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dopo 7

“Importante vincere la prima per mandare un segnale”

Le opinioni dei tifosi a fine partita erano unanimi: vincere il match d’esordio è sempre importante ma aggiudicarselo a spese del GC, avversario tradizionalmente ostico, è ancora più significativo. Il Lugano in effetti, pur partendo ad handicap con un rigore per gli avversari, è riuscito a raddrizzare la partita grazie ad un secondo tempo perentorio ed esaltante.

Maggior voglia di vincere

In conferenza stampa a chi gli faceva notare come i suoi ragazzi siano parsi compassati nella prima parte della contesa il tecnico Mattia Croci-Torti ha ammesso che “forse ho sbagliato a comunicare l’orario d’inizio della partita ai ragazzi. Devono aver capito le 18.30 invece delle 18. Quello che abbiamo visto nella prima mezzora non è il Lugano che conosciamo. Però bisogna avere grande pazienza e consapevolezza che la prima uscita della stagione è sempre qualcosa di speciale. Ci sono da trovare equilibri e sinergie e non è sempre scontato. Inoltre siamo anche andati subito sotto per un rigore che non dobbiamo permetterci di prendere. Dopo la partita si è fatta un po’ in salita comunque penso che  la squadra poi abbia reagito molto bene, dal 30′ ha preso in mano le redini della contesa, ha dominato fino alla fine. La vittoria è meritata perché c’è stata una grande reazione di carattere e in virtù del fatto che quando vai sotto nel risultato è facile andare per aria e subire le ripartenze avversarie, com’era successo l’anno scorso contro lo Stade Lausanne. Invece stavolta siamo stati nella partita sino al fischio finale. Col passare dei minuti è uscito il nostro maggior tasso tecnico. Sono convinto che sia emersa anche la voglia di vincere che avevamo, è questo che mi porto a casa dal match di stasera”.

Sbagliati solo 25 minuti

-La prima mezzora sembrava proprio di rivivere l’incubo contro lo SLO, ritmi bassi, avversari superiori sul piano fisico, seconde palle perse. Poi quando avete aumentato il ritmo è uscito il vostro maggior tasso tecnico. Bottani a fine partita ci ha detto che all’inizio c’era stato un atteggiamento mentale sbagliato, poi la squadra si è ritrovata ed è arrivata la vittoria. Sei d’accordo?

“A mio modo di vedere il problema non è stato tanto la differenza di ritmo tra noi e loro, che non c’era. Ma semmai il ritmo blando che davamo al pallone. Siamo una squadra che vuole giocare  e creare superiorità nelle diverse parti del campo ma per  fare questo la palla deve circolare con un diverso tasso tecnico e con maggiore velocità rispetto a quanto abbiamo fatto nel primo tempo. Loro sono un avversario che gioca molto diretto,  verticale, il pallone andava veloce in avanti mentre noi procedevamo con eccessiva lentezza: non avevamo la fame giusta per vincere i duelli. Ci sono cose che non mi sono piaciute ma tutte nei primi 25 minuti di gioco. Dopo di ché ci siamo svegliati. Onestamente questa cosa non mi pesa tanto, mi sarebbe dispiaciuto molto se non avessi visto la reazione del secondo tempo. Le partite durano più di 90 minuti, sappiamo che di fronte c’è una squadra avversaria che onestamente nella prima mezzora è stata più forte e pronta di noi”.

Velocità che fa la differenza

-E’ un caso che la partita sia cambiata con i cambiamenti che hai apportato nella  ripresa, con Grgic a metà campo e con Przybylko come punto di riferimento davanti, o la spiegazione del successo la vedi di più nel cambiamento di atteggiamento?
“Non è stata tanto questione di atteggiamento ma di velocità d’esecuzione; eravamo troppo lenti e quando lo sei dai fiducia agli avversari, arrivano prima nei duelli, eccetera. Noi procedevamo al rallentatore, la palla non girava ma è la prima partita della stagione e non mi posso troppo arrabbiare. Tutti sanno che schiero sempre un elemento pensante in mezzo al campo, è stato per lungo tempo  Sabbatini e l’anno corso Grgic. Anton non ha però disputato le amichevoli e avevo due alternative: schierarlo dall’inizio e poi sostituirlo o inserirlo a partita in corso. Ho preferito così e la scelta è risultata corretta. Visto l’andazzo della contesa con il GC che rimaneva nella sua metà campo era difficile giocare con Aliseda davanti perché non avevamo nessun tipo di profondità e velocità, quindi ho optato per una torre in mezzo e la scelta si è rivelata pagante. All’inizio avrei potuto forse fare meglio ma nel proseguio siamo stati bravi lo staff ed io a correggere le cose.”

Mai pensato di non vincerla

“Oggi l’importante era vincere. La prima partita della stagione la devi sempre portare a casa per dare un segnale a tutti quanti. Credetemi non ho mai avuto la sensazione che questa partita non l’avremmo vinta, sono rimasto tranquillo per tutti i 97 minuti, chi mi conosce sa com’ero a bordo campo, avevo la certezza che l’avremmo portata a casa, perché nel secondo tempo avevamo una fame diversa e lo si è visto”.

Zach e Zanotti che coppia

-Sei partito con uno solo dei nuovi acquisti, il terzino haitiano/canadese Zachary Brault-Guillard. Come giudichi la sua partita?

“Zach l’anno scorso è stato con noi una settimana in prova e mi aveva convinto. Sapevamo che a destra avevamo una lacuna e con lui e Zanotti penso che possiamo veramente fare molto bene. Più giocatori abbiamo con questa qualità e maggiori possibilità abbiamo di vincere le partite.”

Dolore al ginocchio per Mai

-Mai l’hai tolto per infortunio e si sa gIà qualcosa sulle sue condizioni?

“Lukas aveva un piccolo problema al ginocchio, sentiva tirare il collaterale, speriamo non sia nulla di grave. Ha chiesto lui il cambio. Papadopoulos è entrato con la testa giusta, sappiamo che è un difensore che ci può dare una grossa mano.”

Bisogna vincere anche i duelli

-Il primo tempo con il centrocampo formato dal duo Belhadj-Doumbia ti ha lasciato qualche insegnamento: possono fare il lavoro che chiedi loro?

“Dipende sempre dalla partita. Alla fine non penso che il GC sia mai venuto a pressarci dopo il 15′ del primo tempo. Avevamo  bisogno di qualcosa altro e quindi abbiamo cambiato. Ma i due che hai citato possono giocare benissimo insieme, così come lo possono fare Grgic e Macek. Non è quello il problema, la verità è che la nostra lentezza d’esecuzione non ci ha mai permesso di trovare Bottani, Cimignani e Bislimi tra le linee. E’ stata questa la vera mancanza del primo tempo, non altro. Belhadj troppe volte ha portato palla ma in fase difensiva é anche l’unico che ha vinto i duelli. E’ stata una scelta dovuta al tipo di avversario. Sono sicuro che ambedue hanno più qualità di quella messa in campo oggi all’inizio. Sappiamo che  se vogliamo palleggiare ancora di più abbiamo bisogno di altri tipi di giocatori ma senza gente che vince i duelli difficilmente portare a casa le partite”.

Letto bene la partita

-Bottani ha giocato 75′, Valenzuela tutta la partita. Come dire che non hai avuto per niente in testa la partita col Fenerbahce di martedì sera?
“Giustissimo. Abbiamo dovuto fare un cambio a metà tempo per scelta tattica, un altro per infortunio. Per me il secondo tempo avevamo il completo controllo della partita dunque non bisogna cambiare per cambiare, se non mettere gente fresca che dà nuovo dinamismo. Mahou e Dos Santos hanno fatto proprio questo, dare il gas che ci serviva mentre Przybylko ha fatto quel punto di riferimento (la famosa boa) del quale avevamo bisogno davanti. Posso ammettere che magari la scelta iniziale non è stata quella corretta però alla fine dico sempre che le patite durano più di 90 minuti e che bisogna essere in grado di leggere. E oggi la squadra, l’allenatore e lo staff hanno letto bene questa contesa”.

Non penso ancora a martedì

-Hai già un po’ la pelle d’oca per martedì?

“No, mi gusto questa vittoria perché era facile -dopo le belle parole che si sono dette di questo Lugano e tutti i pronostici favorevoli da parte anche dei media d’oltre san Gottardo- inciampare già alla prima partita. Sapevo che nella mia squadra oggi mancavano quattro titolari della scorsa stagione: Steffen, Hajdari, Celar e Grgic. Dunque ci vuole sempre un attimo per trovare nuovi equilibri e dinamiche. L’importante è che tutti si rendano conto che dobbiamo ancora lavorare tanto, questo è il messaggio che deve passare. Non ci sarà tanto tempo per allenarsi ma sarà attraverso le partite ogni tre giorni che cercheremo di migliorare. Che i primi 30 minuti odierni ci servano da lezione”.

Due offerte per Hajdari

-Che effetto ti ha fatto dover lasciare Hajdari in tribuna, pensi che martedì in Champions League dovrai fare la stessa cosa?
“Le leggi del mercato sono semplici. Si va da inizio luglio a settembre e la testa dei giocatori deve essere pronta per disputare una partita. Albian ha il forte interessamento da parte di due squadre importanti e dunque ci sono sempre dubbi: giocare o no? Se arriva l’offerta giusta vado, se non arriva ci rimango male. eccetera. E’ giusto che l’allenatore mandi sempre in campo chi è pronto. Ma posso assicurare che Hajdari si è allenato sino ieri al 100 per 100 e con la giusta professionalità. La scelta odierna è stata soprattutto mia e non societaria. Ho preferito lasciarlo allenare, vediamo cosa succede in questi giorni. Se non dovesse partire sarà sicuramente ancora un giocatore del Lugano e ci potrà dare una mano”.

Grazie a Celar

-A proposito della cessione di Celar è giusto dire che sia lui sia voi avete risolto un problema?
“Non direi che abbiamo risolto un problema. Zan è un attaccante che a Lugano ha realizzato una valanga di gol, è un elemento che rimarrà nella storia del club per numero di reti segnate. Non ricordo negli ultimi 15 anni, dopo la coppia Rossi-Gimenez, qualcuno che abbia segnato tanto, salvo forse a sprazzi Alioski e Sadiku. La continuità di rendimento di Celar in questi tre anni è stata importante. E’ una punta sulla quale avevo grande fiducia. Poi è normale che ci siano giocatori che desiderano fare uno step successivo e per i quali Lugano è una rampa di lancio. Lui arrivava dalla primavera della Roma con due anni non buonissimi in serie B italiana. Per quello che ha fatto qui va solo ringraziato, se la squadra con lui in campo ha sempre migliorato vuol dire che ha fatto cose importanti. E’ un ragazzo che ringrazierò sempre e al quale auguro il meglio. Non posso di avere avuto in questi tre anni un giocatore che si sia allenato con la sua dedizione e anche per me che iniziavo la mia carriera da tecnico è stato sicuramente un giocatore che mi ha dato tanto”.

Fiducia in Kacper e Vladi

-Adesso cercate in fretta un sostituto?

“Non c’è fretta, ho Vladi e Przybylko sui quali ho completa fiducia. Il primo l’anno corso a dicembre era in rampa di lancio ma poi troppi acciacchi l’hanno frenato e non hanno permesso di vedere quanto poteva dare alla squadra. Quanto a Kacper l’anno scorso con lui ero stato molto onesto: avevo dei miei pensieri in testa, la squadra andava bene e ha accettato con grande onestà la maggior parte della volte di sedersi in tribuna, nonostante l’unica volta che era stato schierato avesse segnato. E’ un ragazzo che vede la porta, ha saputo attendere il suo turno. Nelle amichevoli delle scorse settimane ha già segnato tanto e anche oggi ha dato una mano importante alla squadra. Non dimentichiamoci che quattro anni fa veniva ingaggiato come elemento di punta dai Chicago Fire dopo aver fatto vincere un campionato ai Philadelphia. Ha caratteristiche che tanti non hanno. Per tornare alla domanda sull’acquisto di una punta, ripeto che la società non prenderà tanto per prendere. Se arriva qualcuno deve avere la giusta fame ma io continuo ad avere grande fiducia in Kacper e spero di recuperare al più presto Vladi.”

Con Schällibaum sempre amici

-Mi pare di ricordare che tra te e Schällibaum ci fosse una grande amicizia ma oggi sulle panchine non sembrava…

“Marco era e rimane non solo un amico ma una persona che mi ha aiutato e insegnato tanto. Poi nei 90 minuti di una partita, così come in campo quando giocavo, di amici non ce ne sono. E vale soprattutto per lui, per come vive le sfide. Ma sicuramente da domani torneremo a essere amici perché il bene che gli voglio va al di Lâ perché c’è tanta gratitudine nei miei sentimenti”.

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