Il passato abbraccia il presente. E la Coppa

Il passato abbraccia il presente. E si gode la Coppa

55 anni, una vita. PiΓΉ di mezzo secolo, tra la Coppa vinta nel 1968 con i compagni di squadra guidati in campo da capitan Coduri, e la visita a Cornaredo di qualche giorno fa, ospite del club che ben volentieri ha organizzato un incontro a forti tinte bianconere, per unire il passato glorioso al presente che lavora per esserne all’altezza. Emozioni forti, per Simonetto Simonetti, 83 anni, accolto allo stadio da Mattia Croci-Torti e da Cao Ortelli, gli artefici del trionfo dello scorso 15 maggio, quel fantastico e storico 4-1 ai danni del San Gallo al quale, a modo suo e con grande discrezione, Simonetti ha voluto prendere parte. β€œΓˆ stato davvero un immenso piacere poter finalmente rivedere quella Coppa, rimane viva un’emozione fortissima. Poterla toccare nuovamente mi ha sollevato non poco il morale”, ha spiegato la bandiera bianconera, che il β€œsuo” Lugano continua a seguire in televisione. E che a Berna, 55 anni fa, da buon attaccante segnΓ² la rete della vittoria, il gol del 2-1 ai danni del Winterthur di Timo Konietzka (l’1-0 poi pareggiato da Dimmeler fu opera del compianto Otto Luttrop).

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Una fotografia di quel lontano 1968 lo ritrae in compagnia dell’allora piccolo Nicola, il figlio con il quale ha varcato le porte di Cornaredo, per un saluto e un abbraccio alla Coppa che fu anche sua, per uno scatto molti anni dopo nella stessa posizione di quell’immagine cosΓ¬ gelosamente custodita. Tra emozioni e commozione, come era inevitabile che fosse. Due parole col β€œCrus”, che quelle sensazioni forti e impagabili le porta vive nel cuore, e con Cao Ortelli, che si abbandona ai ricordi. PerchΓ© lui, classe 1958, c’era. β€œLa finale del 1968 io la andai a vedere. Ero un bimbo di 10 anni e ricordo molto bene quell’incontro”, spiega Ortelli. Il quale poi, anni dopo, fu allenato proprio da Simonetti, nell’allora seconda squadra del Lugano. Un legame a tinte bianconere che resiste al passare del tempo. β€œIl primo ricordo che mi viene in mente pensando a quella sera del 15 aprile 1968 al Wankdorf di Berna che lo vide realizzare la rete decisiva al 77’ – spiega Simonetti – Γ¨ che nei due giorni successivi, pur sforzandomi, non riuscivo a credere di essere riuscito a vincere la Coppa. Ho cominciato solamente a posteriori a capire quanto sia stato importante per il Lugano riuscire a conquistarla”.

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Emozioni uniche, condivise anche da capitan Adriano Coduri (85 anni), che quella Coppa l’alzΓ² al cielo di Berna quel 15 aprile di 55 anni fa, ed Ernesto Indemini (82). Anche loro hanno potuto riabbracciarla, riammirarla da vicino. Un piacere che devono alla generositΓ  di Mattia Croci-Torti, il quale ha portato la Coppa a casa di Coduri, per un incontro ravvicinato colmo di passione con chi ha contribuito in prima persona a scrivere paginememorabili della storia dell’FC Lugano e ha manifestato la volontΓ  di fare ancora parte del percorso della squadra, a cosΓ¬ tanti anni di distanza da quell’impresa.

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Grazie per la visita, caro Simonetto. Grazie per averci ospitato, cari Adriano ed Ernesto. Ci avete permesso di fare piacevole tuffo nella storia del club, tra un passato ormai remoto e un presente tutto da gustare. Con un denominatore comune: la Coppa Svizzera e la passione bianconera che a quel trofeo Γ¨ legata in maniera speciale. La semifinale contro il Servette non Γ¨ lontana. Simonetto, si sente di consigliare qualcosa ai giocatori della rosa attuale che ambiscono alla seconda finale di fila, da detentori del trofeo? β€œNon penso di avere grandi consigli da dare, credo che i giocatori debbano solamente credere e avere fiducia nel lavoro di mister Croci-Torti, di Carlo Ortelli e del resto dello staff. Sono allenatori molto bravi, credo lo abbiano giΓ  dimostrato ampiamente e devono continuare su questa strada. Sono sicuro che faranno un’ottima semifinale di Coppa”.

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