"Il San Gallo in casa si trasforma"

“Il San Gallo in casa si trasforma”

I giocatori che nelle ultime settimane avevano marcato assenza causa infortuni si sono ripresi ad eccezione di Michael Facchinetti, fermo da diversi mesi. La partita di domenica scorsa contro il Basilea ha però visto uscire alla mezz’ora Fabio Daprelà, mentre Reto Ziegler non si è allenato tutta la settimana per un problema fisico rimediato sempre con i renani. I due difensori sono in dubbio per la sfida di domenica alle 14.15 a San Gallo. L’annuncio è stato dato all’inizio della settimanale conferenza stampa di Mattia Croci-Torti. La prima domanda ha riguardato le statistiche: in questa stagione San Gallo e Lugano sono le uniche squadre di Super League a non aver mai pareggiato. A ciò si aggiunge il fatto che l’arbitro designato (Sven Wolfensberger) ha un bilancio in carriera senza pareggi con le due squadre. Come interpretare questi dati?
“Per quanto riguarda i nostri non-pareggi ci sono due elementi importanti. Il primo è che ogni volta che siamo stati sotto nel risultato siamo riusciti a fare rimonte solo parziali, senza avere la forza di rimettere la gara sui binari della parità. Invece quando vincevano, a più riprese ho fatto scelte offensive nei minuti finali che ci hanno portato a tenere lontani gli avversari dalla nostra porta. Anche settimana scorsa avrei potuto coprirmi maggiormente ma ho provato a giocarmela nel finale con Haile-Selassie per cercare il raddoppio. Diciamo che nella mia testa ultimamente ho più voglia di chiudere le partite che di difendere sino alla fine.”

Già da bambino volevo vincere

-Parli di vincere, per te conta di più adesso visto che si parla del rinnovo contrattuale, è un momento dove contano le vittorie non il bel gioco?

“Fin da quando giocavo a calcio da bambino l’unica idea che avevo era vincere. Da allenatore, dove hai ancora maggiori responsabilità, è la stessa cosa e da tifoso conta che la tua squadra ottenga i tre punti, onestamente del contratto non me ne può importare di meno quando preparo una partita come questa e come le altre. E’ bello vincere perché poi ci si allena in maniera diversa, si preparano le ulteriori sfide con maggior serenità e si riesce a inculcare nei giocatori maggior fiducia, solo con le parole non è sempre facile convincere i ragazzi mentre con i risultati si riesce a dare una mentalità vincente alla squadra”.

In forse Daprelà e Ziegler

-Con Daprelà in forse Hajdari ha chance di essere riconfermato o farai spazio ad Hajrizi che si è rimesso completamente dall’infortunio?

“Hajrizi è pronto per giocare. Ultimamente ho fatto una scelta con Mai centrale di destra e Daprelà centrale di sinistra perché volevo più opzioni nell’uscita con palla da dietro. Tante volte limitavo un po’ Fabio impiegandolo a destra, abbiamo trovato questa soluzione con Ziegler un po’ più basso a sinistra e con Lukas che ci aiuta a impostare. Se mancasse Daprelà non ho problemi a ridare fiducia ad Hajdari che nelle due occasioni in cui è stato chiamato in causa ha dimostrato di potercela fare. Non dimentico comunque che Hajrizi nella passata stagione ha sempre dato il suo contributo ogni volta che ha dovuto giocare, posso ricordare le sue grandi prestazioni contro l’YB in Coppa a Lugano o a Berna in campionato. E’ un altro ragazzo che gode della mia completa fiducia”.

-Quando elementi esperti come Daprelà o Ziegler sono in dubbio su cosa ti basi nel decidere se schierarli: solo sul parere medico, sulle sensazioni dei ragazzi o alla fine decidi che, anche se sono personalità forti ed è difficile lasciarli fuori, devono essere al 100 per cento per giocare?

“Ritengo che il problema in questi casi non riguardi giovani o vecchi ma che sia importante la comunicazione. Riuscire a parlare, a prevenire, a capire cosa sta succedendo. Sotto quest’aspetto non ho grossi problemi perché preferisco sempre avere un dialogo e quando facciamo delle scelte che riguardano l’aspetto fisico siamo sempre sicuri se rischiare o meno. A volte ci va bene, altre volte sbagliamo. Qui a Lugano in questi anni siamo sempre migliorati dal punto di vista dell’equipe medica, con presenze costanti ed esami strumentali non appena ce ne sia bisogno e dei fisioterapista (sempre aumentati) e con un’ottima collaborazione anche con studi esterni. Arriviamo al momento della scelta sempre sereni, convinti che se la facciamo è quella giusta. La scorsa settimana con Daprelà abbiamo voluto forzarlo, lui non ha voluto mollare ma purtroppo non è andata come doveva. Sapevamo che potevamo assumerci un piccolo rischio. Anche Ziegler è uscito a fine partita con un problema e questa settimana non è riuscito ad allenarsi . Dovremo essere bravi a valutarlo sapendo che ci aspetta un piccolo tour-de-force non solo per le tre partite in una settimana. Nel giro di 30 giorni disputeremo 7 partite tra cui anche match importantissimi come quello di Coppa. Non possiamo permetterci di perdere giocatori quando sappiamo che c’è un rischio”.

Trend positivo

-Sia col Servette sia con il Basilea non avete subito reti. E’ un Lugano che sta concentrandosi maggiormente sul proprio DNA del passato con più attenzione alla fase difensiva  anche se hai appena sottolineato che avevi voluto metterle in sicurezza nel finale e non limitarti a difendere il risultato?

“Delle ultime 8 partite siamo riusciti a vincerne 6. Il trend è molto positivo,  a Basilea non abbiamo subito gol e a Zurigo un gol fortuito. Non è che abbiamo cambiato modulo di gioco, semmai qualche interprete per via degli infortuni occorsi a Celar e a Arigoni. Il modulo è sempre quello, sicuramente nelle ultime partite c’è molta attenzione, c’è tanta concentrazione. Ma quello che sta facendo la differenza -e ne parlavo a inizio stagione- sono le dinamiche. Domenica scorsa c’erano in campo sei giocatori che l’anno scorso non erano con noi, ci è voluto un po’  per capire quello che volevamo fare. Ci schieriamo in maniera diversa, non più con cinque difensori, siamo riusciti piano piano a trovare un equilibrio. E poi, come dico sempre, non sono solo i giocatori che devono adattarsi all’allenatore ma è anche l’allenatore che deve conoscere i ragazzi e le loro caratteristiche. Anch’io ci ho messo un attimo a capire i vari Doumbia e Mai, non è un lavoro di qualche settimana ma ci vogliono parecchi allenamenti per comprendere le dinamiche che poi portano al buon periodo che stiamo vivendo. Speriamo che possa continuare così senza aver dovuto cambiare modulo di gioco perché non ci siamo arresi nei momenti che le cose non andavano, non siamo tornati alla difesa a 5. Però dobbiamo accettare che a volte nel secondo tempo dobbiamo difenderci, ma i primi tempi contro Servette e Basilea dimostrano che eravamo propositivi con tanta voglia di giocare ed è quello che mi è piaciuto: il coraggio.”

-Tu conosci molto bene gli avversari e prepari le partite con scrupolo. Quest’anno è cambiato qualcosa  nell’approccio, pensi magari più alla tua squadra o è inevitabile studiare l’avversario?

“Sono sempre convinto che bisogna concentrarsi sulla propria squadra per metterla in condizione di esprimersi al meglio contro l’avversario di turno. Se difendessi nella stessa maniera contro il San Gallo (che gioca a quattro con un rombo e due attaccanti che attaccano la profondità) o contro il Basilea (che ha due esterni larghi che ti puntano) significa che non sarei al posto giusto come allenatore. Le partite bisogna prepararle, bisogna prevedere cosa può accadere, poi la maggior parte delle volte la preparazione va bene, altre volte i tecnici cambiano non solo in corso ma anche prima. Ma i ragazzi bisogna sempre cercare di metterli a proprio agio e lavorare in settimana sapendo cosa può succedere la domenica. Questo riguarda l’aspetto difensivo ma anche quello offensivo: quando affronti una squadra che difende bassa giocherai diversamente da domenica quando avremo di fronte una squadra che nei primi 45 minuti verrà a prenderci fino al nostro portiere”.

Se Zeidler partisse

-Avete sfidato tante volte il San Gallo: è ancora e sempre la squadra di Zeidler?

“Sì. E’ una squadra che nonostante le ultime tre sconfitte è andata a giocarsela a viso aperto contro Basilea e YB. Sono però sempre convinto che il San Gallo di Zeidler è una squadra quando gioca in casa ed è un’altra squadra in trasferta. Tante volte la spinta del  pubblico amico gli ha dato una carica pazzesca, ci sono momenti dove sono magari in difficoltà ma basta un’azione propositiva per farsi trascinare dai 17 mila e dunque dobbiamo stare attenti alla loro aggressività e all’ambiente. Anche se tante volte l’entusiasmo può creare qualche falla e lì dobbiamo essere bravi ad approfittarne perché è quello che succederà domenica”.

-A proposito dell’allenatore del San Gallo in Germania lo hanno accostato in questi giorni alla panchina  dello Stoccarda. In passato Zeidler ha rifiutato alcune offerte ma forse questa potrebbe essere la volta buona per cambiare ambiente. Credi che queste voci possano risultate destabilizzanti?

“Sono situazioni che un po’ destabilizzano l’ambiente. Poi se Zeidler ha la possibilità di trasferirsi in un club di grande blasone della Bundesliga gli auguro che possa farlo. Non so se sarà più contento lui di non più vedermi o io di non più vedere lui.”

Rotazioni in vista

-E’ giusto prendere partita dopo partita ma in un settimana avrai tre sfide importanti che ti permetteranno di capire dov’è la tua squadra attualmente, soprattutto la difesa che sarà particolarmente messa sotto pressione specie mercoledì contro l’YB.

“Diciamo che quando affronti San Gallo e Lucerna a casa loro anche lì la pressione sulla fase difensiva c’è sempre. Un allenatore quando ha tre partite in sei giorni deve essere bravo nella gestione delle risorse fisiche, dobbiamo sapere che se vogliamo essere brillanti in tutte e tre le partite, dobbiamo cambiare. Oggi nell’allenamento avevamo 22 giocatori, domenica 2 saranno in tribuna. Ciò significa che come rosa siamo sufficientemente pronti per affrontare queste partite. Bisognerà saper accettare delle scelte, delle rotazioni che possono dare un vantaggio alla squadra”.

Bottani sempre importante

-Bottani è un giocatore che dovrebbe sempre essere in campo ma che rischia, come domenica scorsa, di partire dalla panchina?

“Non è tanto una questione di rischiare, giocare da subito o no. Mattia è un elemento importante per la nostra squadra, glielo ricordo tutti i giorni e lui lo ricorda a me allenandosi come si è allenato questa settimana. Bottani non è mai un problema per noi ma sempre per gli avversari. Poi, come ho già detto e lo ripeto perché ne sono convinto, quando è al 100 per cento è un giocatore devastante. Non posso pretendere che dopo questi infortuni sia già dove tutti vorremmo e quindi dovremo essere bravi a utilizzarlo al meglio per fa sì che possa dare il suo contributo alla squadra.”

Babic e McSorley

-Quali pensi saranno le sensazioni di Boris Babic nel far ritorno a San Gallo dove ha giocato quattro anni e mezzo?
“Se non è carico come una molla lo prendo a calci nel sedere. (ride). Con le vecchie squadre ci si lascia bene o a volte male. Lui si è lasciato bene con l’ambiente sangallese, anche se è andato via probabilmente qualche problemino c’era. Spero che questo lo trascini nella partita di domenica”.

Hai detto prima che l’allenatore deve sapersi adattare ai giocatori: quello che non ha fatto McSorley?

“Lungi da me giudicare quello che è successo a 200 metri di distanza da qui. Non conosco le dinamiche però sapete che sono un appassionato e che seguo i vari sport. Sicuramente qualcosa non è funzionato perché alla fine nel nostro lavoro parlano solo i risultati e dunque puoi lavorare bene quanto credi ma se non arrivano i risultati significa che c’è qualcosa che non è andato per il verso giusto, qualche scintilla non è scoccata. Bisogna riuscire ad avere ottime relazioni e poter dialogare, è un’attitudine che vale anche nella vita quotidiana. Se vai allo scontro poi nei momenti di bisogno le persone non ti daranno una mano; è sempre un dare per avere. Se abbiamo atteggiamenti propositivi qualcosa ricaviamo, poi evidentemente chi svolge il nostro ruolo sa che non è possibile accontentare tutti, bisogna fare delle scelte, a volte anche forti, che non faranno l’unanimità. Domani dopo l’allenamento quando dovrò dire a due dei miei ragazzi di non salire sul bus per San Gallo: non saranno  contenti e dalla mia parte. Ma fa parte del gioco, bisogna sempre cercare di avere buone relazioni: è la mia maniera non solo di allenare ma di vivere. Poi con certe persone non si può andare d’accordo ed è giusto così.”

 

Altri articoli

Prima Squadra
1
Prima Squadra
San Gallo-Lugano 3