Croci-Torti: non abbiamo mai mollato

Croci-Torti: non abbiamo mai mollato

Comprensibile soddisfazione nel dopo-partita sulle tribune e nei corridoi di Cornaredo. In conferenza stampa il tecnico ad interim Mattia Croci-Torti appare disteso e alla domanda come festeggerà il risultato positivo risponde: “con tutto lo staff; devo ringraziare Carlo Ortelli. Andrea Aletti, il preparatore atletico Townsend e tutti gli altri. Abbiamo uno staff che lavora insieme da un po’, abbiamo inserito Cao che ci ha dato una mano, e abbiamo vissuto questi giorni  con un’intensità tale che il risultato positivo odierno  mi fa quasi più piacere per loro che per me”

-Sei sempre stato molto attivo in panchina ma cos’è cambiato dovendo ricopre un ruolo diverso?

“Le dinamiche cambiano. Di solito faccio un po’ più di “cinema” perché bisogna farlo e l’allenatore deve rimanere più tranquillo. Oggi penso di essere riuscito a controllarmi sino alla fine. Siamo riusciti a gestire la partita in maniera logica e intelligente e sono convinto di quanto dico. Nonostante abbiamo perso il miglior giocatore già nei primi minuti e malgrado la disattenzione che ci è costata il loro gol, la squadra ha reagito in maniera ottimale, non si è lasciata prendere dall’ansia di strafare e non ha concesso ripartenza al Basilea. Devo ringraziare i giocatori che hanno eseguito quasi completamente i compiti che gli erano stati richiesti in settimana e a metà tempo. Sembrano frasi di circostanza ma i ragazzi vanno ringraziati perché oggi hanno lasciato l’anima in campo. Vedere Custodio e Sabbatini che negli ultimi dieci minuti non ce la facevano più ma che non hanno voluto mollare è stato un bel segnale, hanno fatto vedere quanto a cuore hanno il Lugano.”

-L’immagine di una partita preparata bene è forse stato Cabral che ha avuto una sola occasione nel finale e che il gol l’ha trovato su una vostra indecisione. Di solito siamo abituati a vederlo crearsi occasioni a getto continuo, oggi è stato ingabbiato dal Lugano.

“Oltre a Cabral quest’anno il Basilea ha una forza offensiva devastante, non a caso realizza tre o quattro gol di media. Sia in Conference League sia in campionato ha sempre segnato molto (a parte l’ultimo match contro l’YB). E non è solo Cabral a essere devastante, ci sono gli inserimenti di tutti i suoi compagni. Noi oggi abbiamo concesso pochissimo, una sola disattenzione nella ripresa perché l’arbitro ha rimesso in gioco in fretta e noi eravamo ancora disattenti. “

-La squadra mi è piaciuta perché non ha mai buttato via il pallone, c’è sempre stata la voglia di giocarlo e di ripartire.

“Devo dirti la verità: nel primo tempo abbiamo sbagliato di qualche metro la posizione di Facchinetti che era troppo alto e non riuscivamo a uscire bene da quella parte. Anche Guidotti, entrato al posto di Bottani, era portato dalla foga ad accentrarsi troppo. A metà tempo abbiamo assestato le cose con Michael più basso e Stefano più aperto e abbiamo veramente messo in difficoltà il Basilea che ha fatto fatica a capire com’eravamo messi.”

-Avete disputato una buona partita: alla fine quello con il Basilea è un punto guadagnato o sono due punti persi?

“Abbiamo giocato, e l’avevo detto ai ragazzi prima di scendere in campo, per vincere la partita. Evidentemente quando passi in svantaggio contro una squadra come quella renana, perdi subito Bottani -che finora è stato il nostro grande trascinatore- e vai in svantaggio, è facile che tu possa concedere spazi agli avversari. Invece non abbiamo concesso, abbiamo una mentalità pazzesca, non ci siamo lasciati andare né trasportare e abbiamo giocato bene.  Tutti volevano la palla nei piedi, anche Lovric, che ha dovuto cambiare posizione dopo l’uscita di Mattia, ha fatto una partita molto più positiva delle ultime. Poi ci sono i giocatori che danno sempre l’anima. Oggi bisogna veramente elogiare il collettivo ma, visto che vi ho sentito tante volte parlare dell’ingenuità di Guidotti, devo elogiare il ragazzo che ha dato il cuore e sono contento anche per lui che ha dimostrato di poterci stare in questa squadra”.

-La squadra ha dato un segnale, pensi di aver lasciato in qualche modo un’eredità a chi arriverà dopo di te a guidare da allenatore-capo questo gruppo?

“Sono corretto, trasparente e onesto con tutti e non ho paura a dire che il Lugano che si era visto finora era un buon Lugano. Con Braga abbiamo giocato un buon calcio e abbiamo trovato delle belle dinamiche. Quello che è avvenuto non è stato un cambiamento dovuto ai risultati e l’ho detto più volte. Io mi sono limitato in questi dieci giorni a dare forza e consapevolezza ai ragazzi, convincendoli che ce la possiamo giocare anche con i più forti. Basilea e YB quest’anno in quanto a rosa hanno veramente qualcosa in più.”

-Avranno qualcosa in più ma il Basilea può dire “non dimentichiamo che loro sono il Lugano”, non solo in questo campionato ma anche nelle ultime stagioni non hanno mai avuto vita facile contro di voi.

“I ragazzi te le possono confermare, nella teoria pre-partita ho detto che sarebbe stata una sfida difficile perché loro ci portano rispetto. Non sono scesi in Ticino con arroganza ma sapendo che squadra siamo. A Cornaredo avevamo peso le ultime tre partite. Ho ascoltato ieri la conferenza stampa di Rahmen: ha parlato del Lugano come di un complesso di centrocampisti esperti che da anni giocano assieme, di un Abubakar velocissimo, di un Bottani che quand’è in giornata è devastante e di una difesa solida. Ci hanno affrontato con questa consapevolezza, senza sottovalutare l’impegno e questo mi rende ancora più soddisfatto.”

-A proposito di Abubacar, oltre al gol, si è mosso tantissimo, ha difeso palla e ha scambiato con i compagni: uscito che proprio non ne aveva più.

“Bisogna ricordarsi il passato. Abu ha giocato un anno e  mezzo a Kriens dov’era lasciato da solo in avanti, non doveva nemmeno tornare a difendere ma limitarsi a prendere palla, scartare, difenderla e cercare da solo il gol. E’ arrivato a Lugano con compagni che sanno dialogare e si è trovato inizialmente in difficoltà. Ora fa i movimenti giusti, appoggia la palla, eccetera. E’ un giocatore che ha le potenzialità per fare veramente bene in Super League. Bisogna sempre avere un po’ di tempo specie per giocatori che arrivano da categorie più basse o da altri campionati. Abubakar l’abbiamo gestito bene, deve solo continuare a lavorare come sta facendo.”

-Come sta Bottani?

“Mi hanno detto che  l’infortunio non dovrebbe essere gravissimo, lui dice che ha un problema al muscolo e non al ginocchio. Attendiamo gli esami strumentali e speriamo di poterlo riavere in tempi brevi”.

-Cosa succede da domani a Mattia Croci-Torti?

“Questa domanda va fatta ai dirigenti. Sono a disposizione e ringrazio chi mi ha dato la possibilità di guidare questi magnifici ragazzi in questi dieci giorni. Ho cercato di farlo nella miglior maniera possibile. Come ho fatto in questi quattro anni sono a disposizione della società. Qualsiasi sia il mio ruolo loro sanno che ci sono”.

-A Mijat Maric, presente anche lui alla conferenza stampa, viene chiesto il risultato odierno lo ripaghi della sofferenza di queste settimane nelle quali ha giocato poco?

“Avrei preferito una vittoria.  Però visto come si era messa e come ha sottolineato il mister, con l’infortunio di Botta, il gol regalato ecc, abbiamo reagito bene. Sono contento di quello che abbiamo mostrato anche a livello di palleggio. Non dimentichiamoci che loro sono sempre il Basilea e noi il Lugano anche se siamo cresciuti e tutto. Oggi chi avesse visto per la prima volta le due squadre si sarebbe veramente chiesto chi era il Basilea e chi il Lugano sotto l’aspetto della qualità del gioco. Questo ci deve far riflettere e infondere coraggio per le prossime partite e farci capire che possiamo veramente giocarcela con tutte e -con un po’ più di convinzione- disputare un campionato importante”.

-Ripeto la domanda: deve essere stata dura rimanere fuori squadra in quest’inizio di stagione. Croci-Torti ha detto alla mia prima partita in panchina ho bisogno di gente di cui fidarmi e ha fatto il tuo nome.

“Fa piacere anche se le dichiarazioni fatte in conferenza stampa venerdì mi hanno messo un po’ di pressione, del tipo “Mijat adesso arrangiati”. Sono contento soprattutto per il fatto che nel calcio si pensa che quando uno ha più di 35 anni sia finito. Non importa se ti alleni bene, se ti senti in forma, se dai molto sul campo e fai quello che devi. Molti pensavano che dopo l’infortunio del finale di stagione fossi finito perché ho 37 anni. Sono felice di aver saputo stare calmo e aspettare. Era giusto che non fossi titolare all’inizio perché non ero pronto, avendo iniziato la preparazione tardi e non ero il Mijat che volevo essere.  E’ stato bello vedermi buttato dentro in questa partita difficilissima contro la squadra più in forma del campionato con un certo Cabral che ogni qual volta passa la metà campo segna. Non abbiamo concesso quasi niente a lui né al Basilea. Avevo la sensazione che potevamo giocare tre giorni e non ci avrebbero fatto gol. Questo dice quanto abbiamo fatto bene sul campo e anch’io sono contento di aver ritrovato la condizione e me stesso ma soprattutto di aver potuto aiutare la squadra che è la cosa più importante.”

-Mijat c’è stato spazio anche per le emozioni: sei uscito dal campo e la tribuna Monte Brè ti ha osannato?

“E’ stato emozionante, colgo l’occasione per ringraziare tutti i tifosi che in queste settimane e mesi mi hanno inviato messaggi d’affetto e di incoraggiamento. Questo mi riempie d’orgoglio, vuol dire che qualcosa di positivo ho fatto e spero di dare ancora tanto in questa stagione al Lugano e ai tifosi.”

-Guardando all’immediato futuro su chi deve puntare la società?

“Deve puntare sulla squadra. Il Lugano che conoscete è arrivato dov’è arrivato grazie al gruppo. Ci sono ottimi giocatori come valore tecnico e soprattutto umano.  Per competere contro realtà con altri budget e  mezzi bisogna puntare sulla forza di volontà; è lei che fa la differenza. Quando ha visto le strutture e le condizioni in cui abbiamo lavorato la nuova dirigenza è rimasta doppiamente sorpresa per i risultati che abbiamo ottenuto negli ultimi anni. Il lavoro che è stato fatto non deve essere buttato via, è da lì che bisogna ripartire.”

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