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“Guardarli negli occhi senza paura”

Domenica pomeriggio, al termine della sfortunata partita contro il Grasshopper, squadra e staff bianconeri si sono trasferiti a Nyon per riprendersi fisicamente e per preparare al meglio l’impegno di mercoledì sera con il Servette che metterà in palio l’accesso alla finale di Coppa svizzera. Non hanno partecipato al “mini-ritiro” e non saranno a disposizione per il match dello Stade de Genève Lukas Mai (appena operato), Mahou e Belhadj. Proprio dalla località vodese, martedì pomeriggio prima di partire alla volta di Ginevra, il tecnico Mattia Croci-Torti e Mattia Bottani hanno incontrato “via zoom” i giornalisti. 

Bottani: basta poco

Il primo a essere interpellato è stato il “pipe della Bozzoreda” al quale è stato ricordato che già l’anno scorso aveva fatto di tutto per rrecuperare per la semifinale di Coppa, eri rimasto fuori con il Losanna per poter giocare col Lucerna. Una situazione che  sembra ripresentarsi e che speriamo possa proseguire com’è avvenuto nel 2022. Vedi delle analogie in questo recupero finalizzato a un impegno così importante?

“Diciamo che l’anno scorso la partita di Losanna, che si giocava sul sintetico, era molto ravvicinata alla semifinale e conoscendo le mie difficoltà muscolari avevamo deciso di evitarmi la trasferta. Mentre quest’anno sono reduce  da quasi un mese di inattività quindi è una situazione completamente diversa. Non arrivo sicuramente con lo stato di forma dell’anno scorso, però si sa che in queste partite basta poco per accendersi a livello mentale e su quello sono tranquillo.”

Aiuteremo i giovani

-L’anno scorso il vostro allenatore, in sede di presentazione della semifinale, si era affidato molto ad alcune figure particolari: si sapeva che sarebbero state le ultime partite in assoluto o almeno in bianconero di Maric, Lovric, Custodio e Lavanchy. Di quella “generazione vincente”, di quel ciclo siete rimasti in pochi, il gruppo è cambiato molto. Ma tu sei uno dei superstiti ed è lecito aspettarsi che nel match di domani sera sia una delle figure cardine per accendere il Lugano nel momento deciso di una partita dove non si può sbagliare. 

“Hai ragione credo che io, Sabbatini, Daprelà e Celar -i quattro che siamo rimasti della squadra dell’anno scorso- dovremo cercare di far capire agli altri l’importanza della Coppa e di essere presenti nel momento decisivo. Si gioca una partita secca e non c’è un domani. Da quel lato, a livello emotivo e mentale, ci sentiamo in dovere di dare una mano soprattutto ai più giovani. Ho grossa fiducia nei compagni, abbiamo un gruppo giovane ma di gente affamata. Penso che la combinazione possa essere ottimale per fare risultato anche domani”.

Abbiamo ancora fame

-Arrivate all’appuntamento, tra virgolette, già sazi visto che la Coppa l’avete vinta lo scorso anno in modo anche molto bello e particolare. Ci si chiede se questo possa essere un fattore sfavorevole per il Lugano, il fatto di avere ancora fresche quelle sensazioni e di non aver l’ossessione di vincere?

“Parlo personalmente e ti posso garantire che ho la stessa identica fame dell’anno scorso. Penso che la Coppa sia un viaggio straordinario, che ti porta a vivere in poche partite delle emozioni che il campionato non può darti, anche perché per il titolo non puoi giocare.  La finale e i giorni che la precedono sono delle emozioni e delle esperienze delle quali non sei mai sazio. Quindi personalmente ho la stessa identica voglia di arrivare in finale. Per me sarebbe la terza volta: un grandissimo traguardo e su quello posso garantire che anche Sabbatini, col quale vivo da anni ogni giorno, ha la stessa mentalità. Noi anche nelle partite d’allenamento non vogliamo mai perdere e ci arrabbiamo come dei matti. Quella fame è rimasta e su quello non bisogna avere dubbi”.

Crüs e le statistiche

La prima domanda per Mattia Croci-Torti ha riguardato l’avversario. Da quando il Servette è tornato in Super League voi avete perso un solo scontro diretto su 15. Non vi inchinate allo Stade de Genève dal 2015. Quindi sono loro a dovervi temere domani sera?

“Questa è una statistica a nostro favore, poi -come ho detto tante volte- di queste 15 partite non ce n’è nemmeno una di Coppa e le partite da dentro o fuori sono diverse per dinamiche. Sicuramente nell’ambiente servettiano questi precedenti li conoscono molto bene, sanno che riusciamo spesso a metterli in difficoltà e dunque questa cosa non li farà dormire sereni. D’altro canto noi sappiamo che affrontare i ginevrini è sempre difficile, l’abbiamo visto anche due settimane fa a Cornaredo quanto è stato complicato cercare sino all’ultimo di pareggiare. Sono secondi in classifica, stanno facendo bene. Le statistiche poi lasciano il tempo che trovano, però sicuramente hanno un significato: ogni volta che ci affrontiamo tutte e due le squadre difficilmente pensano a difendersi, ne nascono sempre sfide aperte, avete visto anche l’ultima partita quando il Servette, una volta passato in vantaggio, si è comportato in maniera differente dal GC domenica, cercando il raddoppio e non difendendosi. E’ anche per questo che in passato spesso ci hanno raggiunto nel finale, come l’anno scorso prima della finale di Coppa. Sono sicuro che domani si vivranno tante emozioni”.

Bisogna ostacolarli

-Sei un allenatore che spesso ha tirato fuori dal cilindro una soluzione magica, non hai mai lasciato un riferimento all’avversario. Anche nell’ultima partita contro il GC hai cambiato modulo. Il Servette magari non sa cosa aspettarsi da parte della tua squadra. Loro vi temono un po’ di più rispetto a quanto voi li possiate temere?

“Quello sicuramente no. La scorsa settimana la squadra di Geiger ha iniziato la partita in un modo poi, visto che non riusciva a difendere come doveva contro l’YB, ha cambiato modulo da un 4-3-3 a un 4-rombo-2. Anche loro cambiano: ad esempio con Mbabu e Clichy (che a Lugano non c’erano) giocano in maniera diversa e impostano in un’altra maniera. Quindi anche noi non sappiamo bene come ci affronteranno: siamo due squadre con una chiara idea di gioco, cerchiamo di giocare la palla e alle quali non piace nascondersi. Il Servette è pieno di gente di personalità. Noi sappiamo comunque quello che sono capaci a fare e il nostro obiettivo numero uno domani sera sarà ostacolarli. Dobbiamo concentrarci su questo perché poi sappiamo di avere qualità sufficienti per vincere la partita. Dovremo essere bravi a ostacolarli sia tatticamente, sia mentalmente sia sul piano fisico. Una volta arginati poi riusciremo a metterli in difficoltà”.

Senza paura

-In Coppa avete avuto un percorso molto più difficile rispetto ai ginevrini. Secondo te questo può contare e chi è la favorita?

“Secondo me non c’è una favorita. Sono convinto che loro hanno una forte pressione, rovisto sui social della squadra e dei fans quello che continuano a pubblicare e a dire. Per l’allenatore sono le ultime settimane su questa panchina e vorrà vincere a tutti i costi. Non vincono la Coppa dal 2001. L’ultima semifinale in casa l’hanno presa col San Gallo. Il Servette ha veramente tutto da perdere, forse hanno più pressione di noi. Sono sicuro che la mia squadra domani entrerà in campo senza un briciolo di paura; abbiamo grande rispetto per Geiger ma di paura non ne abbiamo. La loro situazione l’abbiamo vissuta lo scorso anno in casa con il Lucerna, proprio a livello di semifinale. La Coppa ci mancava da tanti anni, perdere avrebbe rappresentato una sconfitta clamorosa se non  addirittura un fallimento. Ricordo che nella conferenza stampa prima di quella sfida un vostro collega mi disse “se non vincete e in campionato non arrivate quarti la stagione sarà stata deludente”. Ripeto: sui ginevrini ci sarà tanta pressione e sono sicuro che questo a volte crea delle dinamiche mentali differenti e lì dovremo essere bravi a colpirli nei momenti nei quali magari la pressione potrebbe bloccarli”.

-Questo è un vantaggio per la tua squadra insomma?
“Qualche vantaggio può portarcelo. Sappiamo giocare queste partite e l’abbiamo dimostrato. Sarà un match a se ma anche a Sion -contro un avversario che si giocava il tutto per tutto ed era all’ultima spiaggia per salvare la stagione- siamo stati bravi come lo eravamo stati col Winterthur. Gli zurighesi dopo quella sconfitta a Cornaredo di partite ne hanno perse ben poche. Domani è un altro tipo di partita, ci sarà grande entusiasmo da parte del pubblico ginevrino e sotto l’aspetto mentale sarà molto più difficile rispetto all’impegno del Tourbillon nei quarti. Dovremo essere pronti: la parola chiave è non aver paura. Sono convinto di questo perché le emozioni che abbiamo vissuto lo scorso anno ci aiutano e ci servono da esperienza e tolgono un po’ di pressione.”

Bravi a difendere

-Quindi riprendendo il tuo paragone sullo scorso anno domani sera voi sarete il Lucerna e loro il Lugano. Come avevi detto allora: vincerà chi avrà più voglia di andare in finale o ci saranno altri aspetti determinanti?

“Noi siamo i campioni in carica, lo era anche il Lucerna che è venuto a Cornaredo a fare la stessa partita. La similitudine è quella: tutte e due siamo impegnati fuori casa sapendo però di essere detentori della Coppa. Questa circostanza fa sì che dobbiamo cercare in tutte le maniere di vincere. Sono convinto che ci sono delle dinamiche particolari come quelle successe a Ginevra nell’ultimo periodo: quando “licenzi” un allenatore a due mesi dalla fine del campionato, quando sei secondo in classifica e in corsa per la Coppa, vuol dire che c’è qualcosa nell’aria che è sottile. Il vento può tirare da una parte o dall’altra, dovremo essere bravi a trovare i momenti dove il Servette è in difficoltà per spingere sull’acceleratore e portarla a casa. Non possiamo pensare di dominare la partita, ogni volta che giochiamo a Ginevra i primi minuti sono sempre difficili. Dobbiamo riuscire a fare una cosa che ultimamente abbiamo fatto meno: essere bravi a difendere, accettare di essere attaccati, essere consci che non possiamo dominare 90 minuti. Quindi dovremmo accettare quei momenti dove loro hanno la palla, senza andare in difficoltà, un atteggiamento che tante volte lo scorso anno ci ha portato punti e che in questa stagione ce ne sta portando di meno. Il mio accento in questi giorni è stato posto su questo fatto che ritengo fondamentale.”

Riscattare Zurigo

-A livello mentale e nervoso cambia qualcosa il fatto che loro arrivano da una vittoria contro la capolista mentre voi siete stati sconfitti a Zurigo?

“C’è sconfitta e sconfitta. Il risultato con il GC non ci ha reso felici, anzi domenica sera eravamo nervosi perché secondo me avremmo dovuto come minimo pareggiare. Ci ha lasciato tanto amaro in bocca ma non ha destabilizzato le nostre certezze. Siamo andati al Letzigrund a fare la partita che volevamo fare tranne i gol che doveva realizzare. Non arriviamo abbattuti o demotivati al match di domani. Ho mostrato ai ragazzi il video del match perso domenica e ci sono state tante cose positive, però dovremo essere più bravi a sfruttare le occasioni. E’ quello che dovremo fare contro il Servette. Sicuramente la vittoria che hanno ottenuto contro l’YB li caricherà ancor maggiormente e farà sì che lo stadio sia ancora più gremito perché quest’anno si stanno meritando il secondo posto. Dunque questa circostanza farà salire la tensione per il match: ma a volte questa cosa può essere un problema per chi la tensione non la sa  reggere”.

Aliseda e Bottani

-Il fatto che Bottani a Zurigo sia entrato in campo solo a 10′ dalla fine e che Aliseda abbia giocato mezzora è stato per preservarli, una scelta tattica per lanciarli tutti e due dal primo minuto domani?

“Quella su Aliseda è stata una decisione dettata dalla gestione delle forze. “Nacio” è un giocatore che ultimamente sta dando tanto alla squadra. So che domani sulla sua fascia ci sarà un avversario molto pericoloso come Mbabu e quindi il lavoro che il nostro esterno dovrà fare su di lui sarà molto importante per cui ho preferito lasciargli qualche energia per la sfida di Coppa che ha un peso differente dal match di campionato con il GC. Sapevo di avere un Amoura in ottime condizioni. Mentre che per Bottani, come ha detto lui stesso in precedenza, la situazione è diversa. Non avrebbe dovuto nemmeno essere presente a Zurigo, si è allenato solo due volte co la squadra, ma ha fatto di tutto per esserci. So quanto sia importante la presenza di Mattia nel gruppo, so quanto conti per gli altri averlo qua e so che lui volendo venire a tutti iu costi ha fornito un ulteriore esempio di quanto sia importante la Coppa. Devo ringraziarlo per il percorso di  recupero fatto nell’ultimo mese. Evidentemente non ha i 90′ nelle gambe, non posso pensarlo di rischiarlo dall’inizio, ma avere Bottani in panchina è un’arma che speriamo si riveli letale.”

Partita per uomini veri

-Mi riallaccio a quello che dicevi sull’atmosfera particolare che si respira in questi giorni a Ginevra.  Se non sbaglio questa partita è stata definita “il match del decennio”, ho guardato anch’io alcune interviste rilasciate da Alian Geiger e si parlava quasi già della finale. L’ambiente è molto proiettato in avanti, si parla di due partite che restano, eccetera. Guardando all’altra semifinale (tra Basilea e YB) l’impressione è che da questo quartetto il Lugano sia visto come qualcosa di superfluo, nonostante sia detentore della Coppa. Vi considerano un surplus, che non conta molto : è qualcosa che ti da fastidio o che ti motiva ulteriormente?

“Sono uno che va a vedere e leggere tutto quello che gli avversari dicono su di noi. La scelta dei ginevrini di affermare che si sia trattato di un buon sorteggio è opinabile, ma l’avrei fatta anch’io. Affrontare YB o Basilea in semifinale magari in casa loro sarebbe stato sicuramente più difficile. Però quelle parole non faranno che caricare la mia squadra. Non abbiamo mai abbassato lo sguardo: domani sera li guarderemo negli occhi senza paura. Sappiamo che vincere a Ginevra sarà un impresa, che non sarà mai una passeggiata, ma una partita da uomini veri. Sono convinto, e lo posso anche spiegare, che in questo mese pieno di difficoltà abbiamo trovato dei giocatori che l’anno scorso erano rimasti sempre in panchina,  abbiamo trovato giocatori che hanno giocato fuori posizione. Usciamo da questo periodo non con i punti che volevamo ma con tanta personalità in più e visto  che quella di domani è una partita che la devono vincere gli uomini, dopo questo periodo sono ancora più conscio di avere un gruppo composto da uomini veri e non vedo l’ora di  dimostrarlo domani sera”.

L’appetito vien mangiando

-A tal proposito (e l’ho chiesto prima anche a Bottani) l’anno scorso avevi presentato la semifinale sottolineando le motivazioni personali di alcuni giocatori che si sapeva sarebbero partiti e che avrebbero terminato la carriera come Maric. In questo caso parli di uomini ma per i quali non si prospetta scenari del genere e quasi la necessità di dover lasciare un segno prima di andarsene. Come spingerli a fare quello che hanno fatto i giocatori che li hanno preceduti?

” Sono cambiate molte dinamiche, quest’anno abbiamo tanti giovani e loro hanno forse meno fame ma più entusiasmo. La gioventù a volte ti fa vivere sensazioni diverse, è gente che non vede l’ora domani sera di far mostrare quello che vale. Prima magari avevamo gente che aveva già mostrato il proprio valore nel corso della lunga carriera e cercava solo la ciliegina sulla torta rappresentata dalla finale di Coppa svizzera per certificare il loro percorso a Lugano. Oggi invece ho a che fare con ragazzi che non vedono l’ora di mettersi in evidenza, di mostrare il proprio valore e di far crescere il suo status nello spogliatoio. Sotto questo aspetto le dinamiche sono diverse ma altrettanto positive. Sta a me, in primis e ai membri dello staff, far capire quanto sia importante per la società, per Lugano e per il Ticino tornare un’altra volta a Berna. Rigiocare una finale è di vitale importanza perché vorrebbe dire confermare quanto di buono è stato fatto lo scorso anno e soprattutto mostrare che noi ci siamo e vogliamo alzare la voce ancora di più in Svizzera. Le emozioni che abbiamo vissuto le vogliamo rivivere a tutti i costi. Si dice che l’appetito vien mangiando e questo è il proverbio migliore in questo momento. Chi ha vissuto quei momenti non vede l’ora di riviverli. Tante volte l’esperienza può aiutare a gestire determinate situazioni. Nelle partite contro Winterthur e Sion ero molto più lucido in testa rispetto all’anno scorso e questo sicuramente è dovuto alla conquista della Coppa e all’esperienza che quella cavalcata ci ha dato”.

-L’anno scorso hai citato Denzel Washington, quest’anno ti limiti al proverbio popolare sull’appetito che viene mangiando. Non hai qualche altra citazione?

“No perché in questo momento non ho bisogno di citare qualcuno. Sono veramente convinto che domani la differenza la farà il modo con cui guarderemo gli avversari negli occhi nel tunnel  che conduce in campo. Il nostro sguardo deve far capire loro quello che può succedere durante la partita. Le citazioni le lascio alla partita del 4 giugno, va bene?”

Ricorsi malcantonesi

-Hai parlato di giovani e di entusiasmo. Magari aiuta in queste circostanze sapere che l’ultima volta che il Servette ha perso in Coppa contro una ticinese è stato con il Malcantone/Agno nel quale tu giocavi con i capelli rossi o viola non so bene. Se dovessi vincere la seconda Coppa svizzera sei pronto a ritingerti i capelli come allora?
“Dovrei chiedere alle mie figlie. Ma se è un fioretto che devo fare con voi lo faccio senza problemi. Secondo me quella partita non è stata citata a caso da parte tua perché il percorso del Malcantone/Agno di tanti anni fa si era già incrociato col nostro cammino di Coppa l’anno scorso. Infatti abbiamo battuto l’YB che fu già eliminato con la squadra allenata da Petkovic, così come il Servette che affrontiamo domani. E speriamo che il Malcantone/Agno mi porti nuovamente fortuna.”

Steffen vuole vincere

-Hai parlato di uomini veri: si è discusso magari troppo in questo anno di Steffen. Dopo le polemiche aveva reagito bene contro l’YB disputando una buona partita, adesso dopo la tripletta con la nazionale, ti aspetti di vedere una partita importante per dimostrare che giocatore è e cosa possa dare al Lugano?

“Non solo me l’aspetto ma sono convinto che domani sera Renato farà un’ottima partita. In questi giorni l’ho visto molto sereno.  Sa anche lui cosa voglia dire vincere una finale, lui l’ha già vinta. Dunque sono convinto che assieme a Sabbatini, Celar, Bottani e agli altri darà quella mano sotto il punto di vista della comunicazione e dell’esperienza a tutti i giovani svizzero tedeschi che abbiamo in rosa, i vari Hajdari, Bislimi e Saipi. Ragazzi con i quali parla giornalmente.”

Giocherà Osigwe

-A proposito di portiere, Saipi potrà  giocare?

“No domani sera partire ancora titolare Osigwe. Saipi ha fatto la stessa cosa di Bottani, si allena solo da sabato e negli ultimi quattro mesi  non ha fatto neanche 15 allenamenti in totale. Ma ha voluto esserci a tutti i costi ed è importante averlo e se succederà qualcosa daRâ una mano alla squadra”.

 

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