Oltre 9500 tifosi al seguito del Lugano 1

“Fiduciosi e con tanta fame”

Come succede in occasione delle coppe europee anche per la finale di Coppa svizzera le due squadre hanno la possibilità di allenarsi il giorno precedente sul terreno che ospiterà il big-match. Il Lugano, che è stato sorteggiato come “padrone di casa”, è sceso per primo sul terreno sintetico del Wankorf. Prima della rifinitura, nella grande sala stampa dello stadio, si è svolta la conferenza stampa dell’allenatore Mattia Croci-Torti e del capitano Jonathan Sabbatini introdotti dal responsabile della comunicazione Marzio Mellini.

Partiamo dalle domande rivolte al tecnico. Come stai, come hai vissuto le ultime ore e come vivrai le prossime?
Finora le ho vissute con grande tranquillità e serenità. Nutro molta fiducia  nella mia squadra e nel percorso intrapreso finora. Nelle prossime ore la tensione crescerà sicuramente, fa parte del mio carattere. Soprattutto per quanto è stato annunciato oggi dalla società: avere 9600 persone che giungono dal Ticino per sostenerci è una cosa sensazionale che mi riempie d’orgoglio. Una circostanza che darà una pressione positiva, vedo i ragazzi galvanizzati da questa circostanza, sono riusciti a creare entusiasmo che è poi la premessa per disputare una grande partita. Non sarà facile domani qui a Berna perché i tifosi del San Gallo saranno tantissimi ma noi avevamo bisogno di un segnale da parte dei nostri sostenitori e questo è arrivato: il numero ci ha galvanizzato. “

-Sieti rimasti via da casa e avete preparato la finale di fatto in ritiro. Tu l’hai preparata come una partita normale o diversa dal solito?

La verità è che la preparazione di questa partita si è iniziata dopo la vittoria di Sion quando a voi giornalisti avevo detto che sarebbero cominciati gli esperimenti. Facendo queste rotazioni, soprattutto nelle ultime settimane, abbiamo fatto sì di arrivare alla finale con tutta la rosa pronta. Prendete Hajrizi come ha giocato le ultime tre partite, Durrer che ha messo in campo una grande prestazione con i ginevrini, e ancora Belhadj e Amoura come sono venuti fuori nelle ultime sfide e  Valenzuela. E’ stato tutto studiato per arrivare domenica al meglio. Non solo gli ultimi giorni, sappiamo cosa dobbiamo fare e quello che abbiamo inteso fare negli ultimi mesi. I ragazzi sono consci di dove si voleva arrivare, quindi gli ultimi allenamenti sono stati più una ricerca del dettaglio per andare a capire di più dove possiamo fare male al San Gallo e cosa cercheranno di fare loro contro di noi. Alla fine queste partite si vincono con i dettagli, abbiamo provato a lavorare. Nella seduta odierna quello che conta è solo la testa, non abbiamo rimpianti e pensiamo di averla preparata nella maniera corretta”.

-La parola voglia l’avevi usata tu mister con la dichiarazione che aveva fatto rumore nella Svizzera interna, dicendo io e la mia squadra abbiamo più voglia del San Gallo di vincere la Coppa. Tornado indietro ridiresti le stesse cose?

Quella dichiarazione non era sicuramente una provocazione ma un dato di fatto. La domanda mi era stata posta dopo il 3-0 con il quale i sangallesi ci avevano battuto a Cornaredo. Il giornalista aveva aggiunto che loro sarebbero stati probabilmente davanti a noi in classifica. Avevo risposto che il San Gallo ad oggi è una grande squadra, che rispettiamo, che a gennaio ha fatto acquisti importanti. Però la Coppa svizzera è una competizione speciale. Se l’Etoile Carouge ha battuto il Basilea è certamente perché ha avuto più voglia, la stessa cosa dicasi a proposito dell’Yverdon che ha eliminato lo Zurigo campione in carica. Se noi abbiamo fatto l’impresa contro l’YB -dopo che loro due settimane prima avevano battuto il Manchester United- è stato per questa voglia. Da allenatore, e Sabbatini lo sa, prima di una partita chiedo sempre ai ragazzi di avere più voglia dell’avversario. Se oggi fossi qui a pensare di avere meno voglia di Zeidler dovrei alzarmene e andare. Dunque per me è essenziale. Poi nello spogliatoio ci ripetiamo che dovremo fare meno errori possibili, trovare più soluzioni. Ripeto: queste partite si vincono sui dettagli ed è su questi che abbiamo lavorato”.

-Hai già scelto la formazione ed è quella che abbiamo letto sui giornali?

Ho fatto le mie scelte e saranno diverse dal quella proposte da voi. Schiererò quella che a  mio modo di vedere è la miglior formazione da schierare domani sapendo come giocano loro e pensando a come ricavarne un vantaggio. Ci siamo preparati, ve l’ho già detto. Non abbiamo cercato di lanciare provocazioni contro il San Gallo, abbiamo guardato solo a noi stessi. Certo è una partita da 50 a 50 ma arriviamo qui molto fiduciosi, con lo spirito giusto, ho visto tanta fame soprattutto negli ultimi allenamenti e quando vede queste cose un allenatore deve essere sereno e poi l’inferno dobbiamo scatenarlo in campo domani alle 14 e non oggi.”

-State pensando alla finale da quando avete battuto l’YB in ottobre. Non c’è il rischio di averla caricata troppo e domani, quando ci sarà da scatenare l’inferno, essere sgonfi?

Non penso proprio. Poi può succedere il contrario ma avevamo un obiettivo chiaro e le persone vere in questi casi vanno a cercare di prenderselo. Non penso proprio che arriveremo scarichi, perché una squadra di Super League quando sa che nello stesso giorno dalla Coppa vengono eliminate Basilea, YB e Zurigo non può nascondersi. Non l’abbiamo mai fatto, in nessuna conferenza stampa mi sono nascosto questo obiettivo, la squadra sa che deve crederci fino in fondo tanto più che non ci sono le prime tre della classifica. E’ quello che abbiamo fatto in questi mesi cercando di non farci sgambettare da insidie come quelle di Thun e del Lucerna. Se siamo arrivati all’atto finale vuol dire che ce lo siamo meritati”.

-Mattia hai vissuto un paio di settimane non facili quando i risultati erano negativi e c’erano prosino dei dubbi su questa finale. Oggi invece il Lugano ha mostrato di essere in crescita e anche i pronostici si sono un po’ riequilibrati. Da questo punto di vista quanto sei più sereno?

Non è tanto una questione di essere più o meno sereno. La finale è una partita secca. Ci sono in ballo mille emozioni, molte altre cose che non succedono in campionato. Per me l’importante è essere arrivati qui con la consapevolezza di potercela giocare guardando gli avversari negli occhi, senza paura ed è quello che gli ultimi risultati positivi ci hanno dato. Sapevamo che qualche periodo di appannamento ci poteva stare, partite come quelle di Thun e contro il Lucerna ci hanno fatto perdere risorse e energie per i match di campionato, ma quando c’è stato da rispondere presente lo abbiamo fatto. Siamo qui al momento giusto, con lo spirito giusto, senza paura”.

-Al capitano Sabbatini è stato inizialmente chiesto cosa significhi l’assenza domani di Maric, che in questa squadra ricopre un grande ruolo non solo come giocatore ma anche come leader.

“Ovviamente Mijat è un leader per noi, ci da tanto dentro e fuori dal campo. Comunque la sua assenza non è una notizia che ci colga di sorpresa, quindi siamo consapevoli della situazione e siamo anche consci che in squadra ci sono elementi che daranno il massimo per compensare la sua mancanza, inoltre anche lui da fuori riuscirà comunque a trametterci quella carica in più per affrontare il San Gallo”.

-Tu e Mattia Bottani c’eravate già sei anni fa a Zurigo. Avete un conto in sospeso con la finale di Coppa. A livello personale come vivete questa situazione?

Possiamo affermare che per noi si tratta di una rivincita anche se l’avversario cambierà. Abbiamo entrambi vissuto momenti particolari quel giorno. Si è parlato tanto del rigore di Mattia ma anch’io a livello personale una settimana prima a Vaduz avevo subito una grande botta alla testa e ciò  mi ha penalizzato. Mi ricordo poco di quello che successe al Letzigrund, ma la voglia di esserci giocò un ruolo fondamentale. Adesso è tutta un’altra storia, sono trascorsi diversi anni e siamo diversi anche come giocatori; di fronte troviamo una squadra diversa e più forte dello Zurigo del 2016. Quindi sarà una bellissima finale”.

-Se voi due avete un conto in sospeso per la finale persa nel 2016, l’intero San Gallo ha il dente avvelenato per essere stato sconfitto l’anno scorso dal Lucerna. Perché la vostra voglia di vincere dovrebbe essere superiore alla loro?

“Il termine voglia l’hai usato tu. Io non ho mai detto che la nostra voglia è superiore. Secondo me infatti entrambe le squadre hanno lo stesso desiderio di vincere, siamo al 50 e 50. Credo che la Coppa non la alzerà la squadra con maggiore voglia ma quella che avrà commesso meni errori. Nel calcio è questo a fare la differenza. Come ho detto prima di fronte abbiamo un complesso importante con ottime qualità, così come le abbiamo noi. Quindi partiamo alla pari e dovremo essere più bravi di loro in campo a sfruttare eventuali errori per raggiungere l’agognato obiettivo”.

-Negli ultimi anni il San Gallo è sempre stata una rivale con scontri accessi, ci sono stati episodi di tensione anche tra le panchine. Il fatto di affrontare una squadra simile aggiunge un po’ di pepe alla finale di domani?
Sinceramente per noi cambia poco. In passato saranno anche accadute delle cose ma questo è il bello del calcio. Il San Gallo è una squadra che gioca a viso aperto, noi magari giochiamo in modo diverso e questo fa sì che le partite diventino molto interessanti. Le cose accadute alla fine sono appunto passate.”

-Jonathan è già stato ricordato che domani arriveranno dal Ticino tremila tifosi in più rispetto alla finale di Zurigo. Sembra essere un processo in divenire partito, grazie anche a Mattia Croci-Torti messo alla testa di questa squadra, con il ritorno dei tifosi non tanto in campionato ma in occasioni come questa. Avvertite il peso di fare un ulteriore passo nella crescita dell’entusiasmo attorno a voi in vista della prossima stagione e dei prossimi anni?

E’ vero che con l’arrivo del mister si è creato un entusiasmo che magari in passato non c’era, salvo forse nel periodo di Zeman. Sono cose che a volte non so come interpretare. La squadra è sempre riuscita a rimanere  nei piani alti della classifica, magari non siamo stati capaci di vincere un titolo ma anche tantissime altre squadre non l’hanno fatto ma comunque hanno un seguito importante. Non può essere questa quindi la scusa della mancata grande affluenza allo stadio. Se mi dicono che è perché non si punta in alto potrei comprenderlo anche se nelle ultime stagioni abbiamo sempre  fornito ottime prestazione occupando i primi posti di Super League. La gente dovrebbe quindi seguirci anche in campionato. Poi ovviamente il fatto che a Berna saremo sostenuti da quasi diecimila persone è qualcosa di unico; noi non vediamo l’ora che questo obiettivo importante che è la Coppa possa venir raggiunto. Poi il futuro si vedrà sperando che la gente continui a sostenerci.”

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