"I giocatori meritano uno stadio pieno"

“I giocatori meritano uno stadio pieno”

Giorni di festa a Lugano dopo la vittoria della Coppa svizzera. L’attenzione, più che ai contenuti tecnici della partita di giovedì contro lo Zurigo, è rivolta ai simboli e all’addio ai colori bianconeri di alcuni elementi che in questi anni molto hanno dato alla causa. A immagine di Maric, Lavanchy, Custodio, Lovric e Baumann. Tra l’altro prima del fischio d’inizio la squadra farà un giro d’onore a Cornaredo con la coppa, il pubblico è quindi invitato a prendere posto con qualche minuto d’anticipo. 

Nella conferenza stampa di mercoledì pomeriggio il tecnico Mattia Croci-Torti ha voluto al suo fianco il vice Carlo Ortelli. “Avrei voluto al mio fianco tutte le dodici persone che mi hanno aiutato in questa avventura ma non ciò avrebbero state e mi sono limitato a portare Cao ma devo ringraziare tutti gli altri compresi la team-manager, massaggiatori, magazzinieri  e l’addetto stampa che ci hanno sostenuto in questi mesi e nei giorni di ritiro.”

-Cao com’è essere la parte calma e quello che dà equilibrio a questa panchina?

Diciamo che tutti mi vedono come un personaggio calma, pacato e tranquillo, ma è la facciata esterna che dà questa impressione. Al mio interno c’è ben altro. E’ un po’ il mio stile in panchina quello di mantenere questo tipo di comportamento ma non sono per niente calmi, ogni partita vivo tensioni, ansie, preoccupazioni ed emozioni molto forti.”

-Mattia da quando sei allenatore questa è la conferenza stampa più facile?

Non so se sia la più facile ma sicuramente è la più leggera. Abbiamo dentro di noi una leggerezza grandissima, penso però che questo incontro con i giornalisti sia dovuto per diversi motivi. Il primo è che abbiamo sempre cercato attraverso queste conferenze stampa di inviare il maggior numero di messaggi positivi possibili per far nascere e sostenere quell’entusiasmo che poi ha trascinato la squadra al successo. Ed anche oggi utilizzo quest’occasione per chiedere tutti coloro che ci seguono di assecondare il grande desiderio della squadra di avere domani sera uno stadio gremito. Penso che il più grande regalo che i tifosi del Lugano possano fare alla squadra è mostrare che il sostegno che c’è stato domani venga ripetuto domani. Mi sembra un atto dovuto per il grande lavoro che è stato fatto quest’anno, per le difficoltà che i ragazzi hanno incontrato ad inizio stagione e per i momenti anche difficili che si incontrano durante un campionato. Eppure domenica hanno disputato una partita perfetta. Sono stati meravigliosi e spero veramente -e lo chiedo di tutto cuore ai tifosi- che domani si faccia un ulteriore passo per venire a Cornaredo per ringraziare la squadra per quanto fatto in Coppa che non è una cosa scontata ma un sogno inseguito da tutto il Ticino da tantissimi anni.”

-In questi giorni di festa riuscite a focalizzarvi sulla partita di domani?

Onestamente sono riuscito a pensarci solo ieri sera a tarda ora. Penso che si tratti di un match speciale, ci sono dei giocatori che vestiranno per l’ultima volta in casa la maglia del Lugano. Ho chiesto alla squadra di onorare al meglio l’impegno, per ringraziare questi elementi che hanno dato tanto e soprattutto non solo come giocatori ma anche come uomini, dando più volte l’esempio fino alla partita di domenica al  Wankdorf. In questa sala stampa tante volte negli ultimi mesi si è parlato di rinnovi, prolungamenti, decisioni di lasciare e quant’altro. Ma questi ragazzi non hanno mollato di un centimetro sotto l’aspetto mentale e penso che questo sia stata domenica la vera forza del gruppo. “

-Domani si giova una sorta di super coppa che in Svizzera  non esiste salvo una breve parentesi vent’anni or sono. Ti stuzzicherebbe giocare la sfida tra vincitore del campionato e detentore della Coppa?

“Le super coppe si giocano ad inizio stagione con le squadre cariche ed affamate per ottenere un nuovo successo. Lo Zurigo domani verrà qui per onorare la maglia con un grande seguito di tifosi e cercheranno di fare il loro meglio ma non avranno certo lo spirito di vincere una supercoppa. Poi se in futuro la Lega creasse questa sfida sarebbe una cosa stuzzichevole.”

-Dietro di e c’è una foto di capitan Coduri che alza la Coppa. Pensi che magari tra 54 anni lì ci sia una tua foto?

Non sono ancora stato lì a pensarci ma alla fine è quello che volevamo. L’ho detto chiaramente dopo la partita. Quando noi che siamo di qui passiamo davanti allo stadio di Cornaredo e vediamo le gigantografie che sono appese sogniamo di esserci. Se uno non ha questa motivazione ha sbagliato mestiere. Io guardo le foto, so che ho potuto essere presente due volte in Europa League ma penso che il successo di domenica ci porti di diritto nella storia di questo club ed è una circostanza che fa veramente piacere. Sono stato felice di condividere questa cosa con Cao che ci teneva anche più di me”.

-Ma tu Carlo Ortelli arrabbiato l’hai mai visto?

Quando mi deve dire le cose come stanno non è sempre così  serafico. Come in ogni staff ci sono momenti belli e altri meno ma devo essere sincero: quest’anno abbiamo avuto pochi momenti di litigio, anzi non ne ricordo. Siamo sempre stati schietti e ognuno ha detto quello che pensava, penso che questo sia stata anche la nostra forza per farci riflettere su alcune decisioni.”

-Cao in cosa hai aiutato di più il mister in questi mesi al di là dello spegnerlo quando magari si accendeva troppo?

Non so se sono stato io a dare qualcosa a lui o piuttosto Mattia a dare a me. Sinceramente non è stato evidente entrare all’improvviso in questo gruppo, dopo tanti anni che ero fuori da questa dimensione. Non lo nego è stato complicato all’inizio. Devo ringraziare Mattia perché mi ha accolto in modo perfetto e mi ha fornito la possibilità di entrare in uno staff estremamente positivo, composto da persone serie e corrette. Sono entrato in punta di piedi, lui e gli altri mi hanno accompagnato capendo i limiti che avevo a quel tempo. Grazie a loro mi sono dato da fare, da maestro tra virgolette ho proseguito a fare l’allievo. Quello che ho cercato di fare nel limite delle mie possibilità è stato di essere sempre puntuale sul campo davanti alle richieste del mister, svolgendo con attenzione i miei compiti, cercando di capire i momenti e lo stato d’animo dei giocatori. Il mio apporto è stato in definitiva questo. Poi col mister abbiamo sempre una chiusura di giornata, entro mezzanotte, dove al telefono facciamo il consuntivo di giornata ed è lì che dico la mia con grande tranquillità un po’ per chiudere il lavoro fatto allo stadio.”

-Hai preso la decisione giusta quando hai accettato, da un momento all’altro, di tornare nel calcio che conta; ce l’avevi magari come sogno?

A un certo momento il sogno era andato a finire sui fondali profondi del lago Ceresio, come un ferro vecchio che finisce a 300 metri sott’acqua e non pensi più di tornare a questo livello. Ti dici che il tuo percorso l’hai già fatto, vivi un’altra situazione come responsabile del settore giovanile. Poi improvvisamente il Crus mi chiama e mi chiede di dargli una mano per qualche giorno e abbiamo visto com’è finita. Lo ringrazierò per tutta la vita per avermi dato la possibilità di sognare veramente e di raggiungere in modo clamoroso quello che -quando prima si citava la foto di Coduri io ero presente e avevo 10 anni- da bambino malato di calcio si sogna. Mi sono dato da fare nella mia vita per il calcio e alla fine è successo qualcosa di incredibile. Qualche giorno prima della finale avevo detto al mister che per me era tutto scritto quello che sarebbe successo. Sentivo, avevo avuto segnali da superstizioni e nelle ore d’avvicinamento ero convinto che sarebbe andata a finire con la Coppa che tornava in Ticino”.

-A Croci-Torti vorrei chiedere: le telefonate notturne con Cao, sono la dimostrazione di quanto hai dato a questa squadra, con il pubblico, con i media. Hai lavorato a 360 gradi: quanto sei stanco adesso?

La stanchezza non sarà mai grande come la felicità che provo in questi giorni. Probabilmente dopo la partita di domenica a Basilea avrò un cedimento sul piano mentale, è sicuro perché anche in questi giorni non ho mai staccato e sono rimasto sul pezzo ma è quello che volevamo tutti. L’abbiamo sognato sin dall’inizio e bisognava crederci, devi fare dei sacrifici, ne abbiamo fatti tanti ma ne è valsa la pena. Penso che siano più stanchi i miei famigliari di vedermi pochissimo e i miei amici di non vedermi più. Prenderò del tempo per me da settimana prossima”.

-Domani da un lato ci sarà la festa per la Coppa e dall’altro l’addio a Cornaredo a molti giocatori che hanno dato tanto alla causa del FC Lugano. Finisce un’era e grazie a questa coppa l’asticella si è alzata. La società si sta già muovendo per trovare i sostituti?

Questo bisognerà chiederlo nei prossimi giorni ai dirigenti. Quello che ho voluto fare con grande onestà nelle ultime settimane è di staccarmi da questi aspetti per concentrarmi sull’obiettivo. Dopo la semifinale con il Lucerna dovevano avere la testa su un solo scopo: la conquista della Coppa. Quello che c’è nel mio cuore è la consapevolezza che siamo arrivati alla fine di un ciclo, di un’era di cui ho avuto la fortuna di far parte. Posso solo ringraziare in primis Angelo Renzetti di avermi dato l’opportunità di venire a lavorare a Lugano e a tutti questi calciatori che ci lasceranno domani che hanno contribuito a raggiungere risultati incredibili. Andare due volte in Europa League e vincere una Coppa svizzera non è cosa evidente, se penso ad altre piazze ambizione come San Gallo, Lucerna o Servette. Domani questi ragazzi bisognerà omaggiarli tantissimo e profondamente. Nel mio cuore sono triste, ma la vita è fatta di queste cose, ma avrò modo in questi giorni di congedarmi al meglio da questi ragazzi”.

-In chiusura di conferenza stampa Carlo Ortelli ha voluto rivolgere un pensiero di ringraziamento a Mattia Croci-Torti. “Il mister ha appena chiuso la sua conferenza dicendo che i ragazzi gli hanno dato tanto. Questo è vero, tutti noi dello staff abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con degli uomini veri e dei giocatori molto forti e una squadra molto competitiva e quindi grandi meriti a tutti sì ma il merito più grande c’è là lui. Secondo me  secondo noi Mattia ha  fatto un lavoro eccezionale. Se nell’ambito dell’insegnamento si dice che bisogna avere competenze trasversali ebbene  vi garantisco che il Crus ha anche quelle verticali e orizzontali oltre che quella della comunicazione. E’ grazie a tutto ciò che avete visto una squadra giocare bene  e un gruppo molto unito che lo segue con grande entusiasmo.”

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