Jacobacci e Daprelà: qui per vincere

Jacobacci e Daprelà: qui per vincere

Partito verso le 13 da Cornaredo il pullman della Principe Viaggi con a bordo staff e giocatori del FC Lugano è giunto a San Gallo verso le 16. Prima dell’allenamento sul terreno che giovedì alle 21 ospiterà la partita contro il Copenaghen, nella sala stampa dell’Arena si è tenuta la tradizionale conferenza stampa pre-match. A rispondere alle domande dei giornalisti si sono presentati il tecnico Maurizio Jacobacci e il difensore Fabio Daprelà (TiPress).

-All’allenatore vorrei chiedere con che spirito arrivate qui a San Gallo rispetto alla prima partita della tua gestione europea?

“Per noi non cambia molto, dobbiamo cercare di vincere questa sfida per poter ancora dire la nostra in questa prestigiosa competizione. Ci aspetta un avversario di grande qualità ed esperienza europea, una bella società, sicuramente la più forte del nostro gruppo. Ci aspetta una dura battaglia, l’accettiamo e faremo di tutto per cercare di vincerla.”

-Daprelà sei un giocatore che fa del carattere e della grinta uno dei punti forti della sua azione, questa partita è una di quelle dove il Lugano dovrà veramente decidere di combattere fino allo stremo per restare aggrappati all’Europa League?

“Si, penso che queste caratteristiche domani dovranno risaltare per forza. Come nelle altre partite anche contro il Copenaghen dovremo dare tutto, ci batteremo sino alla fine perché vogliamo i tre punti. Sappiamo di aver di fronte una squadra molto forte ma noi ci crediamo.”

-Avete detto che il Copenaghen è probabilmente la squadra più forte del girone, senza dubbio è quella che finora vi ha impensierito maggiormente. Lei come allenatore su cosa insisterà con i ragazzi, c’è qualche punto su cui li metterà particolarmente in guardia?

“Partiamo dal nostro obiettivo che ripeto è quello di conquistare i tre punti. Sappiamo di affrontare una squadra che “ha centimetri” , fisicamente è forte ma cerca di giocare a calcio, aggredisce molto alto l’avversario e quando attacca lo fa con sei giocatori. Questo significa che quando perdono palla, se siamo bravi nelle transizioni, avremo sicuramente spazi importanti da sfruttare per far loro male. Cercherò di inculcare nei giocatori questo concetto: ogni volta che conquistiamo palla dovremo essere bravi a velocizzare le azioni ed essere diretti verso la porta avversaria. Però, siccome hanno un’altezza media importante, dovremo anche essere attenti sulle loro palle ferme: punizioni e corner. Abbiamo sempre fatto bene nelle partite disputate sulle palle inattive difensive e inoltre siamo anche cresciuti su quelle offensive, abbiamo segnato due gol e questo è importante”.

-Quindi tatticamente il vostro atteggiamento cambierà rispetto a Thun dove siete andati a prenderli molto alti?

“No sono dell’avviso che la miglior difesa sia l’attacco. E’ un’arma da utilizzare, dobbiamo essere propositivi e cercare di mettere in difficoltà il Copenaghen attaccandoli anche nei pressi della loro area. Più siamo lontano dalla nostra porta meglio sarà. Se ci abbassiamo troppo daremmo loro l’opportunità di crossare e di avere punizioni e calci d’angolo a favore ed è quello che non vogliamo. Vogliamo essere propositivi e alti come a Thun.”

-Rispetto alla prima gara europea con il Kiev dobbiamo attenderci una formazione più rodata tipo quella di Thun, visto anche che allora il presidente aveva criticato l’utilizzo di elementi fuori ruolo come Holender?

“Da allora conosco meglio i ragazzi e so ben definire i loro valori e le caratteristiche tecnico-tattiche. E’ chiaro che cerco di mettere in campo i giocatori nel ruolo dove possono rendere al meglio e lo farò anche domani sera. Holender strada facendo lo capisco meglio, conosco pregi e difetti e cercherò di fare la cosa migliore per lui e per tutti gli altri.”

-La partita di domani in Europa League conta come quella di domenica in campionato contro il Servette o hanno valore e significato differenti?

“Credo che il match di domani sia molto importante. Possiamo metterci in mostra sul piano europeo e di confermare di essere una squadra valida che mette in difficoltà uno squadrone come il Copenaghen. Deve essere questo il nostro compito e dovere. Sto pensando solo alla partita di domani e dobbiamo concentrare tutte le forze su questo impegno. Il Lugano ha fatto di tutto per entrare in Europa League e non possiamo assolutamente snobbare un evento del genere. La mia mentalità è di cercare di vincere tutte le partite, figurarsi una a questo livello.”

-In questa EL il Lugano ha raccolto poco, specie livello di gol, pur essendosi disimpegnato bene. Ora arrivare da una partita di campionato dove avete realizzato tre reti vi può avvantaggiare sul piano psicologico?

“Sicuramente la partita di domenica scorsa ha aiutato il gruppo. A parte i tre gol fatti ne potevamo segnare altri. Abbiamo avuto due belle palle-gol con Aratore e alcune ancora nel finale. I ragazzi sono coscienti che possono segnare in qualsiasi momento. Ho molta fiducia in questo gruppo, li vedo lavorare tutti i giorni e posso solo parlare bene di questa squadra perché ha saputo rispondere alle sollecitazioni”.

-Con che sentimenti ha accolto la notizia della morte di Köbi Kuhn, lei l’ha conosciuto come allenatore avversario?

“E’ stato un grande giocatore e una persona squisita. Quando si parlava con lui era come un papà. Sapeva prendere i giocatori nel senso migliore ed era molto amato dai suoi ragazzi e dal pubblico. Sono rimasto choccato alla notizia del suo decesso; non pensavo che fosse malato così gravemente. Sono rimasto sbalordito e addolorato.”

 

 

 

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