Croci-Torti:

Croci-Torti: non cadere nella trappola

Il campionato di Super League è fermo per far spazio ai sedicesimi di finale di Coppa svizzera. Venerdì alle 20 il Lugano sarà impegnato a Neuchâtel contro una delle squadre che stanno dominando la Challenge League. L’allenamento di rifinitura dei bianconeri si è svolto giovedì mattina su uno dei terreni sintetici di Cornaredo. Prima di dirigere la squadra sul campo, assieme a Cao Ortelli (TiPress), il tecnico Mattia Croci-Torti si è intrattenuto con i giornalisti. Le prime domande hanno riguardato la posizione dell’allenatore ad interim: sei sempre solo soletto?

“Come ho già detto l’altra volta la società mi aveva comunicato sin dall’inizio che esisteva la possibilità di dover gestire le due partite con Basilea e Xamax. Lunedì dopo la partita con i renani mi hanno confermato di aver deciso di proseguire sino a venerdì, per me non era una cosa nuova e con grande tranquillità abbiamo cercato di gestire al meglio questi giorni che comunque sono delicati perché ci attende una partita molto importante. E’ una sfida che abbiamo cercato di preparare non bene ma ancora di più. Sappiamo che quella di Neuchâtel può essere una trappola; ho cercato di spiegarlo ieri ai giocatori, la trappola è lì che ci guarda noi dobbiamo riuscire a riconoscerla per non inciamparci dentro.”

-Magari qualche maligno dirà lasciano Croci-Torti in panchina a a Neuchâtel così se perde il nuovo allenatore parte immacolato.

“Qualche maligno lo penserà sicuramente e tanti me l’hanno detto. Io cerco di vederla al contrario. Sappiamo che possiamo gestire anche questa partita e cerchiamo di farlo al meglio. Ci assumiamo sempre le nostre responsabilità senza tirarci indietro. Spero di aver dimostrato, con tutto lo staff, di essere non solo responsabili ma anche persone coraggiose. Andiamo avanti così.”

-C’è magari da parte tua un timore di rovinare quanto di bello sei riuscito a fare domenica scorsa contro il Basilea?

“L’entusiasmo di questi giorni mi ha fatto piacere, però penso che la cosa fondamentale nella vita sia l’ equilibrio. Ritengo di averlo dimostrato in questi anni: bisogna riuscire a ragionare con logica ed equilibrio, dobbiamo semplicemente gestire anche questa situazione. Sarebbe troppo facile anche per me pensare ok abbiamo fatto bene la prima partita, adesso ci laviamo le mani e lasciamo la responsabilità a chi arriva martedì. No, bisogna assumersi le responsabilità anche venerdÌ, sono fiducioso che possiamo disputare una grande partita ma so anche che il match può anche non andare sui binari dove la vogliamo portare noi.”

-Il fatto di giocare sul sintetico può cambiare qualcosa sull’atteggiamento della squadra o sugli undici che andranno in campo?

“Giocare sul sintetico è più che altro un fattore di adattamento nei primi minuti. Ogni volta che scendiamo su questo tipo di superficie, a Berna, Losanna e un tempo Thun e Neuchâtel, è sempre difficile l’entrata in materia. Domani prevedo, e non penso di sbagliarmi, una Maladière calda. Dopo la riapertura delle porte al pubblico questa è la prima grande partita per loro, in Coppa contro una squadra di Super League. Dobbiamo essere pronti all’impatto dei loro tifosi che si sono sempre fatti sentire.”

-La Coppa svizzera è una priorità per la nuova proprietà, c’è una pressione diversa rispetto a quella che avevi vissuto la settimana scorsa?

“Che la Coppa svizzera sia un obiettivo è stato detto alla conferenza stampa iniziale ma anche per un discorso che essendo giunti nell’ultimo periodo non sono riusciti a fare la squadra che avrebbero voluto e ci si è detti cerchiamo almeno in Coppa di arrivare fino in fondo. C’è capitata questa partita con lo Xamax che è sicuramente una delle più difficili che avremmo potuto trovare, conosco bene l’avversario: ha un ottimo allenatore, ho osservato l’anno scorso Binotto e l’avevo già visto allenare lo Stade Lausanne, è un tecnico che ha idee offensive. Non penso che domani vedremo un Neuchâtel poco coraggioso, che ci aspetterà o farà barricate, conoscendo il loro allenatore penso che troveremo un avversario aggressivo per metterci in difficoltà dall’inizio”.

-Fino alla scorsa settimana ti rapportavi al gruppo come assistente allenatore. Cambia qualcosa nelle dinamiche e nei rapporti farlo adesso da numero uno?

“La verità è che quando un allenatore è a interim non cambia nulla, i giocatori sanno che sono lì per aiutarli e per gestire le dinamiche al meglio. Poi evidentemente bisogna avere pensieri diversi, fare altro tipo di riflessioni ma non è che per me è diventata una cosa insormontabile, anzi. Penso di averla gestita, d’assistente ogni volta che purtroppo c’è stato il cambio di allenatore ho dovuto gestire allenamenti e amichevoli.”

-A livello di effettivi come state?

“Mancherà sicuramente Mattia Bottani e non averlo è una perdita per la squadra. Abbiamo alternative e ora nel motore abbiamo messo anche qualche elemento appena arrivato. Anche Baumann non ci sarà e non ho problemi a dare ancora fiducia a Osigwe.”

-E i due nuovi il centrocampista tunisino Belhadj e l’attaccante algerino Amoura?

“Non sono ancora pronti per fare una battaglia dal primo minuto. Amoura verrà già con noi e se sarà il caso cercheremo di approfittare delle sue qualità magari nei minuti finali. Belhadj Mahmoud ha preso un colpo al primo allenamento e non si è allenato in questi giorni, Tornerà a disposizione da lunedì. Ambedue non si sono presentati in cattivo stato di forma, è normale che arrivando dall’Africa bisogna dare loro un periodo di ambientamento in un calcio diverso, bisogna evitare pressioni e ansia da prestazione.”

-Cosa succederà a te allo staff dopo la partita di Coppa?

“E’ una domanda da porre ai dirigenti. Noi ci limitiamo alle parole e ai fatti. Il discorso è trasparente e le cose sono chiare, mi hanno chiesto di dare una mano e l’ho fatto. Ho cercato di far vedere che abbiamo sufficienti competenze per restare a lavorare qui. Non c’è nessuno problema a tornare al mio posto, l’importante è avere fatto capire quanto ci tengo al Lugano. Lunedì mi è stato detto: grazie per quanto fatto ieri, ora comunichiamo alla squadra che ci teniamo che voi gestiate le cose sino a venerdì perché abbiamo una partita importante e ci sono dinamiche difficili da comprendere, cerca di far passare il messagio. Ed è l’obiettivo di domani perché non nascondo che anche negli anni passati alla Coppa svizzera da ticinese ci ho sempre tenuto. Sin da bambino le abbiamo guardate tutti le finali al Wankdorf, l’affetto della gente, anche da tifoso del Chiasso. Mia madre è una sfegata del Lugano, Nestor Subiat, Andrioli e Fornera nella finale contro il GC ce li ricordiamo bene. L’anno scorso avevo chiesto a Eugenio di portare prima della partita di semifinale il libro con le vicende gloriose di quel 1993 per far capire ai nostri giocatori quanto sia importante la Coppa. Uno svizzero non può non tenerci, non può non sperare di godersi una finale. Troppe volte nella mia carriera sono uscito ai quarti, persino con il Malcantone/Agno, con Chiasso e Lugano pure. Lo scorso anno abbiamo disputato una gara incredibile contro il Lucerna e quell’ingiustizia del vento sul loro primo gol oltre alla serata epica del portiere Müller ci hanno tolto qualcosa che ci meritavamo. Arrivare fino in fondo è bellissimo, poi è vero che ci arrivano due sole squadre, ma regalare un po’ di gioia al pubblico ticinese, sarei riduttivo se parlassi solo del pubblico bianconero. Io ero contento anche quando il Bellinzona è andato a giocarsi la finale con la maglia rosa. Secondo me da ticinese è bello se una nostra squadra arriva all’atto finale.Il nostro e mio obiettivo è far capire questo ai ragazzi”.

-Il Lugano da quando perse la finale a Zurigo ne ha fatto un obiettivo ma sembra che la Coppa sia una sorta di maledizione. Quanto è difficile trovare equilibrio senza caricare troppo di aspettative e mettere pressione eccessiva?

“Per questo ho detto che oggi lasceremo i giocatori ancora tranquilli e da domani parleremo della Coppa. Non credo che in questi anni abbiamo gestito male questo tipo di partite, ci è mancato quell’episodio, quel qualcosa per far girare la situazione a nostro favore. Domani sappiamo di essere più forti dello Xamax non possiamo nasconderci, però bisogna essere consapevoli che senno non avremo un atteggiamento al 100 per cento, gli equilibri saranno pari. Non possiamo mancare di avere la concentrazione e l’attitudine mostrate contro il Basilea, è questo il compito difficile per domani. Dovremo essere pronti dai primi minuti, gli avversari hanno giocatori e una rosa che fa sì che non ci sia permesso il minimo errore.”

-Ho visto dalle tue statistiche che in carriera da giocatore non hai mai battuto lo Xamax in tre precedenti, uno dei quali in Coppa con il Chiasso.

“Come vice allenatore li ho battuti tante volte, pensiamo al presente”.

-Hai sentito Djuric in questi giorni?

“Ci sentiamo spesso. Igor è un giocatore che sa sicuramente come metterci in difficoltà, ma anche noi sappiamo come mettere in difficoltà lui. Se gioca sappiamo come può farci male e come limitarlo. Lo Xamax ha anche Nuzzolo che sta in panchina ma che negli ultimi 20′ riesce a dare quel qualcosa in più. Avere un cambio di questa esperienza fa molto comodo. Domani dovremo avere un ritmo superiore al loro per evitare che Nuzzolo possa risultare determinante nel finale.”

-Hai parlato da ticinese che ama vedere le squadre del Cantone arrivare in fondo e vivere momenti speciali. Ti ha emozionato la prima partita dell’Ambra nella nuova pista?

“Sicuramente si è trattato di un’emozione nella nuova pista e ho inviato subito un messaggio al nostro direttore Campana dicendogli quanto sarebbe bello far vivere tra 4 anni una situazione del genere anche al Lugano. Avere un ambiente simile anche a Cornaredo potrebbe aiutare molto la squadra, un ambiente del genere ti dà tantissime emozioni. Abbiamo bisogno del nuovo Polo, delle emozioni, del tifoso che ti carica a mille. Quando arrivi negli altri stadi svizzeri, con migliaia di persone vicino al campo che cominciano a incitare la loro squadra, non riesci a sentire il compagno che ti sta a fianco. E’ di questa spinta che abbiamo bisogno e che può trascinare una squadra. Anche domenica ci sono stati momenti in cui i tifosi ci hanno fatto capire di essere lì con noi, ma averli a due passi è un altro sport.”

-Lungoyi è capace di fare cose incredibili sino a metà: ci state lavorando?

“Cristoph al momento è ancora un giocatore capace del meglio come del peggio, dobbiamo essere bravi a far sì che faccia sempre del suo meglio. Sono convinto che a partita in corso può essere devastante, tanti mi hanno chiesto perché contro il Basilea abbia tolto Abubakar, perché ho fiducia e ho visto come si era allenato in settimana Lungoyi. A campo aperto se imbrocca la giornata è devastante e contro il Basilea ha già realizzato due o tre gol. Ho parlato anche con Lustrinelli, selezionatore della U21 e anche lui concorda che il ragazzo nell’uno contro uno quando è in giornata è imprendibile. Tocca a noi metterlo nelle condizioni migliori.”

-Cambierà qualcosa nel vostro atteggiamento tattico?

“Qualcosina potrebbe cambiare ma i principi rimangono gli stessi. Come si è visto anche sul gol contro il Basilea e cioè transizioni veloci, cercare la profondità, attaccare il box. Sabbatini l’ha attaccata, sul suo cross avevamo tre giocatori in area di rigore e sulla transizione ci abbiamo creduto.”

 

 

 

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