“FORSE HO SBAGLIATO A NON ACCONTENTARMI DEL PAREGGIO”
Dopo aver rifilato quattro reti allo Zurigo e aver battuto 5-0 l’Yverdon e 5-1 il Servette i futuri campioni svizzeri del Basilea si sono ripetuti a Cornaredo aggiudicandosi il match per 5-2. Con una tripletta di Shaqiri che è stato il mattatore di questo sabato sera. Al fischio finale i 2150 tifosi renani al seguito della squadra si sono intrattenuti a lungo all’interno dello stadio applaudendo i loro beniamini e in particolare il “numero 10” che da quando è tornato in Svizzera si è preso sulle spalle la squadra e ha vinto a mani basse la Super League.
PERSO I RIFERIMENTI INIZIALI
A fine gara al tecnico Mattia Croci-Torti viene fatto osservare e chiesto che “paraddossalmente l’espulsione di Ajeti a fine primo tempo ha cambiato la partita a favore dei renani?”
“E’ vero avevano tutti i riferimenti, nel primo tempo si è visto un Lugano concentrato che si è creato tante occasioni ma purtroppo dopo la pausa lo spostamento di Shaqiri in avanti ha cambiato qualche riferimento. Subito ha realizzato un gran gol ma la cosa che ha distrutto la partita è stata la terza rete che abbiamo concesso al Basilea. Da quel momento abbiamo fatto fatica a reagire. Nel calcio ci sono situazioni -e stasera era una di quelle- nelle quali ero convinto di prendere in mano la partita nel secondo tempo ma poi ci sono i dettagli e le giocate…Il terzo gol del Basilea ha cambiato tutte le dinamiche perché non siamo più stati in grado di reagire. Come sempre e in maniera molto serena bisogna assumersi le responsabilità: ho sbagliato qualcosa io ad inizio secondo tempo. Cambiando la marcatura su Shaqiri ho messo la squadra in difficoltà, non avevamo ancora preso i riferimenti e non siamo riusciti a metterci come dovevamo, ma è una cosa normale avendo subito gol sulla prima azione.”
COMPLIMENTI AL BASILEA
“Dobbiamo fare i complimenti al Basilea che ha dimostrato anche stasera di essere una squadra forte. Nei momenti di difficoltà, quando sono rimasti in dieci, Shaqiri ha preso in mano la squadra e ha realizzato tre gol in nove minuti. A volte devi solo toglierti il cappello e dire quanto sono stati bravi gli avversari. Qualcosa evidentemente abbiamo sbagliato ma a volte bisogna essere in grado di ammettere la superiorità di un giocatore come Shaqiri e dei suoi compagni che sono stati forti mentalmente. Hanno dovuto resistere cinque minuti con un uomo in meno poi, trovati i gol, hanno fatto la cosa che riesce loro più facile quest’anno ossia difendere basso e ripartire.”
L’UNO-DUE CI HA SPENTO
-Negli spogliatoio tra il primo e secondo tempo cosa hai detto alla squadra?
“C’era tanta carica, sapevamo che Shaqiri non avrebbe più potuto giocare tra le linee ma doveva per forza spostarsi come numero nove. Il problema è però che noi non avremmo dovuto sbagliare due o tre palle in pochi minuti subendo altrettante reti. Siamo usciti carichi dagli spogliatoi, convinti di poter andare ad aggredirli ancora maggiormente e di creare altre situazioni da gol. Purtroppo l’uno-due in un paio di minuti ci ha fatto male, il calcio vive di emozioni. Quando sei in superiorità numerica e sei convinto di poter controllare e magari vincere una partita perché il primo tempo l’aveva disputata bene, avevamo recuperato tanti palloni e vinti molti duelli. Ero straconvinto che avremmo fatto una grande partita ma i due gol subiti sono stati micidiali a livello mentale.”
E’ COLPA MIA
-Al di là dell’enorme classe di Xherdan si è avuta l’impressione che alcuni dei tuoi giocatori abbiano subito troppo la sua presenza, quasi avessero paura di andare a contrastarlo, una sorta di sudditanza?
“Ti fermo e ti dico che non è il caso. La partita l’abbiamo preparata benissimo e nei primi 45′ Shaqiri ha fatto poco o niente. Nel secondo tempo, giocando dove voleva, eravamo troppo distanti e questo ci ha fatto male. La colpa non è dei ragazzi ma mia. Nessuna sudditanza, la scelta iniziale era perfetta poi quando è salito in attacco ha tolto tutti i riferimenti. E’ riuscito a trovare due tiri perfetti dai sedici metri e a livello mentale diventa poi difficile reagire. Croci-Torti ha sbagliato qualcosa nel secondo tempo perché siamo usciti male sul loro secondo gol, poi una volta subita quella rete non avresti dovuto incassare le successive. Il terzo e quarto gol sono regali che non si possono concedere a questa squadra”.
LORO IN COMPLETA FIDUCIA
-Bisogna arrendersi all’evidenza e dire che questo Lugano è meno forte di quello che tutti pensavamo che fosse a fine dicembre?
“E’ un discorso di caratteristiche e di leadership. Ci sono cose che riescono meglio quando hai dei flow positivi come quelli che ha il Basilea quest’anno. Se ripensiamo a quello che ha fatto Shaqiri nelle tre stagioni a Chicago non era sicuramente questo. Il calcio, quando riesci a trovare dinamiche positive che ti trascinano, è un po’ diverso. Loro sono in completa fiducia e sapete dove l’anno dimostrato? Non tanto nel secondo tempo ma reagendo immediatamente al nostro gol del vantaggio. Dopo appena due minuti ci hanno raggiunti, è questa consapevolezza la forza dei renani in questa stagione. Nella testa di chi è in superiorità numerica passano tante cose: gestisci la partita, la vuoi vincere, poi prendi un gol per sbaglio e gli altri si difendono. Succedono sempre dinamiche strane e quando non sei in un momento positivo, come è il nostro caso, è più difficile anche per i leader prendere in mano la squadra”.
HA VINTO DA SOLO
-Nel primo tempo avete avuto almeno tre clamorose occasioni da gol. La differenza è anche lì: Koutsias non la mette Shaqiri sì.
“Questo penso che sia la storia del campionato. Con Xherdan che da quanto è arrivato -e sono i numeri a parlare- ha stravolto gli equilibri. La sua seconda rete stasera penso che non l’avrebbe realizzata nessun altro giocatore del nostro campionato. Tu puoi sbagliare ma lui ha realizzato un gol come quello contro la Scozia in nazionale agli Europei. Noi il primo tempo abbiamo creato tanto però alla fine abbiamo concretizzato poco. A fine stagione è questo che fa la differenza, da una parte noi che purtroppo non siamo concreti e questo dall’inizio dell’anno, ma io cerco ancora di spingere la squadra a creare il più possibile. E dall’altra c’è un giocatore che fa gol di alta classe: mette la palla dove solo lui sa metterla. I complimenti non vanno fatti su una partita singola, lui da solo ha stravolto il campionato e l’aura che si crea attorno la vedi soprattutto nei suoi compagni in campo. Sanno che lui da solo può farti vincere le partite e si attaccano a lui completamente. Nel primo tempo sono andati in difficoltà perché non riuscivano a trovarlo, poi nella ripresa è bastata una palla per capovolgere la partita. Poi i commenti devono essere critici contro il mio Lugano e contro l’allenatore ma siamo di fronte a un campione unico in Svizzera che stasera ha vinto da solo la partita.”
ERO CONVINTO DI VINCERLA
-Dopo una partita così che parole devi usare nello spogliatoio per evitare conseguenze sul piano psicologico?
“Molto semplicemente ho chiesto scusa alla squadra. Ero convinto di poter vincere la partita e abbiamo sbagliato quei riferimenti. Non ho problemi ad ammetterlo. Ero sicuro di poter vincere ma non siamo riusciti a entrare nel match dopo la pausa. Pensavo che avremmo potuto tornare al secondo posto in classifica e invece forse avrei dovuto rimanere dietro e aspettare il Basilea ma non sono fatto così, voglio vincere le partite e ho messo in difficoltà per qualche minuto i ragazzi e questa cosa mi dispiace. Il problema é che non siamo riusciti a uscire sulla palla e abbiamo guardato Shaqiri calciare: é una cosa che non deve succedere. La tattica non c’entra, abbiamo lasciato spazio all’unica persona alla quale non bisogna lasciarlo. Tutto qui.”
SIAMO UOMINI NON BAMBINI
-Cosa vi siete detti con i tifosi sotto la curva alla fine del match?
” I tifosi hanno chiesto alla squadra di non mollare sino alla fine. Come fa il sottoscritto anche i ragazzi non hanno problemi a metterci la faccia. Sappiamo che i tifosi si aspettano altro e noi non dobbiamo scappare. Mettevamo la faccia quando le cose andavano benissimo e continuiamo a farlo anche adesso. E’ la maniera di dimostrare di essere uomini e nin bambini. Chi scappa è un codardo e noi non lo faremo mai”.