"Ho una sola certezza: non sarà una partita facile" 5

“Ho una sola certezza: non sarà una partita facile”

Il Lugano si è allenato venerdì pomeriggio prima di partire per la Svizzera orientale. Sabato alle 17 è infatti in programma la partita con il Rapperswil-Jona (Prima Promotion) valida per i sedicesimi di finale di Coppa svizzera.

Out Steffen. Marques e Mahou

Tre le assenze in vista di questo match. Quelle di Mahou, che risente dei problemi al flessore sinistro, Marques (piccola distorsione alla caviglia destra) e Renato Steffen che si è infortunato all’adduttore sinistro e ne avrà per due-tre settimane. Pure indisponibile il terzo portiere Diego Mina per una calcificazione all’osso scafoide sinistro.

Questione di concentrazione

Nella conferenza stampa che ha preceduto l’allenamento la prima domanda rivolta al tecnico Mattia Croci-Torti ha riguardato l’avversario di Coppa. La squadra che ha segnato il maggior numero di reti tra tutte le partecipanti al campionato di Promotion League mentre il Lugano quest’anno una sola volta (a Belgrado) ha terminato un incontro senza subire reti. E’ dunque la fase difensiva  che domani potrà fare la differenza?
“Non credo. L’ho già ribadito più volte e in queste settimane abbiamo rianalizzato le reti subite finora. In quattro occasioni siamo stati noi a dare la palla agli avversari mentre altri quattro gol li abbiamo presi su azione da calcio d’angolo. Dunque non vedo queste grandi preoccupazioni sull’aspetto difensivo. Se togliamo i gol di Dzeko e Immobile la squadra ha fatto quello che doveva però certamente per vincere le partite dobbiamo fare meglio soprattutto sulle palle ferme e dal punto di vista della concentrazione. Non  possiamo regalare troppi palloni agli avversari come abbiamo fatto. Non è tanto un problema di come la squadra difende ma semmai di concentrazione perché sulle palle ferme se sei più attento non vai a prendere i gol che abbiamo subito. Quello che abbiamo fatto in questi giorni di lavoro è stato concentrarci su questo aspetto.”

Squadra da non sottovalutare

“Per battere il Rapperswil non dobbiamo tanto concentrarci sulla fase difensiva ma focalizzarci sull’atteggiamento. Dobbiamo scendere in campo con grande umiltà: sappiamo che abbiamo di fronte una squadra piena di giocatori di esperienza in Super ma soprattutto in Challenge League. Li conosciamo quasi tutti: da Ajeti a Japichino che ha giocato qui a Lugano. Da Morgado (ex Sion) ad Ambassa (Chiasso) o Yesilçayir che ha vestito la maglia del Bellinzona. Senza dimenticare  Schmidt del Thun o Ribeiro (San Gallo). Sappiamo perfettamente chi andiamo ad affrontare e non dobbiamo sottovalutare l’avversario, domani dobbiamo guardare solo a noi stessi essendo consapevoli di una cosa: che non sarà sicuramente una partita facile”.

Ho “ripulito” un ginocchio

-Ti abbiamo visto entrare con le stampelle e quindi ti faccio una domanda un po’ generica: come stai sul piano fisico e mentale dopo questo primo squarcio di stagione?
“Fisicamente sti bene, c’è solo il ginocchio che è un po’ acciaccato. Queste due settimane le ho vissute sì in mezzo al campo ma ho la fortuna di avere dei collaboratori che non sono solo competenti ma che sanno gestire al meglio la squadra quando ce n’è bisogno. Quindi approfitto una volta in più per ringraziare Aletti, Sasivari e Ortelli, sia i preparatori atletici che in queste settimane hanno lavorato veramente forte.”

Peccato per Steffen

-L’infortunio di Steffen non ci voleva?
“Non sono preoccupato ma mi dispiace non avere a disposizione Renato per cinque o sei partite. E’ un giocatore che è in grado sempre di fare la differenza e l’ha dimostrato ancora in questa prima parte di stagione.  Starà a me riuscire a tirare fuori quello che Cimignani aveva fatto vedere l’anno scorso. Devo portare questi giocatori ai livelli a cui siamo tutti convinti che possano arrivare”-

Siamo carichi

“Mentalmente stiamo bene: non vediamo l’ora di affrontare questo slot di partite che arrivano. Non vediamo l’ora di giocare il recupero di campionato col Losanna che potrebbe proiettarci verso i primi posti in classifica. Sapete che alla Coppa svizzera ci teniamo tanto, in Conference League vogliamo fare qualcosa di importante. Sono carico ma la cosa positiva è che vedo la squadra desiderosa di disputare questi match. E’ quello che mi trasmette questa energia. Io devo essere bravo a dare equilibrio al gruppo. Adesso la cosa importante è non pensare a quello che verrà ma prendere una partita per volta. Se riusciamo a farlo con la giusta attenzione e a capire quali siano i giocatori “giusti” per  ogni sfida riusciremo a fare cose importanti. Ho guardato ieri con mia figlia il calendario: nei prossimi 46 giorni ne avremo uno solo di libero. Dunque dovremo essere bravi ad avere le energie massime ogni volta che scenderemo in campo”.

La Coppa è “speciale”

-Se dovessi descrivere con una sola parola la Coppa svizzera, quale sarebbe?
“Mi è capitato ieri di vedere un video realizzato dall’Associazione svizzera di calcio con un anziano che riguarda le vecchie edizioni. Per me, e lo dico sempre, la Coppa ricorda l’infanzia, le finali che vedevo con mio papà. La vittoria del Lugano o i miei idoli come Giovanni Elber del Grasshopper, tutto mi rievoca le partite disputate al Wankdorf, per me è sempre qualcosa di speciale. Poi c’è il legame che la Coppa ha creato tra noi e la gente. In questi tre anni se il Lugano ha questa consapevolezza e se è riuscito a entrare nel cuore di tanta gente è stato soprattutto grazie ai percorsi fatti in Coppa svizzera.  Quindi se devo riassumere il tutto in una parola direi SPECIALE.

Aliseda deve tornare al gol

"Ho una sola certezza: non sarà una partita facile" 1-Il mercato è chiuso e il famigerato “mister x” in attacco non è arrivato. Sei deluso o avevi capito che non sarebbe arrivato, non c’era davvero il profilo giusto?
“Una volta che siamo entrati in Europa sapevamo che sarebbe aumentato il numero delle partite da disputare. Lo scorso anno avevamo avuto  gli infortuni di Celar e Vladi e ci eravamo trovati veramente impreparati. Per quello abbiamo cercato un profilo là davanti. Però ero stato chiaro con la società, l’importante era ingaggiare qualcuno che fosse più forte degli elementi che abbiamo in rosa. In questi mesi Przybylko ci ha dato una mano, Vladi l’anno scorso prima dell’infortunio era in forte ascesa. Dunque per me doveva eventualmente arrivare qualcuno che avesse qualcosa in più per aiutare questa squadra. La qualificazione europea è arrivata a metà agosto  e non siamo mai riusciti a individuare un profilo “da valore aggiunto”. Era inutile andare a ingaggiare qualcuno così tanto per prendere. Sono sicurissimo che devo migliorare come allenatore nel far progredire ancora maggiormente sotto porta giocatori come Aliseda. E’ un elemento che due anni or sono ha fatto qualcosa di clamoroso là davanti. Adesso il mio obiettivo è cercare di tirar fuori il meglio da lui, se siamo andati avanti è perché in quella posizione Nacio ci ha dato una mano. Sono contentissimo dei giocatori che abbiamo: il mercato non ha portato il valore aggiunto e quindi non sono dispiaciuto perché mancherei di rispetto a chi c’è. Non sono sicuramente qua a piangermi addosso anzi cerchiamo di lavorare al meglio sugli elementi della rosa che in attacco possono dare ancora di più di quello che hanno fatto finora”.

Vladi si è sacrificato 

"Ho una sola certezza: non sarà una partita facile" 2-Tra gli attaccanti a disposizione mi permetto di citare Vladi che forse dal mio punto di vista ha peccato talvolta sul piano dell’atteggiamento, non credi?

“Non è che voglio sempre difendere i miei ragazzi. Ma devo ribadire che quando un giocatore non si allena per due mesi e mezzo dopo il grave infortunio partito nella finale di Coppa e dopo pochi giorni di lavoro viene buttato nella mischia perché avevamo esigenze (Pryzybylko arrivava da un periodo di completa inattività), deve essere giustificato. Era senza preparazione, non ha disputato un solo minuto nelle gare di preparazione ma il suo carattere l’ha spinto a darci una mano dalle prime partite. Poi ha avuto un logico e clamoroso calo, infatti con lui -visto che non aveva svolto la preparazione- in queste ultime due settimane abbiamo fatto un percorso diverso. Si è allenato a parte, aveva bisogno di qualcosa che nel mondo del calcio non si usa quasi più e cioè un po’ di fondo e di lavoro dietro. Sono convinto che alla ripresa vedremo un Vladi diverso da quello delle partite pre-pausa nazionali. Ripeto: ci ha aiutato senza allenamenti alle spalle ma può sicuramente fare di meglio.”

La batteria dei trequartisti

"Ho una sola certezza: non sarà una partita facile" 3"Ho una sola certezza: non sarà una partita facile" 4“Quando si parla di fase offensiva non va dimenticato che abbiamo questa batteria di trequartisti molto valida. Partendo da Dos Santos  (foto) che è stato il miglior in campo nelle ultime due partite con la nazionale U21. A Bottani, Aliseda e Steffen che dovranno cercare di aiutare ancora di più l’attacco con assist e gol.”

Un solo giorno libero su 46

-Avete 46 giorni con uno solo di pausa. Ma, e Dio non voglia, se si facesse male un attaccante come fareste con solamente Przybylko o Vladi?

“E’ anche compito dell’allenatore cercare di trovare sempre soluzioni. Non sono qui a dire che sono deluso o a fare polemiche. Se ci fosse stato un profilo che avrebbe potuto veramente aiutare la squadra sarei stato il primo ad appoggiare la candidatura. Le cose le facciamo con la società e questo profilo non c’è stato. E’ giusto rimanere così e dare fiducia al gruppo. Speriamo di avere fortuna con gli infortuni.  Tocca a me ritrovare un Aliseda che ci aiuti con le statistiche come sono sicuro che è in grado di fare”.

Gli altri si sono rinforzati

-Un conto è dire ho bisogno un top player e un altro è cercare un attaccante perché due sono pochi, non credi?
“Abbiamo degli equilibri in squadra che sono molto importanti. Nel mercato non è uscito nessuno dei centrocampisti, né Belhadj né Bislimi che sono più offensivi. Abbiamo perso Sabbatini e al suo posto abbiamo recuperato Doumbia in quella posizione. Abbiamo molti elementi e abbiamo aggiunto un joker come Dos Santos che ha statistiche che anche qui devono uscire . Invece di piangermi addosso è il momento che devo lavorare ancora dei più. Non mi lamento di nulla. L’unica cosa che il mercato ha fatto é rinforzare le altre squadre. Non voglio più sentir dire che il Lugano è più forte perché tutte si sono rinforzate, noi dovremo essere bravi a valorizzare al meglio i giocatori che abbiamo. Fino all’ultimo giorno le avversarie si sono mosse e a Cornaredo di partite facili non ne vedremo. Anche l’Yverdon ha ingaggiato un elemento che ha disputato 21 partite in Serie A e un nazionale del Senegal. Noi siamo più completi ma dobbiamo lavorare e l’allenatore ci deve  mettere del suo”.

Auguri a Sabbatini

-E di Sabbatini in maglia granata che pensi?

“E’ una situazione speciale. Jonathan è l’unico giocatore che in tre anni con me una sola volta non è stato schierato (col San Gallo perché avevo esaurito le sostituzioni per via di un infortunio). E’ un  ragazzo di un’intelligenza calcistica clamorosa che ha fatto bene a trovare  una squadra per sfogarsi ancora. Sono situazioni che nel calcio succedono (da De Rossi a Chiellini ad altri) dopo una vita con la stessa maglia si ha ancora voglia di giocare e di divertirsi. Tutte le volte che ho incontrato Sabbatini in questi mesi l’unica cosa che trasudava era la voglia di sentirsi ancora protagonista. Gli posso solo augurare il meglio perché è un giocatore che mi ha aiutato a migliorarmi come allenatore. Spero che si diverta e che possa vincere più partite possibili, tranne una  se eventualmente ci dovessimo trovar di fronte in Coppa. Ho talmente rispetto per Jonathan che non sono qui adesso a guardare il colore della maglia nonostante sappiate quanto a me da giovane piacesse disputare i derby: era la cosa più bella e motivante. E’ bello che ci sia rivalità tra Bellinzona e Lugano ma è ancora più bello che lui possa continuare a fare quello che gli piace con grande rispetto per quello che ha dato al sottoscritto  e al club”.

 

 

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