Croci-Torti: parola d'ordine spingere

Croci-Torti: parola d’ordine spingere

Nel weekend va in scena la giornata numero 13 di Super League che sarà seguita da una pausa per gli impegni delle varie nazionali. Il Lugano affronterà domenica alle 16.30 la trasferta di Losanna e tornerà poi in campo domenica 21 novembre ospitando il Lucerna.

In vista del match contro i vodesi il tecnico Mattia Croci-Torti (TiPress)ha incontrato i giornalisti, lo ha fatto al termine dell’allenamento di venerdì mattina. La prima domanda ha riguardato le non scontate convocazioni di  Lungoyi con la nazionale svizzera U21 e di Celar con la Slovenia. Come le interpreta il mister: conferma dell’entusiasmo del momento e del  lavoro dello staff in queste settimane?

“Più che entusiasmo o lavoro penso che siano convocazioni dovute al grande sacrificio fatto dai due giocatori. Sono due storie differenti: Celar arrivava da un ambiente dove aveva incontrato difficoltà e una volta a Lugano si è messo subito a disposizione con grande serietà. Per quanto riguarda Lungoyi il calcio va veloce e in una settimana lui è riuscito a fare cose che dal punto di vista difensivo in passato gli erano state chieste ma non aveva fatto. Partendo dalla partita con il Basilea quand’era subentrato, ha fornito prestazioni importanti anche contro YB e Servette. Sono contento soprattutto per lui perché so quanto ci tenesse; eravamo tutti un pochino in apprensione per vedere se Murat Yakin convocava Okafor per la nazionale maggiore in modo da liberare il posto per Christopher nella U21: così è stato. Ho già parlato con i due ragazzi, questi devono essere i primi step di una scala che andrà percorsa ma che sarà in salita per il discorso con le nazionali.  Ma è importante percorrerla per dare una grande mano al gruppo e al Lugano, ciò che alla fine è l’obiettivo della società e di noi tutti.”

-Quindi Lungoyi, visto il suo buon momento, sarà un giocatore sul quale punterai anche a Losanna?

“Mi ha dato segnali per far sì che non mi passi per la testa la voglia di non farlo giocare. Sono segnali che un allenatore si aspetta dai suoi ragazzi e lui me li ha mandati. Vediamo se domenica sarà il caso di farlo partire dal primo minuto o di farlo subentrare come già fatto in passato con buoni risultati.”

-Se guardiamo la rosa della nazionale U21 notiamo nomi molto importanti. Non ti fa arrabbiare sapere che anche Lungoyi è tra di loro ma che non riesce ancora a fare la differenza in campionato?

“Ognuno ha il suo percorso, c’è chi ci mette di meno e altri di pIù, chi sboccia prima e chi dopo. Vorrei sottolineare che grazie a Lungoyi e alla sua rete a Neuchâtel abbiamo avuto la possibilità di affrontare l’YB in Coppa svizzera. In altri match a volte ha sbagliato ma il mio compito è anche quello di non focalizzarmi sugli errori, di accettare certo sbagli e fare in modo di evitarli in futuro.  Se Lungoyi nelle ultime partite è stato schierato da titolare è perché ha capito dove aveva sbagliato e ha fatto vedere, soprattutto a me ma anche ai compagni, di voler migliorare”.

-Come la situazione sul fronte degli infortunati e dei disponibili?

“Buona e devo fare un plauso al team dei preparatori atletici. Non abbiamo infortunati in quanto anche Guidotti ha recuperato e questa settimana si è allenato regolarmente. A parte Osigwe, che prima del match con il Basilea ha avuto sfortuna picchiando male la spalla, tutto il resto della rosa è a disposizione. “

-Sei soddisfatto di Saipi e che effetto ti fa sapere che la società l’ha trattenuto quando l’YB la scorsa settimana lo ha chiesto?

“E’ un ragazzo che il club ha ingaggiato solo un mese e mezzo fa, sul quale ha investito in proiezione futura e che si è trovato, per situazioni di infortuni altrui, a gestire la porta con lo Xamax e in altre occasioni. Ha dimostrato di valere già la categoria. Anche con lui vale il discorso fatto per gli altri giovani: ha ampi margini di miglioramento e che dobbiamo fare un grande lavoro per avere un portiere di spessore. Per quanto attiene alla società devo dire che forse due mesi fa la risposta negativa all’YB mi avrebbe potuto fare effetto. Ora che sono entrato nella parte e ho contatti quotidiani  con Carlos Da Silva, so alla fine dove vogliono arrivare. I giocatori ingaggiati fino a questo momento sono tutti ragazzi che dimostrano grande volontà e ambizione ma soprattutto che “hanno qualcosa”. Pensiamo ad Amoura, Saipi, Celar, Belhadj che è un centrocampista che per determinati motivi non vi ho ancora fatto vedere: tutti sono qua per fare cose importanti. Solo il fatto che nessuno sia in prestito è un segnale forte non  tanto per il sottoscritto ma per tutti i tifosi del Lugano.”

-Tornando al campionato c’è una classifica che si potrebbe ulteriormente spaccare a metà. La partita di Losanna l’affrontate come l’ultimo ostacolo per sganciarvi definitivamente da discorsi legati a una salvezza tranquilla?

“Martedì quando ci siamo ritrovati alla squadra ho chiesto semplicemente una cosa: avere la consapevolezza di quello che possiamo fare ma anche un grande equilibrio nel sapere in che campionato ci troviamo e soprattutto nel ricordarci sempre chi siamo. Non siamo ancora a livelli di Basilea o YB che si possono permettere determinati atteggiamenti. La partita di domenica sarà una come tutte le altre, dovremo puntare sul sacrificio e sulla solidità difensiva perché loro nelle ultime tre gare hanno totalizzato 4 punti facendo molto bene con il GC, pareggiando ma giocando meglio del Lucerna e riuscendo quasi  a pareggiare a Berna. Arrivano da un momento positivo nonostante siano ultimi in classifica. La riunione comunque l’ho terminata chiedendo ai ragazzi di spingere; è la settimana prima della pausa per le nazionali dove dobbiamo spingere e ancora spingere. L’acceleratore va premuto al massimo, senza paure, sapendo che ci vuole equilibrio ma che possiamo fare sempre bene.”

-Lo scheletro della squadra è quello trovato nelle ultime settimane. Chi deve recuperare per scalare le gerarchie si rende conto che c’è ormai una base ben definita: tu sei chiamato quindi a gestire anche le ambizioni personali?

“Quello è anche il bello di un allenatore, vedere giocatori che hanno voglia di entrare nell’undici di base. Poi è normale che ogni tecnico ha elementi dei quali al momento si fida di più o di meno. Conoscete il mio passato da assistente allenatore, quindi è normale che con certi giocatori abbia un determinato rapporto di fiducia, consolidatosi nel corso degli anni. Ma ci sono tanti ragazzi che mi stanno mostrando la loro voglia di giocare e il desiderio di essere protagonisti. Il calcio moderno mi da una mano perché con cinque cambi possono essere tante le soluzioni. In precedenza accettare ruoli secondari era più difficile con il secondo cambio al 70′ e il terzo a due minuti dalla fine. Oggi invece, e l’avete visto anche nelle ultime partite, ci sono sostituzioni che possono far completamente svoltare l’indirizzo di un confronto ed è più facile per me coinvolgere tutti nel motore”.

-Finora però si è avuta l’impressione che un solo cambio dei vostri riesca a far svoltare le partite e alludo ad Amoura.

“Per la verità contro il Servette il cambio che ha dato la svolta è stato quello di Custodio che ha recuperato 14 palle in trenta minuti: una performance allucinante per un giocatore di Super League. Amoura in queste settimane, oltre a essere maggiormente integrato nella squadra, inizia a comprendere i suoi compagni. Ieri per la prima volta l’ho sentito chiamare a ripetizione Bottani. Inizia quel processo che ci aiuterà tantissimo, inoltre (grazie alla società) abbiamo anche a disposizione un loro  amico che parla arabo e questo facilita il compito sia con Amoura sia con Belhadj. I nord africani delle ultime generazioni vogliono rompere i legami col passato e lo fanno anche rifiutando la lingua dei “colonizzatori“. Si esprimono quindi prevalentemente in arabo e nei primi tempi non è stato facile comprendersi. Per tornare al campo quello che fa Amoura a partita in corso è molto importante e anche per lui, a breve, se continua così, ci sarà spazio dall’inizio”.

-Il rientro di Guidotti ti permette di tornare alle origini senza dover inizialmente rinunciare a uno dei tre centrocampisti titolari?

“La soluzione proposta  contro il Servette era dovuta al fatto che giocavamo la terza partita in sette giorni,  due delle quali dispendiose sotto l’aspetto nervoso. Avevo chiesto quindi il sacrificio a Custodio. Guidotti è una pedina importante in più  per noi. Sappiamo che quando Stefano è al cento per cento ha sempre dato una mano alla causa”.

-Hai tre portieri recuperati, come sono le gerarchie: Baumann tornerà titolare?

“Ho tre portieri forti e devo sempre far giocare quello che sta meglio sul piano fisico e mentale. Mi è sembrato giusto dare continuità alla prestazione di Saipi contro l’YB schierandolo anche contro il Servette e ricordando che purtroppo l’infortunio di Baumann non era così semplice. Quando l’ho ritrovato adesso la caviglia era ancora un po’ dolorante. Ma lo stiamo recuperando appieno e quando Noam sarà pieno regime sicuramente insidierà il posto agli altri due. La società mi ha detto fai giocare quello che ritieni il migliore, prenderemo le decisioni focalizzate su chi offre al momento le migliori garanzie”.

-Hai detto che il Lugano non può ancora considerarsi ai livelli delle due top del campionato. Ma tornando al discorso delle nazionali, oltre a Saipi, Lungoyi, Celar e Muci avete impegnati anche Lovric (Slovenia) e Amoura (Algeria). Anche il Lugano inizia ad avere una dimensione internazionale.

“Speriamo. L’obiettivo è quello: quando ingaggi elementi dall’estero vuole dire avere una dimensione internazionale. Poi se arrivano anche giocatori svizzeri magari non a livello di nazionale ma che hanno un forte impatto sulla squadra vanno benissimo anche loro. La fortuna di un tecnico è avere elementi forti, se giocano in  nazionale significa che qualche qualità ce l’hanno”.

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