la società del contratto. Da maggio ponete questa questione, da parte mia non ci sono problemi perché rispondo sempre alla stessa maniera. Ad aprile abbiamo parlato tranquillamente con i dirigenti e ci siamo detti che non avremmo preso decisioni prima della pausa invernale. E’ un problema che non mi assilla. I giocatori arrivati possono fare parte di un progetto, poi se ci sarò a ancora io al timone bene, sarò una persona contenta se ci saranno altri pazienza, l’importante è che questo progetto valga la pena di essere vissuto qui a Lugano”.

-Considerando una rosa molto cambiata e in parte ancora da assemblare, il fatto che quest’anno non ci sia quasi retrocessione ti dà la possibilità di lavorare con maggior calma o la pressione è quella di sempre?

“Qui vogliono vincere sempre tutti, io per primo. Voi alla fine le domande me le fate perché aspettate di veder il Lugano vincere sempre. I pareggi sono visti la maggior parte delle volte come passi falsi. L’ultima cosa che mi passa per la testa è che quest’anno l’ultima di Super League farà lo spareggio con la terza di Challenge. Arrivare penultimi non piacerebbe a nessuno, Quello che cerchiamo adesso è di fare più risultati possibili, il che poi ti aiuta. Se ti dicessi che non ho pressioni ti direi un a bugia. La pressione c’è tutti i giorni. E’ un anno che siedo su questa panchina e non c’è stato un giorno che abbia vissuto in maniera rilassata, si guarda se pre alla partita successiva. Senza pressione questo lavoro non si può fare. Cerchiamo di fare il meglio da domani in poi perché quando si perde  non si lavora mai in maniera ottimale.”

-Hai parlato di pareggi: voi e il Lugano siete le uniche squadre a non aver ancora pareggiato. Spesso in passato vi dicevate se una partita non la puoi vincere cerca almeno di non perderla. In questo senso sta cambiando la mentalità e anche tu pensi: rischio qualcosina perché alla fine un pareggio vale poco?

“Quest’anno siamo quasi sempre stati in svantaggio e quasi mai abbiamo potuto cercare di portare il pareggio fino alla fine. E’ successo con il Lucerna quando abbiamo recuperato il risultato a 12′ dalla fine, poi non è che ci siamo lasciato ingolosire abbiamo subito il loro secondo gol che aeravamo tutti indietro, un gol da polli. A volte i pareggi aiutano, quando non si riesce a vincere meglio portare a casa un punto. Ma quest’anno troppe volte eravamo sotto nel risultato in casa soprattutto e quindi ci siamo sempre spinti alla ricerca del pareggio. Se portavamo a casa un punto domenica scorsa eravamo certamente più contenti, così come contro il Lucerna non eravamo obbligati a vincere per forza visto che quattro giorni dopo affrontavamo il Beer Sheva.”

-Cosa pensi di Balotelli in Super League?

“Penso che per il nostro campionato sia qualcosa di bello perché anche nell’ultimo anno in Turchia ha dimostrato giocate che pochi attaccanti possono permettersi. Sappiamo il suo valore e quanto possa essere bello vederlo in campo. Poi vedremo se le sue potenzialità riescono veramente ad aiutare il Sion come in Vallese credono o il contrario.”

-Tu conosci Tramezzani come lo vedi a gestire Balotelli?
“Lo vedo molto bene. Sono due persone focose, Tramezzani ha saputo tirar fuori il meglio da gente come Sadiku e Alioski e ritengo che non abbia problemi a gestire Balotelli”.

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