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Jacobacci: pronti per Thun

La pioggia non ha dato un attimo di tregua venerdì mattina ai giocatori del Lugano che stanno preparando la trasferta di Thun dove domenica alle 16 affronteranno Tosetti e compagni. Al termine dell’allenamento il tecnico Maurizio Jacobacci ha incontrato i giornalisti nella settimanale conferenza stampa. 

-Si torna a giocare dopo la pausa per le nazionali. Come avete sfruttato queste due settimane?

“Si è trattato di una pausa positiva perché i ragazzi sono apparsi molto presenti e concentrati su quello che volevamo fare. E’ ovvio che queste due settimane mi hanno permesso di analizzare bene le situazioni e di discuterne con i giocatori. Mancavano solamente Holender e Lovric che erano con le nazionali. Abbiamo lavorato bene, senza infortuni, anzi alcuni elementi hanno ripreso a pieno regime come Bottani e Sulmoni. Il primo è pienamente recuperato mentre il difensore avrà bisogno ancora di qualche allenamento prima di tornare a disposizione per le partite ufficiali.”

-Vedete la partita con il Thun come uno spareggio?

“Non direi. E’ una sfida importante come lo sono le altre che dobbiamo disputare. Il Thun è reduce da una vittoria importante contro lo Xamax e sarà carico. E’ una squadra che non ha mai cambiato il modo di stare in campo, non ha stravolto il gioco. Ci aspetta una partita molto intensa, sul sintetico inoltre è un altro calcio. Ci siamo allenati tutta la settimana su una superficie simile: bisogna essere più precisi, bisogna capire che tipo di calcio giocare. Saremo pronti domenica.”

-Il presidente ha detto che si devono un po’ rivedere gli obiettivi iniziali. Il Lugano deve assolutamente evitare il decimo e il nono posto. Anche tu la pensi così, hai ridimensionato le ambizioni?

“Mi sono prefissato di cercare di vincere le partite che ci aspettano, senza pensare alla classifica per il momento. Ho un gruppo a disposizione e cerco di inculcare nei giocatori un calcio propositivo se possibile. Finché in campo l’avversario non dimostra di essere più forte cerchiamo di fare il nostro calcio. Dobbiamo credere nelle nostre qualità, sappiamo dove dobbiamo migliorarci e ci siamo allenati di conseguenza. Ci aspetta ancora una volta una partita importante. In caso di vittoria faremmo un bel passo avanti. Dobbiamo tener conto di dove siamo e di cosa ci aspetta, questa consapevolezza -che non deve condizionarci nella partita- può tornare utile, continuando però a giocare il nostro calcio.”

-Lei dopo la partita con il Basilea aveva affermato che con gli attaccanti si può lavorare ma in campo alla fine ci vanno loro. Li hai visti diversi in queste due settimane?

“Abbiamo provato tante situazioni sotto porta, tiri e partitelle. Non bisogna pensare troppo quando sei in area, ci vuole tranquillità e consapevolezza che i mezzi per segnare li abbiamo. Ma se si arriva in zona gol troppo tesi e si vuole strafare, salta fuori un macello. In questo periodo abbiamo curato anche questo aspetto e ho visto ragazzi che sanno segnare. Adesso si deve solo arrivare anche in campionato a essere bravi come in allenamento, anche se sono due paia di maniche. Ma uno che vede la porta in allenamento può andare in gol anche in partita.”

-A proposito come sta vedendo Junior: si sbloccherà?

“Lo trovo molto tranquillo, si allena bene, è determinato e ascolta i consigli. Parlo molto con  lui come con gli altri, specie gli attaccanti. Junior la porta la vede; giocando a sinistra e rientrando sul destro ha maggior facilità che dall’altra parte. Ma sa farsi  valere anche con il sinistro. Può dare tanto alla squadra, ha un’accelerazione importante e sono sicuro che tra poco vedremo ancora i suoi gol.”

-Davanti toccherà ancora a Gerndt?

“Vedremo domani le condizioni dei vari giocatori, non ho ancora deciso.  Oltre allo svedese e a Holender c’è a disposizione anche Sasere che si sta migliorando tatticamente. Fatica ancora a capire certi schemi e movimenti ma si sta adattando. Viene dal calcio africano e parla inglese, ma si è integrato bene nel gruppo. La sua fisicità può essere un elemento a suo favore.”

-L’anno scorso Covilo ha risolto parecchi problemi supplendo alle carenze offensive. Pensa di utilizzarlo dall’inizio o lo tiene come carta da giocare negli ultimi dieci minuti?

“No assolutamente. Si sta allenando bene e sta arrivando alla forma che permette la sua utilizzazione per almeno metà tempo. E’ un centrocampista che può giocare davanti alla difesa ma anche come mezzala. Ha i mezzi per andare in gol, per questo preferirei tenerlo più vicino possibile all’area avversaria. “

-Quanto ti mancherà Sabbatini?

“Ci manca molto come mancherebbe a tutte le squadre. Dispiace averlo perso subito, è un giocatore dalla grande intelligenza tattica.”

-Sei a Lugano da tre settimane. Cos’hai capito di questa squadra?

“E’ una squadra che ha bisogno di qualcuno che gli dica come giocare. Ha capacità d’ascolto, vuole migliorarsi e sa dove deve farlo. A calcio sa giocare. Il fatto di non dover necessariamente gestire il pallone con passaggi nella zona difensiva l’ha aiutata. E’ una zona dalla quale dobbiamo uscire in fretta perché è pericolosa, se perdi il pallone lì l’avversario è a pochi metri dall’area e dalla porta. Invece a metà campo o davanti anche un errore è recuperabile.”

-E’ un bel cambiamento rispetto all’era Celestini?

“Ogni allenatore ha una sua filosofia. Ognuno vede il calcio alla sua maniera. I giocatori si adattano a ogni sistema. I nostri hanno cambiato in fretta attitudine, anch’io chiedo di giocar la palla da dietro ma non a tutti i costi, se non c’è la possibilità meglio lanciare in avanti o spararla in tribuna e non prendere rischi inutili. Oggi ci muoviamo meglio anche davanti, più tempo avremo a disposizione e più ci abitueremo al nuovo gioco e a liberarci dall’avversario.”

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